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    Tre colpi di pistola: così morì il dietologo della Grande Inter

    È il 1992, chi spara lo fa con estrema freddezza. Conosce le abitudini del professore, lo aspetta e lo uccide a bruciapelo, senza esitazione. Un caso mai risolto

    Milano, 18 febbraio 1992, un martedì. Angolo tra via Muratori e via Friuli, lungo un reticolo di strade che in quella Milano dei primi anni 90 conduce da Porta Romana alle campagne di Boffalora, Castagnedo e Monserchio. Un quartiere tranquillo, abitato da gente perbene. Sono da poco passate le sette di mattina, fa freddo, pochi i milanesi già per strada. Come tutte le mattine il professor Roberto Klinger – con un pesante cappotto di pelliccia e un colbacco un po’ fuori moda – esce dalla sua abitazione al 29 di via Muratori e porta a passeggio il cane. Il professore è un abitudinario, per fare il giro dell’isolato e rientrare a casa ci impiega quindici minuti, non uno di più, non uno di meno. LEGGI TUTTO

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    Questa Juve è da scudetto? Il confronto con quelle della serie dei 9 consecutivi

    Juve, può essere l’anno buono per un ritorno allo scudetto? Dopo 10 giornate giocate, e quindi con quasi un terzo del campionato alle spalle, è difficile fare una previsione tecnica, per le tante incognite e le troppe combinazioni possibili che investono non solo la Signora ma anche le dirette rivali. Ed allora guardiamo al passato per cercare di “leggere” il futuro, sulla base dei numeri. Nella consapevolezza che cifre e statistiche indicano una direzione e non forniscono certezze. Perché – per fortuna – è poi il capitale umano a fare la differenza e a decidere le sorti di una corsa ancora molto lunga. LEGGI TUTTO

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    La Samp affonda, tremano sia Pirlo che Legrottaglie: i possibili sostituti

    Sarebbe sbagliato parlare di contestazione ma di sicuro tra i tifosi della Sampdoria sta salendo sempre più il malcontento. Passano gli anni, cambiano le guide societarie e buona parte dei calciatori ma le prove sportivamente mortificanti continuano. E dopo una retrocessione senza appello in B, dopo un fallimento societario evitato in extremis, ora il rischio è addirittura quello di una caduta in Serie C. Categoria che i blucerchiati non hanno mai disputato nella loro storia. Anche se la Coppa Italia non era certo il primo pensiero stagionale, la figuraccia di martedì a Salerno ha avuto le sue conseguenze anche a livello ambientale. Prima allo stadio Arechi dove i supporter blucerchiati – dopo aver sostenuto la squadra a gran voce per tutti i novanta minuti – al fischio finale hanno manifestato tutta la loro disapprovazione ai giocatori per prestazioni così negative.
    Samp, i mal di pancia della piazza
    Poi l’altra sera all’aeroporto di Genova alcuni tifosi e tifose – a dir la verità un piccolo gruppo – hanno fatto sentire la propria voce alla squadra di ritorno da Napoli in charter. «Come uomo non posso dirti niente, ma nella Juventus la formazione te la faceva Ronaldo» il messaggio di un tifoso direttamente al tecnico Pirlo, che ha preferito rispondere con un sorriso. «Qui ti perdi, se vuoi parliamo di calcio», la replica del direttore tecnico Nicola Legrottaglie. Niente di clamoroso, niente di trascendentale. Ma l’episodio fa capire come nella piazza – che pure sin qui ha sempre ribadito grande riconoscenza nei confronti degli azionisti Manfredi e Radrizzani capaci lo scorso maggio di evitare il crac della società all’ultima curva – stia crescendo un certo mal di pancia nei confronti di una squadra e di un progetto tecnico che non sta funzionando. LEGGI TUTTO

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    Boninsegna: “Duello Inter-Juve per lo scudetto. Lautaro da Pallone d’Oro”

    L’ex attaccante compie gli anni e giudica il calcio di oggi: “Occhio a Vlahovic, è forte e coraggioso. Ero al Cagliari, mi dovevano vendere e chiesi di tornare nel club del mio cuore…”

    Roberto Boninsegna, detto Bobo e soprattutto Bonimba, vive a Mantova ed è vicinissimo agli ottanta. Serio, preciso, massiccio come quando faceva il centravanti. Non gioca più a tennis, problema alla caviglia, il calcio lo guarda in tv. “Adesso faccio il nonno. Tempo pieno. Ho quattro nipoti, due maschi, due femmine. Due li porto alla scuola calcio, una bimba fa nuoto”. LEGGI TUTTO

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    Orgoglio ferito e gioco di qualità. Perché ad Allegri la Fiorentina fa paura

    La Viola ama sentirsi forte sfruttando il possesso palla, arriva in porta con facilità e Italiano concede poco ai bianconeri

    Nella mistica allegriana della vittoria che esige sofferenza, non ci può essere trasferta più gradita di quella di Firenze, nella tana storicamente più ostile alla Signora. Elmetto in testa, tutti compatti dietro, lotta dura che poi magari si finisce per vincere. L’ultima volta a San Siro, contro il Milan, più o meno, è andata così. La partita di Coppa Italia del marzo 2022, vinta al 92′ grazie a un autogol di Venuti, dopo aver subìto tanto, compreso un palo, resta un caposaldo dela filosofia di casa. Anche tatticamente, la trasferta si addice a questa Juve che ama essere aggredita più che aggredire e ripartire più che imporre il gioco. Non a caso, a parte la giornata balorda di Reggio Emilia (Sassuolo), Allegri ha vinto 3 partite fuori casa e ne ha pareggiata una, a Bergamo, senza subire un solo gol. Ma, detto questo, la partita di domenica al Franchi nasconde più di un’insidia per la Juve e Allegri è il primo a saperlo, perché, al di là di filosofie e strategie, il calcio insegna che affrontare una squadra che gioca meglio è sempre un pericolo. 

    Qualità viola—  La Fiorentina ha sconfitto il Napoli campione a casa sua. Il miglior biglietto da visita stagionale di Vincenzo Italiano. Paradossalmente, per la Juve, sarebbe stato meglio affrontarla dopo un’impresa del genere. Affrontarla ora, dopo due brutti scivoloni in campionato (Empoli, Lazio), non meritati, può essere pericoloso, perché Allegri si troverà davanti una Viola ferita, consapevole di essersi fatta male da sola e convinta di poter compensare la delusione dei tifosi con una grande prestazione nella sfida più sentita in città. Questa è la prima insidia per la Juve: l’orgoglio ferito della Fiorentina, con annessa fame di rivincita. La ciurma di Max dovrà pareggiare la carica agonistica dei toscani, ma, questo, è il suo campo. Più difficile pareggiare la qualità di gioco. La Fiorentina è seconda solo al Napoli per possesso palla (la Juve è 10 a ), ama sentirsi forte con la palla tra i piedi e, anche se non ha ancora trovato un attaccante iconico, come nei giorni belli, in porta ci arriva, se è vero che, dopo Inter, Napoli e Roma, nessuno ha segnato più gol di Italiano. Nico Gonzalez e Bonaventura, che ha ritrovato l’azzurro, stanno vivendo una stagione di grazia e imporranno lavoro duro in mediana. Lucas Beltran, dopo il battesimo con la doppietta di coppa e il delizioso pallonetto, ha fatto una buona comparsata contro la Lazio. Sta entrando nel cuore del gioco e in quello della città. Il giovane argentino è il primo a sapere che un gol alla Juve sarebbe una scorciatoia privilegiata in questo viaggio sentimentale. Riassumendo: carica ambientale, voglia di rivincita, qualità di gioco e Beltran sono le molle della trappola viola, nascosta tra l’erba del Franchi. Allegri, per piazzare il colpaccio e tenersi in altissima quota, confida molto nella difesa: la sua e quella degli altri. Il fortino di Bremer, Sassuolo a parte, non ha subito un solo gol in trasferta, dicevamo, e in tutto il campionato ne ha presi 6, uno solo più dell’Inter capolista. La Fiorentina invece ne ha già incassati 14: nessuna delle prime 11 squadre in classifica ha fatto peggio. In queste ore, Italiano sta valutando se confermare Milenkovic che viene da un mese di Halloween tutto suo, zeppo di orrori. E’ il caso di riproporlo davanti a Vlahovic e Chiesa che arriveranno caricati a mille? 

    Max ci conta—  Ma Allegri può contare sulla fragilità della retroguardia viola fino a un certo punto. Nell’ultimo precedente al Franchi (1-1), la Juve passò in vantaggio con Milik, ma nel secondo tempo non fece un solo tiro, come le era successo solo 3 volte dal 2004-05, e anche negli altri incroci, Italiano ha sempre concesso pochissimo ad Allegri. Sa come nascondergli la porta. Max conta sull’orgoglio di Chiesa e Vlahovic, gli ex; sul buon momento di Kean; sulla forza delle sue rotazioni che possono schiodare la partita; sull’empatia di un gruppo solido che sente di essere sull’onda buona. L’Inter è all’orizzonte (26 novembre). Vincere a Firenze sarebbe il modo migliore per avvicinarsi LEGGI TUTTO

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    Paloschi riparte dalla D: “In gol dopo un minuto, come con il Milan. Io, Inzaghi, il Chievo e Di Caprio”

    L’attaccante, 33 anni, riparte da Desenzano: “Qui per vincere una sfida. Vi racconto la mia storia da ‘tutto e subito’

    Dal nostro inviato Francesco Pietrella

    @
    frapietrella
    2 novembre

    – Desenzano del garda (brescia)

    Alberto Paloschi non crede nel destino, ma forse potrebbe considerare un paio di indizi. Dopo una vita nel professionismo ha scelto di ripartire da Desenzano del Garda, in Serie D, un luogo dove le giornate scorrono via più lentamente. E il primo gol della sua nuova sfida ricorda quel famoso schiaffo rifilato al Siena nel 2008, in rete dopo 18 secondi il giorno del debutto in Serie A. Quindi anni dopo, in un pomerigio di fine settembre, Alberto ha segnato quasi allo stesso modo, entrando a venti minuti dalla fine e pungendo al primo pallone toccato.  LEGGI TUTTO

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    Diretta Sassuolo-Spezia ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    REGGIO EMILIA – Missione Atalanta per il Sassuolo di Dionisi che stasera ospita lo Spezia (16° in Serie B) per un postio agli ottavi di finale contro i bergamaschi di Gasperini. L’allenatore degli emiliani vuole evitare la debacle dell’anno scorso quando il Sassuolo venne eliminato al 1° turno della competizione dal Modena. Previsto un ampio turnover, con otto-nove undicesimi differenti rispetto alla gara di campionato, proprio per dare spazio e minuti a calciatori comunque importanti, a partire da Castillejo e Defrel in attacco.
    Segui la diretta di Sassuolo-Spezia su Tuttosport.com
    Dove vedere Sassuolo-Spezia streaming e diretta tv
    Sassuolo-Spezia , gara valida per i sedicesimi di Coppa Italia e in programma alle ore 18:00 al Mapei Stadium di Reggio Emilia, sarà visibile in diretta in chiaro su Italia 1 e sull’app Infinity. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito.
    Le probabili formazioni di Sassuolo-Spezia
    SASSUOLO (4-2-3-1): Cragno; Pedersen, Tressoldi, Ferrari, Missori; Boloca, Thorstvedt; Castillejo, Defrel, Ceide; Mulattieri. Allenatore: DionisiA disposizione: Consigli, Pegolo, Vina, Toljan, Erlic, Henrique, Lipani, Pinamonti, Castillejo, Berardi, Bajrami, Volpato, Laurienté. Indisponibili: Alvarez, Obiang, Viti. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno.
    SPEZIA (3-5-2): Zoet; Gelashivili, Bertola, Serpe; Pietra, Corradini, Ekdal, Kouda, Moutinho; Verde, Moro. Allenatore: Alvini.A disposizione: Mascardi, Zovko, Nikolaou, Cugnata, Hristov, Cipot, S.Esposito, Candelari, Krollis, P. Esposito. Indisponibili: Muhl, Wisniewski, Zurkowski. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno.
    Arbitro: Zufferli (Udine).Assistenti: Mastrodonato e Arace.IV uomo: Baroni.Var: Serra.Avar: Pagnotta. LEGGI TUTTO