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    Rivoluzione Girona: posti per i cani allo stadio!

    TORINO – Chi porterebbe il proprio cane allo stadio? Io, sinceramente, no. Perché lo stadio non è un luogo adatto ai cani: troppa gente, troppo rumore, tutte situazioni che nei cani provocano un forte stress. Lascia, quindi, un po’ perplessi la proposta del Girona, club neopromosso nella Liga spagnola, che secondo quanto ha annunciato l’ad Ignacio Mas-Bagà sta lavorando per aprire i cancelli dello stadio Montilivi ai 4 zampe. Se poi uno volesse pensare male, questo progetto potrebbe essere mosso dal fatto che il club spagnolo ha come sponsor di maglia Gosbi, società specializzata nel petfood con sede proprio a Girona.Guarda la galleryGli amici a 4 zampe del Girona che sale in Liga
    AVANTI – Ma in realtà il club biancorosso non è nuovo a idee e progetti che riguardano il mondo animale, manifestando la propria vicinanza e il proprio interesse anche con azioni concrete come destinare 7.000 chili di cibo a varie fondazioni della città per la cura e il salvataggio di cani e gatti abbandonati. Se poi pensiamo che in Spagna l’attenzione per gli animali domestici è storia recente: la legge che riconosce gli animali come esseri senzienti è stata approvata da pochi mesi, allora forse è un bene che una società di calcio – quindi con tutta la sua visibilità – anche se con una proposta un po’ stravagante, provi a sensibilizzare l’opinione pubblica.
    AMICI A 4 ZAMPE – «Il Girona ha molte idee – spiega Mas-Bagà – vogliamo diventare il primo club pet-friendly al mondo. Stiamo studiando se sia possibile assegnare posti nello stadio ai nostri amici a quattro zampe idonei a loro. Lo stadio dovrebbe essere un posto per tutti, uno spazio familiare e pensato anche per gli animali. Il nostro sponsor Gobi ci aiuta a sensibilizzare la società sul rispetto degli animali. Non è un messaggio puramente commerciale, è molto di più». LEGGI TUTTO

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    Ufficiale, Paulo Fonseca è il nuovo allenatore del Lille

    LILLE (Francia) –  Paulo Fonseca è ufficialmente il nuovo allenatore del Lille. Dopo i due anni alla guida della Roma il tecnico portoghese si era preso un anno di pausa e adesso è pronto ad affrontare questa nuova avventura. Fonseca ha firmato un contratto di due anni con il club francese, queste le sue prime parole: Diventare il nuovo allenatore del Lille è per me motivo di orgoglio e un grande onore. Sono consapevole che essere stato scelto per entrare a far parte di questo grande club francese, con la sua ricca storia e il suo impressionante track record, mi dà anche una grande responsabilità. Sono quindi felice di iniziare questa avventura con il Lille e desideroso di mettermi al lavoro con lo staff e i giocatori”. LEGGI TUTTO

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    Newcastle, la nuova maglia da trasferta ha i colori dell'Arabia Saudita

    NEWCASTLE (Regno Unito) – Il Newcastle ha presentato la nuova maglia da trasferta per la stagione 2022-23: la novità riguarda i colori, dove il bianco con i bordi verdi, in maniera analoga al kit della nazionale dell’Arabia Saudita, hanno sostituito il nero che avrebbe dovuto monopolizzare la divisa. Le foto, comparse sul sito ufficiale del club dopo essere trapelate online lo scorso maggio, avevano già provocato critiche da parte di molte associazioni e anche dei tifosi dei ‘Magpies’.
    Newcastle-Arabia Saudita, la polemica in Premier League
    “Se è vero che il Newcastle United sta cambiando la sua divisa ‘away’ per abbinarla ai colori nazionali dell’Arabia Saudita si smaschera il potere del dollaro saudita. Una chiara prova di sportswashing per cancellare tutte le accuse di violazioni dei diritti umani”, aveva detto Amnesty International lo scorso maggio. La Premier League aveva approvato l’acquisizione dopo aver ricevuto “assicurazioni legalmente vincolanti” che l’Arabia Saudita non avrebbe controllato il club. Attualmente il Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita (PIF) – di cui è presidente il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – ha una partecipazione dell’80% nel club. LEGGI TUTTO

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    Psg verso il raduno, Galtier nell'ombra e ciao Pochettino

    TORINO – Lunedì 4 luglio si raduna il Paris Saint Germain, reduce dall’ennesimo titolo francese e, per la verità, anche dall’ennesima porta in faccia in Champions League. In Francia è il club più rappresentativo, soprattutto dopo aver raggiunto a quota record di 10 titoli l’ormai nobile decaduto Saint Etienne. Eppure a pochi giorni dal giorno che celebra ufficialmente il ritorno in attività, il Psg non ha ancora un allenatore… In effetti un tecnico ci sarebbe, l’argentino Mauricio Pochettino al quale nessuno ha ancora comunicato che la prossima stagione non si accomoderà sulla panchina del club parigino. Il successore è stato già individuato in Christophe Galtier che proprio da ieri non è più ufficialmente l’allenatore del Nizza. Ricapitolando: quello che vanta un contratto fino al 2023 a 12 milioni a stagione è in stand-by mentre chi non ha più un datore di lavoro al contrario si appresta a prendere in mano la squadra.
    SOLDI SOLDI Il presidente-padrone Nasser Al-Khelaïfi ha regalato al calcio europeo anche questo vero e proprio equilibrismo manageriale che comunque gli costerà un robusto indennizzo a Pochettino stimabile intorno alla ventina di milioni. La rivoluzione che ha portato l’ingresso di Luis Campos al posto di Leonardo nella gestione del mercato del club, si completerà quindi anche con Galtier, tecnico che con il Lille ha costruito un miracolo sportivo vincendo il titolo nel 2021. L’ossessione del presidente qatariota – divenuto una sorta di socio in pectore del presidente Uefa, lo sloveno Alexander Ceferin – resta la Champions League visto che in Francia ha fatto indigestione di trofei. Pochettino paga la prematura uscita di scena dell’ultima edizione, quella firmata dal Real Madrid dell’ex Carlo Ancelotti e dall’implacabile Karim Benzema, che sembrava cosa fatta con l’ingaggio di Lio Messi, Gianluigi Donnarumma, Sergio Ramos e Georginio Wijnaldum, al tirar delle somme solo comparse nel torneo, e con l’assegnazione dell’atto finale proprio a Parigi, al posto della russa San Pietroburgo. Per pianificare il riscatto oggi manca solo un tassello non certo trascurabile… un allenatore. LEGGI TUTTO

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    BeIN Sports: “Roma, Mourinho vuole Aouar: offerti 17 milioni di euro”

    Dalla Juve alla Roma. Quello di Houssem Aouar continua ad essere uno dei nomi sull’agenda degli uomini mercato delle squadre di Serie A. Accostato in passato proprio ai bianconeri, il 23enne centrocampista francese ha un contratto con il Lione in scadenza la prossima estate e potrebbe finire sulla lista dei partenti. Su di lui avrebbe puntato i riflettori José Mourinho, pronto ad accoglierlo nella Capitale per sostituire l’armeno Mkhitaryan, passato all’Inter a parametro zero. Guarda la galleryMercato, da Gavi a Salah: ecco chi ha il contratto in scadenza tra un anno
    Roma, pronta l’offerta per Aouar
    Il solo anno di contratto rimasto e il probabile arrivo di Corentin Tolisso a zero, oltre alla scommessa sul giovane Johann Lepenant o alla promozione di Maxence Caqueret, potrebbe dunque spingere il club francese alla cessione del proprio gioiellino, consigliato anche da Zidane al Real Madrid. Secondo BeIN Sports la società giallorossa sarebbe pronta a mettere sul piatto 17 milioni di euro. C’è però da fare i conti con l’interesse del Siviglia.  LEGGI TUTTO

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    Un Ultras come presidente: l'Hertha Berlino nelle mani di Bernstein

    BERLINO (Germania) – Clamorosa novità in Germania, il nuovo presidente dell’Hertha Berlino è “tal” Kay Bernstein. Il 41enne neo numero uno del club della capitale tedesca è un ex ultrà della squadra e ha prevalso sugli altri due candidati ottenendo ben 1.670 voti sui 3.016 totali. Una vittoria celebrata con entusiasmo dai tifosi del club berlinese. Bernstein, esperto di comunicazione, non può annoverare nel suo curriculum precedenti esperienze nell’amministrazione di società sportive, ma è stato scelto con ampia maggioranza come successore di Werner Gegenbauer, che si è dimesso dopo 14 anni. Queste le sue prime parole dopo essere stato eletto: “Il club è in terapia intensiva. Adesso può essere guarito dall’interno”. LEGGI TUTTO

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    Mané, campione universale

    Ha speso un milione e mezzo di euro per costruire l’ospedale e la scuola di Bambaly, dov’è nato, un ex villaggio rurale che sta diventando una cittadina di 17 mila abitanti, quindici chilometri da Sédhiou, sulle rive del fiume Casamance, a 420 chilometri da Dakar, Senegal. L’ospedale è il punto di riferimento di 34 centri della zona. Ogni anno, i migliori studenti della scuola ricevono una borsa di studio di 400 euro, grazie a lui e, sempre su sua iniziativa, ogni abitante di Bambaly riceve 70 euro al mese. A Bambaly stanno costruendo anche una nuova stazione di servizio e un nuovo ufficio postale. A Bambaly, grazie a lui è arrivata anche la rete 4G. Un giorno, forse, ribattezzeranno Bambaly con il suo nome ma, se così fosse, il primo a non volerlo sarebbe lui, Sadio Mané, 30 anni, campione d’Africa con il Senegal, neoacquisto del Bayern Monaco dopo sei stagioni nel Liverpool, 269 presenze, 120 gol, 38 assist, una Champions League, un mondiale per club, una Supercoppa Uefa, una Premier League che i Reds non vincevano da trent’anni, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega.

    Ma qui non si parla della grandezza di uno fra i più forti attaccanti del mondo, simbolo del calcio africano, prossimo sicuro protagonista del Mondiale in Qatar. Qui si parla di Mané campione universale, paradigma assoluto di che cosa significhi diventare una superstar del football senza dimenticare mai le proprie origini, senza perdere mai il sorriso, sfruttando l’enorme cassa di risonanza mediatica di cui dispone (su Instagram conta 11,5 milioni di follower; su Facebook 16 milioni e 309 mila), per aiutare la sua gente. L’ultima dimostrazione l’ha data il 16 giugno scorso, ancora a Bambaly: ha giocato una partita benefica nel fango, insieme con alcune glorie del calcio locale come El-Hadj Diouf, Papiss Cissé e Mbaye Diagne. E, prima di volare a Monaco di Baviera dal Bayern, ha donato il denaro necessario per realizzare un terreno di gioco in erba. Naturalmente, a dare la notizia non è stato lui. Ha scritto Jürgen Klopp, congedandolo dal Liverpool: “Mané se ne va con la nostra gratitudine e il nostro amore, nonchè con uno status di leggenda. E, sì, se ne va in un momento in cui è uno dei migliori calciatori al mondo. Ma non dobbiamo pensare a quello che perdiamo,: bensì a che cosa abbiamo avuto il privilegio di avere: i gol che ha segnato, i trofei che ha vinto. Egli è una leggenda e un’icona del Liverpool. Rispetto la sua decisione e sono sicuro che i nostri tifosi facciano lo stesso. Se ami il Liverpool, devi amare Sadio, questo non è negoziabile. Accettiamo questa perdita, il Bayern ci guadagna, ma a lui non auguriamo altro che avere successo”. La classe è come il coraggio: se uno non ce l’ha, non se la può dare. Klopp ce l’ha. Provate a immaginare un commiato simile nel calcio italiano dove se un giocatore va a scadenza l’anno dopo, l’anno prima viene messo in disparte o sbertucciato anche dai suoi stessi tifosi che gli danno del traditore o del mercenario. Mané era legato al Liverpool da un contratto sino al 30 giugno 2023, non ha trovato l’accordo per prolungarlo, l’ha comunicato a Natale, ha onorato la maglia sino all’ultima partita con i Reds, apponendo anche la sua firma in calce alla Fa Cup e alla Carabao Cup, la coppa di Lega.

    Ai fan di Anfield ha indirizzato parole emozionate, anche se ha confidato, è stato difficile trovarle: «Voglio solo ringraziarvi di cuore, sono così felice di essere stato una piccolissima parte dell’incredibile successo avuto insieme negli ultimi sei anni. Voi ci siete sempre stati: nel bene e nel male. Non lo dimenticherò mai. Grazie ancora. Non camminerete mai soli». Su Instagram gli hanno risposto quasi in 40 mila, manifestandogli gratitudine, affetto, ammirazione. Tutto si tiene. I tifosi del Liverpool sono gli stessi che, in migliaia, hanno tributato un’accoglienza trionfale alla squadra, al ritorno dalla finale di Champions League persa contro il Real Madrid di Ancelotti. E, appena arrivato a Monaco, Mané ha subito conquistato i nuovi sostenitori. Gli è bastato scrivere “Mia San Mia”, il motto del club bavarese. In italiano si traduce letteralmente “Noi Siamo Noi”, tre parole che dicono molto di più. Rispecchiano fedelmente l’identità del Bayern e di chi lo ama. Fra i punti che spiccano nella carta costitutiva, figurano il “trattamento equo e il rispetto dell’avversario, la tolleranza, l’integrazione e il fair play”. Come se l’avesse scritto Mané.

    Guarda la galleryIl Bayern Monaco annuncia Mané: la presentazione ufficiale LEGGI TUTTO