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    Ligue 1, Lione fermato dal Tolosa: è crisi per Bosz

    Non si ferma il momento negativo del Lione, che apre la decima giornata di Ligue 1 con un pareggio per 1-1 contro il Tolosa. Sblocca la partita Tetè, poi Ratao riprende la squadra di Bosz, sempre più in crisi. In cinque giornate, infatti, il tecnico olandese ha conquistato un solo punto, dopo  ben quattro sconfitte di fila. Il Lione sale così a 14 punti in classifica: al momento è al settimo posto distante 5 punti dal terzo posto che vale l’accesso in Champions League.  LEGGI TUTTO

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    Bundesliga, il Werder Brema vince e raggiunge il Bayern Monaco

    La nona giornata della Bundesliga si apre con la vittoria del Werder Brema che, in casa dell’Hoffenheim, vince per 2-1. Successo all’ultimo secondo per gli uomini di Werner, che sbloccano con Ducksch ma vengono poi raggiunti pochi minuti dopo dalla rete di Dabbur. Nel finale però Weiser conquista un rigore (confermato dopo un lungo check del Var) che Fullkrug trasforma all’87’ per la vittoria. Con questo risultato il Werder Brema sale a 15 punti e raggiunge al terzo posto il Bayern Monaco, che dovrà giocare contro il Borussia Dortmund. LEGGI TUTTO

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    Pirlo traballa, Turchia bollente: che succede col Karagumruk?

    ISTANBUL (Turchia) – Tempi duri per Andrea Pirlo. Il tecnico, dopo l’esperienza vissuta alla Juventus, ha accettato una nuova avventura in Turchia. Ma dalle parti del Bosforo, le cose non stanno andando al meglio. Il Karagümrük non vince dallo scorso 27 agosto con l’Ankaragücü, ma quel successo è rimasto finora l’unica affermazione della squadra allenata dall’ex allenatore della Juventus.Guarda la galleryPirlo in Turchia: quante stelle giocano e allenano in Super Lig
    La sconfitta nel derby
    Una vittoria, tre pareggi e tre sconfitte. Nelle prime sette partite di campionato la formazione di Andrea Pirlo ha conquistato soltanto sei punti. L’ambiente non risparmia critiche all’allenatore. La sconfitta nel derby contro l’Istanbulspor è stata l’ennesima prova scarsamente convincente; una partita persa nonostante il vantaggio iniziale che ha palesato tutte le criticità della formazione rossonera. “La nostra prestazione è stata molto brutta” – ha commentato Pirlo – dopo il vantaggio avremmo dovuto chiudere la partita, ma non c’è stata la voglia di farlo: in circostanze simili, risultati del genere diventano inevitabili”.

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    Higuain shock: “Il calcio è tossico. Juve, Napoli e Argentina, vi svelo tutto”

    MIAMI (Usa) – Il centravanti argentino Gonzalo Higuain torna a parlare dopo l’annuncio del proprio ritiro. Il calciatore ha rilasciato una lunga intervista in cui parla delle sue esperienze nel mondo del calcio. “Ho iniziato a giocare per amore del gioco – afferma in esclusiva a Goal – sono stato spinto dalla passione. Speravo che crescendo e diventando un calciatore professionista, avrei provato le stesse cose, ossia che fosse molto simile alla passione e all’amore che avevo da bambino, ma poi ti accorgi che non è la stessa cosa. L’amore per lo sport non è lo stesso per tante altre cose: soldi e finanze, direttori sportivi e contratti. La tua vita cambia completamente, quindi ho dovuto conviverci. Nel calcio devi essere mentalmente forte, altrimenti non arrivi in alto. Serve una grande forza mentale per poter raggiungere la vetta”.
    “Le mie squadre? Real, Napoli e Juve”
    In carriera Higuain ha vestito la maglia di diverse squadre giocando nella Liga, in Serie A e in Premier League. ”La squadra dove ho giocato più a lungo è stata il Real Madrid – sottolinea il centravanti argentino – poi sono stato quattro anni alla Juve, tre anni al Napoli, sei mesi al Milan e sei mesi al Chelsea. Se devo giudicare in base al tempo che ho passato in un club, posso dire Real Madrid, Napoli, Juve per l’affetto reciproco che mi lega a queste piazze. Ho vissuto bei momenti in tutti i club, ho giocato in molte squadre perché volevo spostarmi, provare cose diverse, sfidare me stesso giocando per club differenti e mostrare cosa potevo fare ovunque ed essere in grado di vincere ovunque”.
    L’argentino più costoso di sempre
    “Quando sei il numero 9 sei costantemente nell’occhio del ciclone – confessa Higuain – a volte fai tre goal, e sbagli il quarto ed è quello che ricordano, ma sono più che orgoglioso e contento del successo che ho avuto. Dai brutti momenti impari a maturare, a crescere e io personalmente non rimpiango niente. Io ho perso, molte finali: Copa America e Coppa del Mondo. E ho avuto la sfortuna di essere quello che ha fallito un occasione da goal importante. Importante. Erano tempi duri, ma poi un anno dopo sono stato venduto per 90 milioni alla Juventus e sono diventato l’argentino più costoso di sempre. Ed proprio lì che capisci che nulla può distrarti dal tuo obiettivo”.
    Guarda la galleryHiguain, da Dybala a Cuadrado: quanti messaggi social dagli “juventini”Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Jutglà è il nuovo gioiello targato Bruges

    TORINO – Una Champions League grandi firme dopo tre giornate. Ed è sufficiente scorrere le classifiche dei gironi per rendersene conto con Bayern, Real Madrid e Manchester City che viaggiano a forza 9, come i punti conquistati con un percorso netto, al fianco di uno scatenato Napoli… E una sorpresa assoluta, il Club Brugge o Bruges a seconda del linguaggio che vogliamo scegliere. I campioni del Belgio hanno messo in riga in successione Leverkusen, Porto e Atletico Madrid riuscendo a mantenere inviolata la propria porta e dando una magnifica impressione delle proprie qualità. Del resto la Jupiter Pro League si conferma un campionato “laboratorio”, un torneo dove maturano talenti destinati a ingrossare gli organici dei top club d’Europa. Un marchio di garanzia con il Bruges che sta facendo la sua parte ormai da anni con l’ultimo pupillo cresciuto e svezzato, Charles De Ketelaere, partito verso Milano, sponda rossonera per la ragguardevole cifra di 32 milioni più bonus. E se qualcuno pensava che la squadra, passata nelle mani di Carl Hoefkens, dal 2018 nel settore giovanile dividendosi tra il campo e la scrivania con l’incarico di talent manager, potesse soffrire il contraccolpo ecco immediata la risposta in Champions League.
    Dal Barça al Belgio
    Il nuovo idolo, stavolta, non è cresciuto in casa, ma sui campi della Catalogna: Ferran Jutglà. L’attaccante ha mosso i primi passi nell’Espanyol, poi Sant Andreu e l’approdo alla Masia, al Barcellona con il quale ha segnato il suo primo e unico gol nella Liga. Lo scorso giugno l’approdo in Blauw en Zwart, blu e nero, al prezzo di saldo di 5 milioni con un contratto fino al 2026, e dopo pochi mesi l’esplosione… Oggi Jutglà vale oro: 8 gol e 5 assist in 14 partite, 2+2 in Champions e un movimento incessante su tutto il fronte offensivo con un bagaglio tecnico che gli permette di affrontare l’uno contro uno con una percentuale di riuscita altissimo. Ma la “gioielleria” Bruges vede aumentare gara dopo gara il proprio valore con due obiettivi del Milan in rampa di lancio, il centrocampista Raphael Onyedika, ex Midtjylland, e l’attaccante Noa Lang oltre a Andreas Skov Olsen, ex Bologna. E attenzione perché il tecnico Hoefkens continua a pescare dalle giovanili altri talenti: l’ultimo ha esordito mercoledì sera in Champions contro l’Atletico Madrid, il difensore 17enne Jorne Spileers, pochi giorni dopo essere stato sospeso a scuola perché lanciava castagne ai compagni.

    Haaland sprinta con Chiesa e Davies
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    Siviglia, esonerato Lopetegui: ufficiale Sampaoli al suo posto

    SIVIGLIA – Il Siviglia ha deciso di esonerare Julen Lopetegui. La decisione del club spagnolo arriva dopo il pesante ko in Champions League per 4-1 contro il Borussia Dortmund. Il tecnico spagnolo paga il pessimo avvio in campionato (solo 5 punti in 7 giornate) e in Champions con un solo punto conquistato nel girone. Il Siviglia ha già scelto e ufficializzato il suo successore: si tratta di Jorge Sampaoli, che ritorna nel club dopo l’esperienza nel 2016-2017. Il tecnico argentino ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2024 e si è già messo al lavoro svolgendo il primo allenamento con la squadra.  LEGGI TUTTO

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    Una maglia nel ricordo di Cruijff e dei migranti morti

    TORINO – Il countdown prosegue, inesorabile. Il conto alla rovescia è arrivato a -45, poi saranno sfarzo, luci, cotillons e… football, col via al Mondiale in Qatar. Una Coppa del mondo “nuova” e contestatissima, innanzitutto per la collocazione temporale visto che si giocherà in autunno. Ma anche un Mondiale che è stato accompagnato, negli scorsi mesi, da feroci polemiche e da continui appelli, tutti caduti tristemente nel vuoto, affinché fossero rispettate dal comitato organizzatore del torneo e dal governo locale le condizioni di sicurezza dei lavoratori che stavano rendendo possibile il sogno Mundial del Qatar.       Il numero di morti nei cantieri di stadi e infrastrutture è superiore a 6.500. Le nazionalità sono quelle dei Paesi del Terzo Mondo più vicini alla penisola arabica, che spesso e volentieri offrono manovalanza a basso costo, una riserva a cui attingere continuamente nella ricerca incessante di lavoratori da sottopagare con il fine, tipico del capitalismo, di massimizzare i profitti sulla pelle di chi lavora: India, Kenya, Filippine, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal. Una vergogna, una macchia incancellabile che lorderà a lungo Fifa e Qatar.    Intendiamoci: non mancano le voci che denunciano, contestano, annunciano boicottaggi. Su tutti il Dieu, Eric Cantona: «Questo Mondiale è un’aberrazione ecologica, con tutti gli stadi climatizzati. Che follia, che stupidità! Ma soprattutto è un orrore umano, con migliaia di morti per costruire stadi che serviranno per divertire il pubblico per un mese». La Hummel, sponsor tecnico della Danimarca, ha deciso di semi nascondere il suo logo dalla terza maglia: «È una protesta contro il Qatar e il mancato rispetto dei diritti umani. Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone». Applausi a scena aperta: peccato, però, che sia emerso che la ditta danese 4 anni fa sia stata sponsor del Qatar SC… Ma non basta: secondo la denuncia della Ong Transparency International Denmark l’ipocrisia di Hummel è pazzesca dato che i suoi stabilimenti si trovano in Cina, Bangladesh, Pakistan, Paesi che non tutelano affatto i diritti dei lavoratori.  
    La missione nel mondo
    A schierarsi realmente per le famiglie dei migranti morti in Qatar c’è però la Cruyff, la casa d’abbigliamento di Johan Cruijff, mito del calcio olandese anni ‘70-80: è stata commercializzata una replica della maglia Oranje numero 14 del 1974. Chi la compra aiuta la Pro2 Foundation, che assiste le famiglie dei lavoratori deceduti. Sotto al leone dello stemma olandese ci sono le bandiere di India, Kenya, Filippine, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal, le Nazioni di chi è morto lavorando per un pugno di Riyal, i Paesi di chi ha reso possibile il sogno Mondiale degli emiri, di chi ha perso la vita per un diritto inalienabile dell’uomo. Che non dovrà più essere pagato a carissimo prezzo. Mai più, a nessuna latitudine. 
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