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    Cremonese, Napoli e Argentina: l’incredibile statistica e la storia che si ripete

    La Cremonese vola in semifinale di Coppa Italia dopo 36 anni, l’Argentina diventa campione del Mondo e il Napoli? La storia di tanto in tanto si ripete ed è bello scovare le analogie con il passato. Proprio nella stagione 1986/87 si verificarono proprio queste situazioni con gli azzurri che alla fine vinsero lo scudetto. Una situazione molto simile a quella attuale e che per certi versi potrebbe anche confermarsi. 
    Impresa Cremonese a Roma, Ballardini esalta l’ex Felix. Bianchetti sogna
    Cremonese, Napoli e Argentina: le analogie con il passato
    Dopo l’impresa dei grigiorossi all’Olimpico è soltanto il secondo segnale della storia che si ripete. Il primo è datato dicembre 2022 quando in Qatar Messi ha sollevato la coppa del Mondo. Una particolare analogia che fa sorridere gli amanti delle statistiche e non solo. Difficile pensare che tutto possa incastrarsi così alla perfezione per ripercorre nel presente i passi del passato. 
    La Cremonese ha dovuto superare Napoli e Roma per riapprodare in semifinale di Coppa Italia a distanza di tanti anni. L’Argentina ha lottato contro i pronostici, riuscendo a superare la lotteria dei rigori contro Olanda e Francia per arrivare a sollevare una coppa che mancava dai tempi di Maradona. Manca soltanto un tassello, ovvero il Napoli. La squadra di Spalletti è al primo posto a 13 punti dal secondo posto. C’è un detto che nella maggior parte dei casi funziona, ‘Non c’è due senza tre’ e chissà che anche in questa stagione non si possa ripetere la storia. LEGGI TUTTO

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    Gandhi: “Tifo Juve e soffro per i guai che sta passando”

    (e.e.) La lunga marcia di Rahul Gandhi. Tra impegno sociale e riscoperta delle proprie radici. Un viaggio interiore, anche. Perché conoscendo se stessi, poi, puoi provare a conoscere gli altri. Gandhi. Un nome che evoca il passato. Gloria e tragedie, imprese e lacrime. Rahul che parte a settembre per capire la sua India, come fece un tempo Mahatma Gandhi (zero parentela, ma il bisnonno di Rahul, il Pandit Nehru, fu seguace della Grande Anima nonché padre della Nazione). Rahul che parla ai media e rivela il suo lato tricolore. E bianconero. Lo fa in una bellissima intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere.  Rahul, per chi non lo sapesse, è figlio di Sonia Maino e Rajiv Gandhi, Primo Ministro dall’84 all’89, ucciso in un attentato nel ‘91 dalle Tigri Tamil. Rahul è nipote di Indira che governò a lungo, prima e unica donna della storia del Grande Paese; nonna erede, anche politica, appunto del Pandit Nehru, e pure lei uccisa, dalle sue due guardie del corpo Sikh. Rahul ha vissuto tutto questo, il potere e il lutto. E si è rimesso in gioco, a 52 anni.

    Radici a Orbassano

    Nella lunga intervista, parla dei motivi che l’hanno indotto a… marciare, la Bharat Jodo Yatra, per unire l’India dall’Oceano Indiano alle nevi del Kashmir. Per dire: 3.500 chilometri a piedi. Tra affetto, forze incredibili negli occhi di chi si unisce e paura per la sicurezza non garantita. Rahul racconta anche il legame con l’Italia e con l’hinterland torinese. Perché la famiglia di mamma Sonia Gandhi (Maino all’anagrafe, in quanto figlia di Stefano Maino e Paola Predebon) aveva messo radici a Orbassano. E lì, a Orbassano, lo scorso agosto si sono svolti, con grande riservatezza proprio per la presenza di Rahul, i funerali di Paola. «Nonna Paolina: ero triste, ma tutti hanno cantato canzoni molto belle, che mi hanno dato conforto. Io ero il cocco della nonna indiana, e mia sorella Priyanka era la prediletta della nonna italiana. Ha vissuto 98 anni, le ero molto legato. Come lo sono a zio Walter, ai cugini, a tutta la famiglia». LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera, tutto su Mancini: dal mercato alla doppietta al Milan

    Chiamatelo destino, chiamatelo fiuto del gol, chiamatelo come volete ma Tommaso Mancini contro il Milan ha deciso di voler essere decisivo. Perché destino? Semplice. In estate la Juventus ha strappato il classe 2004 a una folta concorrenza. L’ex Vicenza era seguito in lungo e in largo da tante squadra tra cui anche ii rossoneri. In un primo momento sembrava potessero essere loro a portarlo a Milanello, invece ha prevalso il progetto bianconero. La possibilità di essere decisivo con la Primavera e di poter in qualche modo dare una mano alla Next Gen. Montero se lo gode e Brambilla lo osserva, intanto lui dalla panchina o titolare continua a segnare. Guarda la galleryMilan-Juventus Primavera, le immagini della partita
    Juve, Mancini profeta al Vismara
    Poteva essere il suo campo, ma il mercato si sa porta sempre delle sorprese in dote. In estate le visite coi bianconeri al J| Medical e la voglia di iniziare questa nuova e stimolante avventura in bianconero dopo aver mosso i primi passi tra i pro con il Vicenza in Serie B. Aggregato alla Primavera forma assieme a Nicolò Turco, Yildiz, Hasa, Mbangula uno degli attacchi più forti del campionato (non a casa è il migliore tra le 18 squadre). Brambilla l’ha chiamato in qualche occasione e fatto esordire con la Next Gen in C. Un passaggio di consegne che presto verrà fatto, ma intanto il classe 2004 è fondamentale per Montero. 
    Decisivo in più di qualche occasione, Mancini non ha perso il tocco nemmeno entrando a gara in corso. Ma anche da questo si vede la maturità di questo classe 2004. Montero l’ha mandato in campo della ripresa contro il Milan e lui ha timbrato il cartellino poco dopo. Un gol di rapina e uno con un ottimo inserimento. Doppietta e ritorno alla vittoria dopo diverse partite difficili. Mancini profeta al Vismara e quel retroscena di mercato che vedeva i rossoneri favoriti prima dell’assalto della Juve. A volte il destino sa regalarci anche queste sfaccettature.  LEGGI TUTTO

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    Cremonese, Ballardini: “I segnali arrivano così, ma non credo alla partita della svolta”

    La Cremonese ne combina un’altra delle sue. I grigiorossi, dopo aver eliminato ai calci di rigore il Napoli al Maradona, riescono a superare anche la Roma all’Olimpico. Semifinali di Coppa Italia meritate per quanto fatto vedere nelle due partite che la vedevano, sulla carta, già fuori prima ancora di giocare. In fondo Ballardini è sempre stato bravo a sovvertire i pronostici e fare sempre grandi imprese. Non solo in Coppa, ma anche in campionato ha bisogno di prestazioni come quella contro i giallorossi per tentare fino all’ultimo di giocarsi la salvezza in Serie A. Al termine della partita ha parlato in conferenza stampa Davide Ballardini.
    Cremonese, le parole di Ballardini
    Piedi per terra e niente voli pindarci, una vittoria che non deve spostare il focus e gli obiettivi della squadra. Ballardini in conferenza è contento del risultato ma è focalizzato sulle prossime uscite: “Siamo stati bravi, ordinati e con personalità, ma dal secondo dopo il fischio finale abbiamo il dovere di pensare ad altro perché vogliamo fare di più. Vogliamo continuare a dare soddisfazioni a chi ci vuole bene”.
    Poi Ballardini continua parlando dell’obiettivo stagionale: “Salvezza? Il cammino è complicatissimo, ma puoi affrontarlo solo con queste prestazioni. L’unica strada è giocare bene. I segnali arrivano dagli allenamenti, non credo nella partita della svolta”. In chiusura due parole sui tifosi: “I tifosi li possiamo solo ringraziare facendo queste partite. Dare queste soddisfazioni ai tifosi riempie, ti dà orgoglio. Sono sicuro torneranno a casa contenti per la prestazione della squadra e per aver superato il turno”. LEGGI TUTTO

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    Fantacalcio, da Thauvin a Krollis: chi sono i nuovi colpi della Serie A

    Mentre in altri lidi si muovono decine di milioni senza badare a spese, il mercato della Serie A viaggia su altri binari, tra necessità di ingegnarsi alla ricerca di volti meno noti che possano sorprendere e occasioni da sfruttare fuori dai confini nazionali. Sono tante le squadre che sono andate alla ricerca di soluzioni creative, per il presente e per il futuro. Non solo i piccoli club, ma anche quelli di alta classifica. Il Milan, ad esempio, ha aggiunto il portiere colombiano Devis Vasquez, ancora in attesa dei primi minuti. E anche la Lazio ha pescato dal Sud America: il classe 2003 Diego Gonzalez, esterno offensivo, ha stregato gli osservatori al Sudamericano Under-20 che si sta giocando in Colombia. Strappato ai messicani del Celaya, è arrivato in prestito con obbligo di riscatto condizionato e quando sbarcherà a Roma, terminato l’impegno con la sua nazionale, potrebbe già aggregarsi alla prima squadra di Maurizio Sarri. La sua carriera si è sviluppata tra Panama, Perù e appunto Messico, ma in quest’ultimo paese soltanto a livello di seconda serie. Un colpo a sorpresa, un’operazione rimasta lontana dai riflettori, ma le sue ottime prestazioni lasciano ben sperare anche per le sue prospettive biancocelesti.Guarda la galleryMercato chiuso, ecco i migliori svincolati: ci sono due ex Juventus LEGGI TUTTO

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    Padovano, fine incubo: “Le lacrime e le telefonate di Vialli”

    TORINO – Quando la realtà supera la fantasia e la vita diventa un incubo. Interminabile, lungo 17 anni. E’ la storia assurda piombata addosso a Michele Padovano, ex attaccante della Juventus che ha vissuto sulla pelle le storture fisiologiche di una giustizia dai tempi disumani. Bisognerebbe avere una aspettativa di vita di 160 anni per pensare che 17 siano logici per definire se un uomo è colpevole o innocente. Nel caso specifico il reato non era esattamente quello di un furto di caramelle, bensì traffico internazionale di stupefacenti. E dal 10 maggio 2006, quando venne arrestato, la serenità è evaporata. Soltanto la sentenza di assoluzione dell’altro giorno, era il 31 gennaio – per non aver commesso il fatto – ha messo fine al suo infinito giro sulle montagne russe dell’emozione: da una condanna a 24 anni in primo grado ridotta a poco più di 8 in appello con il rischio concreto di tornare in carcere, il ricorso in Cassazione che porta all’annullamento della sentenza e quindi la vittoria in appello di fine mese.

    Padovano: “Quando è squillato il telefono…”

    Ora in teoria la Procura generale potrebbe ancora fare ricorso, ma perlomeno la bilancia della giustizia è tornata a pendere in maniera chiara ed inequivocabile dalla parte del torinese. Che racconta con una energia ritrovata e una voce tornata limpida come per magia la giornata più bella della sua vita: «La notizia mi è arrivata a casa. Per scaramanzia, insieme ai miei avvocati Michele Galasso e Giacomo Francini, avevamo deciso di riproporre le postazioni della vittoria nel ricorso in Cassazione. Così nel pomeriggio, dopo che verso le 15 è stata letta la sentenza, è squillato il telefono e mi sono sentito dire questa frase bellissima: «Michele, sei stato assolto!». Giuro che non ho capito più niente talmente la felicità ha preso il sopravvento. Non esistono parole in grado di rendere l’idea di quell’istante. Sono scoppiato a piangere insieme a mia moglie Adriana e mio figlio Denis ed è stato un lunghissimo abbraccio». LEGGI TUTTO

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    Juventus -15, la penalizzazione preoccupa tutte le altre società

    TORINO – Il grande botto fa effetto. E il clamoroso frastuono, si sa, non regala lucidità al cento per cento. Anzi. E poi in Italia i campioni dell’invidia non rischiano mai di restare senza eredi. Per cui il botto del meno 15 punti di penalizzazione alla Juventus ha acceso facce sorprese che col passare dei secondi vedevano le bocche allargarsi per inequivoabili sorrisi malcelati. Espressioni che però, adesso, a distanza di un po’ di tempo, correvano le ore 21 del 20 gennaio quando la Vecchia Signora veniva bastonata, sono virate verso altre mimiche facciali. La bocca si è ristretta per dar spazio al movimento accentuato delle sopracciglia, corrucciate più che mai! Proprio così. Il mondo del calcio si sta interrogando su cosa e quanto rischi il sistema con questa sentenza che mette nel mirino le plusvalenze, esercizio per il quale è stata punita la società torinese. I problemi però sono molteplici visto che la verità la conoscono tutti. E parliamo della verità della vita vissuta, non quella processuale e quindi parziale in quanto realizzata solo con porzioni della prima. Porzioni peraltro assemblate in maniera a volte sorprendente. Già, perché se è vero che la Corte federale d’Appello ha dimostrato che la Juventus ha fatto ricorso in modo sistemico e sistematico alle plusvalenze senza che peraltro esista una norma che le vieti, è altrettanto vero che non le ha fatte da sola. E i club che utilizzano questa modalità per riportare in equilibrio o quasi i conti sono tantissimi. Dunque non c’è più molta gente tranquilla nel calcio. Che di colpo si trova a fare il tifo per la Juventus! Dove? Nella prossima sede in cui la società farà ricorso: ovvero il Collegio di garanzia dello sport presso il Coni, con deposito dello stesso ricorso entro il primo marzo.Guarda la gallerySentenza Juve, le motivazioni e la rabbia dei tifosi: “È reato violare una norma che non esiste?” LEGGI TUTTO

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    Roma-Cremonese, Mourinho: “Siamo stati orribili. Zaniolo? No comment”

    ROMA – “Complimenti alla Cremonese, hanno fatto due grandi vittorie”, così Jose Mourinho si presenta ai micorfoni dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia contro i grigiorossi di Ballardini. Un ko cocente per i giallorossi, con il tecnico portoghese che prosegue: “E’ una coppa strana che pregiudica chi lo scorso anno non era in Serie A o nella parte bassa di classifica, quindi complimenti a loro. Noi paghiamo un primo tempo orribile, di livello molto basso. Dopo nel secondo tempo è un errore singolo che fa il 2-0, poi una buona reazione. Loro a difendersi con tanta gente, noi poco fortunati. Ho imparato a non piangere per sconfitta e guardare alla prossima. La nostra rosa fatica a giocare 3 partite a settimana”. Questa l’analisi dello Special One che aggiunge: “A Napoli meritavamo risultato diverso, dopo una grande partita, ed ero un allenatore orgoglioso. Oggi non posso dire questo, la partita è finita. Altri possono commentare, il mio lavoro è che tra tre giorni ho un altro match”.
    La Cremonese vola in semifinale, Roma ko
    Mourinho: “Zaniolo? No comment”
    Alla domanda se si fosse pentito di non essere partito con i titolari in questa sfida, Mourinho replica: “Prima della partita, dopo soli due giorni, con tutti i dati a disposizione, sapendo che c’era un’altra partita sabato, ti fa pensare. Se oggi Dybala giocava dal primo minuto e poi stava fuori un mese? Stesso discorso per Matic per Abraham, un pò strano per me capire perchè giochiamo nuovamente sabato. Mi dicono che c’è il rugby domenica e lunedì il campo sarà distrutto. Però siamo al solito punto, se giocano sempre gli stessi e si fanno male non va, se giocano altri e perdiamo non va bene. Le decisioni sono soggettive, preferisco essere oggettivo e dire che oggi abbiamo fatto un primo tempo orribile”. In chusura non poteva mancare un passaggio sul tema caldo in casa Roma: “Zaniolo? La proprietà è stata chiara e io non devo commentare”. LEGGI TUTTO