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    Juve, Weah e McKennie pilastri Usa: titolari nel poker all’Oman

    MINNESOTA (STATI UNITI D’AMERICA) – Nella notte italiana, gli Stati Uniti hanno battuto con un netto 4-0 Oman in amichevole. Dopo il 3-0 contro l’Uzbekistan, la nazionale di Berhalter rifila il poker ai malcapitati avversari. Partono entrambi titolari i due juventini McKennie e Weah – i bianconeri sfidano la Lazio all’Allianz Stadium sabato alle 15 -, con il primo che rimane in campo per tutto il match e il secondo sostituito dopo 80’. Nell’undici di partenza anche il milanista Pulisic – i rossoneri saranno impegnati nel derby sabato alle 18 -, la cui partita, però, dura solo 48’. 
    Usa-Oman 4-0: la partita
    Andando al match, a sbloccare il risultato poco prima del quarto d’ora è l’attaccante del Monaco Balogun, finito nel mirino dell’Inter in estate. L’Oman resiste un’ora, poi cade sotto i colpi statunitensi: raddoppio di Aaroson, compagno di Leonardo Bonucci all’Union Berlino, entrato da poco proprio al posto di Pulisic, e tris del 20enne del Psv Eindhoven Ricardo Pepi. A fissare il punteggio sul definitivo 4-0 è poi l’autorete di Al Breiki all’81’.  LEGGI TUTTO

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    Locatelli: “L’Italia mi è mancata tanto. Io da regista? Sono soddisfatto”

    Protagonista del match con tanto di legno colpito, Locatelli commenta così il successo che rilancia l’Italia nella corsa verso Euro 2024: “Avevamo un solo risultato, siamo riusciti a vincere con una grande partita. Nel ruolo che mi ha dato il mister mi trovo bene, sono soddisfatto ma dobbiamo essere più cinici. Mi è mancato tanto vestire la maglia azzurra e avevo bisogno di fare una partita così”.
    Locatelli e l’emozione dell’inno
    A Rai Sport il centrocampista azzurro Manuel Locatelli ha parlato del suo ritorno in Nazionale e dell’emozione vissuta durante l’inno a San Siro: “E’ bellissimo, penso sempre alla mia famiglia che lo canta insieme a me. Ci sono i loro sogni e i miei sogni, E’ una cosa bellissima”. LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera, intervento riuscito per Di Biase: il comunicato

    Juve Primavera: Di Biase, intervento ok
    Per Di Biase ora inizia la fase di recupero: dopo essere andato sotto i ferri, ora partirà il processo per ritornare in campo il più velocemente possibile. Questo il comunicato diramato dal club bianconero: “Questa mattina Gianmarco Di Biase è stato sottoposto ad intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. L’operazione, eseguita dal Prof. Roberto Rossi, è perfettamente riuscita e il calciatore inizierà nei prossimi giorni l’iter riabilitativo volto alla ripresa dell’attività agonistica”. LEGGI TUTTO

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    Del Piero celebra sui social i 30 anni dall’esordio Juve: “Seconda pelle”

    La leggenda bianconera infatti il nel 1993 faceva il suo debutto ufficiale con la maglia della Juve. Del Piero, arrivato a Torino in estate dal Padova per la cifra di cinque miliardi di lire, entrò (vestendo la maglia numero 16) al 74′ sostituendo Fabrizio Ravanelli nel match dello Zaccheria contro il Foggia valido per la quarta giornata e terminato 1-1.
    Del Piero, il ricordo del debutto in bianconero
    Un ricordo che l’ex numero 10 bianconero ha voluto raccontare sui social con un post Instagram arrivato in un momento non semplice per il popolo bianconero, scosso dal caso Pogba, l’attuale numero 10 della Juventus.Queste le parole di Del Piero sui social che accompagnano la foto d’epoca: “Esattamente 30 anni fa, il 12 settembre 1993, indossavo per la prima volta la maglia bianconera della Juventus in una partita ufficiale. Un momento che ha segnato l’inizio di un incredibile viaggio con la Vecchia Signora. Dalla prima partita fino all’ultima, ogni momento passato in campo è stato un onore e un privilegio. Grazie a tutti i tifosi che mi hanno sostenuto e che continuano a farlo. La maglia della Juventus non è solo un indumento, ma una seconda pelle, un simbolo di passione e dedizione”. LEGGI TUTTO

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    “Caso Pogba? Juve, nessun rischio. Non ha responsabilità oggettive”

    La situazione di Paul Pogba, risultato positivo al testosterone dopo Udinese-Juventus, continua a far discutere. In attesa delle controanalisi del francese, sulla vicenda si è espresso in diretta a Radio Punto Nuovo anche il professore Walter Della Frera, membro della Commissione Antidoping FIGC: “Pogba rischia dai 2 ai 4 anni, va stabilità la volontarietà o meno dell’assunzione. Le controanalisi di solito confermano quanto emerso nella prima analisi. La Juventus non rischia nulla, i controlli che effettuiamo di squadra sono severi e ravvicinati”.
    Della Frera: “La questione Pogba mi ha sorpreso”
    Il Prof. ha proseguito: “Fino alla seconda prova, dobbiamo tutelare Pogba. Adesso c’è da capire il percorso delle motivazioni e tutto. Dopo questo, il Tribunale Nazionale Antidoping andrà a deliberare sulla volontarietà o involontarietà dell’assunzione della sostanza dopante. E in qualsiasi caso, andrà in corso ad una squalifica, diventando più pesante in caso di volontarietà da parte del calciatore. Un atleta deve essere sempre cosciente e mai negligente sulle sostanze che assume” per poi dichiarare: “La questione Pogba mi ha sorpreso, perché il testosterone è un anabolizzante che è assolutamente vietato dalle regole antidoping. Aumenta lo sviluppo muscolare, ma è anche la sostanza più facile da scovare all’antidoping. Quindi è strano perché se c’è il dolo del doping, non è la sostanza che chi vuole infrangere le regole va ad assumere di proposito”. LEGGI TUTTO

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    Roma Primavera sconfitta 3-0 a tavolino contro l’Empoli: il motivo

    Roma Primavera, perché ha perso a tavolino contro l’Empoli
    La partita era terminata 3-5 in favore dei giallorossi. Il club toscano ha, però, presentato ricorso: accolto. Durante l’incontro la Roma aveva, infatti, sostituito il calciatore “fuori quota” Louakima (classe 2003) con Martin Vektal (classe 2004) violando la norma che, in deroga al limite di età di carattere generale stabilito per la partecipazione dei calciatori alla Competizione (nati dal primo gennaio 2005 in poi e che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età, consente alle società di impiegare sei calciatori nati nell’anno 2004, anche contemporaneamente, ed un solo ulteriore “fuori quota”, ossia nato prima del primo gennaio 2005. Oltre alla sconfitta a tavolino, il giudice sportivo ha comminato l’ammonizione al dirigente accompagnatore della Roma, Manuel Marzocca. LEGGI TUTTO

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    Michela Persico ai fan: tra progetti lavorativi e desiderio di gravidanza

    Michela Persico, compagna del calciatore della Juventus Daniele Rugani, è tornata a far parlare d sé per alcune dichiarazione rilasciate ai suoi fan sui social. In risposta ad alcune domande dei suoi followers su Instagram, la conduttrice tv e giornalista ha svelato quali sono i suoi prossimi impegni professionali e non solo.
    Lady Rugani: tra film, progetti futuri e famiglia
    A chi le ha chiesto se stesse pensando alla possibilità di lavorare in un altro film, Michela Persico ha replicato: “Si. Al Festival è stata presentata una bozza di quello che sarà il nuovo progetto: quindi se le cose non cambiano, a marzo ci sarà un nuovo film”. Ma non è tutto, poiché un altro utente ha chiesto quali fossero i progetti per il futuro. Anche in questo caso la risposta di lady Rugani è arrivata immediata: “Riprenderò molto probabilmente la conduzione di un bellissimo progetto che piacerà a tanti ometti, ma non pensate male: vediamo se va in porto”. E sull’eventualità di allargare la famiglia, la Persico ha chiarito: “Nei progetti. Ma come ogni cosa… Vedremo”. LEGGI TUTTO

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    Torino, Agroppi: “Buongiorno, la tua è una lezione al mondo”

    Del primo, ovviamente Alessandro Buongiorno, abbiamo parlato con il secondo, Aldo Agroppi, che la maglia granata l’ha indossata dal 1967 al 1975, quando venne ceduto al Perugia. E non ha nascosto l’entusiasmo per la scelta del difensore di restare al Toro: «Bisogna studiarlo perché è un caso rarissimo al mondo».
    Cosa ha pensato quando ha letto la notizia del no di Buongiorno all’Atalanta?«Non ci potevo credere, ho gridato “viva Buongiorno”. Ha fatto una pazzia, una cosa stupenda. Si dice che il buongiorno si vede dal mattino, noi invece ora Buongiorno lo vedremo la mattina, il pomeriggio e anche la sera». Quella di restare è stata anche una scelta in controtendenza con quanto avvenuto in estate, con tantissimi calciatori che hanno lasciato l’Europa per andare a guadagnare di più altrove.«È un grande: infatti, ha dato una lezione al calcio mondiale. Ha rinunciato anche a migliorare la propria posizione economica per restare al Torino. La sua è stata una scelta di grande valore morale che andrebbe premiata».
    Premiata dal Torino promuovendolo – per quanto la fascia sia meritatamente sul braccio di Rodriguez – immediatamente a capitano?«La fascia se la merita, diamogliela subito. Ma una scelta come la sua di restare nella propria squadra, in questo momento storico, andrebbe premiata ancora di più».In che modo?«I giovani devono capire che il calcio non è il gioco del denaro, è giusto guadagnare ma non speculare. Ogni anno vengono dati tanti premi, quelli per gli allenatori, quelli per i migliori calciatori, ma sarebbe giusto che la federazione desse anche significato a questi gesti che devono essere da esempio per i giovani». Possiamo già immaginare Buongiono come una bandiera del Torino anche negli anni che verranno?«Ha giurato fedeltà al Toro, ora quella scelta di fedeltà deve portarla fino in fondo. Si è impegnato non solo per il presente ma anche per il futuro al Torino, deve terminare la carriera con la maglia granata addosso, altrimenti poi anche le valutazioni cambierebbero».
    Si è stupito del fatto che la società si sia invece seduta al tavolo per trattare con l’Atalanta la cessione di Buongiorno?«No, che la società tratti per il trasferimento di un calciatore ci può stare, sono stati però bravi a non forzare a tutti i costi la cessione. Quando Buongiorno ha detto che avrebbe voluto restare non gli hanno fatto pressioni per mandarlo via ugualmente. Bisogna darne atto. Per questo onore anche alla società. Mi ha toccato la decisione di rispettare la volontà del calciatore, anche perché con me andò diversamente quando venni ceduto al Perugia». Come andò quella volta?
    «Anche se trasferendomi al Perugia potevo guadagnare di più, non volevo andare via. Avevo le idee chiarissime: io volevo restare al Torino. E invece fui ceduto senza che nessuno mi avvisasse, né un cenno, né un abbraccio, né un salto. Niente. Piansi, lo considerai un affronto. Posso capire che la società volesse cambiare mandando via la vecchia guardia: Ferrini si era ritirato, io e Cereser fummo ceduti. Sarebbe però bastato che ce lo dicessero in altro modo». Tornando a Buongiorno, c’è qualcosa che vorrebbe dirgli?«Alessandro sei un grande, ti aspetto a casa mia per un pranzo». LEGGI TUTTO