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    Coppa del Re, Real Madrid in semifinale: all'Atletico non basta Morata

    Ci sono voluti i tempi supplementari per decretare il vincitore del derby tra Real e Atletico Madrid valido per i quarti di finale di Coppa del Re. Alla fine a spuntarla sono stati i Blancos di Carlo Ancelotti che, nonostante il momentaneo vantaggio ospite firmato Morata, sono riusciti a ribaltare la gara grazie alle reti di Rodrygo, Benzema e Vinicius.
    Madrid, vergogna ultras: impiccata una bambola di Vinicius
    Coppa del Re, Ancelotti ribalta Simeone: Real Madrid-Atletico Madrid 3-1 dts
    A sbloccare la gara al 19′ è proprio l’ex Juventus, bravo a capitalizzare l’assist di Molina e “freddare” Courtois da distanza ravvicinata. Nella prima frazione l’occasione più ghiotta per i Blancos capita sui piedi di Eder Militao che calcia però larghissimo da ottima posizione. Intorno all’ora di gioco ci prova Benzema ma Oblak risponde presente. Ancelotti cerca di cambiare qualcosa e a 10′ dalla fine proprio il neoentrato Rodrygo trova il pareggio superando l’estremo difensore dei Colchoneros con un preciso tiro all’angolino basso di sinistra a conclusione di una bella azione personale. Si va dunque ai supplementari. Al 99′ l’Atletico Madrid rimane anche in 10 per il rosso a Savic che, ammonito un paio di minuti prima, si becca il secondo giallo e lascia i suoi in inferiorità numerica. Il Real quasi ne approfitta immediatamente e con l’ex Roma Rudiger sfiora il gol. A pochi secondi dalla fine del primo tempo supplementare, però, Benzema non perdona, raccoglie la sfera dopo il palo colpito da Vinicius e porta avanti i Blancos. Il brasiliano si rifà al 121′ siglando il gol del definitivo 3-1. Ancelotti, dunque, elimina Simeone e conquista la semifinale dove ad attenderlo c’è l’Osasuna che ha estromesso dalla competizione il Siviglia (2-1 dts).
    Real Madrid-Atletico Madrid 3-1 dts
    Coppa del Re, Gattuso eliminato: Valencia-Athletic Bilbao 1-3
    Dopo aver agevolmente eliminato La Nucia (3-0) e Sporting Gijon (4-0), il Valencia di Gennaro Gattuso perde 3-1 in casa contro l’Athletic Bilbao. Dopo una prima fase di studio, succede di tutto negli ultimi 10′ della prima frazione di gioco: a stappare la lattina è Muniain che sfrutta alla grande l’assist di Inaki Williams e batte Mamardashvili. Al 43′ arriva il pareggio con uno sfortunato autogol di Oscar de Marcos che nel tentativo di spazzare un cross infila la propria porta. Nemmeno il tempo di esultare, però, che l’Athletic Bilbao passa ancora avanti: secondo assist di giornata per l’attaccante ghanese che, stavolta, serve il fratello Nico che fa 2-1. Gli ospiti continuano a spingere e a metà ripresa mettono in ghiaccio risultato e partita: Carlos del Cerro Grande, arbitro della sfida, viene richiamato dal Var per rivedere un contatto in area Valencia. Analizzate le immagini indica il dischetto: Vesga è glaciale e chiude la contesa. La squadra di Ernesto Valverde, dunque, raggiunge il Barcellona, vittorioso per 1-0 sulla Real Sociedad grazie alla rete di Dembélé, in semifinale. 
    Valencia-Athletic Bilbao 1-3 LEGGI TUTTO

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    Italia ferma, il Psg di Messi invece si fa il nuovo centro galattico

    TORINO – Tutti insieme appassionatamente. Rigorosamente con il caschetto protettivo in testa. Griffato, eh. Il presidente Nasser Al-Khelaifi ha infatti portato il Psg a vedere il nuovo centro sportivo che sta nascendo in località Poissy, a  pochi chilometri da quello attuale di Camp des Longes, nei dintorni di Parigi. Lio Messi, Neymar, Verratti e soci si sono soffermati a vedere i lavori e hanno posato per le foto di rito. In sintesi: l’Italia è ferma al medioevo, il resto del mondo del calcio va nel futuro. LEGGI TUTTO

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    “Ricorda Buffon”: 931' di imbattibilità, chi è il portiere che sta stregando la Premier

    TORINO – Altro clean sheet, questa volta contro il Southampton. Nick Pope continua la sua striscia di imbattibilità, arrivando a ben 931 minuti senza subire gol. E lo sta facendo da protagonista del Newcastle United, con parate eccezionali che stanno impressionando tutta l’Inghilterra. Tra questi, anche l’allenatore dei portieri David Preece, che ritiene l’estremo difensore tra i migliori d’Europa, paragonandolo addirittura a Gigi Buffon: “Nick mi ricorda il grande portiere dell’Italia Buffon per il modo in cui è così efficiente e produttivo con i suoi movimenti”.

    Il portiere che sta stregando l’Inghilterra

    Sono tante le qualità di Nick Pope che vengono messe in evidenza dagli addetti ai lavori inglesi, tutti impazziti per le prodezze del numero uno dei Magpies. Su tutte la grande fiducia nelle parate e la reattività, mentre la sola pecca riguarda il gioco con i piedi, che comunque sta cercando di migliorare. Non è un portiere che concede molto allo spettacolo, ma è tremendamente efficace e appare sempre estremamente rilassato sul campo. Una consapevolezza che lo ha portato a 10 clean sheet consecutivi. E al paragone con uno dei più grandi di sempre. LEGGI TUTTO

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    Madrid, vergogna ultras: impiccata una bambola di Vinicius

    MADRID (Spagna) – Si accende nel modo sbagliato il derby di Madrid in programma domani per i quarti di finale di Copa del Rey. Ci hanno pensato i tifosi dell’Atletico Madrid a lanciare un messaggio vergognoso, esponendo un manichino di Vinicius impiccato su un ponte situato a pochi metri dal centro sportivo delle Merengues guidate da Carlo Ancelotti. Sopra questo macabra immagine, poi, è stato posizionato uno striscione: “Madrid odia il Real”. Si tratta nello specifico di uno slogan che è stato più volte promosso dal gruppo ultras (di estrema destra) del Frente Atletico, che ha messo la firma pure su questo nuovo gesto vergogonoso.
    Clima tesissimo
    Purtroppo non è nemmeno il primo, visto che nell’ultima partita in cui le squadre si sono affrontate (lo scorso settembre al Wanda Metropolitano, nella sesta giornata di Liga), c’era già stato un altro spettacolo imbarazzante nel momento in cui una folla di persone ha intonato il coro “scimmia” verso Vinicius, portando la società a dissociarsi dai suoi stessi sostenitori e condannare l’episodio di razzismo. Si alza così nuovamente la tensione, che era già alle stelle per le polemiche dei tifosi Colchoneros in riferimento al numero di biglietti che è stato messo a loro disposizione (poco più di 300) e la decisione (che successivamente è stata revocata) di bloccare l’ingresso ai tifosi ospiti negli altri settori del Bernabeu. LEGGI TUTTO

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    Gattuso, no alle polemiche. Ma con il Valencia la tensione è altissima

    Più passa il tempo e più l’espressione di Gennaro Gattuso somiglia a quella di Cesare Prandelli. Il che potrebbe essere anche un complimento, se non fosse che l’ex commissario tecnico della nazionale andò via da Valencia sbattendo la porta. L’allenatore bresciano è l’unico ad aver avuto il coraggio di dirle in faccia sia Peter Lim che ai propri calciatori. E già, perché se è vero che il proprietario del club spagnolo lo prese in giro promettendogli mari e monti – senza mantenere nemmeno una delle sue promesse, così come aveva fatto con i suoi predecessori e farà, dopo di lui, con i suoi successori – è altrettanto vero che quello che fece imbufalire in maniera particolare Prandelli fu la poca ambizione del proprio spogliatoio che non ne volle sapere di ribellarsi al disinteresse per il club di Lim. Anzi, lo prese come alibi. E questo l’ex ct azzurro non lo sopportò («Fuori», il suo ultimo messaggio), entrando nella storia come l’unico tecnico dell’era Lim a non aver ricevuto la buonuscita. E già, perché esattamente come tutti gli altri allenatori scelti dall’imprenditore asiatico, nemmeno Prandelli riuscì ad arrivare alla scadenza naturale del proprio contratto.

    Il possibile futuro di Gattuso

    A differenza degli altri, però, lui si dimise. E la sensazione è che la storia potrebbe ripetersi con Gattuso. Il tecnico calabrese, infatti, per quanto si stia impegnando a incassare con stile i colpi, prima o poi potrebbe esplodere. Subito dopo il deludente pareggio di lunedì sera contro l’Almeria, Rino ha assicurato di non essere alla ricerca di scuse o alibi: «In questo momento, il principale responsabile sono io. Sono io a decidere chi deve giocare e quando a una squadra basta poco per farle male bisogna solo riflettere e pensare. Non è corretto parlare della qualità della rosa perché tocca a me assumermi le mie responsabilità. Sarebbe facile dire che mi mancano i calciatori e buttarla in polemica, ma non è questo il momento». Ed è proprio quest’ultima frase a tradire il vero stato d’animo di Gattuso. E già, perché quando dice “non è questo il momento” fa capire che ha voglia di arrivare il più presto possibile alla fatidica soglia dei 40 punti per scaricare, poi, tutta la propria frustrazione su Lim per le promesse non mantenute. Ed è per questa ragione che quando gli è stato chiesto se a gennaio arriverà qualcuno, Gattuso ha tagliato corto: «Questa è una domanda per il direttore sportivo».

    Quota 40 e l’affetto del Mestalla

    Il suo obiettivo principale, così, è quello di assicurare la salvezza alla propria squadra prima di esplodere. E poco importa se poi verrà esonerato o se come ha fatto Prandelli, una volta raggiunta quota 40 sarà lui a dimettersi. Da quando è arrivato al Mestalla, il club gli ha venduto i due calciatori di maggior talento: Gonçalo Guedes e Carlos Soler. E se capitan José Luis Gayá è rimasto è perché Gattuso ci ha messo la faccia, assicurandogli che – nonostante tutto – il progetto del club è ambizioso. E, invece, sinora di ambizioso c’è solo il comportamento del Mestalla che, sin dal primo giorno, ha adottato e sostenuto l’allenatore calabrese credendogli quando assicurò che con Lim non sarebbe stato un gattino, bensì un «leone». Ed è per questa ragione che i tifosi bianconeri non gli perdonerebbero mai un eventuale tradimento, perché se hanno smesso di contestare con veemenza la proprietà è solo perché è stato Gattuso a chiedere pubblicamente che l’ambiente rimanesse unito e ognuno facesse la sua parte per il bene della squadra. A questo punto, però, Ringhio dovrebbe chiederlo, se non l’ha già fatto, anche a Lim. LEGGI TUTTO

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    Sergio Ramos, scoperto il profilo Instagram segreto: di cosa si tratta

    Carisma, personalità e leadership: tre caratteristiche che hanno reso Sergio Ramos uno dei difensori più forti e vincenti della storia del calcio. Un passato glorioso al Real Madrid e ora un presente tutto da scrivere al Psg, ma il difensore andaluso non ha avuto solo successo dentro il rettangolo di gioco. Al di fuori, Ramos si è reinventato, diventando un imprenditore di successo e accumulando un patrimonio multimilionario, molto più alto del guadagno da calciatore. Ma come ha fatto? Cavalli, tatuaggi e musica sono i tre grandi hobby dell’ex Blancos, ma da poco è stata svelata un’altra grande passione seguita in gran segreto e addirittura attraverso un profilo Instagram segreto.Guarda la galleryPallone d’Oro, le leggende che non lo hanno vinto
    Sergio Ramos, la passione segreta
    Il programma televisivo presentato dal giornalista Sonsoles Onega, ‘Y ahora Sonsoles’, ha portato alla luce uno dei segreti di Sergio Ramos: Pablo Picasso. “Non potete immaginare quale sia la passione segreta di Sergio Ramos. Quasi nessuno lo sa e oggi ve lo mostriamo in esclusiva”, ha annunciato Onega prima di rivelare un account Instagram che il difensore del Psg userebbe sotto pseudonimo per passare inosservato. L’account in questione è ‘borninbeds’, profilo seguito dalla compagna Pilar Rubio e dallo stesso Sergio Ramos, con poco più di 3.000 follower, dove vengono pubblicate immagini di varie opere d’arte del pittore spagnolo acquistate negli anni dai due. Dopo un anno di ricerche e attraverso i pochi follower della pagina, in ‘Y ahora Sonsoles’ sono riusciti a trovare contatti con i seguaci della coppia che non hanno voluto però confermare o smentire quanto avanzato nel programma. Un ultimo indizio però è impresso sulla pelle di Ramos: un tatuaggio sul piede collegato proprio a Picasso. LEGGI TUTTO

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    Psg, Mbappé come Dibu Martinez: il gestaccio virale sui social

    PARIGI – Kylian Mbappé è stato registrato mentre imitava il controverso gesto di Emiliano ‘Dibu’ Martínez dopo aver ricevuto il ‘Guanto d’oro’ come miglior portiere della Coppa del Mondo di Qatar 2022. Il gesto di Mbappé è stato immortalato all’uscita dal campo di allenamento del Paris Saint-Germain ed è diventato rapidamente virale sui social. Dopo il Mondiale perso contro l’Argentina, all’attaccante del PSG era stato chiesto un commento proprio sull’esultanza dell’estremo difensore dell’Aston Villa: “L’esultanza non è un mio problema. Non devi sprecare energie per cose inutili”. Martinez  fu uno dei primi a consolare Mbappé dopo il termine della finale dei Mondiali per poi prenderlo in giro sul pulman durante la parata tenendo in mano un bambolotto con sopra la faccia della stella francese LEGGI TUTTO