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    Thiago Motta: “Arnautovic via per scelta sua. Zirkzee forte perché altruista”

    Thiago Motta si gode un super Bologna, quarto in Serie A e capace di eliminare agli ottavi di finale di Coppa Italia con una grande rimonta nei supplementari l’Inter di Simone Inzaghi. Il tecnico rossoblù analizza così la sfida di San Siro portata a casa con le reti di Beukema e Ndoye: “Abbiamo fatto una partita completa. Quelli che hanno iniziato hanno fatto un lavoro straordinario, poi i cambi ci hanno portato energia con freschezza nelle gambe per dare un altro ritmo. Era una partita complicata contro l’ultima finalista di Champions League, devo fare i complimenti a tutti. La gestione è stata straordinaria, viviamo per momenti come questi da regalare alla nostra gente. La vittoria è stata straordinaria”.
    “Aranutovic voleva tornare all’Inter”
    Thiago Motta prosegue: “Questo momento è fantastico. Ringrazio tutti per gli elogi nei miei confronti e in quelli dei ragazzi. Arrivare a un momento così comporta tanto lavoro quotidiano, questo gruppo non si lamenta mai. Per questo si meritano una serata del genere. Non è vero che non abbiamo fatto niente, abbiamo fatto cose straordinarie, ma siamo solo a metà stagione e sabato ci aspetta un’altra gara importante contro l’Atalanta”. Poi il discorso si è spostato sull’ex Arnautovic e su Zirkzee, autentico trascinatore di questo Bologna: “Marko voleva tornare all’Inter dopo aver fatto grandi cose a Bologna. Da allenatore non era facile, ma da amico ero contento per lui. Sono convinto che farà molto bene all’Inter. Joshua sta facendo un lavoro fantastico, non solo sul campo, deve continuare così”. Infine un pensiero ai suoi maestri che lo hanno portato in panchina: “Tutti gli allenatori che ho avuto da calciatore sono stati importanti e mi hanno lasciato qualcosa. Prandelli ad esempio ha fatto una scelta qualche anno fa, ma è stato un tecnico straordinario. Suo figlio Nicolò fa il preparatore atletico nel mio staff, non avrà la conoscenza calcistica del padre ma porta nel gruppo grandi valori grazie alla sua sensibilità. Per noi è molto importante”. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi: “Lautaro? Ha avuto un affaticamento e giochiamo tra 72 ore…”

    L’Inter esce clamorosamente dalla Coppa Italia dopo il ko interno arrivato contro il Bologna. I nerazzurri sono stati rimontati dopo aver sbloccato la sfida con Carlos Augusto nei tempi supplementari: due assist di Zirkzee per Beukema e Ndoye hanno deciso la sfida che si è chiusa sul 2-1 per la squadra di Thiago Motta al Meazza. Al termine della sfida ai microfoni si è presentato Simone Inzaghi che ha commentato la prestazione della sua squadra: “Dispiace perchè avevamo vinto la Coppa negli ultimi due anni, dispiace tanto soprattutto dopo una gara condotta così. Avremmo meritato di vincere, il calcio è così. Posso rimproverare l’ultimo quarto d’ora nel secondo supplementare perchè avevamo fatto un’ottima gara ma il calcio è questo. Quest’anno non eravamo abituati ad essere rimontati”.

    Inzaghi, le parole su Lautaro

    Inzaghi ha proseguito: “I ragazzi non sono felici e nessuno lo è, avevamo fatto un’ottima gara davanti ai nostri tifosi ma alla fine è andato avanti il Bologna”. Poi, sull’infortunio di Lautaro Martinez: “Ha avuto un affaticamento, sarà da valutare, speriamo che non sia successo nulla. I medici sono abbastanza tranquilli ma giocando tra 72 ore sarà da valutare. Dobbiamo guardare avanti”. Infine, il tecnico nerazzurro ha concluso: “Arnautovic mi è piaciuto, ha fatto quello che doveva fare. Non è stato fortunato in zona gol ma sono contento. Anche Sensi ha fatto quello che doveva fare, una volta che avevamo aggredito la palla non dovevamo far passare Zirkzee. Lui è un ottimo giocatore, continua a fare prestazioni importanti. Sul primo gol è stato bravissimo e anche sul secondo. Sta dimostrando di essere in grandissima ascesa”. LEGGI TUTTO

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    Lautaro ko, Inter col fiato sospeso: medicato a bordocampo

    Lautaro Martinez fa preoccupare l’Inter. I nerazzurri sono scesi in campo negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Bologna sbloccando la sfida nei tempi supplementari grazie alla rete di Carlos Augusto su assist di Dimarco. La squadra di Inzaghi avrebbe potuto aprire le danze al 65′ su calcio di rigore, ma l’attaccante argentino si è fatto ipnotizzare da Ravaglia.

    Inter, allarme Lautaro: cosa è successo

    Al termine dei tempi regolamentari Lautaro è stato poi inquadrato dalle telecamere mentre si toccava l’inguine e la coscia sinistra a bordocampo. Successivamente il bomber nerazzurro è stato sostituito al 98′ da Mkhitaryan: una volta in panchina, Lautaro è tornato a toccarsi l’interno coscia per poi essere subito fasciato e medicato. Sicuramente verranno effettuati degli esami strumentali per capire l’entità del problema fisico del giocatore in vista dei prossimi impegni della squadra di Inzaghi. “Ha avuto un affaticamento, sarà da valutare – le parole del tecnico dopo la partita – Speriamo che non sia successo nulla, i medici sono abbastanza tranquilli ma giocando tra 72 ore dobbiamo valutarlo”. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi impietrito, Lautaro infuriato, Arnautovic a terra: l’episodio Inter

    Sul risultato di 0-0, con ancora tutto in palio, l’episodio che ha pietrificato Inzaghi. È il 53’ dell’ottavo di Coppa Italia Inter-Bologna e Marko Arnautovic, servito da Asllani dopo l’erroraccio di Aebischer sulla pressione di Frattesi, si divora il gol del vantaggio mandando il pallone a lato. L’ex attaccante rossoblù, probabilmente un po’ troppo lezioso nell’occasione che avrebbe potuto dare una sterzata alla serata, si lascia andare a un tocco di troppo perdendo l’attimo giusto.

    Inzaghi di pietra

    Al suo fianco c’è Lautaro, completamente libero di andare a rete, che non viene servito e che subito dopo la conclusione dell’austriaco va su tutte le furie. Una scena non particolarmente gradita da Inzaghi, rimasto incredulo nell’area tecnica per circa dieci secondi. Nuovo esame fallito da Arnautovic, sostenuto dal tifo del Meazza nonostante i tanti errori e rimpiazzato al 74’ da Thuram: i 10 milioni (8 più 2 di bonus) spesi dalla società per strapparlo al Bologna non sono ancora stati ripagati. LEGGI TUTTO

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    Samardzic, la Juve come…l’Inter: le possibili contropartite per l’Udinese

    Gennaio è alle porte e i mal di pancia di mercato vanno tenuti d’occhio. Soprattutto quelli dei talenti più corteggiati e desiderosi di fare il grande salto in una big. Occhio quindi al futuro di Lazar Samardzic. Il gioiello dell’Udinese – non è un mistero – piace e fa gola alle big di Serie A. In particolare Juventus e Napoli, che lo tengono d’occhio da tempo. I bianconeri sono alla ricerca di un innesto di qualità per la mediana e hanno allacciato i contatti con l’entourage del giocatore nato in Germania ma naturalizzato serbo. Un gradimento ricambiato, col club friulano unico grande ostacolo verso il possibile matrimonio.

    Udinese nei guai, e Samardzic…

    L’Udinese, infatti, sta vivendo un’annata decisamente complicata ed è al momento invischiata nella lotta per non retrocedere. Scenario nel quale oggi non è contemplata la possibile partenza di uno dei principali talenti della squadra. Il classe 2002, però, non si sente particolarmente valorizzato, tanto da essere rimasto in panchina per 90 minuti nell’ultima gara di campionato contro il Sassuolo. Un vero e proprio scontro diretto nel quale Samardzic non è sceso in campo per scelta tecnica. Un’esclusione dal sapore di bocciatura. Secondo l’allenatore fiorentino il numero 24, Lovric e Pereyra faticano a coesistere. Tanto che uno dei 3 puntualmente resta fuori dall’undici titolare. LEGGI TUTTO

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    Barrenechea dopo Higuain: stessa storia, stesso posto, stesso bar

    TORINO – Il Frosinone compie un’impresa eliminando il Napoli agli ottavi della Coppa Italia, cala il poker sul campo dei campioni d’Italia e raggiunge per la prima volta nella storia i quarti della competizione. Una notte magica per i gialloblù, da incubo invece il momento degli azzurri di Mazzarri. Dopo l’euforia della passata stagione con la vittoria del terzo storico Scudetto, la squadra che aveva impressionato sotto la guida Spalletti sembra essersi smarrita, e nella serata del tonfo davanti al pubblico del Maradona sono anche le storie che solo il calcio sa raccontare a far riemergere vecchi fantasmi. Barrenechea, Higuain e la Juventus: stessa storia, stesso posto, stesso bar.

    Barrenechea come Hiugain: l’esultanza dopo il gol al Napoli

    A portare in vantaggio il Frosinone nella sfida di Coppa Italia ci ha pensato Enzo Barrenechea, talento della Juventus passato in estate in presito ai ciociari. Il regista argentino, lanciato in Serie A da Allegri, ha sbloccato con una girata di testa sul secondo palo la sfida del Maradona e la sua esultanza ha ricordato in tutto e per tutto un precedente molto particolare. Primo dicembre 2017, nell’allora San Paolo la Juventus si impone sul Napoli per 1-0 in uno scontro diretto che risulterà decisivo nella corsa al titolo tra Allegri e Sarri con il primo a spuntarla sul secondo per 95 punti a 91. A decidere quel big match ci pensò Gonzalo Higuain, il grande ex, che nell’esultanza si portò la mano all’orecchio agitandola alla Luca Toni. Stesso gesto, stessa storia, stesso stadio: 6 anni dopo è Barrenechea a ripetere il gesto e per il Napoli tornano a galla brutti ricordi. LEGGI TUTTO

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    Elogio di Sartori, l’Invisibile che ha costruito il Bologna delle meraviglie

    Giovanni Sartori possiede la capacità di rendersi invisibile. Fenomenale scopritore di talenti, rifugge le luci della ribalta, fedele a uno stile di vita e di lavoro che non l’ha mai visto deflettere. Nell’era dell’apparire, il capo dell’area tecnica rossoblù preferisce essere: nel ramo, uno dei migliori in circolazione. Il Bologna delle meraviglie reca in calce anche la sua firma. In inchiostro simpatico, s’intende. Dopo avere portato a suo tempo il Chievo in Champions League, l’ex riserva di Chiodi nel Milan della stella lasciò Verona per andare a Bergamo a ricoprirsi di gloria, risultando fra i principali artefici del boom dell’Atalanta di Antonio e Luca Percassi che avevano visto lungo.
    Bologna sogna il colpo in Coppa Italia
    L’avventura con l’Atalanta
    Durante i suoi otto anni nerazzurri, la squadra di Gasperini ha centrato tre terzi posti, due qualificazioni all’Europa League, tre qualificazioni e un quarto di finale Champions League, due finali di Coppa Italia. Chi prende Giovanni sa che non fa inganni, ma centra colpi a ripetizione: la sua è la risposta più efficace al mercato fatto con l’algoritmo e a quelli con il portafoglio gonfio e il fiasco assicurato.  Sartori non sta a tavolino né trascorre molto tempo davanti al computer. I giocatori prima li va a vedere poi, se è il caso, li prende e, sempre quando è il caso, li rivende a peso d’oro: Kulusevski, pagato 200 mila euro e ceduto alla Juve per quasi 40 milioni; Kessie, preso dalla Stella Adjamé di Abidjan in cambio di 1,5 milioni di euro e passato al Milan per 32 milioni; Mancini, pagato 1,8 milioni e venduto alla Roma per 23 milioni; Gosens, costato 1 milione 200 mila euro e acquistato dall’Inter per 25 milioni. Potremmo continuare a lungo. Senza dimenticare, fra gli altri, Gomez, Ilicic, Djimsiti, Malinovskyi, de Roon, Zapata, Hateboer, Petagna, Castagne.
    I gioielli del Bologna
    A Bologna, Sartori ha seguito il copione che l’ha reso grande: nessuna proclama roboante, nessuna sortita mediatica a effetto, ma lavoro, viaggi, lavoro e ancora lavoro, viaggi, lavoro. Zirkzee è il luminoso fiore all’occhiello: costato 8,5 milioni, ora il suo cartellino è schizzato alle stelle. E poi Ferguson, Calafiori, Ndoye, Fabbian, Beukema, Karlsson, Moro, Posch, Aebischer, Lucumì. In una delle sue rare interviste, Sartori ha raccontato: “Come scelgo i giocatori? Mi fido il giusto della tecnologia, non ho neppure whatsapp. Per età e convinzione vado sui campi. Ai tempi dell’Atalanta vedevo 200 partite live all’anno, ora la metà. Motta? Ha idee, coraggio e li trasmette alla squadra. Ha tutto per fare l’allenatore in una grande. Zirkzee? Mi convinse quando era all’Anderlecht e segnò 16 gol in una stagione». Naturalmente, Joshua non poteva vedere Sartori sugli spalti. Era invisibile. LEGGI TUTTO

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    “Raspadori non passa la palla ai compagni”: Mauro fa scoppiare il caso Napoli

    Il caso Raspadori
    Osimhen e Kvaratskhelia sono entrati nel secondo tempo, sul punteggio ancora di 0-0, per dare la spinta alla squadra ma il risultato non c’è stato. Negli studi di Sport Mediaset Mauro ha sottolineato che: “I giocatori che finora hanno avuto poco spazio non passavano la palla ai compagni. Ho avuto l’impressione che cercassero la giocata importante per mettersi in mostra. E faccio anche i nomi: Raspadori. Se hai davanti a te quattro giocatori e non servi la palla è brutto – aggiunge – è come se ci fosse l’ansia di mettersi in evidenza agli occhi dell’allenatore consapevoli che lì davanti c’è Osimhen. Non m’è piaciuto come si sono mossi in attacco. La cosa peggiore che può capitare in una squadra è vedere un compagno in attacco e non dargli la palla. Ed è capitato per tre, quattro volte”. LEGGI TUTTO