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    Milan, nuovo allarme per Kjaer: ancora problemi alla coscia destra

    La panchina di Simon Kjaer nella partitissima di sabato della Danimarca con la Francia e le successive dichiarazioni del difensore e del ct Hjulmand hanno accesso un campanello di allarme in casa Milan. «Eravamo a conoscenza del fatto che non poteva scendere in campo e non sappiamo se potrà farlo mercoledì contro l’Australia – ha spiegato il tecnico della Danimarca -: sente ancora un fastidio». Dove? Al flessore della coscia destra, ovvero il punto dove Kjaer si è infortunato il primo ottobre contro l’Empoli, problema che l’ha costretto a uno stop di circa venti giorni. Quando è rientrato, il difensore – che era tornato il 30 agosto dopo uno stop di circa otto mesi per la lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro – è stato poi gestito da Pioli che lo ha schierato solamente in quattro delle sette gare giocate dal Milan dal 22 ottobre fino alla sosta. «Non mi sento a mio agio in panchina, devo essere onesto e dirlo – ha dichiarato il 33enne danese -. Allo stesso tempo però devo dire che è stata presa una decisione giusta. La coscia non è stata all’altezza, per lo meno non per tutti i 90 minuti contro la Tunisia. Ora devo tenere sotto controllo questo problema».

    Appresione in casa Milan

    Al Milan conoscono la situazione, ma è ovvio che ci sia un po’ di apprensione nel caso in cui Kjaer dovesse farsi nuovamente male. E’ vero che Kalulu e Tomori sono ormai stati scelti come coppia titolare, ma la squadra rossonera quando Kjaer è rimasto in campo nelle nove gare di questo inizio di stagione (623 minuti), ha subito solamente una rete, il 10 settembre a Marassi contro la Sampdoria, a dimostrazione di quanto l’ex giocatore di Palermo, Roma e Atalanta sia un elemento fondamentale per gli equilibri difensivi. Per gestire al meglio Kjaer, Pioli nelle ultime gare di campionato, considerando anche le assenze di Calabria e Florenzi sulla destra che hanno “spinto” Kalulu sulla fascia, ha dato spazio al giovane Thiaw, apparso già a suo agio nella retroguardia rossonera ed è probabile che l’Under 21 tedesco, a prescindere dalla condizione di Kjaer, aumenti il suo minutaggio anche nel 2023.
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    Torino, per Rossi servono 10 milioni

    In questi giorni Davide Vagnati sta letteralmente allargando gli orizzonti: il direttore tecnico granata, fresco di rinnovo sottoposto da Cairo e controfirmato dall’ex dirigente della Spal è in Qatar per seguire il Mondiale. Così da verificare dal vivo la possibilità di reperire un portiere di riserva – Berisha è in partenza – o magari un laterale di centrocampo, un interno che ripercorra le orme di Pobega, un trequartista se non un attaccante centrale. Per quest’ultimo ruolo un giocatore è piuttosto vicino, ma per giugno e non per l’immediato: il Toro ha posato gli occhi e quindi avviato la trattativa per Nzola, centravanti anche dell’Angola in scadenza con lo Spezia nel 2023. Per gennaio una soluzione può essere rappresentata da Shomurodov, detto che anche Joao Pedro può essere una soluzione utile per infoltire la trequarti come il reparto offensivo strettamente connesso agli attaccanti centrali.Sullo stesso argomentoJoao Pedro: voglia di Juric. Torino, operazione rinforziTorino

    Diego Rossi: l’ultimo nome per la trequarti

    Proprio per la trequarti l’ultimo nome emerso è quello di Diego Rossi, minuta ma rapida e incisiva ala da modulo a tre in avanti che, come Joao Pedro, gioca nel Fenerbahce. Là dove è approdato nel 2021 e dopo aver deliziato con il Los Angeles. La serie continua di reti messe a segno nella Mls (43 in 101 gare della stagione regolare) gli hanno spalancato le porte della Nazionale uruguaiana: 4 presenze e un gol, ma niente Qatar per un problema fisico. Un peccato, per un giocatore che da marzo scorso era entrato in pianta stabile nel giro della Celeste. Della quale, al netto dell’infortunio patito, sta diventando un protagonista grazie a numeri che confermano, anzi migliorano il trend avuto al primo anno in un campionato europeo. Nella passata stagione Rossi aveva collezionato 31 partite in Super Lig, con 6 reti e la bellezza di 9 assist, mentre nella Coppa nazionale e in Europa League i gettoni di presenza erano stati rispettivamente 2 e 6. Prima dello stop, nel massimo torneo turco in corso era invece sceso in campo in 12 occasioni realizzando 3 reti. Due gli assist: stesso servizio nelle 4 gare europee, mentre in 4 partite di Coppa turca ha sfornato già 3 passaggi vincenti.

    Sullo stesso argomentoPraet pronto a tagliarsi l’ingaggio per tornare al TorinoCalciomercato Torino

    I costi di Rossi e la pista Praet

    Numeri frutto di buone prestazioni che, oltre ad attirargli sempre più strette le attenzioni di Diego Alonso, ct dell’Uruguay, gli hanno fatto mantenere un certo appeal con conseguenti prezzi legati all’operazione non certo da saldo. L’entourage del giocatore fa sapere che per il cartellino servono non meno di 10 milioni di euro. Tuttavia il Fenerbahce, con cui ha il contratto fino al 2025, non vuole privarsene, e visto pure che una tal cifra a gennaio ha un peso specifico notevole, la trattativa potrà procedere lungo i binari di un prestito. Con diritto di riscatto in favore della società di Istanbul. Rossi è indubbiamente una possibilità importante, da vagliare anche sfruttando il fatto che il tecnico portoghese dei turchi, Jorge Jesus, propone uno schieramento a due punte non esattamente congeniale a Rossi. Il quale, soprattutto negli Stati Uniti, ha anche agito da attaccante centrale, come da trequartista dietro le punte, ma che sa in particolare esaltare le sue qualità partendo dalla corsia. Da dove ha naturale predisposizione nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Una dote che, sposata alla cattiveria sotto porta evidenziata dai numeri sopra snocciolati, rendono Rossi un elemento che potrebbe rivelarsi molto prezioso, per il Toro. Che intanto si ritrova quest’oggi evidenziando proprio una certa carenza sugli esterni offensivi: Vlasic è al Mondiale con la Croazia, Radonjic sta rappresentando la Serbia. Buon per il tecnico granata che, al Filadelfia, ci sarà un Miranchuk che ha voglia di diventare un autentico valore aggiunto nella seconda parte del campionato (dopo la rete al Monza e quella molto importante segnata al Milan). Con Karamoh e Seck che anche potranno essere impiegati per costruire il tridente alle spalle di Pellegri e Sanabria. Scrivendo di trequartisti è poi obbligatorio tornare su Praet, ribadendo che il primo obiettivo resta il ritorno del belga. Con il giocatore la strada è in discesa, visto che il jolly del Leicester si è reso disponibile ad abbassarsi lo stipendio di un milione, per oliare un’operazione che terrà banco anche nel mese di gennaio. Più in salita è invece la via che porta al sì del club inglese. La distanza tra l’ipotesi di offerta e la richiesta più o meno ufficiale è ampia. Il Toro gira tra i 4 e i 5 milioni, il Leicester non deroga dalla richiesta di 9. Da corrispondere magari attraverso la stipula di un diritto con obbligo di riscatto. Aumentando da una parte, abbassandosi dall’altra, si può pensare a una via intermedia, ma pure a un Cairo obbligato a spendere almeno 7 milioni, per il cartellino di Praet
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    Milan-Liverpool, Benitez e Galliani a confronto sulle finali Champions di Istanbul e Atene

    La coppia che ha portato il Monza in Serie A per la prima volta nella storia, ritorna da avversaria a San Siro dove in rossonero ha portato trofei e tantissimi fuoriclasse sono entrati nella leggenda del Milan. Non tutti però sono tra quelli che sono costati di più: ecco quali sono i colpi più onerosi dell’era Berlusconi-Galliani nei loro oltre 30 anni rossoneri
    MILAN-MONZA LIVE

    15) MARIO BALOTELLI – 20 MILIONI

    Stagione: 2012/13
    Provenienza: Manchester City

    14) STEPHAN EL SHAARAWY – 20.3 MILIONI

    Stagione: 2011/12
    Provenienza: Genoa

    12) ANDREA BERTOLACCI – 21 MILIONI

    Stagione: 2015/16
    Provenienza: Roma LEGGI TUTTO

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    La Juve di oggi e di domani: summit tra Allegri e la dirigenza, ecco di cosa si parlerà

    TORINO – Undici juventini in giro sui campi di calcio di Doha e dintorni per il Mondiale, altri in vacanza, qualcuno che ha staccato solo per un attimo: Manuel Locatelli, per esempio, non ha preso voli diretti all’altra parte del mondo, si è semplicemente rilassato per un attimo con la sua dolce metà nell’attesa di un lieto evento da condividere e poi è filato dritto sui prati della Continassa e di Vinovo, per alternare allenamenti in solitaria a sedute in compagnia della Next Gen. E Massimiliano Allegri? Beh, il tecnico almeno una toccata e fuga nella sua Livorno se l’è concessa per poi lasciarsi andare a un mini-periodo di ferie. Tutto tranquillo? Mica tanto, ché questo è il tempo di riunirsi in conclave. Tema mercato, non noccioline. Caccia a un terzino, innanzitutto.
    Novità in corsia
    Detto che i contatti con la dirigenza bianconera sono pressoché quotidiani, Allegri e il ds Federico Cherubini assieme ai suoi più stretti collaboratori andranno dritti al sodo. Per la serie: il momento è quello che è, la Juve non può né vuole darsi a un investimento mostruoso come gli 80 milioni con bonus, promessi e pagati, alla Fiorentina per Dusan Vlahovic. Fatti due conti, insomma, la premessa è chiarissima e non cambia: c’è bisogno di un vice di Juan Cuadrado, che magari in prospettiva sostituisca il colombiano in scadenza di contratto a fine giugno 2023, fermo restando che anche Alex Sandro, altro “quasi svincolato”, è in odore di partenza. Dalla sede non si chiudono le porte a nuovi ingressi né per la corsia destra né per quella sinistra, ma è il caso di operare con il bilancino del farmacista perché sgarrare non si può. I nomi non mancano: vedi il danese Joakim Maehle, classe ’97, che l’Atalanta non regala ma neppure ipervaluta, o il 2000 ivoriano Wilfried Singo legato al Toro fino al 2024. Non esattamente un intoccabile, insomma. Più “stagionato” il ’95 spagnolo Alvaro Odriozola, anche lui tutt’altro che blindato al Real Madrid, molto meno lo è un quasi coetaneo di Singo: lo svedese Emil Holm, anni 22, futura plusvalenza garantita per lo Spezia.
    Non solo Wes in uscita
    Profili variegati, ma tutti – più o meno – a buon mercato e almeno uno di questi da considerare in entrata alla Continassa, visto che Allegri non ci sente: vuole, fortissimamente vuole, un terzino bravo in entrambe le fasi, comunque capace di spingere, sgusciare negli spazi, creare superiorità. Così come diventa prioritario, ma per giugno, l’ingaggio di un difensore centrale mancino: qualcuno ha sentito parlare del 2000 polacco Jakub Kiwior? Ma certamente, anche perché pure lui, gradito a tutti i top club di casa nostra, frutterà al club ligure un gustoso guadagno rispetto a quanto è stato pagato: due milioni e spiccioli. Un nome caldo nell’orbita juventina, impegnato al Mondiale, è quello del 2002 Josko Gvardiol: sarebbe lui il vero colpo a sensazione, ma potrebbe arrivare a Torino solo in cambio di una cessione eccellente. Ecco perché nel vertice imminente tra Allegri e gli uomini mercato bianconeri si faranno anche i nomi di chi, in caso di offerta interessante, può partire da subito, perfino a gennaio. L’indiziato numero 1 è chi può fruttare un buon introito, all’anagrafe Weston McKennie, ma attenzione alle manovre attorno ad Adrien Rabiot. Il francese non partirà ora, però il suo futuro può decidersi nell’arco delle prossime settimane. Nicolò Zaniolo e Sergej Milinkovic-Savic? Costano, tuttavia interessano parecchio, sempre di più, e anche nel loro caso c’è bisogno di cessioni corpose nonché di risparmi sugli ingaggi: Angel Di Maria e Leandro Paredes, in questo senso, son più fuori che dentro i piani Juve.
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    Torino: da domani si lavora al Filadelfia

    TORINO – Da domani il Toro torna a lavorare al Filadelfia dopo le due settimane di vacanza concesse da Ivan Juric, la seconda delle quali per altro trascorsa con un lavoro personalizzato in versione smart working. Ovviamente non ci saranno i cinque giocatori impegnati nel Mondiale (Rodriguez, Vlasic, Lukic, Milinkovic-Savic e Radonjic) e mancherà anche Schuurs, che si è infortunato alla spalla contro la Sampdoria e spera di rientrare per la ripresa del campionato. Non sono ancora in grado di allenarsi con i compagni Aina (lesione miotendinea del bicipite femorale sinistro) e Pellegri (distorsione alla caviglia sinistra contro il Bologna). Le sedute al Fila proseguiranno fino al 6 dicembre: il giorno successivo il Toro partirà per il ritiro di San Pedro del Pinatar, vicino a Murcia, in Spagna, dove sono previste due amichevoli:  il 10 alla Pinatar Arena Football Center di Murcia contro l’Espanyol, sedicesimo nella Liga, e il 16 nello stesso stadio contro l’Almeria, tredicesimo. Poi il lavoro continuerà al Filadelfia con altri due test, entrambi contro neopromosse, le stesse che il Toro ha battuto nelle prime due trasferte della stagione per 2-1: il 23 granata in campo al Grande Torino contro la Cremonese e poi il 28 a Monzello contro il Monza. Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Praet pronto a tagliarsi l’ingaggio per tornare al Torino

    TORINO – Per Ivan Juric questo e altro. Che poi, detta così, è fin riduttivo, per quanto la presenza del tecnico sia fondamentale per il dipanarsi delle nuove trattative per Dennis Praet, sulla cresta dell’onda delle sue volontà. Per cui è meglio scrivere: per il Toro questo e altro. Perché Praet si è trovato a suo agio nella scorsa stagione a 360 gradi: protagonista in campo sulla spinta di una stima tanto conclamata quanto ripetutamente declinata dal tecnico croato, ottimi legami con i compagni, un buon rapporto con i vertici societari e una sintonia crescente anche con il mondo della tifoseria, ripensando a quanti applausi ha ricevuto Dennis nelle sue 23 partite di campionato. Non sempre e non tutte brillanti, d’accordo. Ma la qualità delle sue giocate, il suo estro e il suo senso tattico lo hanno portato più volte ad accendere la luce alle (e sulle) manovre della squadra: ben oltre le 2 reti e gli altrettanti assist-gol firmati. «Per me è insostituibile, tecnicamente è il giocatore di maggior qualità che ho e nessuno è bravo come lui a mantenere i raccordi tra il centrocampo e l’attacco»: copyright Juric 2021-’22.

    Un profilo di nuovo attuale

    Il belga, e questo si sa, si è scritto, si è ripetuto in queste ultime due settimane, è pronto a battere di nuovo i pugni sul tavolo del Leicester per riuscire una buona volta a liberarsi. A fine agosto la sua lotta finì nel nulla, si concluse con un pugno di mosche per l’intreccio “colposo” di due club distanti nel fatturato, ma anche nel balletto delle offerte e delle richieste. Troppo poco offrì il Toro, troppo continuarono a chiedere gli inglesi. Adesso ci risiamo: dopo mesi senza storia (Leicester nelle parti basse della classifica, Praet quasi sempre in panca con appena 2 presenze da titolare e 5 comparsate nei secondi tempi) e a fronte dei nuovi contatti tra Juric, Vagnati e il trequartista belga, il profilo di Dennis torna d’attualità per gennaio. E gli inglesi hanno già limato la cifra richiesta: ora sono scesi a 9 milioni di euro (8 più bonus come minimo, si può immaginare al momento), continuando a non prendere in considerazione un prestito con diritto di riscatto (nel caso, sì a un obbligo di acquisto non condizionato, invece).  

    Le cifre dell’accordo

    Ordunque, 9 milioni: questa è la cifra dispensata a quei procuratori e intermediari che hanno bussato per capire (in azione anche il Bologna, il Sassuolo e la Samp, che però non può andare oltre a un prestito con diritto, dati i guai societari e la crisi economica che attraversa). Emerge, ora, una disponibilità di Praet a favorire la ricerca di un accordo pure mettendoci del suo. E non poco. Anche perché il Torino non è disposto a raggiungere le cifre a oggi fatte baluginare dagli inglesi, valuta assai meno il belga proprio in considerazione della sua condizione ai margini. E tanto più avendo Dennis il contratto in scadenza già nel 2024, senza alcuna ipotesi di rinnovo. Nelle chiacchierate telefoniche più recenti con Vagnati, prima che il dt partisse per il Qatar, Praet ha dato la disponibilità ad abbassarsi decisamente l’ingaggio a costo di rimetterci parecchi soldi, così da venire incontro alle esigenze del Torino: che a gennaio cercherà un’intesa non solo con gli inglesi, ma anche col giocatore per sostituire il suo attuale contratto con uno tutto nuovo, vergato con l’inchiostro di Cairo.  

    La telenovela continua

    La durata al momento pianificata è di 3 anni e mezzo: dunque sino al giugno del 2026. In Inghilterra, “traducendo” la sterlina, Praet guadagna grossomodo 2,5 milioni netti di euro a stagione. Il Torino, però, vuole stare ben sotto quota 2. Più vicino a 1,5. Il belga ha compreso le problematiche che limitano il raggio d’azione di Vagnati. E si è detto disposto a scendere sotto i 2, anche se a tutto c’è un limite: uno sconto sino a 1,9 milioni netti a stagione, fors’anche 1,8 è nelle sue corde. Significa, da gennaio a giugno (6 mesi) una riduzione di circa 300 mila euro netti. A cui aggiungere altri 700 mila euro o giù di lì per la stagione 2023-’24, attualmente “coperta” dal contratto in essere col Leicester. Pur di tornare da Juric, insomma, Praet è pronto a rinunciare a una milionata di euro di qui a un anno e mezzo, rispetto a quanto guadagnerebbe se restasse in Inghilterra. Tant’è: andava detto, scritto, per sottolineare non solo le mire di Juric e il raggio d’azione di Vagnati, ma anche l’attivismo, l’impegno propositivo del belga. E così la telenovela Praet continua. 
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    Scirea, uomo e campione, unisce storia e filosofia della Juventus

    Giovani juventini, chiedete chi era Gaetano Scirea. Chiedetelo ai vostri genitori, a zie e zii, ai nonni, niente google stavolta, perché servono una voce e un racconto che seguano il filo delle emozioni, imboccando quando è il momento giusto il bivio per l’orgoglio, perché è lì che finisce ogni storia su Scirea, dove si sente più forte che in ogni altro luogo bianconero la fierezza del tifoso juventino. Scirea ha incarnato la juventinità più pura, ma nello stesso tempo l’ha definita attraverso la straordinaria coerenza con cui ha unito l’uomo e il calciatore, ovvero la persona meravigliosa che è stata e il campione che ha vinto tutto (nel senso letterale del termine). E qui si concentra l’unicità di Scirea che riesce a fondere la storia e la filosofia bianconere.Sullo stesso argomentoQuando fare l’antijuventino diventa un mestiereJuventus

    Un fenomeno autentico

    Scirea è, infatti, un campione. Un fenomeno autentico, perché innovativo nel suo ruolo in campo, dotato di un tecnica micidiale e di un’intelligenza calcistica superiore. Scirea era, per l’almanacco del calcio, un difensore, un libero per dirla con i nomi dei ruoli del suo calcio che oggi non c’è più. Ma Scirea si muoveva per tutto il campo e lo faceva con una dimestichezza totale: era difensore quando stava nella sua trequarti, era centrocampista quando organizzava il gioco avanzando a testa alta, era attaccante quando si faceva trovare in area avversaria, con tempismo da centravanti di esperienza. Aveva piedi educati e visione di gioco, anzi “comprensione del gioco”, che è ancora meglio: perché non si limitava a vedere l’azione, la capiva in anticipo e questo gli consentiva di fare sempre la scelta giusta.

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    Scirea mai espulso

    Mai espulso in carriera, difendeva con puntualità e pulizia impressionanti, senza mai dover ricorrere al fallo per fermare un attaccante. In compenso metteva in grande difficoltà gli avversari che lo dovevano gestire quando avanzava. Renato Zaccarelli, feroce avversario in campo e grande amico fuori (ai tempi in cui i giocatori di Juventus e Toro si odiavano sportivamente e si rispettavano umanamente), un giorno ha spiegato: «Era un bel casino quando lo vedevi partire palla al piede, perché non sapevi dove aspettarlo e come prenderlo. Se rinculavi ti fregava con un passaggio smarcante, se lo aggredivi poteva anche saltarti». Scirea era insomma un giocatore totale, perno della Juventus per quattordici anni e della Nazionale campione del mondo nel 1982, anche grazie alle sue prestazioni e giocate, non ultima quella che nella finale contro la Germania lo ha visto, lui difensore, gestire il pallone in area avversaria, scambiandolo con Gentile, prima di offrire a Tardelli la palla del 2-0 con la scioltezza di un trequartista.

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    L’eccezionalità di Scirea

    Scirea, dunque, è stato un campione. Un campione fenomenale, ma in fondo la Juventus e il calcio ne hanno avuti tanti di fenomeni. L’eccezionalità di Scirea è che racchiudeva questo campione in uomo educato, corretto, saggio e leale. Una persona che applicava sempre le vere regole dello sport, perché aveva imparato quelle della vita in una famiglia povera ma tenace, nella quale i valori della vita erano gli unici pilastri su cui costruire il resto. Si rischia sempre di scivolare sulla retorica quando si racconta lo Scirea uomo, di sembrare esagerati nello scolpire una specie di santo laico, perché la memoria smussa gli spigoli e sballa le proporzioni dei pregi, ma andate a parlare con chi lo ha conosciuto, con i compagni e soprattutto con gli avversari, con gli amici e con chi lo ha visto anche solo una sera. Tutti, nessuno escluso, cambieranno il tono della voce nel raccontare la loro storia su Scirea. Tutti, nessuno escluso, andranno sopra le righe per riuscire a farvi uscire come le hanno percepite le doti umane di Gaetano. Anche i tifosi delle altre squadre, perfino quelle che più odiano i colori bianconeri provavano rispetto per lui. «Ci insultavano sempre molto negli stadi avversari», racconta spesso Tardelli: «Ma nessuno riusciva a insultare Gaetano. Quando scendeva lui dal pullman, con il suo volto sereno, lo sguardo pulito che poteva incrociare con quello di chiunque, e c’era sempre un attimo di silenzio, poi ricominciavano con le urla».

    Guarda la galleryDa Bettega a Causio, quanti ex Juve al J-Museum per ScireaIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juventus Women-Como 1-1: Grosso non basta, Roma a +6

    VINOVO (Torino) – Dopo il pareggio per 1-1 in settimana contro l’Arsenal in Champions League, la Juve femminile di Joe Montemurro frena anche in campionato e pareggia 1-1 contro il Como di Sebastian de la Fuente, prima neopromossa a uscire con dei punti da Vinovo. Ad aprire la sfida è Julia Grosso che, al 21′, porta avanti le bianconere. Poco dopo Peyraud-Magnin è superlativa sul calcio di rigore di Rizzon: parata e si va negli spogliatoi con le padrone di casa avanti. Nella ripresa Cantore sfiora in più occasioni il raddoppio, ma poi è l’ex Chiara Beccari, dopo una grande azione personale, a fissare il risultato sul definitivo 1-1. Ora sono dunque 6 i punti di distanza dalla Roma capolista a quota 27.
    95′ – Juve-Como finisce 1-1: Beccari risponde a Grosso.
    85′ – Zamanian ha una grossa opportunità per riportare avanti la Juventus, ma il suo tiro dal limite finisce alto.
    68′ – Pareggia il Como con Chiara Beccari: l’ex della sfida scambia con una compagna, scarta un paio di avversarie e col sinistro fredda Peyraud-Magnin.
    63′ – Cantore è la più pericolosa delle bianconere: la numero 9 calcia da pochi metri, Beretta vola e mette in angolo.
    54′ – Tiro di Caruso rimpallato, il campanile finisce sulla testa di Cantore che, però, colpisce debolmente da ottima posizione e fallisce una ghiotta occasione per il 2-0. 
    45′ – Finisce il primo tempo: Juve in vantaggio sul Como grazie alla rete di Julia Grosso.
    39′ – Juve a centimetri dal raddoppio: errore della retroguardia avversaria, Julia Grosso ne approfitta ma il suo tiro viene parato da Beretta, la sfera finisce sui piedi di Caruso che serve Bonfantini che colpisce la traversa.
    34′ – Calcio di rigore per il Como: sul dischetto si presenta Rizzon che, però, si fa ipnotizzare da Peyraud-Magnin. Si resta sull’1-0 per le bianconere.
    21′ – Juve in vantaggio, la sblocca Julia Grosso che, sola davanti al portiere avversario, insacca: la sfera prima di oltrepassare la line bacia anche il palo.
    17′ – Annullata una rete pure al Como, anche in questa occasione per posizione di offside.
    15′ – Gol annullato alla Juve: Cantore calcia, Girelli devia in rete ma è in fuorigioco: l’assistente alza la bandierina e segnala l’offside
    10′ – Grandissima occasione per Sofia Cantore che da buona posizione calcia con il sinistro, ma la sua conclusione è deviata in angolo da un’avversaria.
    1′ – Tutto pronto al Vinovo Training Center per la sfida tra Juve e Como femminile. Novità di formazione con Girelli al posto di Bonansea, infortunatasi durante il riscaldamento.
    Juventus Women-Como: le formazioni ufficiali
    Juventus Women (4-3-3): Peyraud-Magnin; Lenzini, Rosucci, Sembrant, Lundorf; Caruso, Pedersen, Grosso; Bonfantini, Cantore, Girelli. All. Montemurro. 
    Como Women: (4-4-2): Beretta; Lipman, Pastrenge, Borini, Beccari; Cecotti, Karlernas, Hilaj, Pavan; Rizzon, Kubassova. All. De La Fuente
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