consigliato per te

  • in

    Tudor ci crede, Allegri no: Marusic condanna la Juve all’ultimo secondo!

    93′ – GOL DELLA LAZIO: lo strepitoso recupero difensivo di Bremer su Immobile non basta alla Juventus. Guendouzi, servito da Felipe Anderson, scodella in mezzo. Sekulov si perde Marusic che, di testa, segna il gol vittoria.

    87′ – Rasoiata di Luis Alberto deviata da Rugani: palla fuori di un soffio. Protesta lo spagnolo perché l’arbitro Colombo non concede il corner.

    86′ – Grande chance per la Lazio con Vecino che, dal limite, non inquadra lo specchio.

    84′ – Nella Lazio entra Luis Alberto: a fargli posto è Zaccagni.

    80′ – Allegri getta nella mischia Sekulov, all’esordio in Serie A, al posto di Kean. Juve con una sorta di 4-5-1, con Yildiz prima punta e il neoentrato della Next Gen largo a sinistra. Tudor risponde con Vecino e Guendouzi per Kamada e Cataldi.

    78′ – Angolo di Yildiz, svetta Bremer, ma Rabiot non riesce a deviare verso la porta.

    76′ – Palla insidiosa messa in mezzo da Kamada, Szczesny blocca.

    74′ – Ci prova Gila da fuori: palla alta.

    73′ – Immobile strappa il pallone a Rabiot, poi serve Marusic in mezzo: la deviazione di Bremer salva la Juve.

    71′ – Gran palla di Iling per Yildiz, ma la difesa della Lazio scherma il tiro. I biancocelesti ripartono in contropiede e l’esterno inglese spende un fallo: ammonito.

    68′ – Entra in campo Yildiz, esce Chiesa.

    66′ – Rabiot a terra dolorante tiene in apprensione i tifosi della Juventus. Il centrocampista francese, però, riprende il proprio posto nel centrocampo bianconero. Intanto, si toglie la pettorina Yildiz.

    65′ – Ci prova Felipe Anderson da fuori: palla alta.

    63′ – Allegri manda in campo Weah: a fargli posto è Cambiaso.

    60′ – Grande lavoro di Kean, che scatta per 30 metri fino sul fondo, ma è strepitoso l’intervento in chiusura di Gila.

    57′ – Doppio cambio in casa Lazio: l’ex Immobile e Isaksen prendono il posto di Pedro e Castellanos.

    55′ – Velleitario tentativo di Romagnoli da fuori area, palla in curva.

    53′ – Ancora Juve pericolosa con la sponda di Kean per Chiesa, ma la Lazio si salva in extremis.

    52′ – Grande occasione per la Juve con Iling che pesca Cambiaso sul secondo palo, ma Mandas respinge. McKennie serve poi Locatelli, ma il suo tiro viene murato.

    47′ – Cross teso di Felipe Anderson, Szczesny blocca e l’azione sfuma.

    46′ – Si riparte! Nella Juve ci sono Iling-Junior e McKennie al posto di De Sciglio e Miretti.

    45′ – Non c’è recupero, arriva il duplice fischio di Colombo: squadre negli spogliatoi per l’intervallo.

    43′ – Ancora Juve, ancora Chiesa: doppio passo su Felipe Anderson e destro a giro che, però, risulta troppo centrale.

    42′ – Sugli sviluppi del successivo corner, Bremer colpisce di testa, ma la sfera termina abbondantemente lontana dallo specchio.

    41′ – Prima occasione della Juve! Velo di Cambiaso, Rabiot serve Chiesa e il suo piattone destro è messo in angolo da Mandas.

    38′ – Kamada calcia fuori, ma è tutto inutile: il giapponese aveva commesso fallo su Miretti.

    33′ – Gran giocata di Kean in contropiede ma, tutto solo contro tre avversari, è costretto a rallentare e scaricare su un compagno.

    29′ – Fallo di Casale su De Sciglio, l’arbitro aspetta qualche secondo prima di fischiare punizione. Allegri protesta e si prende un giallo.

    27′ – Gran lavoro di Kean, che si gira, parte e cambia gioco per Chiesa. L’ex viola viene fermato al limite dell’area.

    26′ – Ancora Lazio! Felipe Anderson calcia sul primo palo, Szczesny respinge in tuffo. Juve in difficoltà.

    22′ – Leggerezza di Szczesny, che tenta un pallonetto su Pedro. L’ex Roma, però, intercetta la sfera e serve Zaccagni, il quale gira per Kamada: a porta sguarnita, il giapponese – chiuso da tre calciatori – sbatte contro il muro bianconero.

    21′ – Gran filtrante di Felipe Anderson per Castellanos, il tiro dell’argentino sul primo palo dà solo l’illusione del gol.

    17′ – Fiammata della Lazio, Castellanos calcia di prima intenzione sotto le gambe di Bremer: palla fuori di un soffio.

    16′ – Marusic scappa sulla corsia destra, ma sul suo traversone – sporcato – Castellanos non arriva per poco.

    10′ – Sugli sviluppi della punizione guadagnata da Chiesa, lo stesso esterno figlio d’arte pesca sul secondo palo Bremer, ma il suo colpo di testa si spegne sul fondo.

    8′ – Szczesny dribbla Castellanos, poi lancia Chiesa sull’out sinistro. La volata dell’ex Fiorentina è fermata solo da un intervento irregolare di Kamada.

    4′ – Il primo tiro della partita porta la firma di Kamada: palla in curva.

    1′ – Partiti! Allo stadio Olimpico è inizata Lazio-Juventus.

    Dove vedere Lazio-Juventus: diretta tv e streaming

    La partita tra Lazio e Juventus è in programma alle ore 18 allo stadio Olimpico di Roma e sarà visibile in diretta esclusiva su Dazn.

    Lazio-Juventus, formazioni ufficiali

    LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Gila, Romagnoli, Casale; Felipe Anderson, Kamada, Cataldi, Marusic; Pedro, Zaccagni; Castellanos. Allenatore: Tudor.A disposizione: Sepe, Renzetti, Hysaj, Patric, Ruggeri, Guendouzi, Coulibaly, Luis Alberto, Immobile, Saná Fernandes, Isaksen, Diego Gonzalez.

    JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Bremer, Danilo, Rugani, De Sciglio; Miretti, Locatelli, Rabiot; Cambiaso, Chiesa, Kean. Allenatore: Allegri.A disposizione: Perin, Pinsoglio, Iling-Junior, Rugani, Djalò, Nonge, Nicolussi Caviglia, McKennie, Weah, Yildiz, Sekulov.

    ARBITRO: Colombo. ASSISTENTI: Preti-Vecchi. QUARTO UOMO: Marchetti. VAR: Mazzoleni. AVAR: Chiffi.

    Lazio-Juventus, scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

  • in

    Torino-Monza, Milinkovic Savic e Di Gregorio: la porta per l’Europa

    Milinkovic-Savic e Di Gregorio i jolly di Juric e Palladino
    Serve la gara perfetta, a Toro e Monza, per conquistare tre punti che a questo punto del campionato hanno il peso specifico del piombo. Juric e Palladino la stanno preparando nei minimi dettagli, cucendo distanze, sviluppando azioni pericolose su calcio da fermo, trovando nuove soluzioni per arrivare alla conclusione. Che potrà essere vincente o meno in base all’incisività del tiro stesso, ma anche in virtù della reattività in porta di Milinkovic-Savic e Di Gregorio, rispettivamente a guardia della porta granata e biancorossa.
    Indubbiamente due portieri fin qui protagonisti di una stagione positiva. Il numero 32 del Torino non ha ancora cancellato tutti i difetti evidenziati prima di questo campionato, tuttavia ha inequivocabilmente migliorato il proprio rendimento, mentre Di Gregorio ha confermato, e anzi rinforzato l’ottima impressione che di lui si aveva avuta già nel 2022-23, annata del debutto in Serie A per il ventiseienne di Milano.
    Il quale in questo torneo è al secondo posto per numero totale di parate: sono 94, tre in meno di Falcone del Lecce che ne ha collezionate 97, e 7 in più di Montipò del Verona che è a quota 87. Chi occupa la quarta piazza? Milinkovic, autore di 84 interventi. Una statistica che premia i portieri che saranno avversari sabato: se è consequenziale che chi lotta per le ultime posizioni riceva tanti tiri in porta, e possa essere al vertice di questa speciale classifica, è invece più difficile occupare le prime posizioni se si gioca in squadre di media, alta classifica che tendenzialmente ricevono meno conclusioni.
    Pericolo trequartisti per il portiere del Toro
    Ma se per numero di parate totali è il serbo a inseguire il collega che lotta per entrare nel gruppo azzurro, per quanto riguarda i clean sheet, cioè le partite chiuse senza incassare gol, i fattori si invertono. La distanza è comunque minima: Milinkovic ha chiuso la porta per tutta la partita in 14 occasioni, a fronte delle 13 gare senza incassare reti terminate da Di Gregorio.
    Che appunto spera nell’attenzione nei suoi confronti da parte di Spalletti, a differenza di Vanja che invece è solitamente titolare del ruolo nella Serbia. O meglio, è risparmiato da Stojkovic quando la nazionale è impegnata in amichevole, mentre è regolarmente titolare quando i serbi sono impegnati in qualche competizione (nei due test appena disputati contro Russia e Cipro è rimasto in panchina).
    Diciotto, fino a qui, le presenze con la selezione del proprio paese da parte di Milinkovic, e 22 i gol subiti (5 le sfide chiuse senza subire alcun gol). I pericoli maggiori per il portiere del Torino – guardando al percorso del Monza – arriveranno dai trequartisti. Il miglior marcatore della squadra di Palladino è Colpani con 7 reti, ma dietro al centravanti unico che con larga probabilità sarà Djuric – ancora alla ricerca del primo gol nel Monza – ci sono anche Mota Carvalho con 4 gol e Maldini con 3. E Colpani, Mota e Maldini dovrebbero essere proprio i titolari alle spalle di Djuric.
    Decisamente prolifica, però, anche la stagione di Pessina, capitano dei brianzoli che in questo campionato ha segnato 5 volte. Il grande pericolo per Di Gregorio, invece, è ovviamente rappresentato da Zapata (10 reti, 9 nel Toro e una con l’Atalanta). Detto che Vlasic, tornato al gol a Udine, ha la ferma intenzione di aumentare sensibilmente il proprio apporto in fase realizzativa, da qui alla fine (con quella ai bianconeri il croato è salito a 3 reti). LEGGI TUTTO

  • in

    Torino, nuovo tecnico e mezza rivoluzione: Vagnati ne cerca già otto

    Nelle sue conversazioni, saltellando da un procuratore all’altro, Vagnati comincia a stendere l’elenco della spesa: un viceportiere, un paio di difensori centrali di cui almeno uno necessariamente di piede mancino, un esterno sinistro, un esterno destro, una mezzapunta versatile e almeno un giovane attaccante, ma meglio due di esperienza e qualità differente. «D’accordo, Davide. Qualche idea per voi potrei anche già averla. Ma chi sarà l’allenatore? Avete già deciso?». No, al Toro non hanno ancora deciso. L’unica indicazione emersa chiaramente, fino a prova contraria, riguarda la fine del rapporto con Juric.
    Juric, futuro in bilico al Torino
    L’allenatore croato è sempre più chiacchierato quanto a un suo possibile trasloco all’estero. In Inghilterra, in particolare. Si era anche parlato, tempo fa, dell’interesse del West Bromwich, società che però non sa ancora in quale campionato militerà nella prossima stagione. Al momento è quinta nella Championship, la B inglese, con 8 punti di vantaggio sulla prima formazione esclusa dai playoff, l’Hull City, settimo. La disputa degli spareggi per la promozione in Premier farà chiarezza. E influenzerà anche le trattative con Juric. D’altra parte in Italia, al momento, non si intravedono grandi piste per Ivan. Anche perché, dal suo (legittimo) punto di vista, il tecnico spalatino non intende certo scendere dal piedistallo che si è costruito con merito in questi ultimi 5 anni, dal biennio a Verona al triennio in granata. Una riflessione che va fatta pensando sia alle ambizioni di Juric sia alla media dei suoi ultimi emolumenti (dai 2 milioni in su a stagione). Non risulta che Juric nelle ultime settimane abbia mandato segnali volti a innaffiare i rapporti nell’ottica di un prolungamento del contratto in scadenza a giugno.
    I possibili sostituti di Juric
    E, parimenti, da tempo in società non si scorge un interesse a ricucire i destini, al di là di certe dichiarazioni di facciata. Difatti si guarda già decisamente altrove. Vedasi Palladino: che però, restando in coda, mira a una big (Juventus, Milan, Napoli). Vanoli, tecnico rivelazione del Venezia secondo in B, è un’alternativa. Come Gattuso, più volte in passato vicino al Torino, reduce dall’esonero a Marsiglia. Decisamente sullo sfondo, Dionisi. Ma è ancora tutto prematuro: troppe le variabili, dentro e fuori dal Torino. Questione anche di effetto domino, visto l’ampio numero di panchine e allenatori chiacchierati sul mercato. Per cui Vagnati, che pure ha ben chiara nella sua testa una scaletta riferita ai possibili tecnici da Toro, tra preferenze e realistiche possibilità, deve navigare a vista sul mercato, in questa fase. Nemmeno escludendo la possibilità che, con un nuovo allenatore, si cambi anche il modulo tattico di riferimento (il primo bivio chiave: difesa a 3 o a 4?). Però determinate riflessioni anche con Cairo si sono già sviluppate. Tenuto conto, in primo luogo, che mezza rosa, grossomodo, è in bilico.
    Calciomercato Torino, sarà rivoluzione?
    Per dire: in porta, ferma restando l’attuale volontà dei vertici granata di andare avanti con Vanja, manca quantomeno un secondo (i giovani Popa e Passador sono destinati al prestito, mentre Gemello è in scadenza). A destra, ammesso e non concesso che resti il sempre più brillante Bellanova (si veda anche l’esordio di ieri sera in nazionale), Vojvoda è in bilico e va individuato un nuovo esterno. A sinistra, in questa stagione, Lazaro non ha affatto convinto: un nuovo fluidificante di qualità serve come il pane pure sulla sua fascia. Mentre in difesa partirà Rodriguez, in scadenza. Ammesso e non concesso (dobbiamo ripeterci) che resti Buongiorno, la priorità è un marcatore di piede mancino da aggiungere a Masina (riscatto più che probabile): e le ultime notizie su Pirola (sinistro naturale) si collocano in tale scenario. Praticamente scontata la permanenza di Schuurs (che tornerà in campo solo con la preparazione di luglio: non può avere un mercato intrigante, in quest’ottica). Andrà via anche Djidji, pure lui in scadenza come Rodriguez. Sazonov potrebbe restare, ma solo come riserva. Per Lovato il Torino non ha alcuna intenzione di spendere ben 4,5 milioni per acquistarlo dalla Salernitana.
    Torino, la situazione in attacco e a centrocampo
    Discorso che vale anche per Okereke, saltando all’attacco: riscatto da oltre 4 milioni, il nigeriano dovrebbe disputare un gran finale di stagione e la Cremonese provvedere a chissà quali sconti. In avanti, il giovane Kabic dovrà essere mandato in B a farsi le ossa. Vagnati ha poi intenzione di mettere sul mercato Pellegri (come già a gennaio) e di sostituirlo con un’altra giovane punta di belle potenzialità. Il Torino è anche pronto a valutare offerte per Sanabria: nel caso, avanti con un nuovo ingresso al suo posto (indicative le nuovi voci per Saldanha del Partizan, per esempio). Oggi come oggi, in attacco l’unico punto fermo ci pare Zapata. Che però tra pochi giorni compirà 33 anni. E fisicamente, muscolarmente, va gestito con attenzione quotidiana. Dovrebbe poi restare Vlasic, in assenza di offerte superiori ai 13 milioni.  Ma un’altra priorità già scontata è pure l’ingaggio di un jolly offensivo (mezzapunta, trequartista o ala: dipenderà dal modulo. Intanto si è riaperta la pista Laurienté del Sassuolo). E a centrocampo? Ammesso e non concesso (anche qui) che restino sia Ricci sia Ilic, con Tameze e Gineitis la mediana sarebbe composta. In bilico è Linetty. Ma, da qualche parte, almeno una gran plusvalenza dovrà uscire sulla base dei dettami presidenziali, pescando tra i gioielli di questa stagione. E per Ricci, Ilic, Buongiorno e Bellanova i veri giochi si faranno dopo gli Europei, tanto più in considerazione che 3 su 4 (l’unico out ci pare il centrocampista italiano) appaiono già destinati a disputarli: una vetrina straordinaria, sulla carta, per i giocatori e per Cairo. LEGGI TUTTO

  • in

    Il Torino torna su Saldanha: idee mercato tra Sanabria, Zapata e Bonny

    Attacco granata: chi va e chi resta
    In tal senso e guardando alla prova di Udine è in questo momento Okereke la miglior spalla del sudamericano. Ma va riscattato e i 4 milioni stabiliti a gennaio con la Cremonese sono ritenuti troppi. Pellegri nel Toro non ha trovato la vena realizzativa, e a questo punto è bene vada a giocarsela altrove e possibilmente da titolare. Resta Sanabria: ha rinnovato e a inizio stagione era un inamovibile, ma ha segnato soltanto 4 gol e tatticamente non è il miglior compagno di Zapata. Tutt’altro che da escludere, quindi, la possibilità che dal Fila finiscano per andarsene ben tre attaccanti, a fine stagione. 
    Bonny e Saldanha sul taccuino di Vagnati
    Anche alla luce di questa prospettiva si legge l’attivismo di Vagnati, attento a più soluzioni per provvedere a quella che si annuncia come una probabile rivoluzione. Su Tuttosport di ieri si è dato conto dell’interesse per Bonny (21 anni da compiere), promessa del Parma con il talento per gli assist che ha una valutazione di poco inferiore ai 10 milioni. Un investimento importante, ma che il Toro potrà decidere di mettere a bilancio per dotarsi di un prospetto dal presente brillante e dal futuro potenzialmente dorato.
    Nell’immediato servirebbe però anche il giocatore più esperto: per questo il dt granata è tornato a sondare il terreno per Saldanha, centravanti brasiliano che nel Partizan sta segnando gol a raffica, ben 16 in 22 partite del campionato serbo. Costa come Bonny, qualcosa in più visto che il club di Belgrado chiede 10 milioni e non è intenzionato a effettuare sconti. Alto, ma all’interno dei parametri della società granata lo stipendio, fissato in un milione e mezzo netto l’anno. Il conto totale per i due cartellini, prevedendo cioè di prendere sia Saldanha che Bonny, fa 20 milioni.
    Sanabria e l’ipotesi cessione
    Metà dei quali potranno entrare dalla cessione di Sanabria. Elemento fin qui venuto un po’ a mancare, in quella che invece sarebbe dovuta essere l’annata della sua conferma, dopo le 12 reti della scorsa Serie A. Mentre se i granata faticano a entrare nelle prime otto posizioni della classifica, è anche e soprattutto a causa dei pochi gol messi a disposizione dal paraguaiano e da Vlasic (parzialmente riscattatosi con la rete di Udine).
    Chiaro che i gol di Saldanha – comunque realizzati in un campionato più modesto di quello italiano – ingolosiscano la dirigenza granata, alla feroce ricerca di un bomber da doppia cifra da schierare assieme a Zapata. Il Torino ha già provato a dare corpo alla coppia di attaccanti a gennaio, ma l’offerta formulata da Vagnati, e vincolata al tetto di spesa al tempo imposto da Cairo, non fu ritenuta sufficiente: 5, i milioni che erano stati messi sul piatto per arrivare a Saldanha.
    Ne servono il doppio, per accettare una ponderata scommessa: mantenendo il livello di reti attuali il brasiliano vedrebbe in breve tempo andare alle stelle la valutazione del proprio cartellino, ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal balzo tra il torneo serbo e quello italiano. Sapesse adattarsi in fretta, i 10 milioni chiesti dal Partizan andrebbero stanziati e anche in tempi brevi. Una cifra analoga serve pure per arrivare a Laurienté, attaccante esterno del Sassuolo già seguito dal Torino. LEGGI TUTTO

  • in

    Attacco Toro, si cambia! Intriga Bonny, rivelazione del super Parma: sondaggi

    Grande e grosso: come Duvan Zapata. A essere precisi, è alto un centimetro in più, un metro e 89 contro uno e 88, la statura del colombiano. Quell’altra, di statura, è ovviamente imparagonabile: parliamo delle qualità da bomber e da trascinatore dimostrate da Zapata in due lustri, della sua carriera feconda, dei gol (136 in 11 anni d’Italia), dei successi (una Coppa Italia e una Supercoppa nostrana), dell’esperienza e della personalità da leader riconosciuto. Al confronto, Ange-Yoan Bonny, 20 compiuti a ottobre, è ancora “soltanto” un virgulto. Ma che virgulto! E con un futuro brillante davanti agli occhi.
    Mercato Torino, Bonny nel mirino
    Davide Vagnati lo ha messo nel mirino. Anche il dt del Torino: meglio precisare subito. Perché da tempo stanno ronzando attorno al centravanti rivelazione del superParma, primo in Serie B con una marcia da record (65 punti in 30 partite, +27 di differenza reti), anche il Napoli, già dall’autunno, e il Bologna di Giovanni Sartori, ds con l’occhio non lungo, ma lunghissimo. Resta il fatto che, adesso, anche Vagnati ha già ripetutamente affrontato la questione, avviando pure una serie di sondaggi con l’entourage dell’attaccante, assistito dal potente e ramificato gruppo internazionale che fa capo a Federico Pastorello. Insomma, il dt del Torino è chiaramente uscito allo scoperto: anche lui all’inseguimento di questo centravantone francese di origine ivoriana.
    La carriera di Bonny
    Bonny è cresciuto in Francia nel Châteauroux, sino a esordire da minorenne nella Serie B transalpina, la Ligue 2 (5 presenze e una rete nella stagione 2020-’21). Il grande salto 3 anni or sono, quando (una volta liberatosi dal suo club da svincolato, col cartellino in mano) venne arpionato con grande lungimiranza dal Parma, capace così di prenderlo gratis. E oggi il ragazzone nato a Aubervilliers, alla periferia della grande Parigi, vale già tra 9 e 10 milioni, realisticamente. Ex nazionale francese under 19 e poi 20 (complessivamente, 9 gettoni e 5 gol), Bonny ha man mano scalato le gerarchie nel Parma. Classe 2003, approdato in Emilia quando ancora era 17enne, ha vissuto le sue prime due stagioni da riserva, conquistando comunque 13 presenze nel suo primo anno e 28 nel secondo, tra il campionato (sempre in B, con un gol) e la Coppa Italia. In questa stagione, invece, l’esplosione vera e propria, fulgida: 28 presenze in B di cui 22 da titolare (e 3 partite in Coppa Italia con altrettanti gol), soffiando letteralmente il posto (e pure in fretta) a sua maestà (al confronto) Antonio ?olak, 30enne tedesco ma ex nazionale croato, giramondo e con un pedigree da esperto goleador.
    Bonny, ‘pivot’ del Parma
    Nel 4-2-3-1 di Fabio Pecchia, Bonny è il pivot, il terminale, il punto di riferimento, il centravanti boa capace con le sue progressioni, il gran fisico, la potenza e la sua statura di spaccare le difese, a tratti facendo persino reparto da solo, segnando, ma soprattutto facendo segnare. In questo campionato l’ha buttata dentro solo 3 volte, ma il suo contributo per l’economia del gioco offensivo del Parma è eccelso: basti dire che con i suoi movimenti da ariete e le sue sponde (aeree o palla a terra) ha creato 9 assist gol per i compagni. Deve crescere tecnicamente, maturare, affinare la versatilità tattica, diventare più prolifico e in parte “sgrezzarsi”: ma ha solo 20 anni, è ovvio che sia così. D’altra parte che abbia qualità lo certifica anche il fatto che tra il 2020 e il ‘21 pure alcuni club della Premier e, in Italia, il Milan e la Juventus lo avessero seguito con interesse. Pur senza avere ancora in mano il cartellino del nuovo allenatore per il dopo-Juric, Vagnati sta già portandosi avanti in vista della scontata rivoluzione che subirà l’attacco. Di qui le mosse (anche) per Bonny, uno dei giovani attaccanti in azione sul suolo italiano che più stanno intrigando il dt nel rapporto prezzo/qualità (e potenzialità, naturalmente).
    Calciomercato Torino, le mosse in attacco
    D’altra parte, resterà Zapata (33 anni ad aprile, obbligo d’acquisto), finirà sul mercato Pellegri (Bonny sarebbe il suo sostituto diretto, in tale ottica), idem il rientrante Karamoh (ora in prestito al Montpellier) e vivrà un’estate a dir poco in bilico Sanabria. Mentre la seconda punta Okereke potrebbe venir riscattato solo se disputasse uno straordinario finale di stagione e se poi la Cremonese (dove il ragazzo non intende tornare) accettasse di ridurre grandemente il diritto di acquisto, ben sotto i 4 milioni statuiti a gennaio. LEGGI TUTTO

  • in

    Dramma Fiorentina, Joe Barone non ce l’ha fatta: calcio italiano in lutto

    Joe Barone e il legame con Commisso
    Nato a Pozzallo, in provincia di Ragusa, il 20 marzo 1966. Dalla Sicilia, all’età di 8 anni, insieme alla famiglia si trasferisce in America. Qui, dopo aver terminato i suoi studi, prima lavora in un istituto bancario, poi l’incontro decisivo per la sua carriera, quello con Rocco Commisso. Inizialmente Barone lavora per la società di Commisso, la Mediacom, nel corso degli anni diventa sempre più il suo uomo ombra. Soprattutto quando Commisso decide di investire nel calcio. E così nel 2017, dopo l’acquisizione dei New York Cosmos da parte dell’attuale patron viola, Barone è il vicepresidente della squadra statunitense. Nel 2019 il ritorno in Italia. Sempre con Rocco Commisso, sempre nel mondo del calcio. Questa volta, però, con la Fiorentina. Commisso vuole Joe Barone come dg del club. Insieme, in questi anni, due finali perse (una di Coppa Italia contro l’Inter e una di Conference League contro il West Ham) e il sogno quarto posto Champions accarezzato, ma mai realizzato, grazie al gioco dato alla squadra dal tecnico, Vincenzo Italiano. Il suo più grande progetto è il ‘Viola Park’, nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli inaugurato lo scorso anno. La morte di Joe Barone è l’ultimo dramma vissuto in casa viola negli ultimi anni. Il 4 marzo 2018, a poche ore dalla sfida di campionato contro l’Udinese, moriva il capitano viola Davide Astori stroncato da una cardiomiopatia aritmogena. Anche lo storico presidente del club gigliato, Mario Cecchi Gori, morì nel 1993 a causa di un infarto. Stessa sorte per un altro ex presidente viola, Pier Cesare Baretti. Artefice dell’acquisto di Roberto Baggio, Baretti morì il 5 dicembre del 1987 in un incidente aereo avvenuto sulle montagne di Piossasco, in provincia di Torino. 
    Il comunicato della Fiorentina
    Questo il comunicato della Fiorentina: “Con un dolore profondo e immensa tristezza, la Fiorentina oggi perde un suo punto di riferimento, una figura che ha segnato la storia recente del Club e che non sarà mai dimenticata. Il Direttore Generale Giuseppe Barone, dopo il malore occorso domenica, è venuto a mancare oggi presso l’ospedale “San Raffaele” di Milano. Rocco Commisso e la sua famiglia, Daniele Pradè, Nicolas Burdisso, Alessandro Ferrari, Vincenzo Italiano, Cristiano Biraghi e tutta la Fiorentina sono distrutti per la terribile perdita di un uomo che ha offerto la sua grande professionalità, il suo cuore e la sua passione per questi colori, di un amico disponibile e sempre vicino in tutti i momenti, sia quelli più felici e, soprattutto, quelli più difficili. Tutto il mondo viola si stringe in un abbraccio commosso alla moglie Camilla, ai suoi figli e a tutta la famiglia Barone in questo momento di enorme sconforto”. LEGGI TUTTO

  • in

    Bremer, compleanno con sorpresa: arriva la chiamata del Brasile

    Il Brasile ha ufficializzato i convocati per le prossime amichevoli contro Inghilterra e Spagna del prossimo 23 e 26 marzo. Il ct Dorival Junior in conferenza stampa ha annunciato anche la presenza in lista di Bremer, in precedenza escluso, al posto dell’infortunato Gabriel, difensore dell’Arsenal. Una bel regalo nel giorno del suo compleanno (27 anni), che non poteva festeggiare con una notizia migliore. Non solo l’ex Torino, ci sarà anche Danilo, come rappresentante della Juve, per i prossimi impegni della Nazionale. LEGGI TUTTO

  • in

    Giua, il giallo a Cambiaso inspiegabile. E Spence su Chiesa?

    Inter-Napoli: La Penna da internazionale
    Continua l’ascesa di La Penna, al terzo big match stagionale. Ormai il designatore Rocchi lo impiega come se fosse un internazionale. L’arbitro assegna un rigore nel primo tempo per un intervento di Rrahmani su Thuram. Decisione corretta, annullata subito dopo per posizione di fuorigioco nel corso dell’azione. Sul gol del Napoli: i replay non chiariscono se il calcio d’angolo da cui scaturisce il colpo di testa di Juan Jesus sia giusto (da alcuni replay l’ultimo tocco sembra di Di Lorenzo e non di Darmian). Il Napoli reclama un tocco di braccio di Darmian, ma l’esterno impatta di coscia. Bravo qui il direttore di gara a sedare le proteste col dialogo.
    Barella, solo un richiamo. Lobotka ruvido
    Nel finale due episodi nell’area del Napoli che accendono gli animi. L’ultimo riguarda l’intervento di Rrahmani su Thuram, il difensore devia con la punta dello scarpino il pallone, che acquisisce tutta un’altra traiettoria. Restano dubbi invece sul precedente contatto Meret-Thuram: l’attaccante sembra arrivare prima sul pallone, ma comunque lo scontro non pare da calcio di rigore. Corrette le sanzioni disciplinari: saranno tre i gialli totali, due per l’Inter (Pavard e Barella) e uno per il Napoli (Lobotka). A inizio match l’arbitro si limita al richiamo per Barella, che interviene su Traorè. Davvero ruvido l’intervento di Lobotka su Thuram, ma non ci sono gli elementi per una sanzione più severa. LEGGI TUTTO