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    Inzaghi: “Contento per Sanchez, meritava il gol. Lukaku? Pensiamo a recuperare le forze…”

    L’allenatore dell’Inter dopo il 2-1 in Champions League: “Salisburgo giovane e frizzante, Simic è bravo. La condizione di Alexis migliora di giorno in giorno”

    Primo posto in Serie A, primo posto nel girone di Champions League. Meglio di così, in casa Inter, proprio non può andare. Simone Inzaghi ha ovviamente parte dei meriti, ma soprattutto ha manciate di motivi per sorridere a fine partita: “È una vittoria importantissima ai fini della qualificazione e del girone. Sapevamo che il Salisburgo era giovane e frizzante – spiega l’allenatore -, quando gli abbiamo preso le misure abbiamo giocato bene. Siamo sempre stati in partita, anche dopo il gol sbagliato in cui avremmo dovuto far meglio, e abbiamo vinto con merito contro una squadra che sapevamo ci avrebbe impensieriti”. 

    Le parole—  Il prossimo impegno europeo, tra due settimane, è proprio in casa del Salisburgo: “È un girone molto equilibrato e ogni partita ha una grandissima importanza, avremo due trasferte consecutive da preparare sapendo che nessuno ti regala nulla in Champions League. Hanno tanti giocatori da ruotare in una rosa profonda, ci aspettavamo Konaté e poi ha giocato Simic, peraltro bene”. Ovviamente un posto al sole questa volta se lo merita anche Alexis Sanchez, fondamentale per aver sbloccato la partita: “Sono contento che abbia segnato, se lo merita. Non lo scopriamo certo ora che è un giocatore importantissimo sia con la palla che senza, la sua condizione fisica migliora giorno dopo giorno”. Ora, la testa va davvero a Inter-Roma di domenica, con Inzaghi che però glissa sull’incrocio con Romelu Lukaku: “Arriviamo bene alla prossima partita, con due vittorie importanti contro due squadre difficili da affrontare. Dobbiamo recuperare energie mentali e fisiche, perché le partite di Champions League portano via tante forze”. LEGGI TUTTO

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    Sarri: “Non avremo i nostri tifosi? Non ha senso, decisione che non capisco”

    L’allenatore biancoceleste alla vigilia della gara di Rotterdam, un anno dopo la sfida infuocata di Europa League: “Sappiamo cosa ci aspetta”. Romagnoli: “Noi senatori indicheremo la via”

    Dal nostro inviato Stefano Cieri
    24 ottobre

    – rotterdam

    Un occhio al campo e uno alla tribuna. Un anno dopo Maurizio Sarri torna al De Kuip per sfidare il Feyenoord con la Lazio (stavolta in Champions, dodici mesi fa in Europa League) e il pubblico olandese gli riserverà un trattamento speciale. Tutta colpa delle dichiarazioni che il tecnico ha rilasciato dopo quella sfida di un anno fa, quando definì i tifosi del Feyenoord la cosa più brutta del calcio olandese. “Ci hanno tirato di tutto, anche contenitori pieni di urina”. Gli ultrà della squadra olandese avevano preparato uno striscione tutto per lui, ma l’Uefa non ha dato l’ok alla sua esposizione. Sarri commenta così la vicenda: “Meglio uno striscione che l’urina, per me avrebbero pure potuto metterlo”. Il tecnico, più che su questo, preferisce però concentrarsi sull’avversario. “Che nell’ultima sfida di Champions ha giocato alla pari con l’Atletico Madrid. Ha perso, ma non meritava assolutamente quel risultato. Già l’anno scorso era forte, adesso mi sembra ulteriormente migliorato”. Il pericolo è soprattutto davanti: “Segnano sempre e hanno tante soluzioni di gioco”. In più ci sarà il solito effetto-De Kuip, uno stadio in cui il fattore-campo conta davvero, come la stessa Lazio ha potuto constatare l’anno scorso. “Sappiamo quello che ci aspetta e ci dovremo far trovare pronti”. Oltretutto ai tifosi laziali è stata vietata la trasferta. “Non capisco queste decisioni – commenta Sarri -. Che senso ha impedire a tutta una tifoseria di assistere a una partita? Le responsabilità devono sempre essere individuali. Il discorso vale per i nostri sostenitori, ma anche per quelli del Feyenoord. Domenica è stata vietata una trasferta ai tifosi ospiti nel campionato di serie D in Toscana. Mi sembra assurdo”. 

    carica romagnoli—  A spingere la Lazio a credere nell’impresa provvede pure Alessio Romagnoli: “Troveremo un ambiente caldo, ma non ci faremo trovare impreparati. La Champions è il massimo che ci sia per un calciatore. Sono sempre partite bellissime ed è un privilegio poterle affrontare”. Lui, che ha esperienza da vendere, può aiutare i compagni più giovani. “Sì, tocca a quelli come me, Ciro, Pedro e Luis indicare la strada”. Sulla Lazio che ultimamente sembra essersi ripresa Romagnoli dice: “All’inizio eravamo poco cattivi in campo. Ci siamo chiariti e adesso le cose vanno decisamente meglio”. LEGGI TUTTO

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    Donnarumma e la domanda su Maignan

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    Serie A, su Dazn record stagionale di ascolti: 6,2 milioni

    Nell’ultima giornata di campionato quasi 2 milioni di telespettatori per la sfida tra Milan e Juventus

    Crescono gli ascolti della Serie A: l’intensa nona giornata di campionato su Dazn segna il primo record stagionale sfiorando i 6,2 milioni di tifosi. Conquista il primo posto delle sfide più seguite, il big match di domenica sera tra il Milan di Pioli e la Juve di Allegri che, in un San Siro completamente sold out, ha tenuto incollato allo schermo quasi 2 milioni di spettatori battendo il dato dello scorso anno quando la stessa sfida aveva conquistato 1,6 milioni di appassionati. Superato il milione in piattaforma anche per la sfida all’ombra della Mole, che ha visto la vittoria dell’Inter sul Torino. 

    Nel prossimo turno,  nell’anticipo del sabato sera, la Juve ospiterà il Verona in cerca dei 3 punti dopo la sconfitta casalinga contro il Napoli. Anche due big match in esclusiva su Dazn: alle 18 calcio di inizio per Inter-Roma con l’attesissimo ritorno di Lukaku a San Siro, a seguire il Napoli di Garcia ospiterà il Milan. LEGGI TUTTO

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    Juve, chiusa la pagina Calciopoli: ecco perché ha rinunciato al ricorso

    Si tratta di un atto più simbolico e politico che di sostanza dopo che il club si era già visto respingere l’estate scorsa dal Consiglio di Stato il ricorso contro Federcalcio, Inter e Coni

    La Juventus ha rinunciato al ricorso al Consiglio di Stato sul risarcimento danni per l’assegnazione dello scudetto all’Inter, quello della stagione 2005-2006, vinto sul campo dai bianconeri e riassegnato d’ufficio ai nerazzurri dopo l’inchiesta di Calciopoli. Si tratta di un atto più simbolico e politico che di sostanza, dal momento che il club si era già visto respingere l’estate scorsa dal Consiglio di Stato il ricorso contro Federcalcio, Inter e Coni per ribaltare la sentenza del TAR del 2016, allontanando di fatto il risarcimento che – secondo quanto indicato nella relazione semestrale del bilancio della Juve – avrebbe potuto raggiungere la cifra monstre di 443 milioni 725 mila e 200 euro. Il pronunciamento di qualche mese fa aveva creato le condizioni giuridiche per una conseguente bocciatura nel processo, di conseguenza è stato decisivo di fare un passo indietro e chiudere definitivamente la pagina nera di Calciopoli. 

    CASO CHIUSO—  Dopo le intercettazioni emerse dal processo di Napoli, la Juventus il 10 maggio 2010 aveva presentato un esposto per ottenere la revoca dell’atto in cui il commissario Guido Rossi, il 26 luglio 2006, riconosceva “l’automatica acquisizione del titolo di campione d’Italia” all’Inter: istanza presentata alla Procura federale e alle presidenze della Federcalcio e del Coni. Il 18 luglio 2011 il consiglio federale della Figc aveva poi respinto la contestazione facendo riferimento alla logica di scivolamento della classifica a seguito dei provvedimenti disciplinari inflitti alla Juventus. Dopo la bocciatura del ricorso anche da parte delle sezioni unite della Cassazione Civile, nel 2018, il club decise di portare avanti il procedimento con altri due ricorsi al Collegio di garanzia del Coni: dichiarati inammissibili, diventarono subito dopo dei ricorsi al TAR del Lazio, che a sua volta rigetterà il 28 ottobre 2022. Stessa sorte al Consiglio di Stato, lo scorso 21 agosto. La richiesta di risarcimento era il filone parallelo, strettamente legato al primo ricorso: presentata il 18 luglio 2011, anche in questo caso respinta dal TAR del Lazio (con sentenza del 6 settembre 2016) e per questo impugnata al Consiglio di Stato. Fino alla decisione ultima del club bianconero di fare un passo indietro definito, non avendo margini per vincere. LEGGI TUTTO

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    Cori e fumogeni: l’arrivo del pullman dell’Inter

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