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    Juve Primavera, obiettivo rilancio nel 2023

    Juventus Primavera, l’attesa è finita. Dopo il lungo stop, partito il 12 novembre, i bianconeri sono pronti a riscendere in campo. Domani alle ore 11.00 i ragazzi di mister Paolo Montero affronteranno il Lecce. Una gara da non fallire, a maggior ragione dopo i risultati con cui è stato salutato il 2022.Guarda la galleryFagioli, la Juve dei grandi e quella dei ‘piccoli’: unica famiglia al lavoro
    Juventus Primavera, serve il moto d’orgoglio
    I due ultimi match dell’anno solare hanno portato in dote solo un punto, contro due rivali tutt’altro che banali, chi per blasone nella categoria e qualità della rosa, chi per rivalità storica. Prima l’1-1 contro l’Inter (al rigore bianconero di Hasa la risposta nerazzurra, sempre dal dischetto, di Iliev). Poi la pesante sconfitta in casa della Roma per 5-2: a nulla sono valsi il vantaggio iniziale con Dellavalle e il momentaneo pareggio per 2-2 firmato da Mbangula. Una caduta doppiamente pesante, perché i giallorossi grazie al successo sulla Juve si sono portati a +5 dai ragazzi di Montero.Imperativo vittoria contro il Lecce, reduce invece dal prestigioso 1-0 casalingo contro il Milan, complice anche l’espulsione tra i rossoneri di Nava, che ha dato il là (due minuti più tardi) al gol vittoria di Berisha.Primo di una lunga serie di impegni, dunque, da domani: fischio d’inizio alle ore 11.00 all’Ale&Ricky di Vinovo: arbitro della gara Enrico Di Maggio della sezione di Lodi, coadiuvato coadiuvato dagli assistenti Vittorio Consonni di Treviglio e Alessandro Cassano di Saronno. LEGGI TUTTO

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    Addio Ernesto Castano, capitano dello scudetto operaio

    Difensore moderno

    Non s’è mai stabilito se fosse stopper o libero. Stava bene ovunque, carattere d’ acciaio, ginocchia di cristallo. Affrontava gli avversari testa alta e petto in fuori. Eroico l’orma dello scudetto numero 13, intriso di sofferenza e conquistato nel giugno 1967, sotto la guida di Heriberto Herrera, il gimnasiarca. E forse proprio quella duttilità tattica, in un calcio che iniziava a progettare sistemi difensivi sempre più efficienti, lo rende un antesignano dei difensori centrali di oggi, una specie di prototipo che sapeva comandare la difesa e ha anche segnato qualche gol.

    Con il Trio Magico

    In bianconero ha vinto tanto, soprattutto nella prima fase della sua carriera, nella cosiddetta “Juventus del Dottore”, ovvero sotto la presidenza di Umberto Agnelli, i cui dirigenti, comandati dal leggendario Barone Mazzonis lo avevano pescato nel Legnano: 2 scudetti e due Coppa Italia, facendo squadra con una delle formazioni più forti della storia juventina, con i già citati Charles, Sivori e Boniperti, ma anche Vavassori, Leoncini, Nicolé, Stacchini e Mora.

    L’orologio del Dottore

    Era stato Renato Cesarini a credere più di tutti in lui, raccontano che un giorno, vedendolo allenare disse a Umberto Agnelli: «Scommettiamo quell’orologio che ha sul braccio che quel ragazzo là alla prima convocazione in azzurro, esordisce?». E l’orologio passò di polso.

    Lo scudetto del 1967

    Ma forse lo scudetto al quale Castano era più legato era quello del 1967, vinto da capitano di una Juventus che venne definita “operaia”, in contrasto con la “Grande Inter”, costruita da Angelo Moratti collezionando campioni e, tuttavia, battuta da una Juventus senza stelle, ma estremamente compatta, in qualche modo a immagine e somiglianza proprio di Castano.

    Vigore e correttezza

    «Molti pensano che giochi pesante, ma è sbagliato. Gioco con vigore, ma in maniera corretta. Forse è il mio atteggiamento, il mio volto spesso imbronciato che mi fa passare per un duro». Aveva detto in un’intervista a Hurrà Juventus, condotta dallo storico giornalista Alberto Refrigeri. Rispondendo poi così a un’altra domanda: «In tutti questi anni non ho dato alla Juve nulla di più di tanti altri giocatori; oltre a questi tre menischi». Già, i menischi. Due volte è stato operato, in un periodo in cui la rottura del menisco poteva causare la fine della carriera, per due volte è tornato, ancora più tosto. Riuscendo nel parte finale della sua carriera a vincere l’Europeo del 1968 con la Nazionale (tre partite al suo attivo, compresa la prima delle due finali con la Jugoslavia).

    Il sogno

    Seguiva ancora la Juventus, di cui era tifoso, a volte anche allo stadio. Aveva partecipato, giocando qualche minuto, alla partita per il centenario del club nel 1997 ed era stato presente alla sfilata del 2011 per l’inaugurazione dello Stadium, dove c’è una stella dedicata a lui nel camminamento esterno. Era felice, come quando aveva risposto alla domanda: “Ha realizzato il suo sogno?”. «Ma è la realtà di oggi; tutto quello che ho è già un magnifico sogno realizzato» LEGGI TUTTO

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    Coppa Italia, la Juventus Women vicina alla qualificazione: 3-1 al Cittadella

    CITTADELLA – La Juventus vince il match col Cittadella nella seconda giornata della fase a gironi della Coppa Italia. Un successo che permette alle bianconere di compiere un bel passo in avanti verso la qualificazione ai quarti di finale, in attesa dell’incontro di domenica con il Brescia. Basterà un punto con le rondinelle per staccare il pass e approdare al turno successivo. Nel primo tempo, il Cittadella prova a mostrare i muscoli, nonostante la differenza di categoria. La truppa di Birindelli è andata vicino al vantaggio con la traversa di Konguoli, ma poi la Juve ha mostrato la superiorità tecnica con le reti di Zamanian e Bonfantini. Sul finire di frazione c’è stato il gol di Konguoli che ha aperto clamorosamente l’incontro. La ripresa è stata di gestione per le bianconere, con la partita che si è chiusa all’82’ con il rigore trasformato da Girelli. 
    Cittadella – Juventus Women 1-3
    94′ Termina la partita! Cittadella – Juventus 1-3
    91′ Sostituzioni per il Cittadella: entrano Nurzia Dhalberg al posto di Benedetti e Nichele 
    90′ Quattro minuti di recupero
    86′ Cambia ancora la Juventus: ci sono Moucenif e Pfattner al posto di Scovsen e Zammanian
    85′ – Entrano per il Cittadella Pavana e Saggioni al posto di La Rocca e Pizzolato
    82′ Dagli undici metri insacca Girelli per il gol del 3-1
    81′ – Rigore per la Juventus: La Rocca atterra Rosucci in area, con l’arbitro che indica il dischetto 
    75′ –  Doppio cambio Juventus: entrano Caruso e Girelli al posto di Bonfantini e Cantore 
    70′ –  Cambia anche il Cittadella: c’è l’ingresso di Zannini al posto di Konguoli
    69′ – Ammonita Cantore per fallo su Masu
    66′ Primo cambio per la Juventus: entra Duljan al posto di Beerensteyn
    66′ – Colpo di testa di Beerensteyn parato da Toniolo 
    65′ – Azione solitaria di Konguoli: tiro dalla distanza facile da parare per Forcinella 
    64′ – La Juve staziona stabilmente nella metà campo del Cittadella, senza però concludere verso lo specchio della porta difesa da Toniolo. Il Cittadella prova a partire in contropiede 
    55′ – Bel dialogo tra Zamanian e Cantore che prova il pallonetto, ma Toniolo blocca la sfera 
    46′ – Comincia il secondo tempo
    45′ – Termina il primo tempo: Cittadella – Juventus 1-2
    44′ – Il Cittadella accorcia le distanze: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Koungouli ribatte in rete un pallone che aveva colpito il palo. Gol pesante da parte della compagine veneta a pochi minuti dalla fine del primo tempo 
    42′ – Raddoppio della Juventus con il colpo di testa ravvicinato di Bonfantini, il risultato va sul 2-0
    31′ – Juventus in vantaggio: Cernoia lancia Zamanian che con grande freddezza insacca alle spalle di Toniolo. Polemiche da parte del Cittadella per un contatto tra Nichel e Beerensteyn che l’arbitro non ha ritenuto falloso
    28′ – La Juventus spinge e cerca di sfruttare le palle inattive: il Cittadella riesce a respingere tutti i pericoli 
    13′ – Traversa Cittadella! Progressione di Konguoli che va alla conclusione dal limite, calcia di destro ma la palla si stampa sulla parte alta della traversa. Pericolo scampato per la Juventus 
    6′ – Brivido Juventus: destro di Zamanian che sfiora di pochissimo il palo alla destra di Toniolo 
    2′ – Risponde la Juventus con un tiro dal limite di Zamanian: bella parata di Toniolo
    1′ – La prima conclusione della partita è del Cittadella con Konguoli: para facilmente Forcinella 
    0′ – Al Tombolato comincia il match tra Cittadella e Juventus, valido per la seconda giornata della fase a gironi di Coppa Italia LEGGI TUTTO

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    Umtiti esce in lacrime per i buu. Lazio, vergogna ultrà a Lecce

    LECCE – Il Lecce schianta la Lazio e si porta a casa tre punti vitali grazie alle reti di Strefezza e Colombo. I biancocelesti di Sarri perdono giocando una bruttissima partita che li dovrà far riflettere molto. Trionfa invece Samuel Umtiti, senza se e senza ma. Ha giocato in maniera divina confermando di attraversare un momento di grazia. Quando l’arbitro Marinelli ha interrotto il gioco – in attesa che lo speaker dello stadio sollecitasse la fine dei cori razzisti, e si era detto anche pronto a sospendere la partita – il francese ha chiesto che il gioco riprendesse, perché voleva rispondere sul campo alle offese ricevute. Il proverbio dice di non svegliare il can che dorme: i tifosi della Lazio lo hanno fatto con i loro ululati nei suoi confronti – e pure di Banda, sostituito nell’intervallo – e Samuel ha fatto vedere come gioca un campione del mondo, sfiorando persino il gol. «Che bello sentire i nostri tifosi cantare il nome di Umtiti e sovrastare quei brutti ululati. Risposta civile e intelligente» ha detto il presidente Sticchi Damiani. «Una vergogna, è arrivata l’ora che si metta fine a tutto questo. A volte per colpa di pochi si etichettano tutti, ma questi sono comportamenti vergognosi. Noi siamo orgogliosi di Banda, Umtiti e Ceesay, ragazzi d’oro», la rabbia del tecnico Baroni. Solidarietà a Umtiti è arrivata anche da Infantino, presidente Fifa, attraverso un tweet. «I cori razzisti? Non voglio fare il menefreghista – dirà Sarri – ma giuro che dalla panchina non si è sentito niente. Durante la sosta ho chiesto all’arbitro il perché, siccome sentivo i cori dei tifosi del Lecce verso Umtiti. Non voglio che sia associato il razzismo ai tifosi della Lazio, rappresentati dalla maggioranza e non dalla minoranza».  Sullo stesso argomentoSorpresa Lazio: cade a Lecce. Roma e Milan ok, pari AtalantaSerie A

    Lecce-Lazio in secondo piano

    La partita passa in secondo piano. I biancocelesti partono forte: Falcone salva alla grande su testa di Casale, poi al 15’ Immobile brucia Baschirotto sul lancio ancora di Casale e segna con un gran diagonale. Il Lecce è imballato, la Lazio no: Zaccagni viene fermato da Gendrey in area, rimbalzo verso Basic e tiro alto. Il pressing di Sarri sembra prevalere. Baroni lascia negli spogliatoi Banda e inserisce Di Francesco: suo il primo tiro in porta del Lecce. Sale il ritmo giallorosso e arriva il pari: filtrante di Hjulmand per Di Francesco che defilato calcia fortissimo; Provedel respinge, sulla palla si avventa come un rapace Strefezza: esplode il Via del Mare. Salentini scatenati: assist meraviglioso al volo di Di Francesco, Colombo in area fa 2-1. Ancora Baroni: «Avevo chiesto una prestazione importante, abbiamo lavorato duro nella lunga sosta e i ragazzi me l’hanno regalata. Umtiti? Lo davano per finito, noi invece ci abbiamo creduto». Amaro Sarri: «Partita incredibile. Abbiamo fatto 30-35’ di ottimo livello con 4 palle gol senza concedere nulla. Ripresa da dimenticare». Anche per il cambio di Milinkovic: «Se ne stava parlando qualche minuto prima. Mi sono messo a guardare le palle ferme e mi sono perso l’uscita. Io all’ultimo momento avevo deciso di far uscire Basic e non Sergej. Abbiamo fatto casino nelle comunicazioni». Forse serve un bagno di umiltà. «Può essere mancanza di umiltà o superficialità, uscire dalla partita per un attimo e poi non rientrare più. Siamo presuntuosi? Ma alla fine chi c… siamo. Escluso Pedro, non vedo qui giocatori che hanno vinto tutto». LEGGI TUTTO

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    Cremonese-Juventus, Milik: “Le punizioni? Mi alleno con Vlahovic…”

    CREMONA – “Siamo molto felici per questa vittoria, perché è una vittoria importante. Era importante per noi iniziare l’anno con una vittoria. Sicuramente non abbiamo giocato bene oggi, abbiamo sbagliato tanto, tanti passaggi, però alla fine quello che conta è la vittoria. Siamo molto contenti per questi tre punti e andiamo avanti così”. Il match winner di Cremonese-Juventus, Arek Milik, è intervenuto ai microfoni di Dazn, commentando il soffertissimo successo ottenuto allo Zini grazie al suo calcio di punizione in pieno recupero.Guarda la galleryCremonese-Juve, dalle urla di Allegri ai gol sfiorati: le immagini della sfida
    Milik, Vlahovic e l’aneddoto sulle punizioni
    “Le punizioni? Io e Vlahovic ci alleniamo insieme, lui le tira molto bene, penso che anche io le stia tirando bene. Poi, dipende dalle sensazioni quando sei in campo. Se uno se la sente prende la palla e tira: su questo non c’è mai problema. Il rientro dopo i Mondiali? Abbiamo iniziato l’anno con tante persone che mancano ancora, anche se siamo rientrati tutti dopo la Coppa. Alcuni, però, hanno ripreso gli allenamenti da soli 2-3 giorni, come Rabiot, che però oggi è entrato e ha fatto molto bene. In generale, non siamo ancora al completo e penso che ci vorrà ancora qualche settimana per essere al completo. Ma prima o poi saremo tutti quanti pronti per giocare e penso che faremo bene”, conclude Milik.
    Guarda la galleryCremonese-Juve, dalla disperazione alla goduria: le reazioni social LEGGI TUTTO

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    Juventus Next Gen: tanti talenti in squadra, ora servono le vittorie

    Anno nuovo, vecchi propositi. Il 2022 e? stato straordinariamente importante per la seconda squadra bianconera, soprattutto pensando ai tanti giocatori in grado di fare il salto agli ordini di Allegri. Gli ultimi, in gare ufficiali, sono stati Barrenechea e Barbieri, buttati nel finale di Juventus-Psg al cospetto di Mbappe? e sua maesta? Messi. Pochi minuti ma tanta emozione per i due gioielli di Brambilla, che con il loro primo gettone hanno portato a 27 il numero dei debutti in prima squadra da quando esiste l’Under 23. Senza dimenticare le amichevoli con Arsenal, Rijeka e Standard Liegi, in cui hanno trovato spazio e gloria anche Sersanti, Compagnon, Zuelli, Cerri e Riccio, oltre a Huijsen, Mbangula e Nonge chiamati dalla Primavera di Montero. E in piu? c’e? Mancini, il classe 2004 che ha debuttato all’inizio di dicembre in Next Gen contro il Padova in Coppa Italia, l’attaccante voluto in azzurro dal ct suo omonimo per lo stage del mese scorso a Coverciano. LEGGI TUTTO