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    Champions League, come è cambiata: le novità da quando è nata a oggi

    Nuovo format, nuovo sorteggio, nuove emozioni. È quello che garantisce la nuova Champions League, in un formato che prevede più partite ma anche più big-match fin da subito. 36 squadre (non più 32), tutte in un unico girone, 5 per l’Italia per la prima volta (Inter, Milan, Juventus, Atalanta e Bologna). Non più 8 gironi, ma uno singolo concepito come un unico campionato. Ogni squadra giocherà 8 partite, 4 in casa e 4 in trasferta, contro 8 avversarie diverse (2 da ognuna delle 4 fasce diverse in cui i club sono divisi al momento del sorteggio iniziale). Le prime 8 classificate del girone unico vanno direttamente agli ottavi, quelle dalla 9^ alla 16^ vanno ai playoff come teste di serie dove si scontrano con quelle classificate dalla 17^ alla 24^ e andando a comporre un tabellone tennistico: in questo modo tutte le partite della prima fase saranno potenzialmente determinanti per la composizione degli ottavi. Le ultime 12 squadre classificate sono eliminate, senza “retrocedere” in un’altra coppa (altra novità) LEGGI TUTTO

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    Marengo: “Sogno un Toro con Vanoli in panchina e un nuovo proprietario”

    Avvocato Marengo, lei ha raggiunto il corteo di protesta quando si è avvicinato allo stadio Grande Torino. Che effetto le ha fatto vedere quella fiumana di gente?
    «Bellissimo, davvero. Questa contestazione è stata organizzata in tre giorni, a fine agosto e con un caldo insopportabile. Tanta gente non era nemmeno in città per le ferie. Penso che sia una protesta paragonabile alla marcia dei 50 mila del 2003: ai tempi non c’erano i social, fu una manifestazione organizzata con largo anticipo e tutta la stampa fece da notevole cassa di risonanza. Vennero coinvolti tanti nomi di spicco del mondo granata, ai tempi, ma questa marcia non ha nulla da invidiare a quella: è stata un capolavoro, sì».
    Cosa risponde a chi pensa che la protesta sia indirizzata solo e unicamente alla cessione di Raoul Bellanova all’Atalanta?
    «Anche la Prima Guerra Mondiale esplose con l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria e Ungheria. La cessione di Bellanova è solo la miccia che ha fatto esplodere la bomba. Questa è una protesta con radici molto più profonde rispetto ad una plusvalenza, ad un giocatore ceduto dopo un solo anno al Toro».
    Come spiegherebbe, a chi non li conosce, i motivi che inducono i tifosi a chiedere un passo indietro di Cairo?
    «Molto facile: per prima cosa il Toro non è il Sassuolo, con tutto il rispetto per gli emiliani, e non può galleggiare come succede da 19 anni a questa parte nel limbo della Serie A. Parliamo di una società senza ambizioni e senza un progetto tecnico. Per non parlare della storia: quella del Toro, con Cairo, è finita nell’oblio e non è accettabile. E il terzo aspetto, quello che considero il più grave, è questo: Cairo ha trasformato il Toro in una squadra da risultato. Ma il Toro è una squadra sociale, che rappresenta un mondo. Eppure non ha radici sul territorio. Basti pensare che il centro nevralgico del club è a Milano, negli uffici di Cairo».
    La protesta ha avuto un seguito roboante: 20 mila persone, fra quelle che hanno marciato e quelle che si sono ritrovate fuori dallo stadio. Ma i prossimi step quali saranno?
    «Non si può pensare che l’azione di domenica diventi replicabile in ogni weekend di campionato. Ma almeno tutta Italia ha capito, una volta per tutte, che il mondo granata non è con Cairo. I sondaggi di cui ama fregiarsi sono farlocchi. Ora non bisogna mollare la presa: sicuramente mi aspetto un urlo di ribellione dalla Maratona durante ogni gara casalinga, salvaguardando sempre la squadra, com’è accaduto contro l’Atalanta. Solo così, con una disapprovazione continua, è possibile ottenere qualcosa».
    Il mondo Toro chiede un’uscita di scena di Cairo. Ma i tifosi come immaginano una nuova proprietà?
    «Dobbiamo essere realisti: nel calcio di oggi i fondi d’investimento sono una componente, un fattore indispensabile per lo sviluppo del business. Persino l’Atalanta è gestita così: c’è il mecenate Percassi, ma anche l’anima statunitense. Io immagino un fondo che possa prendere il Toro, scegliendo delle figure che possano rappresentare il mondo granata. Immagino Paolino Pulici presidente onorario, per dirne una. Immagino gente come Asta e Benedetti in società. Sono andati via loro e non c’è più nulla di granata nel club, nessuno che possa raccontare il Toro».
    Bella la risposta della squadra contro l’Atalanta. Se l’aspettava?
    «Si, perché nello sport l’adrenalina è il doping più potente in assoluto. La protesta non è mai stata contro i giocatori, così loro si sono compattati e hanno trovato il modo per tirare fuori una partita di nervi. Poi è ovvio che i limiti ci siano: la rosa è raffazzonata e dobbiamo augurare una vita calcistica lunghissima a Zapata, perché se si inceppa qualcosa sono dolori davanti».
    E Vanoli? Si aspettava una presa di posizione così netta sulla cessione di Bellanova?
    «Ecco, voglio spendere un elogio sincero nei suoi confronti. Raramente ho sentito in vita mia un allenatore così lucido, schietto e libero da servilismi. Non è decisamente un aziendalista e questo aspetto già ce lo fa amare. Vanoli mi ricorda i tre grandi allenatori dopo Superga: Giagnoni era sconosciuto ad alti livelli, Radice fece bene solo a Firenze e anche Mondonico non aveva un vissuto in Serie A. A Torino hanno scritto la storia. Il problema di Vanoli è che i suoi predecessori avevano Pianelli e Borsano come presidenti, lui si ritrova Cairo».
    Se dovesse esprimere un desiderio da qui ai prossimi 12 mesi?
    «Mi auguro che il prossimo campionato inizi con Vanoli in panchina e con un nuovo proprietario in tribuna». LEGGI TUTTO

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    Champions League, risultati dei playoff: Salisburgo, Sparta Praga e Young Boys qualificate

    Dopo il ritorno dei playoff, tre squadre si aggiungono alle qualificate alla nuova Champions League. Missione compiuta per il Salisburgo: basta l’1-1 con la Dinamo Kiev dopo il successo all’andata. Tutto facile per lo Sparta Praga, che bissa il 2-0 al Malmö. Impresa dello Young Boys, che batte nuovamente il Galatasaray e lo elimina. Mercoledì sera le ultime quattro partite degli spareggi che completano l’elenco delle 36 partecipanti LEGGI TUTTO

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    Conceicao-Juve: è ufficiale! Le cifre e la formula dell’intesa con il Porto

    Conceicao: “Juve, voglio vincere titoli!”
    Ai canali ufficiali del club, Conceicao ha subito messo in chiaro quelli che sono i suoi obiettivi: “Spero di fare grandi cose qui alla Juve: qui l’ambizione è massima, voglio vincere titoli perché questo è ciò che chiede il club. Sono molto felice, questo primo giorno è andato molto bene e non vedo l’ora di unirmi ai miei nuovi compagni di squadra: spero che questo succeda il più rapidamente possibile, ho la convinzione di poterli aiutare”. In merito alle sue sue caratteristiche tecniche, il portoghese chiarisce: “Mi piace molto inventare e fare cose diverse: il dribbling è una delle mie risorse, una delle mie caratteristiche così come la velocità, la mentalità e la grinta”.
    Suo papà Sergio, allenatore proprio del Porto fino a qualche mese fa, ha avuto un passato da calciatore. Cinque stagioni e mezzo vissute in Italia tra Lazio, Parma e Inter: “Mi ha detto che ai suoi tempi il campionato italiano era di altissimo livello e che aveva i migliori giocatori del mondo, ora continua ad essere un campionato molto competitivo con grandi giocatori e tutti sognano di giocare in Serie A. Io ho l’ambizione di giocarci con la maglia della Juve”. LEGGI TUTTO

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    Torino, un amore così grande non si può tradire

    I tifosi di calcio, talvolta, hanno pretese insaziabili o illogiche, affetti da una specie di bulimia di acquisti e trofei. I tifosi granata, diversi anche in questo, chiedono a Cairo il rispetto per la storia del club che amano, quindi: un museo al Filadelfia che celebri la leggenda granata nel suo luogo più sacro e un centro sportivo (l’ormai famigerato Robaldo) dove vedere crescere il futuro, rinverdendo la tradizione di un vivaio prolifico nel quale maturava il talento e un inossidabile spirito di appartenenza. Finora non hanno mai ottenuto né l’uno né l’altro.I tifosi granata, poi, vorrebbero capire perché altri club, con bacini e fatturati analoghi al Toro, riescono a sviluppare progetti tecnici che hanno, per esempio, portato il Bologna in Champions League o la Fiorentina per due anni di fila in finale di Conference League. I tifosi granata vorrebbero, infine, sapere perché ogni anno, da un po’ di anni, devono assistere alla cessione dei giocatori più forti, dopo aver incassato la promessa di tenerli. E quest’ultima domanda l’ha posta, in modo compostamente indiretto, anche Paolo Vanoli, un allenatore che ha saputo imitare i tifosi e ricompattare la squadra per l’eroica vittoria sull’Atalanta. LEGGI TUTTO

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    Diretta Fiorentina-Venezia ore 18:30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Segui la diretta di Fiorentina-Venezia su Tuttosport.com
    Dove vedere Fiorentina-Venezia: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Palladino e Di Francesco è in programma oggi alle ore 18:30 al Franchi di Firenze. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma DAZN e su Sky Zona Dazn 2 canale 215.
    Fiorentina-Venezia, le probabili formazioni
    FIORENTINA (3-4-2-1): Terracciano; Quarta, Ranieri, Comuzzo; Dodo, Amrabat, Richardson, Biraghi; Colpani, Sottil; Kean. Allenatore: Palladino. A disposizione: De Gea, Martinelli, Kayode, Parisi, Barak, Mandragora, Bianco, Ikonè, Beltran, Infantino, Brekalo, Kouamè, Baroncelli. Indisponibili: Gudmundsson. Squalificati: Pongracic.
    VENEZIA (3-5-2): Joronen; Sverko, Svoboda, Idzes; Candela, Andersen, Duncan, Ellertson, Zampano; Oristanio, Gytkjaer. Allenatore: Di Francesco. A disposizione: Grandi, Stankovic, Altare, Lucchesi, Sagrado, Crnigoj, Doumbia, Pierini, Raimondo. Indisponibili: Pohjanpalo, Bjarkason, Busio, Tessmann, Jajalo. Squalificati: /.
    ARBITRO: Sozza della sezione di Seregno. ASSISTENTI: Colarossi-Cavallina. QUARTO UFFICIALE: Manganiello. VAR: Serra.
    Fiorentina-Venezia: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Atalanta ore 18:30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Segui la diretta di Torino-Atalanta su Tuttosport.com
    Dove vedere Torino-Atalanta: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Vanoli e Gasperini è in programma oggi alle ore 18:30 all’Olimpico Grande Torino. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma DAZN e su Sky Zona Dazn canale 214.
    Torino-Atalanta, le probabili formazioni
    TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic; Vojvoda, Coco, Masina; Dembelè, Ricci, Linetty, Ilic, Lazaro; Zapata, Sanabria. Allenatore: Vanoli. A disposizione: Paleari, Donnarumma, Sazonov, Dellavalle, Pedersen, Bayeye, Tameze, Horvath, Borna Sosa, Savva, Adams, Karamoh, Pellegri, Nije. Indisponibili: Gineitis, Schuurs, Vlasic. Squalificati: /.
    ATALANTA (3-4-3): Carnesecchi; De Roon, Hien, Djimsiti; Zappacosta, Pasalic, Ederson, Ruggeri; De Ketelaere, Retegui, Brescianini. Allenatore: Gasperini. A disposizione: Musso, Rossi, Godfrey, Tornaghi, Comi, Del Lungo, Palestra, Cassa, Riccio, Manzoni, Samardzic, Zaniolo. Indisponibili: Bakker, Kolasinac, Koopmeiners, Lookman, Scalvini, Scamacca, Sulemana, Toloi. Squalificati: /.
    ARBITRO: Rapuano della sezione di Rimini. ASSISTENTI: Melli-Alassio. QUARTO UFFICIALE: Tremolada. VAR: Di Paolo. ASS. VAR: Fabbri.
    Torino-Atalanta: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO