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    Roma, l’ultima finale di Coppa Uefa nel 1991 contro l’Inter: i giocatori

    Era la Roma di Ottavio Bianchi, che si giocò la Coppa Uefa 1990-91 contro l’Inter del Trap nella doppia finale giocata a Milano (l’andata vinta 2-0 dall’Inter) e Roma (1-0 giallorosso). Ma chi c’era in campo e cosa fanno oggi quei giocatori? Ci sono tanti dirigenti, allenatori ed ex allenatori (in panchina anche in Grecia, Turchia o Libano), opinionisti, un imprenditore ma anche ristrutturatore di stadi e… l’ambasciatore del footvolley
    ROMA IN FINALE, LO SPECIALE LEGGI TUTTO

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    Roma, tutti i gol nell’Europa League 2022-2023: da Ludogorets alla finale di Budapest

    Il prossimo 31 maggio alla Puskas Arena di Budapest la Roma di Mourinho si giocherà contro il Siviglia l’Europa League, andando alla caccia di una doppietta (dopo la Conference di Tirana) a dir poco storica. Un cammino, quello dei giallorossi, cominciato l’8 settembre scorso sul campo del Ludogorets che ha portato gli uomini di Mourinho a giocare 14 partite e segnare 20 gol. Guardiamoli tutti LEGGI TUTTO

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    La Roma piange, il Siviglia non ride: ko 2-1 in casa col Real Madrid

    Siviglia rimontato dal Real Madrid
    Dopo 3′ Rafa Mir porta subito avanti un Siviglia ancora speranzoso di poter rientrare nei posti Europa del campionato. Gli andalusi resistono agli attacchi degli uomini di Ancelotti, ancora con Vinicius a riposo dopo la bufera che ha travolto la Liga per i cori razzisti ricevuti a Valencia, ma al 29′ cedono con Rodrygo che trova il pari. Nella ripresa il gioiellino brasiliano completa la rimonta al 66′, il Siviglia ci prova ma non riesce a trovare il nuovo pari e perde Acuna a 10′ dalla fine che riceve un rosso diretto. Termina 2-1 per il Real, il Siviglia si prepara per la finale contro la Roma. LEGGI TUTTO

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    Clamoroso Bayern: vince il titolo e caccia Kahn e Salihamidzic!

    Neanche il tempo di festeggiare per il titolo e in casa Bayern Monaco già sono state prese le prime decisione per il futuro del club. Il club ha deciso di sollevare dall’incarico Oliver Kahn (amministratore delegato) e Hasan Salihamidzic (direttore sportivo), i due volti principali di questa stagione dei tedeschi. Questa la nota ufficiale: “Oliver Kahn non è più amministratore delegato dell’FC Bayern München AG. Verrà ricoperta anche la posizione del direttore sportivo Hasan Salihamidži?. Lo ha deciso il consiglio di sorveglianza dei campioni tedeschi di record. Jan-Christian Dressen, 55 anni, subentrerà a Kahn. Il successore di Hasan Salihamidzic è ancora in fase di definizione”. LEGGI TUTTO

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    Dybala, segnali positivi verso Siviglia-Roma: le ultime news

    Cauto ottimismo sul recupero di Dybala. La speranza di Mourinho rimane quella di poterlo utilizzare per i 15-20′ finali. Titolare sarà invece Lorenzo Pellegrini, abituato a giocare sul dolore e a non tirarsi mai indietro. Partirà dalla panchina invece Spinazzola, mentre El Shaarawy, non solo per il gol a Firenze, si candida a un posto da titolare.

    7 gol in campionato e 2 in Europa per il Faraone. Una rete ogni 255′. Tra gli attaccanti solo Dybala (un gol ogni 146′) ha una media realizzativa migliore. Non a caso El Shaarawy potrebbe prendere dall’inizio proprio il posto di Dybala, accanto a Pellegrini, schierando un solo centravanti: Abraham. 3-4-2-1 il sistema di gioco, con Zalewski esterno a sinistra e Celik a destra. Il Siviglia arriva alla finale dopo aver eliminato Manchester United e Juventus.

    La Roma ci arriva con una sola vittoria nelle ultime 8 partite, quella pesantissima all’Olimpico contro il Bayer Leverkusen. Pagando in campionato turn over, stanchezza e tanti infortuni. Ma a Budapest rivedremo l’esperienza e lo spessore internazionale di alcuni leader fondamentali. Come Matic e Cristante a centrocampo, Rui Patricio in porta, Smalling e Mancini in difesa, Pellegrini alle spalle di Abraham. Giocatori determinanti, come si era già visto a Tirana, a gestire l’enorme pressione di un trofeo internazionale. LEGGI TUTTO

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    Roma-Siviglia, Monchi: “La Roma è nel mio cuore, volevo questa finale”

    L’ex dirigente giallorosso ora tornato a Siviglia: “Se mi avessero chiesto contro chi avrei voluto giocare la finale, avrei detto la Roma. Se guardo indietro cambierei sicuramente qualcosa, dovevo capire meglio la Roma e l’ambiente. Credo sia mancata conoscenza e tempo, ma è una mia responsabilità. Mourinho? Allenatore top, come normale per una squadra top”
    LO SPECIALE SULLA FINALE ROMA-SIVIGLIA

    “Se mi avessero chiesto contro chi avrei voluto giocare la finale, avrei detto la Roma, mi ritornano in mente tanti momenti che ho vissuto lì”. Perché la finale di Budapest sarà anche la partita di Monchi. Una vita al Siviglia, il dirigente delle vittorie in Europa. E i due anni (in realtà poco meno di due) alla Roma, la semifinale di Champions dopo l’eroica rimonta col Barcellona e la separazione a marzo del 2019. Oggi Monchi è di nuovo alla guida del club della sua vita: “Sono felicissimo, dopo una stagione sofferta abbiamo raggiunto la finale”. Perché il Siviglia è passato da Lopetegui a Sampaoli, fino a Mendilibar, che aveva preso in mano la squadra a marzo in piena lotta per non retrocedere. Ora il club è a metà classifica e lui sfiderà il proprio passato nella finalissima: “Sono ormai quattro anni che sono andato via da Roma e ho avuto tempo di pensare a quello che è successo – ha detto lo spagnolo -. Sicuramente cambierei qualcosa, ho provato a fare il meglio possibile ma ho sbagliato. Dovevo capire meglio la Roma e l’ambiente”.

    “E’ mancata conoscenza e tempo”
    Monchi prosegue sulla sintonia del suo passato giallorosso: “Credo che sia mancata un po’ di conoscenza, e di tempo per essere io. Al 95% è stata una mia responsabilità. Forse oggi sarebbe più facile. Qualcosa di mio nella Roma? No, la Roma è troppo grande per dire che è qualcosa di tuo”. Diversa storia al Siviglia: “Lavoro qui da ventiquattro anni, il tempo nella vita è fondamentale, così come lo è nel calcio. Prima della sosta del mondiale eravamo in zona retrocessione e io non avevo problemi. C’era fiducia”.

    “A Roma anche momenti bellissimi”

    Eppure la sua storia nella capitale è stata anche positiva. Nel 2017-18, al primo colpo, fu storica semifinale di Champions: “Non mi piace parlare di quello che ho fatto bene o di quello che ho fatto male, per me la cosa più importante è l’aver lavorato con onestà. Se penso alla Roma penso che ci sono stati due momenti: benissimo alla prima stagione, la seconda invece è stata più brutta. Nel 2017-18 ho vissuto momenti bellissimi come la semifinale contro il Liverpool o la notte della rimonta col Barcellona. C’erano i tifosi che mi aspettavano per portarmi a casa, Roma è nel mio cuore. Portare felicità ai tifosi è la cosa che conta di più”. Poi sui singoli: “Pallotta? Quando penso a lui sono grato per avermi portato a Roma. Di Francesco? Il rapporto con la proprietà non era il migliore possibile, per questo mi sono fermato”. E su Totti: “Di lui posso solo parlare bene, mi ha aiutato tanto, lo avevo sempre al mio fianco. Francesco è Francesco, nessuno può cambiarlo”. LEGGI TUTTO

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    Caso Vinicius, ridotta la squalifica per la curva del Valencia

    MADRID (Spagna) – La Corte d’appello della Federcalcio spagnola ha accolto parzialmente il ricorso del Valencia, riducendo da cinque a tre partite la chiusura della tribuna Mario Kempes del Mestalla, sanzionata per i cori razzisti contro Vinicius durante la gara col Real Madrid di domenica scorsa. Ridotta anche l’ammenda, che passa da 45 mila e 27 mila euro. Il Valencia ha comunicato con una nota ufficiale di aver individuato il responsabile ma non si accontenta e annuncia un ulteriore ricorso al Tribunale amministrativo dello Sport. Intanto l’autorità giudiziaria ha aperto un’indagine sugli insulti al brasiliano, convocando i tre spettatori che sono stati fin qui arrestati in relazione a quanto accaduto. I giocatori del Real Madrid, come successo con i colleghi del basket, hanno vestito la maglia del brasiliano durante il riscaldamento dell’ultima partita vinta poi contro il Rayo. LEGGI TUTTO

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    Finale Roma-Siviglia, tifoso giallorosso salta laurea figlia per andare a Budapest

    “Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male. Mercoledì mi laureo in biologia, ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League tra Roma e Siviglia a Budapest. Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio”. Questo è lo sfogo di una ragazza, raccolto dalla trasmissione radiofonica, “I Lunatici” in onda su Rai Radio Due. La squadra di Mourinho, il prossimo 31 maggio, si gioca la finale di Europa League contro gli andalusi, a caccia del secondo trofeo internazionale consecutivo, dopo la vittoria della Conference League a Tirana nella passata stagione.

    Il ‘precedente’ De Rossi
    La vicenda raccontata da Marta ha inevitabilmente scatenato il dibattito sui social tra chi (tanti) dà ragione alla giovane e quelli (pochi) che difendono la fede del papà. Curioso, invece, è che questa storia sia venuta fuori a poche ore di distanza da un caso simile (ma con un finale evidentemente diverso) che vede protagonista una leggenda della Roma. Daniele De Rossi, infatti, ha rivelato di aver rinunciato ad andare a vedere la finale propri a causa di un impegno familiare. Lo ha fatto con questo post sui social, in cui rispondeva anche alle tante persone che chiedevano una mano per trovare i biglietti per la finale di Budapest: “Buongiorno a tutti, non ho i biglietti per la finale di Budapest e non posso rimediarli, non posso comprarne, non ho agganci e non chiamerò i giocatori perché presumo che riceveranno mille messaggi al giorno anche loro… La Roma tramite Vito Scala mi ha gentilmente invitato e con grande dispiacere ho dovuto rifiutare ma quando un pezzo del tuo cuore si diploma tu non puoi mancare, non c’è finale che tenga. Fate i bravi ve prego”.  LEGGI TUTTO