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    Francia, Giroud trascina Deschamps: in gol contro la Costa D'Avorio

    MARSIGLIA (FRANCIA) – Continua il momento magico di Olivier Giroud. L’attacante del Milan bagna il suo ritorno in Nazionale con una rete, nel 2-1 della Francia contro la Costa d’Avorio. Il centravanti rossonerova in gol al 22′ sfruttando un perfetto assist di Theo Hernandez e deviando il pallone in rete con uno splendido colpo di testa. Tre minuti prima gli ospiti erano passati in vantaggio con una rete di Pepe. La Francia completa la rimonta nel recupero, grazie alla decisiva rete segnata da Tchouameni. Poco prima (all’87esimo) era entrato in campo anche Rabiot, in sostituzione di Pogba. LEGGI TUTTO

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    The Athletic: “United, Bruno Fernandes a un passo dal rinnovo”

    Bruno Fernandes potrebbe legarsi al Manchester United a vita, o quasi. Stando a quanto riportato da The Athletic, il portoghese classe ’94, che con la sua nazionale affronterà la Macedonia del Nord martedì 29 marzo per un posto ai Mondiali in Qatar del 2022, sarebbe vicino al rinnovo del contratto che lo lega ai Red Devils. L’ingaggio sarebbe più che raddoppiato, e l’accordo dovrebbe prevedere una durata di altri cinque anni. L’ex Novara, Udinese e Sampdoria è arrivato nel gennaio del 2020 al club dell’Old Trafford con uno stipendio da 120.000 euro a settimana che, con il nuovo prolungamento, dovrebbe arrivare a 290mila. In stagione, finora, ha collezionato 37 presenze tra tutte le competizioni, condite da 9 gol e 14 assist.Sullo stesso argomentoDaily Mail: “Juve, per Pogba spuntano due concorrenti a sorpresa”Calciomercato LEGGI TUTTO

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    Inghilterra, Jermain Defoe annuncia il ritiro a 39 anni

    L’ex attaccante dell’Inghilterra Jermain Defoe ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato all’età di 39 anni. “Mi hai dato una palla a due anni e mi hai fatto credere che il mio sogno potesse realizzarsi”, ha scritto in un post sui social network ringraziando in particolar modo la mamma. Durante una carriera professionale durata 22 anni, Defoe ha segnato 20 gol in 57 partite con la nazionale dell’Inghilterra giocando la Coppa del Mondo nel 2010 e l’Europeo nel 2012. Contro l’Italia segnò un gran gol in un’amichevole del 15 agosto 2012, terminata con il risultato di 2-1 a favore degli inglesi. Ha giocato a livello di club per le squadre inglesi di West Ham, Tottenham, Portsmouth e Sunderland, nonché per i Rangers in Scozia. Defoe è il nono miglior marcatore nella storia della Premier League con 162 gol in 496 presenze. L’ultima apparizione della sua carriera lo ha visto entrare come sostituto del Sunderland nello 0-0 contro il Lincoln in una partita di terza divisione sabato 19 marzo.Guarda la galleryChelsea-Liverpool, tutto Wembley è per l’Ucraina LEGGI TUTTO

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    Torino, c'è la pista Milik: vorrebbe tornare in Italia

    TORINO – Potrebbe essere sufficiente scattare questa fotografia per sintetizzare la situazione agrodolce (eufemismo) di Milik: a dir tanto, a Marsiglia in questa stagione ha giocato da titolare in campionato il 40% delle partite. Appena 12 presenze dal primo minuto: per l’ex centravanti del Napoli (48 reti in 122 incontri tra A e Coppe) è un mesto bottino. In altre 7 gare è entrato strada facendo, da classico rincalzo degli ultimi minuti oppure da agognato salvatore della patria. Lui, comunque, i suoi gol li ha segnati nella Ligue: 7. Complessivamente, cioè considerando anche la Coupe de France, l’Europa League sino a dicembre e poi la Conference da febbraio, ne ha messi dentro ben 20, di palloni.Sullo stesso argomentoTorino, Juric si tiene così: Cairo deve svoltare in tuttoTorino

    Con Sampaoli non ha legato

    E le presenze salgono a 31, però sempre con una dovizia ben poco gradita di panchine iniziali. Ricordiamo una sua dichiarazione di fine gennaio: “A volte durante le partite guardo il cronometro. Sono passati 20 minuti e ho toccato appena un pallone”. Con Sampaoli, l’allenatore dell’Olympique Marsiglia, ha legato poco: si sa, è storia nota. Ripetute le volte in cui il tecnico lo ha dimenticato in panca. E anche il cambio di modulo a campionato in corso, dal 3-5-2 al 3-3-3-1, ha ulteriormente levato spazio e ossigeno al centravanti polacco (61 presenze in Nazionale e 16 gol), più volte preso di mira pure dalla tifoseria.

    Sullo stesso argomentoTorino, Brekalo positivo al Covid: l’annuncio della CroaziaTorino

    Vorrebbe tornare in A

    E cosa si scopre ora? Che Milik continua a guardare con… sospetto al suo futuro, alla sua permanenza in Francia. Ha ammesso il suo disagio, il suo malessere. Vorrebbe tornare in Italia, potendo. Significativa è l’indiscrezione che proviene da ambienti francesi vicini sia al club marsigliese sia all’entourage polacco del giocatore. Il succo: punto primo, il Torino si era già mosso per Milik nella scorsa estate, quando peraltro era infortunato (un guaio al ginocchio); punto secondo, a Marsiglia sanno (anche ai vertici della società: ecco l’aspetto doppiamente evocativo) che i granata, così come qualche altro club in Italia e all’estero, continuano a tenere d’occhio e a spedire ammiccamenti di sorta, in vista del prossimo campionato […]

    Sullo stesso argomentoTorino, Cairo lascia aperto uno spiraglio a Belotti: “Rinnovo? Vediamo”Torino LEGGI TUTTO

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    Daily Mail: “Juve, per Pogba spuntano due concorrenti a sorpresa”

    MANCHESTER (Inghilterra) – Non solo la Juventus, il Real Madrid e il Psg. La fila per Paul Pogba si sarebbe arricchita di due nuove pretendenti a sorpresa. Secondo quanto riporta il “Daily Mail” il Newcastle degli sceicchi e l’Aston Villa di Steven Gerrard starebbero monitorando con grande interesse la situazione contrattuale del centrocampista francese, che con tutta probabilità lascerà il Manchester United a parametro zero la prossima estate. Pogba, che aveva fatto ritorno ad Old Trafford nel 2016 per 89 milioni di sterline, si sarebbe detto pronto per cominciare una nuova avventura in carriera dopo aver confessato tutta la sua delusione per i recenti insuccessi del club. Infatti, l’eliminazione dalla Champions League della squadra di Ralf Rangnick e il rischio concreto di non prendere parte nemmeno alla prossima edizione, sempre stando al “Daily Mail”, avrebbero influenzato in maniera importante e praticamente definitiva la sua scelta di salutare a fine stagione. LEGGI TUTTO

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    Lipsia, Tedesco: “L'Atalanta è una certezza, per noi in Europa League sarà dura”

    Da quando è arrivato sulla panchina del Lipsia lo scorso dicembre ha cambiato radicalmente la stagione del suo club, che non aveva iniziato al meglio l’annata. Adesso Domenico Tedesco non vuole fermarsi: salito al quarto posto in campionato, l’allenatore originario di Rossano, in Calabria, troverà una squadra italiana nel suo cammino in Europa League. Nei quarti di finale il Lipsia affronterà infatti l’Atalanta, una squadra che per Tedesco rappresenta un modello ideale. Intervistato in esclusiva da Sky Sport, l’allenatore italiano ha parlato della sfida contro Gasperini e non solo.

    ATALANTA

    Incubo Nkunku, occhio a Silva: Dea, ecco il Lipsia

    Dal suo arrivo al Lipsia, la squadra è passata dall’undicesimo-dodicesimo posto al quarto. Cosa è riuscito a trasmettere?
    “È difficile rispondere a questa domanda, sarebbe meglio chiedere ai giocatori. Parlare di me stesso non è facilissimo, ma posso dire che quando sono arrivato qui ho cercato di parlare con ogni singolo calciatore. Ho cercato il dialogo con i giocatori principali, che sono qui da anni e che hanno vissuto anche grandi successi. Abbiamo cambiato sistema e abbiamo cercato di ridare alla squadra una certa fiducia, perché la qualità c’è sempre stata”.

    Il prossimo avversario in Europa League sarà l’Atalanta e lei ammira molto Gasperini. Ma a quale allenatore italiano o europeo si ispira?
    “Sono tanti gli allenatori che stanno facendo molto bene o che hanno fatto bene in passato. Mi piace Antonio Conte, ma anche Gasperini. Con lui l’Atalanta non è più una sorpresa, se si riesce ad arrivare per tre volte di fila al terzo posto non può essere una casualità, ma è una certezza. L’Atalanta è forte, una squadra molto fisica, soprattutto in mezzo al campo. Sarà difficile”.

    Siete in semifinale di Coppa di Germania, quarti in Bundesliga e ai quarti di finale di Europa League. Qual è l’obiettivo di questo Lipsia?
    “L’obiettivo numero uno è andare a Dortmund e vincere la prossima gara. Non pensiamo a lungo termine, pensiamo sempre partita per partita e penso che sia giusto così”.

    Cosa pensa di Nkunku?
    “È un giocatore che fuori dal campo è una persona tranquilla, intelligente. Lavora tanto, è sempre molto attivo. Poi è velocissimo, segna e ha una buona qualità di tiro. È interessante, molto interessante”.

    Ci sono delle squadre o degli allenatori che rappresentano un modello da seguire?
    “È difficile da dire, si impara un po’ da tutti. Seguendo le partite del Barcellona, dell’Ajax, del Milan, della Juve, dell’Inter, della Roma, del Chelsea. Il calcio non si inventa, ma si impara da tutti. Facendo un nome, penso che Conte abbia fatto molto bene e sta facendo molto bene anche al Tottenham”.

    Chi è il giocatore che l’ha sorpresa di più?
    “Ce ne sono tanti. Quando ci lavori, conosci meglio il carattere di ogni giocatore e ti sorprendono un po’ tutti. Tra i miei, direi forse André Silva. Non accetta mai di stare in panchina, anche dopo aver giocato tre partite di seguito non riesce ad accettare la panchina. E tra di noi parliamo in italiano”. LEGGI TUTTO

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    Rooney e Vieira inseriti nella Hall of Fame della Premier League

    LONDRA – Wayne Rooney e Patrick Vieira entrano nella Hall of Fame della Premier League, che riconosce e celebra l’eccezionale abilità e talento dei giocatori che hanno onorato il campionato inglese sin dalla sua creazione nel 1992. L’ex attaccante inglese, oggi allenatore del Derby County in Championship, è il secondo miglior cannoniere di sempre nel massimo campionato inglese con i suoi 208 gol siglati fra Manchester United – dove ha vinto anche cinque titoli – ed Everton.Sullo stesso argomentoPremier League, sorride Conte: 3-1 al West Ham, doppietta di SonPremier League

    Vieira ha giocato e vinto tanto nell’Arsenal

    Vieira, invece, ha trascorso 11 stagioni all’Arsenal, conquistando per tre volte il campionato, una delle quali (stagione 2003/04) senza perdere nemmeno una partita. In precedenza erano stati introdotti nella Hall of Fame Alan Shearer, Thierry Henry, Eric Cantona, Roy Keane, Frank Lampard, Dennis Bergkamp, Steven Gerrard e David Beckham.

    Sullo stesso argomentoPirlo entra nella Hall of Fame Figc: “Un onore”Serie A LEGGI TUTTO

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    Ucraina, la guerra vissuta da Yarmolenko: “Piangevo e non dormivo”

    LONDRA (Regno Unito) – L’ala ucraina del West Ham United, Andriy Yarmolenko, racconta per la prima volta il dramma della guerra nel suo Paese. La moglie e il figlio del calciatore erano a Kiev il giorno primo dell’invasione russa, avvenuta il 24 febbraio: “Quando è iniziato tutto ho raggiunto il campo d’allenamento, ma non potevo parlare – rivela Yarmolenko a ‘Football 1/2/3’ – continuavo a piangere, così ho chiesto all’allenatore di poter tornare a casa. Mi chiedevo cosa ci stessi a fare a Londra. Non potevo credere a quanto stava accadendo. Il giorno prima mia moglie aveva accompagnato a Kiev mio figlio per una visita medica. Volevo solo sbattere la testa contro il muro per quanto ero stato stupido a lasciarli partire”.Guarda la galleryWest Ham, l’ucraino Yarmolenko scoppia in lacrime dopo il gol all’Aston Villa
    Yarmolenko: “Sembra un film dell’orrore”
    Il 32enne attaccante, perno della nazionale Ucraina, ha poi trovato la forza di andare avanti: “Adesso solo quando gioco o mi alleno riesco a staccare per qualche ora e accantonare i brutti pensieri. All’inizio invece non riuscivo a dormire o mangiare, ero sempre al telefono coi miei parenti. David Moyes (l’allenatore del West Ham, n.d.r.) mi ha chiesto se preferissi allenarmi o restare a casa, invitandomi a fare tutto il possibile per garantire la sicurezza alla mia famiglia. Per qualche giorno sono rimasto a casa, ma poi ho capito che era meglio se mantenevo un comportamento professionale e sono tornato col resto della squadra”. La moglie e il figlio di Yarmolenko, nel frattempo, sono tornati a Londra, ma il pensiero resta in Ucraina, rivolto alla città in cui è cresciuto, Chernihiv, dove i bombardamenti russi hanno causato la morte di 47 civili: “I miei cugini mi tengono in contatto con i miei zii, che ormai sono costretti a vivere negli scantinati per evitare i bombardamenti. È una situazione surreale, sembra di vivere un film dell’orrore. Ma di una cosa sono certo: nessun paese potrà mai sconfiggere il nostro spirito”. LEGGI TUTTO