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    Un Ultras come presidente: l'Hertha Berlino nelle mani di Bernstein

    BERLINO (Germania) – Clamorosa novità in Germania, il nuovo presidente dell’Hertha Berlino è “tal” Kay Bernstein. Il 41enne neo numero uno del club della capitale tedesca è un ex ultrà della squadra e ha prevalso sugli altri due candidati ottenendo ben 1.670 voti sui 3.016 totali. Una vittoria celebrata con entusiasmo dai tifosi del club berlinese. Bernstein, esperto di comunicazione, non può annoverare nel suo curriculum precedenti esperienze nell’amministrazione di società sportive, ma è stato scelto con ampia maggioranza come successore di Werner Gegenbauer, che si è dimesso dopo 14 anni. Queste le sue prime parole dopo essere stato eletto: “Il club è in terapia intensiva. Adesso può essere guarito dall’interno”. LEGGI TUTTO

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    Mané, campione universale

    Ha speso un milione e mezzo di euro per costruire l’ospedale e la scuola di Bambaly, dov’è nato, un ex villaggio rurale che sta diventando una cittadina di 17 mila abitanti, quindici chilometri da Sédhiou, sulle rive del fiume Casamance, a 420 chilometri da Dakar, Senegal. L’ospedale è il punto di riferimento di 34 centri della zona. Ogni anno, i migliori studenti della scuola ricevono una borsa di studio di 400 euro, grazie a lui e, sempre su sua iniziativa, ogni abitante di Bambaly riceve 70 euro al mese. A Bambaly stanno costruendo anche una nuova stazione di servizio e un nuovo ufficio postale. A Bambaly, grazie a lui è arrivata anche la rete 4G. Un giorno, forse, ribattezzeranno Bambaly con il suo nome ma, se così fosse, il primo a non volerlo sarebbe lui, Sadio Mané, 30 anni, campione d’Africa con il Senegal, neoacquisto del Bayern Monaco dopo sei stagioni nel Liverpool, 269 presenze, 120 gol, 38 assist, una Champions League, un mondiale per club, una Supercoppa Uefa, una Premier League che i Reds non vincevano da trent’anni, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega.

    Ma qui non si parla della grandezza di uno fra i più forti attaccanti del mondo, simbolo del calcio africano, prossimo sicuro protagonista del Mondiale in Qatar. Qui si parla di Mané campione universale, paradigma assoluto di che cosa significhi diventare una superstar del football senza dimenticare mai le proprie origini, senza perdere mai il sorriso, sfruttando l’enorme cassa di risonanza mediatica di cui dispone (su Instagram conta 11,5 milioni di follower; su Facebook 16 milioni e 309 mila), per aiutare la sua gente. L’ultima dimostrazione l’ha data il 16 giugno scorso, ancora a Bambaly: ha giocato una partita benefica nel fango, insieme con alcune glorie del calcio locale come El-Hadj Diouf, Papiss Cissé e Mbaye Diagne. E, prima di volare a Monaco di Baviera dal Bayern, ha donato il denaro necessario per realizzare un terreno di gioco in erba. Naturalmente, a dare la notizia non è stato lui. Ha scritto Jürgen Klopp, congedandolo dal Liverpool: “Mané se ne va con la nostra gratitudine e il nostro amore, nonchè con uno status di leggenda. E, sì, se ne va in un momento in cui è uno dei migliori calciatori al mondo. Ma non dobbiamo pensare a quello che perdiamo,: bensì a che cosa abbiamo avuto il privilegio di avere: i gol che ha segnato, i trofei che ha vinto. Egli è una leggenda e un’icona del Liverpool. Rispetto la sua decisione e sono sicuro che i nostri tifosi facciano lo stesso. Se ami il Liverpool, devi amare Sadio, questo non è negoziabile. Accettiamo questa perdita, il Bayern ci guadagna, ma a lui non auguriamo altro che avere successo”. La classe è come il coraggio: se uno non ce l’ha, non se la può dare. Klopp ce l’ha. Provate a immaginare un commiato simile nel calcio italiano dove se un giocatore va a scadenza l’anno dopo, l’anno prima viene messo in disparte o sbertucciato anche dai suoi stessi tifosi che gli danno del traditore o del mercenario. Mané era legato al Liverpool da un contratto sino al 30 giugno 2023, non ha trovato l’accordo per prolungarlo, l’ha comunicato a Natale, ha onorato la maglia sino all’ultima partita con i Reds, apponendo anche la sua firma in calce alla Fa Cup e alla Carabao Cup, la coppa di Lega.

    Ai fan di Anfield ha indirizzato parole emozionate, anche se ha confidato, è stato difficile trovarle: «Voglio solo ringraziarvi di cuore, sono così felice di essere stato una piccolissima parte dell’incredibile successo avuto insieme negli ultimi sei anni. Voi ci siete sempre stati: nel bene e nel male. Non lo dimenticherò mai. Grazie ancora. Non camminerete mai soli». Su Instagram gli hanno risposto quasi in 40 mila, manifestandogli gratitudine, affetto, ammirazione. Tutto si tiene. I tifosi del Liverpool sono gli stessi che, in migliaia, hanno tributato un’accoglienza trionfale alla squadra, al ritorno dalla finale di Champions League persa contro il Real Madrid di Ancelotti. E, appena arrivato a Monaco, Mané ha subito conquistato i nuovi sostenitori. Gli è bastato scrivere “Mia San Mia”, il motto del club bavarese. In italiano si traduce letteralmente “Noi Siamo Noi”, tre parole che dicono molto di più. Rispecchiano fedelmente l’identità del Bayern e di chi lo ama. Fra i punti che spiccano nella carta costitutiva, figurano il “trattamento equo e il rispetto dell’avversario, la tolleranza, l’integrazione e il fair play”. Come se l’avesse scritto Mané.

    Guarda la galleryIl Bayern Monaco annuncia Mané: la presentazione ufficiale LEGGI TUTTO

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    Borriello sfida Al Khelaïfi a padel: “Scusa presidente, 3-0”

    IBIZA (SPAGNA) – Nonostante la calura, nessuno vuole smettere di giocare a padel. In tantissimi approfittano delle vacanze e tra una nuotata in mare e un trattamento in Spa trovano il tempo per sfidarsi a colpi di volée e bandeje. Che sia inverno o estate, che faccia freddo o ci sia sole a picco, la gabbia è sempre il posto prescelto per passare qualche ora di divertimento e tenersi in forma. Ibiza, luogo scelto da tantissimi vacanzieri, è stato il “campo di battaglia” della sfida tra l’ex attaccante di Roma e Milan, tra le altre, Marco Borriello, ora ds dell’UD Ibiza, e il presidente del Psg Nasser Al Khelaïfi. Ad avere la meglio è stato l’italiano che, al termine del match, ha postato una stories su Instagram taggando l’emiro qatariota, sorridente nonostante il ko: “Scusa Presidente, 3-0”. Guarda la galleryRoma-Lazio, è derby anche nel padel: che spettacolo al Villa Pamphili! LEGGI TUTTO

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    Sun: “Phillips dal Leeds al Manchester City per 52 milioni di euro”

    MANCHESTER (INGHILTERRA) – Non si ferma il Manchester City, anzi ha appena cominciato. Dopo l’arrivo di Haaland in attacco, ecco per Guardiola Kalvin Phillips dal Leeds: come scrive il “Sun”, è tutto fatto per 52 milioni di euro. Prossima settimana dovrebbero arrivare la firma e l’ufficialità dell’affare e Pep avrà così il suo nuovo tuttocampista tanto richiesto. Phillips, cresciuto nel Leeds dalle giovanili fino alla prima squadra, raccoglierà l’eredità di Fernandinho, dal 30 giugno svincolato. L’accordo tra i club dovrebbe prevedere anche un incentivo in bonus, circa 3,5 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Il Bayern è un esempio di corretta gestione, ma il rovescio della medaglia fa riflettere

    TORINO – Tra le società europee da prendere ad esempio, in cima alla lista figura senza dubbio il Bayern Monaco. Il club bavarese pianifica con attenzione ogni tassello della propria crescita, in campo dove il suo dominio in Bundesliga non è più soggetto a discussione ormai da un decennio e fuori dove un’oculata gestione amministrativa permette di tenere sempre sotto controllo il bilancio. Stadio di proprietà (l’avveniristico Allianz Arena inaugurato nel 2005 con un debito di 346 milioni da spalmare in 25 anni, ma saldato interamente dopo soli nove anni), merchandising, una profonda identificamente con il territorio e una sensibilità spiccata verso le proprie leggende come testimonia il board dove compaiono in posizioni chiave ex del calibro di Franz Beckenbauer, Oliver Kahn amministratore delegato e Hasan Salihamidzic, direttore sportivo. E ogni estate i campioni di Germania, con poche e calibrate mosse, rinnovano la propria forza rispetto alla concorrenza interna: Sadio Mané, Ryan Gravenberch e Noussair Mazraoui sono gli ingaggi copertina della prossima Bundesliga, ovviamente griffati Bayern. Tutto limpido, tutto molto bello… Eppure sotto il tappeto finiscono le ruggini di tensioni che non sempre restano confinate all’interno del centro sportivo di Säbener Straße. Il caso Robert Lewandowski, il bomber da 344 gol in 375 presenze, che con il contratto in scadenza nel 2023 ha esternato la sua volontà di cambiare aria in anticipo, mette a nudo un’insofferenza latente. Nelle ultime stagioni sono tanti i campioni che hanno salutato allo scadere del proprio contratto lasciando cadere ogni tentativo di rinnovo: il nazionale Niklas Süle, il campione del mondo Corentin Tolisso, la scorsa stagione David Alaba e Javi Martinez oltre a calibri da novanta come Toni Kroos e Miroslav Klose. Senza dimenticare il ritiro di Philip Lahm, storica bandiera del club, nel 2018 che rifiutò di proseguire il suo percorso in società, nel ruolo di direttore sportivo, per contrasti sui poteri e sul mancato ingresso in consiglio di amministrazione. Un no che irritò molto Karl-Heinz Rummenigge, altra icona, a quel tempo amministratore delegato. Piccoli intoppi che comunque non macchiano il blasone del Bayern Monaco che prosegue la sua corsa verso altri trofei, sempre a testa alta. E con i conti in ordine. LEGGI TUTTO

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    Adekanye dalla Lazio al Go Ahead Eagles: è ufficiale

    ROMA – È finita l’esperienza di Bobby Adekanye alla Lazio. L’attaccante nigeriano classe 1999, arrivato tre anni fa dal settore giovanile del Liverpool, in biancoceleste non ha lasciato ricordi indelebili a livello di prestazioni (15 presenze, un gol e un assist), venendo girato in prestito al Cadice, all’ADO Den Haag e infine al Crotone. La sua nuova avventura sarà in Olanda, al Go Ahead Eagles, con cui ha firmato fino al 2024 e che lo ha annunciato ufficialmente.
    Lazio, il saluto di Adekanye
    Tuttavia, a giudicare dalle parole affettuose spese dal ragazzo ieri su Instagram, il rapporto con i tifosi laziali è stato speciale: “Oggi saluto la Lazio e lo faccio con immenso orgoglio per aver difeso la maglia di una delle squadre più importanti del calcio italiano. Roma è una città meravigliosa e la Lazio è un club gigantesco sotto ogni punto di vista, ma voi tifosi siete stati il mio regalo più grande. Mi avete dimostrato un affetto infinito fin dal primo giorno e vi assicuro che è lo stesso affetto che ho avuto per voi, oggi, domani e sempre. Questo non cambierà”. Adekanye conclude ringraziando tutti, “dal primo compagno di squadra che mi ha aperto le porte dello spogliatoio all’ultimo collaboratore che ha fatto in modo che non mi mancasse nulla per poter coltivare la mia passione”. LEGGI TUTTO

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    Tebas, la dura replica ad Al Khelaïfi: “Ci prende tutti per stupidi”

    MADRID (SPAGNA) – “Quello che facciamo lo facciamo perché sappiamo che è possibile. Non è nel nostro stile parlare di altri campionati, club o federazioni. Non stiamo dando lezioni e non permetteremo a nessuno di darcele. Continueremo costruendo il nostro progetto”. Queste sono le parole di Nasser Al Khelaïfi che, attraverso le colonne di Marca, risponde a coloro i quali criticano l’operato del Psg in sede di calciomercato e non solo. Guarda la galleryPsg, sprofondo rosso: quanti calciatori svalutati!
    Tebas non ci sta: ecco la replica alle parole di Al Khelaïfi
    Le frasi dello sceicco qatariota, patron del club campione di Francia, non sono piaciute al numero uno della Liga Javier Tebas, tra i principali oppositori della politica intrapresa dalla squadra transalpina. Il presidente del campionato spagnolo ha infatti commentato l’uscita di Al Khelaïfi in maniera piuttosto stizzita e su Twitter ha replicato: “Ci prende tutti per stupidi (nemmeno lui crede alle sue bugie) e si presenta a ‘Marca’ per dare lezioni con la superbia e l’arroganza del ‘nuovo ricco’. Le regole non esistono per il Psg. Continueremo a lottare per un calcio sostenibile senza imbrogli”. LEGGI TUTTO

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    Chelsea, ufficiale l'addio all'ad Granovskaia: rimarrà fino a fine mercato

    LONDRA (INGHILTERRA) – Dopo aver salutato Bruce Buck, il Chelsea opera un deciso restyling a livello dirigenziale. Il club londinese, guidato dal nuovo proprietario Tom Boehly, ha infatti salutato ufficialmente Marina Granovskaia. Storica dirigente dei ‘Blues’, membro del consiglio di amministrazione dal 2013 e poi amministratrice delegata e responsabile dell’area tecnica, la Granovskaia lascerà Londra e sarà lo stesso Boehly a svolgere, ad interim, il ruolo di direttore sportivo. Con la dirigente russa sarà però un addio graduale in quanto “Il Chelsea e la signora Granovskaia hanno concordato che resterà a disposizione di Boehly e del club per la durata dell’attuale finestra di mercato, nella misura necessaria per supportare la transizione”, si legge nella nota ufficiale dei ‘Blues’.Guarda la galleryMercato, da Gavi a Salah: ecco chi ha il contratto in scadenza tra un anno
    Chelsea, ecco il nuovo board ‘blues’
    Oltre all’addio di Marina Granovskaia, il Chelsea ha annunciato il suo nuovo Board of Directors dove il neo proprietario Todd Boehly assumerà il ruolo di presidente. Con lui gli altri investitori Behdad Eghbali, José E. Feliciano, Mark Walter, Hansjorg Wyss, Jonathan Goldstein, Barbara Charone, Daniel Finkelstein e James Pade.  LEGGI TUTTO