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    Borussia Dortmund-Real Madrid, le probabili formazioni della finale di Champions League

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    REAL MADRID (4-3-1-2, probabile formazione): Courtois; Carvajal, Rudiger, Nacho, Mendy; Valverde, Camavinga, Kroos; Bellingham; Vinicius, Rodrygo. All. Ancelotti

    Esordio stagionale in Champions per Courtois
    Con Tchouameni fuori per infortunio, non c’è più il solito dubbio: Camavinga scenderà in campo dal 1′ al fianco di Valverde e Kroos, che giocherà l’ultima finale di Champions della sua carriera
    Chi disputerà la sua prima finale, invece, è Bellingham, schierato alle spalle di Rodrygo e Vinicius Junior LEGGI TUTTO

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    Terracciano mostruoso, El Kaabi riscrive il match: pagelle Olympiacos-Fiorentina

    Fiorentina
    Terracciano 7.5 Pronti via e subito scalda i guantoni sull’affondo di Podence, sfodera coraggio a tu per tu su El Kaabi, pronto sul velenoso affondo di Jovetic. Una sicurezza.
    Dodo 6 Si sgancia spesso in avanti e si mostra reattivo nei duelli con gli avversari, anche se appare un po’ leggero in qualche disimpegno. Pare dolorante, poi si rianima nel finale.
    Milenkovic 7 Segna in apertura ma il gol viene annullato per fuorigioco, ci prova di testa nella ripresa, il suo compito maggiore però è tenere a bada il minaccioso El Kaabi.
    Quarta 6.5 Già alla vigilia era favorito su Ranieri, l’apporto è irruente (prende subito un giallo) però si rivela alla fine prezioso. E come ormai ha abituato l’argentino ogni tanto si imbuca in avanti.
    Biraghi 6 Animato da una gran voglia di rivalsa dopo l’amarezza di un anno fa, cuore e impegno non bastano. Cala fisicamente. 
    Arthur 5.5 Decisivo con il rigore a Cagliari al 103’ che ha dato la vittoria alla Fiorentina e blindato l’8° posto, stavolta il brasiliano non si conferma. Prestazione sotto tono.
    Duncan (29’ st) 5.5 Non aiuta come sperava il suo allenatore.
    Mandragora 5.5 Entra per riscattare l’errore commesso nella finale di Praga, fa più densità che gioco in mezzo al campo. Ma il suo lavoro è troppo oscuro
    Gonzalez 5 L’uomo più atteso non riesce ad accendersi. Mai un guizzo dei suoi. Quando nel finale di gara Italiano lo sposta a sinistra sembra non gradire.
    Bonaventura 5.5 Preferito a Beltran inizia con le migliori intenzioni. Sciupa una buona chance al 20’ e ciò finisce per condizionare la sua prestazione sempre più stanca.
    Barak (37’ st) 5.5 Impalpabile
    Kouamé 6 Italiano l’ha fatto rifiatare nelle ultime gare per poter sfruttare la sua velocità. L’ivoriano corre tanto ed è fra i più propositivi, forse arriva stanco nell’occasione fallita nel secondo tempo.
    Ikoné (37’ st) 6 Impegna il portiere avversario nei supplementari.
    Belotti 5.5 Tocca pochi palloni e pochi gliene arrivano. Sul piano dell’impegno nulla da eccepire, esce dolorante dopo uno scontro testa contro testa con Retsos.
    Nzola (14’ st) 6 Subito una sponda invitante per Kouamé.
    All. Italiano 5 L’ha sognata, inseguita, sudata. Nel momento più importante viene tradito dai senatori e dagli uomini di maggiore qualità. Alcune scelte non paiono all’altezza e la sua squadra chiude stanchissima.
    ARBITRO Soares Dias 5.5 Dirige come dovrebbe fare un arbitro in una finale europea. Con personalità e autorevolezza. Farà parte dei fischietti che parteciperanno all’Europeo di giugno/luglio in Germania. E c’è il dubbio del mancato intervento sul fallo subito da Milenkovic prima del gol da parte di El Kaabi. LEGGI TUTTO

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    Diretta Olympiacos-Fiorentina ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Dall’altro lato Mendilibar ha messo in guardia i suoi dichiarando che si aspetta una gara più aperta rispetto alla finale di Europa League che ha vinto l’anno scorso con il Siviglia contro la Roma. Grande attesa anche per l’ex di giornata, Stefan Jovetic.
    Segui la diretta di Olympiacos-Fiorentina su Tuttosport.com
    Dove vedere Olympiacos-Fiorentina: diretta tv e streaming
    La finale di Conference League tra Olympiacos e Fiorentina si disputerà all’AEK Arena di Atene, in Grecia, e il calcio d’inizio è previsto per le 21. Sarà possibile seguire il match in diretta tv su DAZN, Sky Sport 1 (201), Sky Sport Arena (204), Sky Sport (253) e Tv8. La finale sarà trasmessa anche in streaming sulle rispettive applicazioni DAZN, SkyGo e Now.
    Guarda Olympiacos-Fiorentina su DAZN. Attiva ora.
    Olympiacos-Fiorentina: le probabili formazioni
    OLYMPIACOS (4-3-3): Tzolakis; Rodinei, Retsos, Carmo, Ortega; Chiquinho, Iborra, Hezze; Podence, El Kaabi, Fortounis. Allenatore: Mendilibar.A disposizione: Paschalakis, Papadoudis, Quini, Richards, Ntoi, Camara, Horta, Alexandropoulos, Joao Carvalho, El-Arabi, Masouras, Jovetic.
    Indisponibili: nessuno.Squalificati: nessuno.Diffidati: nessuno.
    FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Dodo, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Arthur, Mandragora; Nico Gonzalez, Bonaventura, Kouame; Belotti. Allenatore: Italiano.A disposizione: Christensen, Comuzzo, Ranieri, Faraoni, Kayode, Lopez, Duncan, Infantino, Barak, Beltran, Nzola, Ikoné.
    Indisponibili: Castrovilli, Sottil.Squalificati: nessuno.Diffidati: nessuno.
    ARBITRO: Soares Dias (Portogallo). ASSISTENTI: Soares-Ribeiro. QUARTO UFFICIALE: Nyberg (Svezia). VAR: Martins. ASS. VAR: Dingert (Germania).
    Olympiacos-Fiorentina: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

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    eChampions League, Finals 2024 a Londra in onda mercoledì sera su Sky

    Saranno ben 2, su 8 totali, i player italiani che mercoledì 29 maggio saranno alle Finals di Londra ad ascoltare la musichetta della Champions League. È calcio virtuale, ma la sostanza è la stessa: parliamo della eChampions League, l’evento UEFA giocato su EA FC 24 su Playstation 5. Praticamente, l’equivalente eSport della Champions League.

    Il percorso per arrivare a Londra
    Sono partiti in 41 a inizio maggio con la fase a gironi, e dopo la Knockout Phase (che abbiamo seguito su Sky Sport sabato sera) sono rimasti in 8. E tra i migliori che si contenderanno la sesta eChampions, ci sono anche i “nostri” Andrea Montanini (Montaxer, campione di Francia con il Lorient) e Danilo Pinto (Danipitbull della Juve), che saranno grandi protagonisti dei primi due quarti di finale. Con il sogno – o meglio, la speranza – di avere un derby italiano in semifinale. Non sarà facile, perché il livello è molto alto: Montaxer se la vedrà contro Jonny del Paderborn (campione di Germania), mentre Danipitbull sfiderà l’argentino Bonanno, che un paio di mesi fa ha vinto la ePremier League in coppia con Tekkz, con il Man City. LEGGI TUTTO

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    Borussia Dortmund-Real Madrid, Terzic: “Ancelotti tra i migliori della storia”

    L’allenatore del Dortmund verso la finale di Champions contro il Real: “La mia storia da tifoso ad allenatore? Incredibile, ma voglio parlare del gruppo, tutti lo siamo stati. Abbiamo venduto giocatori importanti ma siamo arrivati qui”. Su Ancelotti: “Tantissimo rispetto, ma oggi è a pochi giorni dalla finale come me. Credo sia uno dei migliori nella storia” ha detto a Sky Sport. Finale live sabato 1 giugno alle 21 su Sky e in streaming su NOW
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    Inizia la settimana che porta alla finale di Champions League, con il Dortmund che prepara la sfida al Real, in programma sabato 1° giugno alle 21 (live su Sky Sport e in streaming su NOW). Nel media day riservato ai tedeschi è Terzic ad anticipare la grande emozione verso il grande appuntamento a Sky Sport.

    Da tifoso ad allenatore, è stato un viaggio incredibile col Dortmund…
    “È veramente incredibile, questa è la mia storia personale, ma non mi piace parlare troppo di tutto questo perché noi, come collettivo, abbiamo scritto una storia incredibile durante questa stagione. Negli ultimi anni abbiamo venduto giocatori, ne abbiamo comprati e oggi siamo in finale; penso sia una storia unica di cui vale la pena parlare. Sono stato un vice allenatore, un allenatore delle giovanili e chiaramente prima ancora un tifoso, tutti noi siamo stati dei tifosi prima di iniziare a lavorare nel mondo del calcio. Ora sono a capo di questa squadra e non vedo l’ora di giocare la finale di Wembley”.   LEGGI TUTTO

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    Zvonimir Boban torna a Sky per la nuova Champions League

    Dopo l’estate in arrivo la grande novità della prossima stagione del calcio su Sky: il ritorno di Zvonimir Boban, che entra nella squadra del racconto di Sky Sport per la nuova Champions League. Proprio il leggendario centrocampista croato e dirigente sportivo, dopo le esperienze con Fifa, Milan e Uefa, a partire da settembre sarà voce e volto della massima competizione europea, con il nuovo format che prevede più squadre, più campioni e più partite. Boban andrà a completare con la sua esperienza e competenza una rosa di grandi stelle del calcio, già volti affermati di Sky Sport, tra i quali Alessandro Del Piero, Fabio Capello, Esteban Cambiasso, Alessandro Costacurta e Paolo Di Canio. Sky Sport continuerà a raccontare gol e imprese delle italiane e degli altri grandi club d’Europa con il consueto Sky Touch, che sintetizza e racchiude l’eccellenza della copertura tv e un’attenzione costante alle tecnologie sempre all’avanguardia.
    Si gioca 11 mesi su 12!
    Dalla stagione 2024/2025, con l’introduzione del nuovo format Uefa, si giocherà 11 mesi su 12, con il numero delle squadre partecipanti alla fase finale che passa da 32 a 36, tutte in un girone unico. In totale Sky trasmetterà per il prossimo triennio, in esclusiva dagli stadi più belli d’Europa, ben 527 i match per ognuna delle tre stagioni di Champions League (185 partite su 203, compresi i Playoff), Europa League (189 partite) e Conference League (153 partite), anche grazie a Diretta Gol, comprese le tre finali, oltre alla Uefa Super Cup e alla Uefa Europa Super Cup, il cui nuovo formato è ancora in via di definizione. Il prologo della nuova UEFA Champions League sarà la Supercoppa UEFA, che tornerà su Sky il 14 agosto con la sfida tra l’Atalanta trionfatrice in UEFA Europa League e la vincente della finale del 1° giugno tra Borussia Dortmund e Real Madrid.

    Il format della “nuova” Champions
    Dal 2024/25, come detto, le squadre qualificate salgono da 32 a 36 e saranno tutte inserite in un unico girone, come una sorta di campionato in cui ogni squadra giocherà un minimo di 8 partite (2 in più del vecchio formato), 4 in casa e 4 in trasferta. Le 144 partite di questa prima fase forniranno una classifica finale, con le prime 8 classificate che andranno direttamente agli ottavi di finale. Quelle classificate dal 9° al 24° posto si sfideranno in spareggi a eliminazione diretta (con gare d’andata e ritorno) per riempire la griglia degli ottavi. Le ultime 12 (dal 25° al 36° posto) saranno invece eliminate, senza ‘retrocedere’ in Europa League. Da qui, inizia il cammino verso la finale, con la fase a eliminazione diretta: le 8 vincitrici dei playoff, unite alle prime 8 della classifica, saranno inserite in un tabellone tennistico che terrà conto della classifica del girone unico (in modo che tutte le partite della prima fase diventino potenzialmente determinanti per la composizione degli ottavi). A partire dagli ottavi di finale, la competizione ricalca il vecchio formato, con turni di andata e ritorno a eliminazione diretta fino alla finale in campo neutro

    Come vengono stabilite le avversarie della prima fase

    Sempre attraverso un sorteggio: le 36 squadre sono suddivise in 4 fasce da 9 squadre in base al loro coefficiente Uefa (risultati ultime 5 stagioni). Ogni club viene sorteggiato con 2 squadre di ciascuna urna (1 gara in casa e 1 fuori). Il nuovo format garantisce più partite, con scontri tra “big” fin da subito. LEGGI TUTTO

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    Serbia, i convocati per Euro 2024: Vlahovic, Kostic e altri 5 “italiani”

    Manca sempre meno alll’inizio degli Europei in Germania e alcune nazionali hanno già diramato la lista dei convocati per i vari raduni in attesa di scegliere poi quella ufficiale. Nella giornata odierna è toccato al Ct della Serbia, Dragan Stojkovic, scegliere i 26 calciatori in vista della competizione. Diversi i giocatori ‘italiani’ presenti, tra cui sono stati chiamati anche Kostic e Vlahovic della Juventus, ma non solo. La prima sfida della rassegna per i serbi sarà contro l’Inghilterra il 16 giugno, a seguire poi le gare contro Slovenia (20 giugno) e Danimarca (25 giugno).  LEGGI TUTTO

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    Un trofeo, una stagione, il passato va e il futuro riparte: un anno di Juve

    Nel dibattito social la Juve trasformata è l’effetto Magnanelli, ex valido giocatore del Sassuolo e nuovo membro dello staff tecnico bianconero. È lui ad avere cambiato la mentalità di questa squadra, rendendola offensiva e coraggiosa. È bello credere che sia così, il mix tra l’esperienza del tecnico e l’entusiasmo del nuovo collaboratore ma le prime certezze crollano già alla seconda, quando il Bologna viene a Torino a imporre il proprio gioco e pareggiamo soffrendo: sembra bravo, il loro tecnico, seguiamolo con attenzione.
    Tornano vittorie e gol contro Empoli e ancor più con la Lazio, nella giornata in cui Vlahovic e Chiesa sembrano inarrestabili e viene da chiedersi come possa andare la stagione, se la coppia continuerà così. Nuova illusione e nuovo brutto risveglio, perché a Sassuolo sembriamo in gita, Berardi “striscia” su Bremer e noi per tutta risposta ci facciamo gol da soli finché non consegniamo la vittoria ai neroverdi. Il lungo periodo delle tante feste, quasi sempre meritate anche se costantemente sofferte, talvolta risolte all’ultimo istante e sono proprio quelle le immagini più felici: Cambiaso contro il Verona dopo un assedio, sbracciate, Var, furbate, gol annullati e pali; Gatti a Monza dopo avere subito il pareggio un minuto prima, a partita ormai quasi finita. Quasi, perché questo è il periodo in cui il fin troppo abusato “fino alla fine” assume un senso sul serio. Non siamo fantastici ma fare punti contro di noi è tornato difficile, batterci quasi impossibile.
    Voglia, orgoglio, adrenalina: la Juve non si ferma. È qui che Allegri alza l’asticella: obiettivo Champions, ok, ma frecciatine a chi sta sopra di noi e vince soffrendo, a volte con episodi fortunati; le guardie, i ladri, il paraocchi, fino a quel match con l’Empoli in cui teniamo fuori chi è diffidato e il ragazzo prodigio, quell’Yildiz che a tratti ci ha ricordato l’innominabile, perche la settimana prossima arriva la sfida con l’Inter. Come se contro i toscani fosse scontata, come se ormai la lotta scudetto fosse definitivamente a due e invece no, altro risveglio, il più doloroso, quello che si rivelerà definitivo, perché Milik al contrario di Berardi (e Malinovskyi proprio sul turco qualche settimana dopo) non striscia, viene espulso, segniamo comunque ma arretriamo, arretriamo, arretriamo fino a che non preghiamo Baldanzi di tirare dal limite senza avversari e piazzarla nell’angolo, perche se arretriamo ancora usciamo dallo studio.
    Andiamo a San Siro e lì possiamo pure raccontarci che “se Vlahovic…” ma Dusan c’entra poco se viviamo la partita nella nostra metà campo, senza la forza o magari senza il coraggio e l’ambizione. La caduta continua, perdiamo con l’Udinese e i paraocchi, le guardie e i ladri sono ormai solo ricordi lontani, arrivano i mesi in cui i punti, forse per solidarietà con la stagione precedente, decidiamo di toglierceli da soli: non vinciamo (quasi) mai, non perdiamo (quasi) mai, si vivacchia senza morire del tutto ma che vita è quella di chi sembra avere voglia di giocare solo un tempo su due anche se ha a disposizione solo una partita a settimana? Di chi non ottiene risultati eppure non cambia, non rischia, si fa dominare dalla paura di crollare più che dell’orgoglio di reagire?
    Una Coppa vinta bene, anzi benissimo, contro una squadra in forma strepitosa, l’emozione di rialzare un trofeo di fronte a un popolo finalmente riunito ma dura poco, succede quel che succede, addio a Max e tocca a Montero: soffriamo nel vederlo, nel vederci umiliati a Bologna; è un sollievo vederlo, vederci reagire ed esultare come se fosse una finale, come se avessimo vinto e non pareggiato. L’ultima immagine deve essere simbolica: potrebbe essere il Var che, nel recupero dell’ultima partita, interviene per un rigore per gli altri ma ahimè niente da fare, se la colpiscono di mano non vale. Sarebbe adatto anche Chiesa, che ha aperto e chiuso un campionato vissuto a fasi alterne nello stesso modo, con due gol da campione, e speriamo di vederne altri in futuro con la stessa maglia. Se la meriterebbe anche Alex Sandro, simbolo delle difficoltà di questi ultimi anni ma anche dello splendore che fu. L’immagine finale, mentre la Juve batte il Monza e sa che in pochi mesi cambierà quasi tutto, che la società dovrà rafforzarsi, che il nuovo tecnico dovrà rispettare le nostre (alte) aspettative, che il mercato sarà importante perché dobbiamo migliorare un po’ ovunque, è tuttavia un altro. È un ragazzo cresciuto da noi che gioca con classe, si muove in modo elegante, prende una traversa, manda Chiesa in porta e poi esce tra gli applausi, non rendendosi forse neanche conto di quanto ci sia mancato. E allora buon lavoro, Juve. Coraggio, Nicolò. È tempo, finalmente, di riprendere la corsa. LEGGI TUTTO