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    Lazio, Sarri: “Kamada fondamentale per noi, ma tornerà tardi dalla nazionale”

    Con Luis Alberto squalificato, potrebbe toccare a Daichi Kamada sostituire lo spagnolo in casa Lazio al rientro dalla sosta per le NazionaliIl derby porta con se diversi strascichi. Se il risultato è 0-0, in campo la Lazio perde una pedina fondamentale in vista della prossima gara. Non ci sarà infatti Luis Alberto contro la Salernitana al rientro. Lo spagnolo era diffidato ed è stato ammonito per un intervento su Dybala, che gli costa appunto la trasferta di Salerno del 25 novembre. Al suo posto, potrebbe esserci quindi Kamada come mezzala sinistra.In merito, è stato interpellato Maurizio Sarri in conferenza stampa. Il mister ha però predicato calma, spiegando che: “Kamada andrà in Nazionale. Probabilmente lo riavremo a disposizione tra giovedì e venerdì, quando la partita sarà di sabato. Valuterò in quei giorni, ma Daichi è un giocatore fondamentale per noi. Spesso se ne parla, ma anche in Champions è partito titolare e oggi è entrato a giocare il derby. Appena entrerà appieno nelle rotazioni, conoscendo a fondo il campionato italiano, potrà dare tanto”.Guarda quindi già al futuro prossimo mister Sarri, nonostante la pausa. Contro la Salernitana, quindi, dovrà inventare alcune soluzioni, sperando di poter contare su un Kamada in ottime condizioni al rientro dagli impegni con la nazionale giapponese.Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Lazio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Cittaceleste per scoprire tutte le news di giornata sui biancocelesti in campionato e in Europa.
    13 novembre – 18:30
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    Napoli in crisi, Lo Monaco: “Le responsabilità sono della proprietà”

    Le parole del noto dirigente sulla situazione del club partenopeo e sul possibile prossimo allenatorePietro Lo Monaco, dirigente sportivo, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli, ed ha parlato della situazione del club di De Laurentiis.Lo Monaco sulla situazione del Napoli—  
    “Il disastro Napoli ha un nome e cognome e va ricercato nella proprietà. Le prospettive, dopo l’anno scorso, erano diverse, mentre è stato volatizzato tutto. E’ andato via il direttore, l’allenatore, il preparatore atletico, il responsabile marketing e il difensore più forte del campionato. Tutto questo non ha un senso logico. L’Empoli è una squadra che punta alla salvezza ed aveva l’aggressività più forte di quella del Napoli. Posso anche perdonare chi fa errori e sfascia tutto perchè non conosce la materia, ma non posso perdonare invece chi sta nel calcio da anni. Nuovo allenatore? Non mi piace sentir parlare di traghettatori, il Napoli è vivo su tutti i fronti. Sarebbe un errore grandissimo pensare di finire l’anno tanto ormai è perso tutto. Tudor? In questo momento non ci sono tante alternative, non conosco bene Tudor però mi dicono di un allenatore che abbia un certo polso”.Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Napoli senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Calcio Napoli 1926 per scoprire tutte le news di giornata sugli azzurri in campionato e in Europa.
    13 novembre 2023 (modifica il 13 novembre 2023 | 14:59)
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    Toni: “L’Inter può svoltare la stagione di Vlahovic. Lautaro? Bomber e leader”

    L’attaccante sullo scontro al vertice e gli attaccanti della Serie A: “L’Inter sulla carta è più forte però Allegri sta facendo un ottimo lavoro. Lukaku? Un grande, ma a Torino e Milano hanno fatto bene a puntare su altri”

    “Lautaro Martinez è sempre più leader e goleador. E la fortuna dell’Inter è che in Europa non lo considerano ancora alla pari degli altri top player e non lo hanno portato via con offerte faraoniche… Gli attaccanti della Juventus hanno smesso di segnare? Sono in quattro (Vlahovic, Chiesa, Kean, Milik) e tutti molto forti: credo sia proprio l’ultimo dei problemi per Max Allegri, i loro gol arriveranno”. Parola di Luca Toni, centravanti dell’Italia campione del mondo di Lippi e Scarpa d’oro nel 2006.  LEGGI TUTTO

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    Milan, occasione David: il prezzo cala, a gennaio si può. Ma ci sono altri due nomi in ballo

    Il canadese fermo a due gol in Ligue1 e ora è scivolato nelle gerarchie del Lilla. Le alternative portano a Montpellier e a Stoccarda

    Luca Bianchin e Alessandro Grandesso

    14 novembre 2023 (modifica alle 09:00)

    Il David di Firenze non si svaluta: lo ha fatto Donatello, ha quasi 600 anni ma non sbaglia un gol. Il David di Lilla, beh… un po’ di più. Jonathan David è in una crisi da chiamare i soccorsi: non segna da 10 partite, pare involuto e ha perso il posto da titolare. Peggio di così, è dura. Il Milan paradossalmente da qui può trarre un vantaggio. Segue David da anni, ha provato a prenderlo in estate e ora può riprovarci, puntando a spuntare un prezzo inferiore. Già a gennaio? Perché no… Prima di parlare di lui (e di altri candidati), però, meglio fare il quadro della situazione.

    due esigenze forti—  Il Milan ha due grandi esigenze tecniche: il centravanti e il difensore centrale. Davanti ha solo Giroud, perché Jovic a oggi non ha il livello da Milan e Okafor è soprattutto un attaccante esterno. Dietro è ai minimi termini: nelle ultime partite, sono stati disponibili solo Thiaw e Tomori. In estate la qualità della rosa in diverse posizioni è stata migliorata. Sono partiti Dest, Ballo-Touré, Gabbia, Bakayoko, Diaz, Saelemaekers, Vranckx, De Ketelaere, Messias, Origi, Rebic e nessuno – considerando Tonali inevitabilmente un caso a parte – ha generato rimpianti. Il livello con Loftus-Cheek, Pulisic, Reijnders e Musah è cresciuto – per gli altri, da Chukwueze in giù, si vedrà – ma non basta. La sfida per gennaio è aggiungere (meglio, sostituire) due o tre giocatori.

    in panchina…—  David per gradimento è il primo nome. Storicamente è valutato 60 milioni, cifra che il Milan non può spendere in estate, figurarsi a gennaio. Eppure quel prezzo è già sceso, perché il contratto con il Lilla scadrà nel 2025 e i giocatori a scadenza per il Milan – Chukwueze e Pulisic spiegano – sono una priorità. David un anno fa rivaleggiava per gol con Mbappé (primo e terzo nella classifica marcatori), ormai fa la comparsa. Non solo tra i bomber, con due miseri gol contro i 13 del parigino, ma anche nel suo Lilla, dove la panchina non è più un tabù. Anzi, domenica nell’1-1 con il Tolosa, altro club di proprietà RedBird, David ha giocato da titolare – dopo tre gare da riserva – soprattutto grazie alla squalifica del rivale Yazici. Ma la sostanza non è cambiata: zero reti, tanti errori e un 2 in pagella dell’Equipe, oltre che del quotidiano locale La Voix Du Nord. Insomma, è crisi nera, visto che un anno fa, di questi tempi, il canadese aveva 9 gol in 13 turni di campionato. L’allenatore del Lilla, Paulo Fonseca, non capisce: “Non ci sono ragioni per tale mancanza di fiducia in sé”. E ancora: “È fortissimo. Sappiamo che sarà difficile restare con lui in futuro”. In suo soccorso è arrivato anche il presidente Olivier Letang: “Non ci nascondiamo, Jonathan sta attraversando un periodo più difficile ma i quindici giorni in nazionale gli faranno bene”.

    adams—  Nota a margine, ma scritta in grande. David non è certo l’unico obiettivo invernale. E nemmeno l’unico in Francia. Al Milan piace parecchio anche Akor Adams, classe 2000, centravanti nigeriano con grande fisico, grande potenza, abitudine al gol in rapida formazione: per il solo campionato, 15 gol al Lillestrom (in Norvegia) tra aprile e luglio, altri 7 ora con il Montpellier: abbastanza per comandare la Scarpa d’oro. Qui il trasferimento a gennaio è molto improbabile ma le vie del mercato sono infinite e la concorrenza è relativa. Rispetto a David, che diventerebbe il titolare del futuro, sarebbe una soluzione ponte: alternativa a Giroud nell’immediato, poi chissà. E a proposito di attaccanti africani, c’è il caso di fare un viaggio in Guinea.

    guirassy—  Serhou Guirassy, guineano, da agosto ha già segnato 15 gol in Bundesliga, quasi tutti nel primo mese e mezzo. Ha 27 anni, ha sempre faticato ad andare in doppia cifra in campionato ma in estate ha cambiato marcia. Soprattutto, ha una clausola da 17 milioni… e con 17 milioni oggi non si prende un altro centravanti di livello europeo. L’opportunità è evidente, le difficoltà anche: Guirassy non vuole forzare un’uscita dallo Stoccarda a gennaio e ovviamente non c’è un club dell’Europa nobile che non abbia scritto in grande, in qualche file, la cifra della sua clausola. Se mai partirà, non sarà una corsa a due o a tre. Sarà un Gran Premio.

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    Toni: “L’Inter può svoltare la stagione di Vlahovic. Lautaro? Bomber e leader”

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    Totti alla Bobo Tv: “Roma, organico da prime 4. Io in società? Sono loro che non vogliono”

    L’ex capitano romanista ospite del suo amico Vieri: “Mourinho lo confermerei, ma se andasse via vorrei un tecnico sempre di alto livello. Il derby? Se due squadre fanno tre tiri in porta in totale, non può essere una partita. Se poi li fa Karsdorp…”

    Massimo Cecchini

    13 novembre 2023 (modifica il 14 novembre 2023 | 09:04)

    – ROMA

    Francesco Totti a ruota libera sulla “nuova” Bobo Tv, fra nazionale e, soprattutto, Roma. “L’Italia contro la Macedonia? Sulla carta dovrebbe essere semplice, ma la carta si straccia. Speriamo che vinciamo. Se dopo il Mondiale non andiamo neppure all’Europeo è dura”. Il cuore del suo intervento, però, è sulla Roma. “Ho visto il derby: una partita in cui fanno due tiri in porta la Lazio e una la Roma, non può essere una partita. Ai tempi nostri almeno ci sarebbe stata una scarpata in più. Non si riesce a capire perché giocatori del calibro di Dybala e Lukaku non riescano a fare un tiro in porta. Non li avranno messi in condizione di farli, ma in una partita del genere impossibile non farlo. La Roma è attrezzata per arrivare fra le prime quattro. In campionato è partita malissimo, poi si è rialzata. Se però i primi tre tiri ieri li fa Karsdorp, questo ti fa pensare. Che cosa manca alla Roma? Che cosa può dare qualcosa in più? Sono quei momenti in cui se non riesci ad agganciare i primi 4 posti fai fatica. Non tutte le squadre di alta classifica perdono punti in questo modo, come hanno fatto Milan e Napoli. Se la Roma avesse vinto il derby, cambiava la stagione. Invece Lukaku non ha fatto un tiro in porta. La Roma è attrezzata per giocare meglio ed è strutturata per arrivare fra le prime quattro. Dopo tanti anni che non fa la Champions, è arrivato il momento giusto per tornare nella competizione. Ha fatto acquisti mirati e importanti, gente che ha giocato in grandi club. Se si amalgamassero, potrebbe arrivare fra le prime quattro. Qualcosa devono cambiare. A gennaio, però, faranno fatica a comperare altri, sarà molto difficile. Per me, poi, gli acquisti di gennaio creano solo problemi. È tutta gente che altrove non gioca. Devi conoscere la città, la squadra. Prima che entri nel gruppo…”. 

    CRITICA—  Quella che sembra una critica al gioco di Mourinho, però, viene ammorbidita. “José è uno dei più grandi allenatori del mondo. È uno di quelli che ha vinto di più, con Ancelotti. In due anni ti ha portato a fare due finali. In Europa non era mai successo. Solo per questo va elogiato. Io che sono della Roma dovrei ringraziarlo a vita. Se quest’anno portasse la squadra in Champions… Per me Mourinho deve stare nella Roma, ma non voglio più sbilanciarmi. Se dovesse rimanere sono contento; se invece dovesse andare, spero che venga uno da grande squadra. La Conference? È sempre un trofeo. Certo, non sarà la Coppa Campioni, ma è sempre un trofeo internazionale. Poi arrivare in finale di Europa League non è semplice, perché scendono le squadre di Champions. All’estero è sempre dura, guarda la Roma come ha perso a Praga. Preferisco fare dieci finali e perderle tutte e dieci, piuttosto che non andarci mai. E poi con Mourinho c’è sempre il tutto esaurito. Ci sarà una motivazione oppure no?”.Gazzetta digital + Box Panini + Album a soli 80€, il modo più veloce e conveniente per completare la collezione!

    FUTURO—  Sul futuro Totti resta ottimista. “Dybala è il fulcro di questa squadra, il più forte tecnicamente, poi c’è la forza di Lukaku. Insieme fanno un binomio top, che tutte le squadre di Serie A vorrebbero. Lautaro-Thuram sono forti, ma da ex calciatore prenderei Dybala-Lukaku. Sono una coppia perfetta, speriamo ce la fanno vedere il prima possibile, perché dipende tutto dai problemi fisici. A Lukaku se arrivano cinque palle, una o due le butta dentro”. I titoli di coda sono malinconici, perché Vieri gli chiede su un suo rientro nella Roma. “Basta con questa domanda. Ogni volta che fanno una intervista si finisce qui. E allora do la stessa risposta: i matrimoni si fanno in due. Dall’altra parte non c’è questa volontà, ma io ci sarò sempre. Anche se non sono dentro, è come se ci fossi”. In fondo anche questa è una dichiarazione d’amore.

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    Buffon: “Pallone d’oro 2006? Ho chiuso la carriera senza alcun rimpianto”

    Gianluigi Buffon, ex leggenda della Juventus, ha detto la sua ad evento, parlando anche del mancato Pallone d’Oro.
    Gianluigi Buffon, capodelegazione della Nazionale italiana ed ex Juve, ha detto la sua ad un evento.
    Ecco le sue parole nella serata di premiazione dell’Hall of Fame del calcio italiano, gruppo dove ancora non è presente il Campione del Mondo 2006: “Credo di non esser stato preso ancora in considerazione perché molti mi ritengono ancora in attività . Entrare nella Hall of Fame vuol dire far parte di una élite davvero speciale.
    Cannavaro nel 2006 mi ha “preso” il Pallone d’Oro? No, devo dire la verità, ho concluso la carriera senza alcun rimpianto. Ho sempre messo davanti i risultati e le soddisfazioni di squadra”. LEGGI TUTTO

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    Milan, c’è anche un problema disciplina: è un Diavolo rosso… di rabbia

    In dodici giornate già 4 espulsioni – la squadra più “inquieta” del campionato – e 32 gialli. Hernandez (6) il giocatore più ammonito del torneo

    Brutti (non sempre, per fortuna), sporchi (non abbastanza: servirebbero più vittorie nelle partite meno “pulite”) e cattivi (lo dicono i numeri). In questo momento incappare in qualche statistica negativa che ha per protagonista il Milan è abbastanza facile e potrebbe anche essere scambiato per accanimento, però alcuni numeri sono incontrovertibili. È il caso della “fedina penale” stagionale del Diavolo, tutt’altro che immacolata. Tra cartellini gialli e rossi, ci sono voci dove – in questo caso purtroppo – il Milan è primo in classifica. Si potrebbe semmai aprire una discussione su alcune decisioni arbitrali – rivedibili, senza dubbio – che hanno contribuito a innescare il giudice sportivo, ma intanto il dato resta. E racconta che quella rossonera è la rosa col maggior numero di espulsioni di questo torneo.

    esperienza—  Siamo arrivati a quota quattro, che in dodici giornate significa evidentemente la media di un rosso ogni tre partite. L’ultimo della lista è Giroud e la cosa fa particolarmente effetto perché Oly è uomo di grande esperienza, eppure non è riuscito a contenersi nel finale bollente di Lecce. D’altra parte un Giroud frustrato dal folle andamento del match dipinge bene il momento attuale del Milan. Dopo il mani di Pongracic a pochi passi dall’area leccese non punito – ecco un esempio di errore arbitrale che ha generato poi conseguenze disciplinari, per quanto la reazione di Giroud in quei termini sia ovviamente sbagliata – Abisso ha mostrato al centravanti francese prima il giallo e poi il rosso diretto. È fra i due cartellini che Oly ha sbagliato, perché l’ammonizione avrebbe dovuto essere un avvertimento sufficiente. Ora, invece, il Milan attende la sentenza del giudice sportivo col fiato sospeso: possibile che siano due giornate di stop, ma – regolamento alla mano – si potrebbe anche arrivare a quattro.

    massacro—  Giroud, come dicevamo è il quarto espulso rossonero in questo campionato. Già, guida il Diavolo davanti a Lecce, Genoa e Monza, peraltro ferme a quota due. Gli altri tre rossi portano i nomi di Tomori (Roma-Milan, terza giornata), Maignan (Genoa-Milan, ottava) e Thiaw (Milan-Juve, nona). Quello di Tomori è figlio di un doppio giallo, gli altri sono rossi diretti come nel caso di Giroud. Inutile dire che in una squadra già massacrata dagli infortuni, perdere uomini-chiave per motivi disciplinari costringe Pioli a poter contare su un numero di rotazioni praticabili molto esigue. Milan ai primi posti anche nella classifica delle ammonizioni: terza piazza a quota 32 dietro Lecce (36) e Juve (33). Contributo cospicuo da parte di Hernandez, che è il giocatore più ammonito del campionato: sei gialli (unico a questa quota), molti dei quali per proteste e non per effettiva necessità di gioco. Quali sono le squadre più “virtuose”. Sono a zero espulsioni Juve, Lazio, Roma, Salernitana, Empoli, Torino, Fiorentina e Inter. Alla casella “gialla”, 16 cartellini per l’Inter, 17 per il Sassuolo e 19 per l’Atalanta. LEGGI TUTTO