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    Gran Galà del Calcio AIC: le shortlist dei potenziali vincitori

    Votano i colleghi
    Dalle shortlist dei premiati uscirà l’undici ideale della Serie A maschile e femminile, ruolo per ruolo, che comporranno un’ipotetica super squadra dell’anno, senza contare la premiazione del Calciatore e della Calciatrice della stagione 2023-24. A completare il quadro, sarà assegnato il riconoscimento per l’Allenatore dell’Anno, l’Arbitro dell’Anno, la Società dell’Anno e il Miglior Giovane di Serie B. «Questo riconoscimento – ha ricordato il Presidente dell’AIC, Umberto Calcagno – ha un valore particolare, perché da sempre lo differenzia il fatto che sono i calciatori e le calciatrici a votare i propri colleghi, compagni e compagne di spogliatoio o avversari e avversarie sul campo. È il calcio che premia il calcio, celebrato in una serata speciale che anche quest’anno metterà in primo piano la parte più bella del nostro mondo». Parola a Demetrio Albertini, Ceo della DA: «Siamo felici di supportare anche quest’anno l’AIC nell’organizzazione di un evento di grande prestigio come il Gran Galà del Calcio. Insieme abbiamo lavorato per creare una vera e propria festa del calcio, capace di rappresentare tutte le anime di questo mondo: calciatori e calciatrici, allenatori, arbitri e dirigenti che si riuniscono condividendo la gioia di ricevere un premio così ambito».
    I selezionati
    Ecco le shortlist di questa edizione:
    TOP 11 MASCHILEPORTIERI: Di Gregorio, Maignan, SommerDIFENSORI: Bastoni, Bellanova, Bremer, Buongiorno, Calafiori, Dimarco, Dumfries, Theo Hernandez CENTROCAMPISTI: Barella, Çalhanoglu, Dybala, Koopmeiners, Mkhitaryan, Rabiot ATTACCANTI: Gudmundsson, Lautaro Martínez, Leao, Lookman, Thuram, Zirkzee
    TOP 11 FEMMINILEPORTIERI: Ceasar, Durand, SchroffeneggerDIFENSORI: Boattin, Cascarino, Di Guglielmo, Faerge, Lenzini, Linari, Minami, OlivieroCENTROCAMPISTI: Boquete, Caruso, Catena, Giugliano, Greggi, MagullATTACCANTI: Beccari, Cambiaghi, Cantore, Giacinti, Haavi, Janogy, Viens
    ALLENATORE: Gasperini, Inzaghi, MottaARBITRO: Di Bello, Guida, OrsatoSOCIETÀ: Atalanta, Inter, JuventusGIOVANE DI SERIE B: Busio, F. Esposito, Ghilardi
    Le reti più belle
    Sono ancora aperte le votazioni di “Vota il Gol”, il sondaggio che decreterà il gol più bello della stagione 2023-24, al maschile e al femminile. Il riconoscimento sarà determinato dalle preferenze dei tifosi, chiamati a scegliere sul sito del Gran Galà del Calcio AIC tra una rosa di 10 reti del campionato maschile e 10 del campionato femminile, tutti selezionati dall’autorevole redazione sportiva della Rivista Undici. Con oltre 20 mila voti complessivi sin qui raccolti, i gol più votati delle due categorie sono quelli di Malinovskyi, Politano e Thuram al maschile; Cantore, Linari e Picchi al femminile. Le votazioni chiuderanno alle 23.59 di domenica 24 novembre. Possibile votare i gol maschili al link: https://bit.ly/cs-vota-il-gol-maschile-2024. Possibile votare i gol femminili al link: https://bit.ly/cs-vota-il-gol-femminile-2024. L’hashtag di riferimento di questa edizione sarà #GGDC24. LEGGI TUTTO

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    Juve verso la sfida col Milan: partitella con l’U17. Koopmeiners, Yildiz e Danilo…

    Prosegue la settimana di allenamenti della Juventus al Training Center, in avvicinamento alla sfida di sabato 23 novembre 2024 contro il Milan, la prima dopo la terza sosta stagionale dedicata agli impegni delle nazionali e valida per la tredicesima giornata di Serie A. La squadra ha svolto una partitella con l’Under 17. Sono rientrati quasi tutti i giocatori impegnati in Nazionale, eccezione fatta per Yildiz e Koopmeiners, in campo ieri sera rispettivamente con Turchia e Olanda e oggi a riposo, e per Danilo, in campo nella notte italiana con il Brasile, di rientro in queste ore a Torino. Nella giornata di giovedì 21 novembre  il gruppo si troverà nuovamente al mattino alla Continassa. LEGGI TUTTO

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    Manna: “Alla Juve stavo benissimo, ma quando ti chiama il Napoli…”

    Il primo scorcio di stagione ha di sicuro regalato un nuovo (vecchio) protagonista, il Napoli. Da Conte a Lukaku, il primo posto degli azzurri è una costruzione della quale fa parte, di diritto, il dirigente sportivo Giovanni Manna. L’ex Juventus, arrivato lo scorso giugno all’ombra del Vesuvio, in un’intervista a margine del Social Football Summit 2024, ha raccontato alcuni retroscena sulla trattativa che lo ha portato in Campania e fatto il punto sul campionato.
    Napoli, da Conte a De Laurentiis: parla Manna
    Il direttore sportivo non è stato di certo esonerato dalla domanda del momento: il Napoli è la squadra favorita per lo scudetto? “Il campionato è lungo. Sappiamo da dove siamo partiti e stiamo cercando di tornare a quello che è stato il Napoli di De Laurentiis. Siamo focalizzati su quello”.
    Nel suo ex club, la Next Gen si è rivelato un progetto vincente. Possibile replicarlo anche in Campania? “La secondo squadra? È complicato. È sicuramente un qualcosa che non deve essere fine a se stesso. C’è un percorso più lungo e dispendioso dietro”.
    Sui diritti d’immagine, caratteristica del Napoli: “Mi sono trovato la prima volta quest’anno ad averci a che fare, in alcuni casi mi sono dimenticato. Io prima convinco il calciatore e poi limiamo i dettagli.
    Sull’ambiente molto caldo ed esigente a Napoli: “Come dico spesso è importante restare focalizzati sui momenti della stagione. Bisogna restare lucidi sia nei momenti negativi che in quelli positivi. È una città calda che ci sta dando davvero tanto, non me l’aspettavo. Ogni giorno ti trovi in situazioni dove la gente ti chiede e ti senti in dovere di dare. L’anno scorso è stato complicato ma loro sono rimasti positivi. L’aspettativa è alta perché due anni fa abbiamo vinto un campionato. In questo momento noi non pensiamo a quell’obiettivo. Dobbiamo restare concentrati”.
    Su Conte e De Laurentiis: “La mia esperienza ora è estremamente positiva. De Laurentiis ha uno spessore di un certo tipo. Da fuori ero preoccupato, ma posso dire che sono contento. Ci ha lasciato lavorare. La scelta dell’allenatore è stata fondamentale. Io ho 36 anni e mi ha aiutato avere un allenatore del genere. Posso dire senza vergognarmi che è stato un allenatore preso anche a tutela mia”.
    Dal primo contatto con il Napoli e la “paura” del cambiamento
    Manna ha raccontato anche del primo contatto avuto con il Napoli: “Dopo Juventus-Frosinone mi chiama un numero che non conosco e non rispondo. Lo stesso numero mi richiama il giorno dopo, rispondo e sento: “sono Chiavelli”. Ho parlato con la Juventus e ho incontrato il dottor Chiavelli, che disse di avermi scelto. Ho detto sì! Alla Juve stavo benissimo, ma quando ti chiama il Napoli per un ruolo del genere, non puoi dire di no”. Paura? All’inizio no, poi un pochino sì”. Mentre con Conte: “Il primo incontro a casa sua. Prima cosa ci siamo conosciuti perché non ci eravamo incontrati alla Juventus. Voleva conoscere la squadra. Per il piano economico aveva già parlato con il presidente a ottobre. Subito disse che Di Lorenzo e Kvara non andavano toccati”. 
    La giovane età può essere un limite? “Non mi dà fastidio sentir dire che sono giovane. All’inizio però porta complicazioni perché ti trovi a parlare con persone che ammiravi in TV. Io ho un profilo un po’ diverso, poi perché non sono un uomo che ha giocato. A oggi però la nostra figura sta cambiando”.
    Sul calciomercato convulso della scorsa estate: “Noi avevamo il diktat di fare il mercato con l’uscita di Victor perché voleva andare via. Questo è risaputo e non dico nulla di nuovo. Poi non abbiamo ceduto Victor ma per quanto aveva lavorato bene il Napoli negli anni precedenti siamo riusciti a fare comunque mercato”. E con la partenza del nigeriano è arrivato Romelu Lukaku: “Romelu è un calciatore che fa comodo a tutti, è una certezza. Ha lavorato in modo proficuo con Conte e sposta in campionato. Ogni giorno c’è una polemica. Ha un approccio carismatico nel gruppo. Nei tifosi, c’è Osimhen che ha vinto un campionato da protagonista. Sono due cose diverse, Romelu ha voluto fortemente venire a Napoli, non si può discutere”.
    Sul rinnovo di Kvaratskhelia: “Noi vogliamo premiare il suo percorso nel Napoli. Lui comunque ha altri due anni con noi. Dobbiamo trovare l’accordo su ogni punto. Ne abbiamo già parlato e se non si sbloccherà ne riparleremo a fine stagione. Siamo d’accordo con il calciatore di non distrarci dal campo”.
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    “La mia Juve come un rock ‘Stupendo’, ma ora serve un’impresa cinica”

    “La mia Juve da 8. I titolari? Si scelgono da soli…”

    Che voto dà alla stagione della sua Juve finora? «Otto. Perché siamo in testa alla Serie A e fino al momento, al di là dei risultati, anche in Europa ce la siamo sempre giocata abbastanza alla pari e non c’è mai stata una sensazione di netta inferiorità. Senza dimenticare che l’obiettivo iniziale, non scontato, era l’accesso ai gironi. In Italia abbiamo disputato ottime gare, ora la difficoltà e la bravura sarà confermarsi e non considerare scontato quello che abbiamo fatto». In questi mesi le ragazze hanno spesso sottolineato la sua capacità di farle sentire tutte sullo stesso piano: è questo il suo grande pregio? «Io le ruoto così tanto perché loro hanno dimostrato di meritarsi di essere quasi tutte titolari. Quindi mi viene da dire che è più merito loro che mio. Ho sempre detto ai miei giocatori che la maglia da titolare se la mettono e se la tolgono loro, io semplicemente rilevo quello che vedo in settimana». Braghin ha detto di lei: “Raramente nella mia carriera sono riuscito a centrare un profilo che incarnasse così bene il mister che volevo”. Una benedizione niente male. Che rapporto ha con lui? «Rientrando a casa dopo il nostro incontro, mi sono reso conto di quanto mi avesse colpito: sono in questo mondo da tanti anni e ho incontrato tanti profili standardizzati e stereotipati. Lui è una persona completamente diversa, una persona di una cultura, non solo calcistica, straordinaria. Si è creato un rapporto di stima e di confronto, forse perché entrambi siamo in quella fase della carriera in cui, almeno parlo per me visto che ho 58 anni, abbiamo la necessità di fare qualcosa che ci piaccia tanto. Venire in questo ambiente mi ha ridato tantissimo entusiasmo è molto è stato grazie al suo modo di vedere il calcio, che deriva anche dai tanti anni di gavetta, un’altra cosa che ci accomuna». L’emozione della gara allo Stadium è sul podio delle più belle della sua vita? «Senza dubbio. Ho vissuto partite anche con più spettatori, fino a 80.000, ma non avevo la responsabilità diretta della squadra, facevo il secondo o il collaboratore. Così è completamente diverso, tra l’altro in una partita importante e vinta bene. Un’esperienza che spero di poter vivere ancora, come spero che anche altri club, come la Juventus, decidano di fare questa scelta». Schatzer, Beccari, ma prima Lenzinie Cantore: sono tante le sue giocatrici che in bianconero sono anche cresciute, ultime Gallo e Ferraresi che lei ha già convocato, a conferma della qualità del settore giovanile. Riesce a seguire da vicino questo lavoro? «Sono in contatto continuo con Bruzzano, il tecnico della Primavera, e appena riesco mi piace vedere le loro partite perché credo che rientri nei miei doveri fare in modo che tutto quel lavoro, che è davvero tanto, venga valorizzato». A proposito, Schatzer è in lizza per vincere il premio di miglior italiana Under 21 nell’ambito del nostro European Golden Boy: qual è la caratteristica per cui lo meriterebbe? «Sono molto contento che se lo giochi, perché è una ragazza del 2005 che ha una maturità personale e calcistica invidiabile, una di quelle che in questi mesi è cresciuta di più e sono certo che abbia ancora ampi margini di miglioramento. Mi piace anche perché è molto forte psicologicamente, a volte in campo sembra una veterana: è molto stimata da tutte le compagne, anche le più esperte, una stima guadagnata attraverso il lavoro e le prestazioni. Sicuramente all’inizio del campionato era una seconda linea, adesso è al pari delle altre». LEGGI TUTTO

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    “Vanoli non si tocca. Sono i giocatori del Toro a dover dare di più”

    Lo spartiacque della stagione è stato l’infortunio di Zapata: la rosa attuale, priva del colombiano, ha risorse tecniche e un grado di personalità tali da pensare a una pronta reazione? 
    “Parliamo di uno tra i pochi centravanti in Italia in grado di fare reparto da solo. Evidentemente c’è un Toro, forte, con Zapata al centro dell’attacco, e uno più modesto privo di Duvan. Anche perché in estate sono andati via tre giocatori che avevano un peso tecnico e morale molto importante: mi riferisco a Buongiorno che cuciva la difesa, a Bellanova che sfornava assist in serie, e pure a Rodriguez che aveva un ruolo decisivo in campo e dentro lo spogliatoio. Il contraccolpo, pur tremendo, era stato in qualche modo assorbito anche perché l’inizio di campionato è particolare, con risultati spesso sorprendenti”.
    La cessione di Bellanova, soprattutto per i modi nei quali si è concretizzata, ha aumentato la già intensa contestazione nei confronti di Cairo. È maturo il tempo perché metta in vendita la società? 
    “Sono nel calcio da tanti decenni, e posso dire che una contestazione simile non l’avevo mai vista. Mi riferisco in particolare alla durata. Il quadro è pesante, e penso che a questo punto rimanere in sella sia molto difficile e sicuramente scomodo. Cairo è maestro nel farsi scivolare addosso le cose, ma adesso credo che la situazione stia diventando non più sopportabile anche per lui. Si è vociferato di un interesse della Red Bull, ma per me sarà un fondo, a rilevare il Torino”.
    Vanoli è l’allenatore giusto, in tale frangente? 
    “È perfetto, è da Toro per gavetta e per sentimento. Viene dalla B come Giagnoni e Radice e ha il trasporto e l’umanità di un Mondonico. Vanoli ha capacità, ma il punto è che la squadra lo deve seguire. Sono i calciatori, che devono tirare fuori la rabbia, la voglia di fare e una buona dose di coraggio. Qualità che ultimamente non hanno espresso. Alcuni si sono seduti sugli allori”.
    A chi si riferisce?
    “Ricci mi dà l’idea di essersi un po’ accontentato: potrebbe dare di più, e invece è come se si stesse dicendo: ‘Va beh, tanto io sono bravo lo stesso’. La società sarà contenta del valore economico del cartellino che sale, e dell’interesse dei grandi club sul ragazzo, ma questo non so se stia aiutando la maturazione di Ricci. Un giocatore della Nazionale dovrebbe essere padrone del centrocampo, dovrebbe prendere in mano la squadra, lanciare, verticalizzare, tirare, e invece troppe volte Samuele si limita al compitino. Prenda da Barella, il quale ha un’intensità nella partita che ancora Ricci non ha. Ilic ha colpi, ma anche da lui è lecito aspettarsi di più. E poi va trovata una quadra alla voce Vlasic: lo vedo bene a ridosso di una punta, in modo tale da irrobustire il centrocampo. Da mezzala avanzata e con due punte, aiuta poco in ripiegamento. Poi c’è Sanabria che sta faticando, ma gli stanno anche arrivando davvero pochi palloni interessanti. In Adams credo, per quanto stia patendo l’assenza di un compagno di reparto con cui si trovava a meraviglia come Zapata”. 
    Quanti granata, allo stato dell’arte, possono assumere il ruolo di leader?
    “Non ne vado. Per un po’ l’ha fatto Linetty, ma dopo qualche complimento pure lui, come Ricci, si è afflosciato. Il problema del Toro non è certo Vanoli: mi arrabbio quando si parla di esonero perché a mancare a monte è stato l’impegno della società, a valle l’apporto dei giocatori. Non oso immaginare come abbia preso il tecnico l’uscita di Bellanova. Sportivamente parlando una partenza drammatica, per questo Torino. La sua cessione, chissà, potrebbe anche essere un residuo dell’operazione che ha portato Zapata al Torino, ma non Buongiorno all’Atalanta”.
    Dal mercato di gennaio cosa si aspetta? 
    “Posso dire cosa serve: un difensore centrale, un esterno e un centravanti come minimo. Poi una soluzione in più a centrocampo, anche per mettere un po’ di pepe a Ricci, Ilic e Linetty, male non farebbe. E dico questo pur tenendo conto del mio gradimento per Gineitis”.
    La prossima gara contro il Monza è l’incrocio migliore per ripartire?
    “Sarà una partita da affrontare con pazienza, senza volerla sbloccare subito. Da una crisi si esce con calma: vincere sarà importante tanto quanto non perdere…”.  LEGGI TUTTO

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    La Salernitana mette Ghiglione nel motore

    SALERNO – Colantuono lavora sul 3-5-2. La conferma arriva anche da Ghiglione, che in un’intervista rilasciata a Telecolore ha detto: «Adesso bisogna ripartire con nuove idee ed un nuovo modo di giocare, che spero dia i suoi frutti. Ogni allenatore, così come Colantuono, ha la sua filosofia. Lui ha il suo modo di giocare, che è un po’ differente da quello di prima. La nostra è una rosa duttile, penso che faremo bene anche con questo tipo di modulo». E contro il Sassuolo, alla ripresa del torneo, Ghiglione sarà uno dei due quinti. Giocherà al posto di Stojanovic a destra. «Abbiamo già parlato con il mister, poi vedremo cosa deciderà. Ho quasi sempre giocato a 5 – dice – ed il mio ruolo sarebbe sicuramente più funzionale». BILANCIO – L’ex Cremonese si sofferma poi su questa prima parte della stagione, che inizialmente lo ha visto alle prese con i postumi di una frattura all’avambraccio destro: «L’avvio è stato particolare dal momento che sono stato costretto a stare fermo per un mesetto. Ho trovato una situazione di grande cambiamento, la squadra è stata rinnovata totalmente e c’è stato quindi un inizio particolare. L’infortunio mi ha condizionato abbastanza, ma appena ho ripreso gradualmente una forma accettabile ho dato piena disponibilità alla squadra. Da quando è finito il mercato ci siamo assestati ed abbiamo cominciato a porre le basi per un bel gruppo. I ragazzi nuovi hanno portato entusiasmo ed un’aria diversa, che può aiutare dopo una retrocessione. Siamo partiti anche abbastanza bene, ma dopo, anche a causa d’infortuni e di un pizzico di cattiva sorte, ci siamo ritrovati con l’esonero dell’allenatore, che è un po’ una sconfitta per tutti».NUOVE IDEE – «Cosa non è andato con mister Martusciello? Quando si fanno buone partite e non raccogli punti, la squadra perde consapevolezze e vengono fuori delle fragilità. Noi siamo forti. Non siamo costruiti per spaccare il campionato ma per fare un buonissimo torneo: non ci resta che fare meglio. Abbiamo dimostrato di non essere inferiori a nessuno, ma abbiamo raccolto meno. Colantuono ha grande esperienza ed un carattere molto forte». Ghiglione ha firmato fino al 2027. «Sono in una società prestigiosa ed importante. Quando giochi in A sempre per non retrocedere – conclude – non è facile. Alcune volte è meglio scendere in B per fare un campionato di vertice, piuttosto che fare una stagione per salvarsi in A. Ho 27 anni, non sono più un ragazzino. Ho scelto Salerno perché ci credo fortemente. Penso che possiamo fare bene ed abbiamo un bel progetto. Sono molto legato alla mia famiglia ed ai miei amici, mi trovo bene qui. Dico ai tifosi di continuare a sostenerci, l’obiettivo è fare un campionato nelle parti alte della classifica». SGAMBATURA – Ieri mattina sgambatura con la Primavera di Luca Fusco. 8-0 il finale per la prima squadra. Nel primo tempo sono andati a segno Njoh, Soriano e Gerardo Fusco, impiegato con la formazione di Colantuono. Nella ripresa i gol di Simy (doppietta), Reine-Adélaïde, Braaf e Velthuis. Lavoro differenziato per Sepe, Tongya e Jaroszynski. LEGGI TUTTO

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    Cabal, la dedica dal Sudamerica: c’entra anche il nuovo obiettivo Juve

    Nella notte italiana è andata in scena la partita tra Uruguay e Colombia, con i primi che si sono imposti con un rocambolesco 3-2. Un match senza esclusione di colpi, al quale avrebbe dovuto partecipare anche il calciatore della Juventus Juan Cabal, tornato anzitempo a Torino per un infortunio che lo terrà fuori gioco per gran parte della stagione. Nonostante la sconfitta, i compagni di nazionale del colombiano hanno trovato il modo di fargli sentire la loro vicinanza in questo difficile momento, con gol ed esultanza mostrando la maglia gialloblurossa del difensore. Tra gli altri, in un incrocio del destino, in campo c’era anche Lucumì che rappresenta un’opzione, anche se difficile, per la dirigenza bianconera alla ricerca di un nuovo difensore per gennaio.

    Infortunio Cabal, difesa Juve in emergenza: occhio al mercato

    Con l’ingresso in infermeria dell’ex Hellas Verona, la retroguardia di Thiago Motta vive un momento di particolare emergenza. Bremer tornerà verosimilmente insieme al difensore colombiano e le poche garanzie offerte da Danilo non fanno dormire sonni tranquilli al tecnico bianconero. In virtù di ciò, l’uomo mercato della Juventus Cristiano Giuntoli si è già attivato per trovare i giusti rinforzi in vista del mercato di gennaio. I principali profili monitorati portano a Kiwior e all’ex Dragusin, ma anche all’ex Inter Milan Skriniar, oltre al succitato Lucumì.

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    Atalanta record, nono utile consecutivo. E grazie a Champions e Koopmeiners…

    Il nono utile consecutivo bilancio firmato dall’amministratore delegato Luca Percassi, conferma il valore assoluto del Modello Atalanta. Mancano 47 giorni alla fine dell’anno, ma, sin d’ora, la società può affermare quanto il 2024 sia stato l’anno d’oro della sua storia ultracentenaria. L’hanno sigillato: lo storico trionfo nell’Europa League, conquistata dopo la terza finale di Coppa Italia disputata nell’arco delle cinque edizioni precedenti l’attuale; la qualificazione alla quarta campagna in Champions League, edizione 2024/2025, brillantemente condotta nelle prime quattro giornate che hanno già fruttato introiti per circa 50 milioni di euro; il fatturato incrementato sino a 242,1 milioni, a 600 mila euro dal record assoluto del 2021; il completamento della ristrutturazione dello stadio di proprietà, coronando un investimento complessivo di 100 milioni di euro; i ricavi delle operazioni di mercato (82,7 milioni, dei quali 76,4 milioni derivanti da plusvalenze). L’utile al 30 giugno 2024 è risultato pari a 9,8 milioni di euro, rispetto ai + 3,8 milioni di euro della stagione 2022/23. Complessivamente, l’Atalanta nella stagione 2023/24 ha registrato 242,1 milioni di ricavi, rispetto ai 193,7 milioni del 2022/23. Determinanti i diritti tv: 101,8 milioni di euro, dei quali 60,6 milioni per la Serie A e 35,9 milioni per la partecipazione all’Europa League, vinta in finale contro il Bayer Leverkusen il 22 maggio scorso a Dublino. Le plusvalenze sono state pari a 70,9 milioni di euro, le sponsorizzazioni hanno portato 26,3 milioni di ricavi, lo stadio, con la capienza ridotta a causa dei lavori in Curva Morosini, ha registrato incassi per 17,1 milioni.

    Ecco i ricavi nel dettaglio, secondo l’analisi tracciata dal sito specializzato Calcio e finanza

    Ricavi da gara: 17,1 milioni di euro (11,8 milioni di euro nel 2022/23);
    Ricavi da sponsor, commerciali e royalties: 26,3 milioni di euro (25,6 milioni di euro nel 2022/23);
    Ricavi da diritti tv: 101,8 milioni di euro (59,1 milioni di euro nel 2022/23) di cui 60,6 milioni dalla Serie A e 35,9 milioni dalla UEFA;
    Ricavi da gestione diritti calciatori, da cessione temporanea e altri proventi: 82,7 milioni di euro di cui 70,9 milioni dalle plusvalenze (76,4 milioni di euro, di cui 63,2 milioni di plusvalenze nel 2022/23);
    Altri ricavi: 14,2 milioni di euro (20,8 milioni di euro nel 2022/23);
    Totale: 242,1 milioni di euro (193,7 milioni nel 2022/23).

    Nella stagione 2023/2024, i costi iscritti a bilancio sino al 30 giugno scorso sono aumentati a 226,8 milioni di euro, rispetto ai 187,4 milioni di euro del 2022/23. La maggior parte è legata agli ingaggi di allenatore, giocatori e agli stipendi del personale (115,2 milioni di euro rispetto agli 84,4 milioni del 2022/23). I premi legati all’Europa League, al quarto posto in campionato, alla finale di Coppa Italia e alla qualificazione alla Champions League hanno portato i compensi dei giocatori da 58 a 87 milioni di euro, spinti dai bonus dei risultati sportivi saliti da 8,9 a 19,3 milioni. Fra le altre voci, calano gli ammortamenti e le svalutazioni, passati da 61,2 a 52,4 milioni di cui in particolare 48,5 milioni legati ai calciatori (57,1 milioni nel 2022/23).

    Questi i costi voce per voce nella stagione 2022/23

    Costi per servizi: 35,2 milioni di euro (26,7 milioni di euro nel 2022/23);
    Costi del personale: 115,2 milioni di euro (84,4 milioni di euro nel 2022/23)
    Ammortamenti e svalutazioni: 52,4 milioni di euro di cui 48,5 milioni per i calciatori (61,2 milioni di cui 57,1 milioni per i calciatori nel 2022/23);
    Altri costi: 24 milioni di euro (15,1 milioni di euro nel 2022/23)
    Totale: 226,8 milioni di euro (187,4 milioni di euro nel 2022/23)

    La differenza tra fatturato e costi è stata positiva per 15,3 milioni di euro (rispetto ai + 6,3 milioni di euro del 2022/23). Il risultato ante imposte è stato positivo per 18,4 milioni di euro circa, rispetto ai 6,9 milioni del 2022/23; il risultato netto è stato positivo per 9,8 milioni di euro rispetto all’utile di 3,8 milioni della stagione 2022/2023.

    Dalla proporzione degli introiti dai diritti tv fra il numero delle partite disputate in Serie A (quota di 60,5 milioni) ed Europa League (quota di 36 milioni), scaturisce un valore per ogni incontro di 2,77 contro 1,59 a favore dei match Uefa. La Coppa Italia ha fruttato 5 milioni di diritti tv. E poi ci sono i ricavi assicurati dal mercato, specialità assoluta di Casa Dea. Hojlund è stato ceduto al Manchester United per 77,8 milioni di euro (più 9,3 di bonus) ,generando un surplus record di 53,2 milioni di euro, record assoluto nerazzurro. Il totale delle plusvalenze al 30 giugno 2024 ha sfiorato i 71 milioni di euro, ai quali hanno concorso le cessioni di Boga (17,5 milioni di euro più 3,5 di bonus) al Nizza; Demiral (17+2) in Arabia; Maehle (12,5) al Wolfsburg e Zapata (5,7 + 2,1) al Torino. Scamacca è stato pagato 28 milioni di euro più 2 di bonus; l’operazione De Ketelaere, bonus compresi, oscillerà attorno ai 27 milioni di euro; nel gennaio corso, Hien, acquistato dal Verona, è stato pagato 8,8 milioni di euro.

    Le prospettive per il bilancio che si chiuderà il 30 giugno 2025

    Decisamente rosee si annunciano le prospettive per il bilancio che chiuderà il 30 giugno 2025, considerando l’introito garantito dalla cessione di Koopmeiners alla Juve (51,3 milioni di euro pagabili in 4 esercizi) più 6 milioni di bonus per un totale potenzialmente di poco superiore ai 57 milioni di euro; i 14 milioni di Okoli al Leicester, i 10 milioni di Cambiaghi al Bologna, gli 11,5 milioni di Miranchuk, partito per la Mls americana. El Bilal Touré, acquistato dall’Almeria per 30,2 milioni di euro (più 3 di bonus), il giocatore più caro nella storia dell’Atalanta, si è trasferito allo Stoccarda per un milione di prestito oneroso, 19 milioni per il diritto di riscatto, 4 milioni di eventuali bonus. In estate, la solidità di bilancio ha consentito all’Atalanta di piazzare una serie di operazioni tese a garantire a Gasperini due titolari per ogni ruolo. Lo dimostrano gli acquisti di Retegui (22 milioni di euro più 3 di bonus), attuale capocannoniere del campionato; Samardzic ( 20 milioni più 5 di potenziali bonus); Brescianini (12 milioni di euro, bonus compresi); Sulemana (7,3 milioni); Zaniolo (prestito 6,4 milioni di euro, riiscatto fissato a 15,5 milioni più 2 milioni di bonus: alias circa 23 milioni di euro); Kossounou (5,2 milioni di euro per il prestito, diritto di riscatto fissato a 25 milioni). LEGGI TUTTO