LIVE Atalanta-Sturm Graz 0-0: Djimsiti di testa cerca la sponda, palla in angolo
Atalanta – SK Puntigamer Sturm Graz: diretta live Europa League Calcio 09/11/2023 | La Gazzetta dello Sport LEGGI TUTTO
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Slavia Praga – Roma: diretta live Europa League Calcio 09/11/2023 | La Gazzetta dello Sport LEGGI TUTTO
Ha conosciuto gli anni dei successi, ha la fiducia di Allegri e non ha tradito ora che le assenze gli hanno dato in pianta stabile la maglia da titolare: da gregario è diventato punto di forza
C’è ma non si vede. Anche per lungo tempo. Ma quando si vede, si fa notare, eccome. Daniele Rugani, classe 1994, professione difensore. Francobollatore per indole, centrale per modulo. Un metro e novanta di forza e tenacia, non brilla per agilità o velocità, ma ha uno spiccato senso della posizione lo fa essere nel posto giusto al momento giusto. Esperienza, continuità di rendimento, concentrazione: Rugani ha naturalmente in sé il repertorio che serve alla Juve. A questa Juve, in particolare. Che non ha grilli e neanche squilli, ma che con serietà e piccoli, decisi passi procede verso orizzonti sconosciuti alle passate stagioni. LEGGI TUTTO
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Il presidente anche oggi a Castel Volturno ma il rapporto con l’allenatore resta in sospeso
Maurizio Nicita
@
manici50
9 novembre 2023 (modifica alle 14:51)
– napoli
Anche stamattina Aurelio De Laurentiis è corso a Castel Volturno per cercare di medicare il virus che da tempo attanaglia questo Napoli dall’andamento altalenante. Ma siamo sicuri che questo commissariamento che ormai dura da un mese giovi davvero ai campioni d’Italia? Quando una squadra non trova continuità di rendimento, oltre che di risultati, evidentemente qualche problema esiste. La critica fa il suo ruolo ma se il conducente Garcia la vede solo come “nemica”, continuando a pensare che il bicchiere sia mezzo pieno, il rischio è di convincersi che poi dipenda dalla sfortuna e da altri fattori. Ma se oggi il Napoli è quarto in classifica staccato di sette punti dalla capolista e in Champions finirà per qualificarsi in un girone decisamente abbordabile (sperando di non doverlo fare all’ultima giornata con un Braga ancora in corsa), significa che qualcosa non ha funzionato. E se questo qualcosa non viene studiato, individuato e risolto attraverso allenamenti e preparazione della partita, i risultati continueranno a non venire, o a non essere all’altezza di una squadra che ha stravinto l’ultimo campionato.
continue riunioni— De Laurentiis in questo mese ha tenuto a rapporto tutti a Castel Volturno, uscieri compresi. Ma non è servito a molto. La squadra continua a ondeggiare fra qualche discreta prova e momenti di amnesia preoccupante (leggi il gol assurdo subito in contropiede dall’Union). Il presidente è il primo a essere insoddisfatto, ma prova a dare forza all’allenatore che ha scelto in giugno per sostituire Luciano Spalletti. Le parole, però, pronunciate il 10 ottobre alla Luiss – un esonero di fatto – restano lì a far da sfondo in una situazione che pare di compromesso. Per Garcia ogni ciclo di partite deve esser quello del riscatto, di una serie di vittorie consecutive (mai andati oltre le due), di uno scudetto che ancora si può inseguire perché si è giocato solo un quarto di stagione. Intanto gli impegni incalzano e i risultati non si vedono. E il fatto che in discussione ci sia l’allenatore rischia di deresponsabilizzare i giocatori. Per chiarezza: nessuno ha mai giocato “contro” Garcia e tutti hanno sempre dato il massimo in campo. Ma sapere che comunque “dipende” dall’allenatore può finire per togliere stimoli ai protagonisti che solo sei mesi fa festeggiavano lo scudetto. LEGGI TUTTO
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A inizio novembre i nerazzurri hanno già beneficiato di 7 penalty, come in tutta la scorsa stagione: nessuno ha fatto meglio in Europa. E non è un caso
Hakan Calhanoglu cinque volte, Lautaro Martinez due: il totale è di sette rigori trasformati dall’Inter, su sette conquistati. Nessuna squadra, nell’Europa che conta, può vantare un ruolino di marcia così. E qua non si tratta certo degli sfottò tra tifosi, ma di una componente che nel calcio può essere determinante soprattutto in tempo di Var, quando più occhi analizzano le immagini ai monitor a sostegno delle valutazioni dal campo di arbitro e assistenti. LEGGI TUTTO
Figlio di un ex nazionale del Burkina Faso, il centrocampista del 2006 è l’ultimo gioiello dello straordinario vivaio di Gelsenkirchen
C’è una frase che a Gelsenkirchen fa sognare, da anni, i bambini. All’entrata del centro sportivo nel quale si allenano le giovanili dello Schalke 04 è incisa la scritta “si entra bambini, si esce campioni”. Non è semplice retorica. Lo Schalke infatti accompagna la scritta con le foto dei vari Neuer, Draxler, Höwedes che hanno indossato la maglia del club quando erano ancora bambini, mettendo però accanto anche le immagini dei tre che tengono in mano la coppa del mondo vinta con la Germania nel 2014. Si entra bambini, si esce campioni. Qualcosa di simile, pur senza diventare campioni del mondo, è successo a Sané, Gundogan, Ozil, Matip e tanti altri ancora. Si entra bambini, si esce campioni. Questa la frase che ogni ragazzo del settore giovanile dello Schalke legge ogni giorno quando si va ad allenare. E per quanto il club stia vivendo una profonda crisi economica e anche sportiva (è retrocesso in seconda divisione), si continuano a sfornare talenti. L’ultimo è Assan Ouédraogo, classe 2006 su cui Inter e Milan sembrano intenzionate a scatenare un bel duello di mercato. Lui però non si monta la testa: a gennaio resterà ancora allo Schalke, rifiutando qualsiasi offerta gli dovessero presentare. Il motivo? Vuole finire la scuola e prendere la patente. Si entra bambini, si esce campioni. Spesso anche di testa. LEGGI TUTTO
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