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    Real: la prima notte di Champions per il gioiellino Paz

    TORINO – Non sarà una giornata come le altre per Nicolas Paz Martinez. Difficilmente il centrocampista diciottenne ispano-argentino dimenticherà questo martedì, l’emozione della prima panchina in Champions League con il Real Madrid dei grandi e pure la musichetta diffusa dagli altoparlanti della Red Bull Arena di Lipsia. Il tecnico dei Blancos Carlo Ancelotti ha infatti deciso di convocare il talento del Castilla, la seconda squadra dei Merengues, al posto dell’infortunato Luka Modric: il croato, infatti, è stato costretto ad alzare bandiera bianca per un affaticamento muscolare. Paz non sarà l’unico baby in blanco questa sera in Germania: assieme a lui, Ancelotti ha convocato anche Sergio Arribas, Carlos Dotor e Alvaro Rodriguez. Tutti e 4 si sono già allenati con il gruppo della prima squadra al centro sportivo di Valdebebas per sopperire alle assenze di Modric, Karim Benzema, Fede Valverde e Dani Ceballos.
    Figlio d’arte
    Nico Paz, classe 2004 nato a Santa Cruz de Tenerife, è il figlio di Pablo, ex difensore centrale cresciuto nelle giovanili del Newell’s Old Boys, che ha militato in carriera anche con Banfield, Independiente, Tenerife, Valladolid e con moltissime squadre di B e C spagnole, chiudendo la carriera con il Vera 14 anni fa. Con la Seleccion disputò il Mondiale del 1998 in Francia e, due anni prima, centrò la medaglia d’argento all’Olimpiade di Atlanta, quella del centenario. Suo figlio Nico, tinerfeño di nascita, ha iniziato a giocare a pallone proprio nel club dell’isola e 6 anni fa si è trasferito al Real Madrid in cui agisce in posizione di 5, di playmaker davanti alla difesa, e pure in quella di enganche, di trequartista. E’ uno dei punti fermi della Sub 20 albiceleste allenata dal Jefecito Mascherano e pure il ct della nazionale maggiore, Lionel Scaloni, lo tiene in considerazione, al punto da averlo convocato, nonostante la giovanissima età, per la doppia sfida di qualificazione a Qatar 2022 contro Venezuela ed Ecuador a marzo di quest’anno, insieme ad Alejandro Garnacho, stellina del Manchester United, Tiago Geralnik del Villarreal e ai fratelli Franco e Valentin Carboni di Cagliari e Inter. Stasera, alla Red Bull Arena di Lipsia, per Nico Paz ci sarà un’altra notte indimenticabile: la prima notte di Champions.
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    Liga, Aidoo risponde a Unal: Celta Vigo-Getafe finisce 1-1

    VIGO (SPAGNA) – Al Balaídos finisce 1-1 tra Celta Vigo e Getafe. Succede tutto nel finale dei due tempi, con Unal che stappa la lattina con uno splendido calcio di punizione e Aidoo che trova il pari con un gran colpo di testa. Un punto ciascuno che permette alla squadra di Coudet di salire a quota 11, a una lunghezza dagli avversari odierni che agganciano a 10 Siviglia, Almeria ed Espanyol.
    Classifica Liga
    Celta Vigo-Getafe: al Balaídos è 1-1
    Sono passati appena 12′ quando il Balaídos esplode per la rete del vantaggio. Nemmeno il tempo di esultare, però, che il guardalinee alza la bandierina per posizione di offside di Jørgen Strand Larsen. La partita è vibrante e al 43′ gli ospiti passano avanti: punizione magistrale di Enes Unal, Marchesin è battuto. Quando la partita sembra volgere al termine ecco che arriva il pari: è infatti il minuto 89 quando Aidoo batte di testa Soria e ristabilisce l’equilibrio festeggiando nel migliore dei modi la sua 100ª presenza in Liga.
    Celta Vigo-Getafe: tabellino e statistiche
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    West Ham-Bournemouth 2-0: Scamacca a secco, la decidono Zouma e Benrahma

    LONDRA (INGHILTERRA) – Finisce 2-0 il match del London Stadium tra West Ham e Bournemouth, ultima gara della 13ª giornata di Premier League. A decidere la contesa il colpo di testa dell’ex Chelsea Zouma nel finale di primo tempo e il rigore di Benrahma al 92′. Serata agrodolce per l’attaccante italiano Gianluca Scamacca, rimasto a secco e uscito dal campo al 74′. L’ex Sassuolo rimane fermo a due gol in campionato – ha segnato contro Wolverhampton e Fulham -. Gli Hammers si allontanano così dalla zona retrocessione salendo a 14 punti in classifica, uno in più del Bournemouth che incassa la quinta sconfitta stagionale in Premier League, la seconda di seguito dopo il ko di misura contro il Southampton.  
    Classifica Premier League
    Zouma e Benrahma decidono West Ham-Bournemouth
    Dopo una lunga fase di studio, la gara del London Stadium si sblocca proprio sul finire della prima frazione di gioco: l’ex Chelsea Zouma è bravo a svettare più in alto di tutti e mettere dentro il cross di Soucek. I tifosi degli Hammers devono però attendere prima di liberare l’urlo di gioia: l’arbitro David Coote va a rivedere l’azione al Var ma poi conferma la propria decisione e indica il centro del campo. O’Neil tenta di sparigliare le carte e cambia alcuni interpreti. Al 74′ finisce anche la partita dell’attaccante italiano Gianluca Scamacca, richiamato in panchina da Moyes che al suo posto inserisce Michail Antonio. I tentativi finali dei Cherries non si concretizzano, anzi arriva il raddoppio di Benrahma su rigore concesso dopo revisione al Var: al London Stadium può partire la festa. 
    West Ham-Bournemouth 2-0: tabellino e statistiche
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    Iran e Mondiale in Qatar: chi specula sulla esclusione non fa bella figura

    TORINO – Continua il pressing sulla Fifa per l’esclusione dell’Iran dai Mondiali del Qatar. Dopo le lettere delle organizzazioni umanitarie e di coreografici personaggi (come Paolo Zampolli, sedicente “manager di modelle” che ha presentato Melania Krauss a Trump ricevendone in cambio l’incarico di ambasciatore della Repubblica Domenicana presso l’Onu, con annessi scandali legati alla sparizione di fondi) ora è il turno “più cogente” dei club del campionato ucraino. I qualic chiedono che l’Iran sia escluso dai prossimi Mondiali a causa del sostegno militare di quel Paese all’invasione da parte della Russia. L’amministratore delegato dello Shakhtar Donetsk, Sergei Palkin, ha infatti accusato l’Iran di “partecipazione diretta agli attacchi terroristici contro gli ucraini”, suggerendo che la Nazionale del suo Paese, l’Ucraina, dovrebbe essere ammessa in Qatar come sostituta.

    Le speculazioni

    Andiamo con ordine e cominciamo dal fatto che la questione potrebbe ottenere qualche attenzione in più dalla Fifa rispetto alle vicende legate ai diritti umani in Iran, questioni in cui tanto il Cio quanto la Fifa (a cascata) tengono a non intervenire se non con raccomandazioni o generici avvisi. Altrimenti è ovvio che un Mondiale in Qatar non lo organizzeresti mai… Qui, invece, si entra nel tema dell’aggressione ali altri stati membri e la questione potrebbe avere un peso diverso, non fosse che tira in ballo il ginepraio delle alleanze e non di una aggressione diretta. E, in tutto questo, non va trascurata l’inelegante (per non dire di peggio) conclusione di Palkin che chiede l’ammissione dell’Ucraina in spregio alla libertà di decisione sancita dallo statuto della Fifa.

    Le conseguenze

    Che non sarebbe a vantaggio, lo ribadiamo per l’ennesima volta, dell’Italia o di qualche altra Nazionale a caso, bensì della prima esclusa della Confederazione del Medio Oriente: gli Emirati Arabi. Insomma, sarebbe appena il caso che si smettesse di speculare sulla tragedia interna dell’Iran, sia che lo perseguano ambigui personaggi a metà tra il mondo gossip e della “politica”, sia che venga in mente a dirigenti calcistici. Che non offrono, neanche loro, una edificante immagine di se stessi.
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    Benfica-Juventus, i segreti dei portoghesi: “Cosa c’è dietro tutto questo talento”

    LISBONA (Portogallo) – Come fa un club di calcio a produrre un così grande numero di giocatori poi rivenduti a cifre considerevoli, mantenendo così alto il livello della prima squadra in un sistema economicamente sostenibile? La risposta la dà il Benfica, il cui modello è da studiare nella sua unicità. Ci sono altri esempi che si possono citare, come quello dell’Athletic a Bilbao, ma nessuno produce e poi rivende calciatori con così tanta frequenza e a così alti livelli: merito, certo, degli scintillanti talenti che sono stati coltivati nel settore giovanile e poi lasciati maturare nella prima squadra prima di spiccare il volo altrove, accettando le proposte milionarie dei più importanti club d’Europa. Tanto per fare una carrellata indicativa, dalle parti del Da Luz sono passati in maglia rossa campioni del calibro di Joao Felix, Joao Cancelo, Renato Sanches, Ruben Dias, Bernardo Silva, Goncalo Guedes. E adesso Goncalo Ramos guida i nuovi talenti della Academy del Benfica che sono già agli ordini di Roger Schmidt, protagonisti prima di diventare i preziosi oggetti del desiderio dei top club di Champions.
    Ma non bastano le qualità: dietro allo sviluppo del talento c’è un sistema che prende linfa vitale dal Benfica Campus a Seixal, quartier generale inaugurato nel 2006 e dal quale ci ha risposto via zoom Pedro Marques, direttore tecnico di un settore giovanile vincente e ammirato, capace di conquistare la Youth League nella stagione 2021-22: «Cerchiamo i migliori talenti e abbiamo 5 centri nel Paese, oltre alla sede centrale, e abbiamo una sviluppata squadra di scout alla ricerca di elementi di grande potenziale. Abbiamo un piano condiviso per ogni giovane calciatore: concordiamo con lui i prossimi passaggi del suo sviluppo, sugli aspetti su cui lavorare che possono essere la tecnica oppure sul piano della tenuta atletica o la comprensione del gioco. Il lavoro del singolo si deve integrare con quello del gruppo, seguendo le nostre metodologie: tutte le nostre formazioni giovanili seguono un programma di allenamento collettivo, che però è integrato da alcune sessioni di lavoro individuale. E cerchiamo di provvedere a ogni necessità: la nostra è una scuola per la vita, sappiamo che non tutti arriveranno al top o saranno professionisti, ma per ognuno di loro ci deve essere la possibilità di raggiungere il meglio. E lo studio per noi è molto importante, fa parte dello sviluppo dell’individuo».
    E per quanto riguarda l’aspetto calcistico si cerca, soprattutto nei primi anni, di coltivare il talento senza troppi vincoli: «Il lavoro dei nostri tecnici all’inizio è impostato come divertimento per coltivare la passione per il gioco: questo ci permette di comprendere meglio quali siano i loro punti di forza e ciò su cui insistere per migliorare senza un ruolo prestabilito o gabbie tattiche. Noi non vogliamo sviluppare semplicemente il giocatore, vogliamo sviluppare l’uomo seguendo una certa filosofia». Così il Benfica Campus diventa un valore per il club: «Il primo valore è aiutare questi ragazzi a realizzare i propri sogni, vincere trofei con il Benfica ed essere felici nella nostra società. Poi c’è il valore di natura sportiva e quello legato ai trasferimenti, che è l’ultimo passaggio. Non sarebbe corretto fare un nome di un giocatore o un altro: noi siamo orgogliosi delle carriere dei nostri giocatori, ma il nostro obiettivo è un altro». E la Juventus? Marques applaude il lavoro dei bianconeri: «Un grande club che investe molto sui giovani e sulla struttura. Abbiamo visitato il centro sportivo e c’è grande attenzione allo sviluppo del settore giovanile. Hanno anche una squadra B, che è simile al sistema che abbiamo noi, funzionale a far crescere i ragazzi salendo un gradino alla volta. Ragazzi come Miretti e Fagioli, che sono già punti fermi in prima squadra, sono l’esempio dell’ottimo lavoro che la Juventus sta svolgendo».
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    Caso Ronaldo, l’ex allenatore all’attacco: “Manchester United e Ten Hag disonesti”

    MANCHESTER (Inghilterra) – Ronaldo è stato umiliato e farebbe meglio a lasciare il Manchester United. E’ il pensiero di un tecnico che CR7 lo conosce benissimo, Leonel Pontes. Perché è stato nientemeno che lo scopritore del plurivincitore del Pallone d’Oro. Pontes può vantarsi di essere stato il primo allenatore di Ronaldo, nelle giovanili dello Sporting Lisbona. E i sempre più accentuati malumori allo United dell’attaccante, escluso dal match con il Chelsea per aver abbandonato la panchina anzitempo contro il Tottenham, non possono lasciarlo indifferente. “Cristiano è il miglior giocatore nella storia del calcio e un grande professionista. Il club e il suo allenatore (Erik ten Hag, ndr) non sanno come affrontare il suo carisma, la sua qualità e il suo potenziale. Non si può escludere, o pensare di inserire solo negli ultimi minuti, un giocatore con queste qualità, con la sua storia, con tutto quello che ha dato al calcio e al Manchester United”. Per il 50enne tecnico di Machico, “c’è della disonestà in tutto questo. Se non contavano su di lui, avrebbero dovuto lasciarlo partire. E’ il giocatore con lo stipendio più alto e con le prestazioni migliori in quel ruolo, deve stare in campo più tempo possibile. Un giocatore dovrebbe stare solo dove lo vogliono e dove lo trattano bene. E se il migliore al mondo viene umiliato in questo modo, non ho dubbi: è meglio andarsene”.
    Pontes: “Mondiale imprevedibile, ma il Portogallo può andare lontano”
    Pontes ha successivamente parlato del Mondiale in Qatar , dove si aspetta grandi cose dal Portogallo: “Se partiamo bene e superiamo la fase a gironi, acquistando fiducia e convinzione, possiamo andare lontano”, spiega il 50enne tecnico lusitano che dal 2010 al 2014 è stato assistente dell’allora ct Paulo Bento. “Il Mondiale è imprevedibile, saranno presenti grandi squadre e grandi giocatori. E anche le squadre di rango inferiore, oltre ad avere buoni giocatori, tatticamente sono cresciute tanto”, prosegue. “Ma la nostra nazionale ha giocatori di livello internazionale, abituati alle grandi competizioni e a lottare per i trofei. Siamo rispettati, abbiamo il miglior giocatore del mondo e diversi che possono fare un grande Mondiale”.
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    Argentina, notte da infarto. Boca campione, il Racing si butta via

    TORINO – Una notte da infarto, un’altalena folle di emozioni, dal 1′ al 95′. Il Boca Juniors è campione d’Argentina: per il Xeneize è la stella numero 73 sul suo glorioso scudo ma conquistarla non è stato per nulla agevole. La squadra di Hugo El Negro Ibarra affrontava a La Bombonera l’Independiente con un vantaggio di un punto in classifica sul Racing Club che riceveva il River Plate. Un duello a distanza che vedeva coinvolte 4 delle 5 grandi del calcio del Paese, una sfida avvincente che ha fatto completamente saltare i canoni del concetto di rivalità storica. Ci avevano pensato Ricardo Enrique Bochini e Sergio El Kun Agüero, due miti del Rojo, a incendiare l’ambiente alla vigilia: «Bisogna battere il Boca, se poi festeggia il Racing amen», questo il succo delle dichiarazioni. L’essere anti Boca sopra a tutto, anche sopra a un odio atavico tra due tifoserie che condividono lo stesso quartiere, Avellaneda. L’essere anti Boca è più potente anche di due stadi che distano l’uno dall’altro poche decine di metri.
    Colpo su colpo
    Ci prova l’Independiente a rovinare l’atmosfera di una Bombonera bellissima e lucente, piena all’inverosimile e che ribolle amore. Al 29′ l’errore è di Advíncula che stende in area Lucas Rodríguez: per l’arbitro Herrera è rigore, che Leandro Fernández trasforma. Manco il tempo di annotarlo sul taccuino che il Boca trova l’1-1: punizione di Romero, testata di Pol Fernández che spedisce il pallone sul secondo palo, dove Álvarez non può arrivare. Al Cilindro, intanto, tra Racing e River succede pochino e i due match vanno al riposo entrambi in parità.
    Dalla disperazione alla gioia
    La ripresa inizia con altre emozioni forti a La Bombonera: al 4′ Sebastián Villa firma il 2-1 con una punizione splendida e 7′ dopo si blocca il match anche al Cilindro, con il rigore di Matías Rojas che porta avanti il Racing Club e ridà speranza alla banda del Pintita Gago. Finita qui? Macché, il bello deve ancora venire: al 34′ il colombiano Borja segna l’1-1 del River e solo 120” dopo l’Independiente fa 2-2 con un gol di testa di Nicolás Vallejo da azione di calcio d’angolo. I minuti scorrono e al 45′ ecco il fotogramma che cambia la storia: l’arbitro Echavarria fischia rigore per il Racing. Se segna, l’Akademia è campione: sul dischetto va Jonathan Galván, ma Franco Armani para. C’è tempo ancora, al 50′, per l’1-2 del River ancora con Borja. Al Cilindro è il gelo, a La Bombonera si festeggia un altro titolo, un’altra stella. Il Boca è campione. Anche grazie al River.

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