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    Inter-Arsenal, Lautaro Martinez: “Champions o scudetto? Vogliamo tutto”

    L’Inter non si ferma e vince la sua 3^ partita su quattro in Champions League battendo a San Siro l’Arsenal per 1-0. Match che l’attaccante nerazzurro Lautaro Martinez ha commentato ai microfoni di Sky Sport nel post partita: “La cosa più bella di questa partita – ha spiegato – sono i tre punti. Lo spirito di squadra, quello che abbiamo messo in campo perché queste partite sono molto importanti per la classifica. Non abbiamo ancora preso gol e questa è un’altra cosa positiva. Stiamo lavorando bene e siamo consapevoli che questa competizione è fatta di dettagli. Dobbiamo continuare così e cercare di alzare ogni giorno il livello”. E sugli obiettivi della stagione, Lautaro non si nasconde: “Noi vogliamo tutto. La storia di questo club lo dice. Dal primo momento che sono arrivato qua ho sempre voluto vincere tutte le competizioni che giochiamo: la Champions, la coppa Italia, la Supercoppa e il campionato. Lavoriamo per questo”. LEGGI TUTTO

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    Stoccarda-Atalanta 0-2, le pagelle

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    ©IPA/Fotogramma

    STOCCARDA (4-2-3-1): Nubel 6; Vagnoman 6, Chase 6 (81′ Stenzel), Rouault 5,5, Mittelstadt 7; Karazor 6,5 (74′ Rieder 6), Stiller 6; Millot 6,5, Undav 6 (56′ Demirovic 6), Fuhrich 6 (74′ Chabot 6); Touré 5,5 (80′ Malanga 6). All. Hoeness 6 LEGGI TUTTO

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    Inter-Arsenal, gol e highlights: decide Calhanoglu su rigore

    Un calcio di rigore nei minuti di recupero del primo tempo segnato da Calhanoglu regala un successo prezioso all’Inter che vince 1-0 una gara in cui, specialmente nella ripresa, ha subito a lungo l’iniziativa dei Gunners. Eppure nella prima frazione Dumfries aveva colpito la traversa dopo 2′. Poi, largamente, l’Arsenal ha dominato ma senza trovare la via del gol grazie alla strenue difesa della retroguardia di Inzaghi. Inter ancora imbattuta e a quota 10 in classifica
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    Stoccarda-Atalanta 0-2, gol e highlights: decidono Lookman e Zaniolo

    Non si ferma più l’Atalanta di Gasperini che vince in casa dello Stoccarda per 2-0. Prima la rete del solito Lookman che non sbaglia su assist di De Ketelaere (subentrato a inizio secondo tempo al posto di Pasalic). A chiuderla è un altro subentrato, ovvero Zaniolo che vince il contrasto con Rouault e a tu per tu Nübel segna il suo primo gol con la maglia nerazzurra. Con questa vittoria, la Dea sale a quota 8 punti dopo 4 partite di Champions
    INTER-ARSENAL 1-0  LEGGI TUTTO

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    Salvatori: “Toro, conosco Cairo. Ora potrebbe vendere”

    Il Cairo imprenditore e il Cairo presidente del Torino sembrano perfino due persone diverse. «Secondo me ha sempre pensato che fosse sufficiente fare quello che stava facendo, che fosse sufficiente dare quello che dava… Invece si è verificato il contrario, inevitabilmente. Credo che pensasse di poter costruire qualcosa di bello, di grande e duraturo anche con poco. Sono tutte scelte. Di sicuro non era nella condizione di dire: più di questo non posso fare. Non era questa la sua condizione. Cairo è una persona che nel calcio delega poco o nulla ai dirigenti. Nel calcio, se sei neofita, è sempre meglio circondarti di persone esperte e valide cui delegare le scelte chiave sotto l’aspetto sportivo… Poi deciderai se confermarli o meno, in base al lavoro e ai risultati. Ma lui ancora adesso vuole controllare tutto, me lo dicono, lo so… Altro che delegare! Per lui la strada giusta è quella dell’uomo solo al comando. Un limite, tanto più al giorno d’oggi». Il 1° dicembre raggiungerà il grande Pianelli, il giorno dopo diventerà in solitudine il presidente più longevo del Torino. «Ho letto, sì. Un primato temporale, statistico come questo gli fa certamente piacere, gli darà un orgoglio immenso. Ci tiene tantissimo di sicuro, per lui sarà come vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi, sa che passerà alla storia almeno sotto questo aspetto. E credo anch’io che se mai volesse vendere la società, lo farebbe sicuramente dopo e mai il giorno prima di raggiungere il suo personalissimo record». Ha letto le sue ultime dichiarazioni? «Ho letto che dopo la Fiorentina ha risposto male al vostro giornalista che gli domandava se nel caso avrebbe ascoltato un candidato acquirente… Ha perso la calma. Mi metto anche nei suoi panni, però: subire da settimane la contestazione che subisce non farebbe piacere a nessuno, ci sta che si senta particolarmente sotto pressione. Ai tifosi mi permetto però di dire una cosa: è legittimo che possano essere delusi, arrabbiati, che vogliano contestare… Ma ogni comportamento deve essere sempre il più possibile civile… Anche perché certe esasperazioni, certe derive non attraggono certo un candidato acquirente… C’è modo e modo per esprimere il dissenso. Aggiungo che umanamente mi dispiace per Cairo, immagino la sua sofferenza, mi metto nei suoi panni. Detto questo, però, è chiaro che se compri il Toro, poi devi dare qualcosa in più, sempre, per rispetto della storia e della piazza. Più del proverbiale decimo posto, insomma. Il Toro è nel mio cuore: è bastato un anno, quell’anno così pazzesco e trionfale». Buongiorno, Bellanova… Rinforzi modesti… E ora il Torino è in caduta libera. «Se vuoi costruire, se vuoi crescere, ne vendi al massimo uno. Ha spiegato che voleva sistemare il bilancio: restano delle scelte, però. Sarebbe stato meglio stare zitto, allora, invece di promettere… I tifosi si sono sentiti non rispettati, persino calpestati: comprensibile, e tanto più dopo 19 anni». «Non voglio vendere», ripete. «Ma dentro di sé, anche pensando a tutta la sua famiglia, ascoltando i sentimenti dei suoi cari… Insomma… conoscendolo, e per quel che si percepisce, secondo me ci sta pensando eccome alla possibilità di vendere, se già non sta facendo operare qualcuno per lui sotto traccia. Che poi smentisca è normale, in casi come questi: se no fai solo un favore a un candidato acquirente già esistente o in arrivo… e il prezzo scende… La mia sensazione è che quantomeno ci stia pensando. La contestazione lo ha toccato di sicuro e anche tanto: puoi avere il pelo sullo stomaco, ma vivere così è… pesante». Perché lei non è rimasto, dopo quel finale trionfale del 2006? «Ebbi la sensazione di essere stato usato e gettato. Ero molto deluso. Conquistammo la promozione e dovetti andarmene. Già da gennaio cercava un nuovo ds… Prima il caso Sartori, subito dopo Tosi… Tra gennaio e febbraio ci furono ripetuti battibecchi feroci… contestava tutto e tutti solo perché per un po’ non arrivarono grandi risultati sul campo… era già un pochino nervoso… (e dalla voce si coglie benissimo l’ironia, ndr). A promozione ottenuta chiesi un appuntamento, andai da lui a Milano, gli restituii il telefono aziendale e rifiutai la sua proposta di rinnovo. Presidente, io non amo le confusioni in società, gli dissi. Lei da mesi cerca un altro ds e l’ha anche trovato alla fine, seppur un po’ a fatica… E la riconoscenza? Arrivederci e grazie, presidente. Così gli dissi. Rimasi per un po’ senza squadra, ma con la mia dignità e il mio orgoglio intatti». E lei, adesso, con alle spalle una carriera lunga con diversi bei successi? Da giocatore, prima. E poi da ds, ancor di più: 2 promozioni in A e l’Intertoto vinto col Perugia, quindi altre 2 promozioni dalla B con Torino e poi Bologna. Una promozione anche con la Pistoiese, dalla C. Tante squadre, in questi lustri… «Mi auguro che una società seria possa apprezzare il mio percorso, la mia esperienza, le mie grandi motivazioni. E mi prospetti un progetto convincente». LEGGI TUTTO

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    Ancelotti in confusione, Leao da fuoriclasse: Milan, le pagelle dell’impresa

    Decisivo su Mbappé poco prima dell’intervallo e, soprattutto, sul colpo di testa di Brahim in piena zona Real. Salvato dal Var sul gol di Rudiger, dopo uscita un po’ così.

    Emerson 6

    Cade nella trappola di Vinicius, provocando il rigore dell’1-1, ma la verità è che è l’unica macchia di una prestazione più che sufficiente. Calabria (47′ st) ng

    Thiaw 7.5

    Una sicurezza quando deve uscire palla al piede e sempre presente in chiusura. È lui a rompere il ghiaccio.

    Tomori 7

    Ottimo compagno di viaggio per Thiaw. Per caratteristiche spinge di meno che Emerson, ma dalla sua parte non si passa.

    Musah 7

    Fonseca gli affida il compito di aiutare Emerson a limitare Vinicius. Missione compiuta. Pavlovic (47′ st) ng

    Reijnders 7.5

    Con la battuta in mano, si consacra in uno dei tempi più importanti del calcio mondiale. E segna anche il gol che chiude la partita.

    Fofana 7

    Dove c’è una palla sporca, c’è lui. Polpo.

    Theo Hernandez 6.5

    Non lesina mai energie, soprattutto quando si tratta di attaccare ma non è sempre preciso come potrebbe e dovrebbe.

    Pulisic 7

    Serve l’assist del primo gol a Thiaw e non dimentica mai che in fase di non possesso tocca a lui fare il terzo centrocampista.

    Loftus-Cheek (25′ st) 6

    Fonseca ha bisogno di muscoli e lui glieli dà.

    Morata 7.5

    Generoso, gioca una partita completa, a tutto campo, segnando al “suo” Real Madrid il settimo gol in 13 incontri.

    Abraham (25′ st) 6

    Attento e disponibile al sacrificio.

    Leao 7.5

    Il Milan ha un disperato bisogno di lui e, dopo ieri sera, difficilmente Fonseca cercherà la quadratura del suo cerchio senza il suo fuoriclasse lusitano, il suo uomo. Okafor (33′ st) ng

    All. Fonseca 8

    Come gli era successo contro l’Inter, dà il meglio di sé quando è con le spalle al muro. E dopo aver imbrigliato Simone Inzaghi, stravince contro Carlo Ancelotti grazie a un atteggiamento coraggioso. Non se ne dimentichi.

    Arbitro Vincic 7

    Sempre vicino all’azione. Sbaglia pochissimo. LEGGI TUTTO