consigliato per te

  • in

    Ligue 1, trionfo Lille: al Psg non basta la vittoria con il Brest

    La classifica finale della Ligue 1
    Angers-Lille 1-2, Galtier vince la Ligue 1
    Subito vantaggio per gli ospiti firmato da Jonathan David al 10′. Prima della fine del primo tempo arriva anche il raddoppio per il Lille: l’autore del gol precedente viene atterrato in area da Bernardoni, concesso il calcio di rigore che Yilmaz trasforma con freddezza. Spavento nel finale per il Lille con il gol dell’Angers di Fulgini (92′). La squadra di Galtier però vince ed esplode la festa: il Lille si prende il campionato francese nonostante la vittoria del Psg.
    Angers-Lille, tabellino e statistiche
    Brest-PSG 0-2, a Pochettino non basta la vittoria
    Subito rigore per il Psg con Faivre che atterra Di María in area al 18′. Dagli 11 metri però  Neymar sbaglia clamorosamente: il suo tiro a destra termina oltre il palo. La squadra di Pochettino continua a spingere e trova finalmente il gol del vantaggio al 37′ grazie ad un autogol di Faivre da calcio d’angolo. Al 71′ gol di Mbappé che chiude la partita, con i parigini che possono solo sperare nel passo falso del Lille che però non arriva: il Psg chiude al secondo posto.
    Brest-PSG, tabellino e statistiche
    Lens-Monaco 0-0, il Monaco chiude terzo
    Si chiude con uno 0-0 la sfida tra Lens e Monaco che, grazie alla sconfitta del Lione, conserva il terzo posto e la qualificazione in Champions League.
    Lens-Monaco, tabellino e statistiche
    Lione-Nizza 2-3, rimonta nel secondo tempo
    Ekambi sblocca la partita per il Lione al 14′, a cui risponde al 30′ Dolberg che realizza il gol del pari. I padroni di casa però si scatenano nel finale del primo tempo: al 40′ Ekambi trova la doppietta personale portando di nuovo avanti i suoi, poi al 43′ tris di Aouar che però viene annullato per fuorigioco. Il Nizza ribalta la gara e distrugge i sogni per la Champions League del Lione: pareggio di Kamara al 50′ e gol del vantaggio al 57′ firmato da Saliba per il definitivo 3-2. La squadra di Garcia fallisce clamorosamente l’aggancio al terzo posto. 
    Lione-Nizza, tabellino e statistiche
    Metz-Marsiglia 1-1, caos nel finale
    Caos nel finale della sfida tra Metz e Marsiglia: rigore annullato a Boulaya al 92′, poi al 94′ ancora rigore sempre conquistato da Boulaya e stavolta assegnato. Dal dischetto va sempre Boulaya che trova il gol del vantaggio al 98′. La sfida però non è ancora finita: assegnato un rigore anche al Marsiglia dopo 10 minuti di recupero che viene battuto al 104′ da Milik che realizza l’1-1. 
    Metz-Marsiglia, tabellino e statistiche
    Rennes-Nimes 2-0
    Guirassy di testa sblocca la partita al 25′, portando in vantaggio il Rennes. Raddoppio nel secondo tempo, con la rete di Bourigeaud al 50′. Il Rennes si qualifica cosi alla prossima Conference League. 
    Rennes-Nimes, tabellino e statistiche
    Nantes-Montpellier 1-2
    Vantaggio del Montpellier al 30′: calcio di rigore per gli ospiti di Delort che viene parato ma Laborde trova il tap-in vincente. Il Nantes trova subito il pari grazie Kolo al 34′. Nel secondo tempo ancora in vantaggio gli ospiti, che trovano il 2-1 con la rete di Wahi. Nantes ai playoff.
    Nantes-Montpellier, tabellino e statistiche
    S.Etienne-Digione 0-1
    Digione avanti al 39′ con il destro di Kamara. Per gli ospiti anche un rigore sbagliato al 77′ con Konate che colpisce la traversa. Vittoria all’ultima giornata per il fanalino di coda della Ligue 1.
    S.Etienne-Digione, tabellino e statistiche
    Reims-Bordeaux 1-2
    Reims in avanti al 15′ con la rete di El Bilal Toure. La risposta del Bordeaux arriva allo scadere del primo tempo, con il pari firmato da Adli. Nel secondo tempo gli ospiti trovano il vantaggio con Kwateng che realizza il definitivo 2-1 al 59′. 
    Reims-Bordeaux, tabellino e statistiche
    Strasburgo-Lorient 1-1
    Al termine di un’ottima azione corale, Diallo porta in vantaggio lo Strasburgo al 18′. Laporte riporta la parità tra le due squadre al 56′, firmando il definitivo 1-1. 
    Strasburgo-Lorient, tabellino e statistiche LEGGI TUTTO

  • in

    Alfaro: «De Rossi, sfido te e l'Italia!»

    TORINO – Se definiamo l’Ecuador come la sorpresa più grande del calcio del LatinoAmérica non andiamo lontano dal vero. Analizziamo i numeri: loro non mentono mai. Nel girone Conmebol di qualificazione a Qatar 2022 la Tricolor occupa, dopo 4 partite, il 3° posto in classifica dietro a due giganti, Brasile e Argentina, ma davanti a grandi del continente come Uruguay, Colombia e Cile. Il bilancio delle 4 gare è ampiamente positivo: sconfitta 1-0 (immeritata) contro l’Argentina alla Bombonera, quindi un filotto pazzesco di 3 successi, 4-2 casalingo alla Celeste, 3-2 nell’altura dell’Armando Siles di La Paz contro la Bolivia e, dulcis in fundo (almeno per ora), il triumfazo contro i cafetéros, un 6-1 clamoroso che, dalle parti di Bogotá fa ancora male, anzi malissimo.  L’età dell’oro del calcio ecuadoriano coincide con l’avvento sulla panchina di Gustavo Julio Alfaro, argentino di Rafaela, capoluogo del Departamento Castellanos, provincia di Santa Fe. Una volta chiusa l’esperienza al Boca Juniors, che allenò nel 2019, quando giocò con il Xeneize Daniele De Rossi, è stato contattato dalla Fef, la federcalcio del Paese, e gli sono state affidate le chiavi della Tricolor dopo il brevissimo interregno di Jordi Cruijff, l’unico ct della storia del calcio ecuadoriano a non essersi seduto in panchina nemmeno per una partita. A 22 giorni dall’inizio della Copa América, il ct ha deciso di raccontarsi, in esclusiva a Tuttosport, e pure di lanciare una bella idea, attraverso questa intervista, che ha due destinatari speciali: Roberto Mancini e, appunto, DDR16.   CHE AVVENTURA – «Onestamente ciò che mi trovo a fare è un lavoro totalmente differente da quello a cui ero abituato: per 28 anni ho fatto l’allenatore di squadre di club e la dinamica di lavoro è radicalmente diversa da quella in una Nazionale. Non avevo esperienza, prima di questa mia avventura, né in una Selección, né nel Fútbol ecuadoriano, anche se, nel corso della mia carriera, ero venuto in Ecuador da allenatore avversario, come per esempio nella Libertadores del 2019, quando con il Boca Juniors affrontammo la LDU di Quito. Al mio arrivo la situazione non era proprio semplicissima: c’erano problemi in federazione dopo l’addio di Crujiff con lotte interne per spodestare il presidente federale. Mi sono messo sotto col lavoro per capire dove eravamo, ciò che dovevamo fare. Sono fermamente convinto che l’Ecuador abbia una generazione di grandi giocatori che per il momento non ha ancora ottenuto il riconoscimento internazionale che meritrebbe: siamo, però, sulla buona strada e con il passar del tempoi avremo sempre più peso e credibilità. Un po’ come accaduto a suo tempo alla Colombia quando era allenata da Pekerman: con lui sono arrivate due qualificazioni Mondiali e i giocatori sono stati acquistati dai top club europei.  Dovevo fare una rapida diagnosi, capire cosa avevo, cosa serviva, cosa mancava. I ragazzi sono stati collaborativi al massimo: è un piacere lavorare con gente così! Si sono incolonnati subito dietro ai nostri principi cardine, hanno ben capito la mia idea di gioco, i miei dettami. Volevo, volevamo tornare a generare nella squadra la sensazione di non sentirsi inferiori a nessuno, ovviamente con il giusto rispetto che bisogna tenere agli avversari. Ho detto loro: “Siate coscienti delle vostre qualità, delle vostre capacità. Cominciate a guardare la parte davanti della maglia, quella con lo scudo con il giallo, il blu, il rosso, con i colori nazionali e non quella di dietro con il vostro nome. Quando lo farete, sarete davvero in grado di giocarvela contro tutti, di essere alla pari con ogni rivale”. E così è stato: hanno capito e fatta loro questa idea. Siamo cresciuti, cerchiamo di perfezionare elementi decisivi nel calcio di oggi come la distanza tra le linee, il pressing, i blocchi corti, la fisicità e la corsa. Credo che i frutti di questo lavoro si siano visti già dalla partita della Bombonera contro l’Argentina. Sono fortunato, ho a disposizoone giocatori tecnici, veloci e potenti: le vittorie hanno portato loro fiducia e la fiducia ha portato sicuerezze. Peccato però, che, per colpa della pandemia, siano state sospese le 2 partite in programma a marzo perché la squadra era in un ottimo momento.  Ora, però, la situazione rischia di essere leggermente cambiata: l’Ecuador, dati alla mano, non è più “la sorpresa”. L’Ecuador è “la realtà”, un rivale da battere e gli avversari lo sanno. Quindi dobbiamo metterci in testa che le cose su cui si deve lavorare duro sono ancora molte, perché, per esempio, nelle scorse eliminatorie Mondiali l’Ecuador a livello di punti stava meglio di noi adesso: aveva vinto le prime 4 ed era a punteggio pieno, ma alla fine non andò in Russia. Quindi serve testa sul collo e concentrazione: l’eliminatoria è lunga è difficile e, a causa del calendario rivoluzionato dal covid, non abbiamo nemmeno la chance di disputare amichevoli in cui provare uomini e soluzioni. Siamo costretti a convocarli e a metterli in campo, per questo bisogna rendere minimo il margine di errore. Dunque proviamo a star vicino ai giocatori giorno dopo giorno per far loro capire che la Nazionale è sempre presente anche se non sta giocando. Io e il mio staff proviamo a instillare nei giocatori un sentimento di appartenenza e di dipendenza dalla Nazionale perché se tutti noi dipendiamo da tutti noi, sì, allora stiamo bene.  A giugno inizia un ciclo da incubo: il 4 andiamo in Brasile, poi l’8 ospitiamo il Perù quindi il 12 inizia la Copa América a Bogotà contro la Colombia. Sì, non c’è che dire, un calendario ingolfato: in Europa, a livello organizzativo, siete messi un pelino meglio. La Copa América va disputata: è già stata posticipata di un anno, anche se permangono dubbi se si potrà alla fine giocare in Colombia vista la drammatica situazione politica nel Paese e i molti morti. Il nostro obiettivo in Copa? Io dico ai giocatori che si gioca sempre per vincere: quando allenavo l’Arsenal de Sarandì nessuno ci dava un peso, nessuno pensava potessimo arrivare in fondo alla Copa Sudamericana, e io ripetevo ai ragazzi “Dove sta scritto che non possiamo vincerla noi, questa Copa?”. Alla fine trionfammo, quindi se uno si convince e lavora duro può farcela, proprio come capitò a “El Arse” nel 2007. Ora ripeto la stessa cosa: “Dove sta scritto che l’Ecuador non può essere campione?”. Sì, vogliamo continuare a far bene in Copa América anche se storicamente non abbiamo mai impressionato in questa manifestazione. Vogliamo comunque che sia il completamento di un percorso ben preciso cominciato nelle qualificazioni. L’obiettivo principale è centrare il Mondiale del prossimo anno in Qatar. Sarebbe, bellissimo, un’impresa, la 4ª partecipazione alla Coppa del Mondo. Un trionfo che dovrebbe essere festeggiato come merita e magari in questo potete aiutarci voi di Tuttosport: una bella amichevole tra la Tri e gli azzurri di Mancini e Daniele. Sarebbe meraviglioso: noi dell’Ecuador promettiamo di mettercela tutta, voi potete far giungere questo desiderio all’Italua e a De Rossi? Daniele è un fuoriclasse, come giocatore e come uomo, mi manca e ho voglia di abbracciarlo. E’ una persona sublime, un grande de verdad». Come non chiedere a un clamoroso Maestro de Fútbol come Gustavo Alfaro se, nella sua Nazionale, ci sono elementi pronti al salto in Serie A? «Il calcio che giocate lì da voi è molto impegnativo: non solo per il livello di professionalità che esige ma pure per l’aspetto tattico. Il vostro Fútbol è ipertattico, quindi devi avere molto ben chiari i concetti e la disciplina che servono per giocare lì. Io penso che i calciatori dell’Ecuador siano in un continuo ed evidente processo di crescita: per arrivare in Italia devono passare da altri campionati in Europa che li forgino bene al grande salto, che li preparino a ciò che serve nel calcio d’Oltreoceano mentre modellano il loro profilo professionale. C’è un giocatore che, a parer mio, è già pronto nonostante la giovane età. E’ il centrocampista Moisés Isaac Caicedo: può farsi valere nel calcio di qualsiasi nazione, ha talento, gran testa, personalità, gioventù, voglia di spaccare il mondo e un futuro brillantissimo. Da 6 mesi gioca nel Brighton: se gli verrà data la possibilità saprà imporsi come talento assoluto, come un crack pazzesco. Occhio poi al vivaio dell’Independiente del Valle: sfornano gioielli in serie. Sono organizzatissimi, sembrano il Boca, lavorano come un top club. Solo che al Boca hai l’urgenza di vincere, all’Independiente del Valle no e questo è un aiuto nella crescita dei talenti».  
      LEGGI TUTTO

  • in

    Premier: Liverpool e Chelsea conquistano la Champions, crolla Ancelotti

    Liverpool e Chelsea conquistano gli ultimi due posti rimasti per l’accesso alla prossima Champions League nell’ultima giornata di Premier League. Questo il principale verdetto arrivato da un pazzesco turno 38 con Tottenham-Leicester partita regina e spartiacque che regala il sucesso e un posto in Conference agli Spurs, relega le Foxes in Europa League e rende meno pesante il ko del Chelsea con l’Aston Villa. Klopp supera agilmente il Crystal Palace di Roy Hodgson (ultima panchina per lui) chiudendo al terzo posto, più fortunato invece Tuchel che ringrazia Mason con le Foxes in Europa League insieme al West Ham. Fuori dall’Europa l’Arsenal (2-0 al Brighton) e l’Everton di Ancelotti che crolla per 5-0 sul campo dei campioni d’Inghilterra del City che salutano con un grande successo Sergio Aguero
    Premier League, la classifica
    In Champions Liverpool e City
    Novanta minuti incredibili chiudono il quadro sulla zona Champions della Premier League. Ad avere vita facile solamente il Liverpool che piega per 2-0 il Crystal Palace di un eterno Roy Hodgson, oggi alla sua ultima panchina in carriera: super doppietta di Mane che vale il terzo posto a quota 69. Alle spalle di Klopp, il Chelsea con 67 punti e tanta fortuna. I Blues infatti vanno ko per 2-1 in trasferta con l’Aston Villa, Traore ed El Ghazi decisivi prima della rete ospite di Chilwell, ma riescono a strappare il pass per la competizione continentale grazie al successo del Tottenham con il Leicester, 4-2 il finale, che porta le Foxes in Europa League.
    Aston Villa-Chelsea, tabellino e statistiche
    Liverpool-Crystal Palace, tabellino e statistiche
    Leicester-Tottenham, tabellino e statistiche
    Tottenham in Conference, crolla Ancelotti
    A delineare il quadro dei posti per le altre due competizioni europee, il tris interno del West Ham con il Southampton (3-0 e sesto posto per gli Hammers) e proprio il 4-2 del Tottenham che regala agli Spurs un posto nella nuova Conference League. La rimonta dei ragazzi di Mason ai due rigori di Vardy, firmata Kane, doppio Bale e una sfortunata autorete di Schmeichel, vale il settimo posto ai danni di Arsenal (2-0 al Brighton) ed Everton, 5-0 con i campioni d’Inghilterra del City e doppietta di Sergio Aguero oggi all’addio con i Citizens. Un duro ko per Ancelotti che resta fuori dall’Europa insieme al Leeds di Bielsa uscito comunuqe vittorioso dal match interno con il retrocesso West Bromwich, 3-1 il finale.
    Arsenal-Brighton, tabellino e statistiche
    Manchester City-Everton, tabellino e statistiche
    Premier League, l’ultima giornata
    Gli altri risultati che chiudono il campionato inglese vedono il Manchester United vincere per 2-1 sul campo del Wolverhampton: rete del calssee 2002 Elanga e Mata su rigore per i Red Devils, momentaneo pareggio di Semedo. Successo esterno anche per il Newcastle, 2-0 al Fulham già sceso in Championship insieme allo Sheffield che chiude vincendo per 1-0 in casa con il Burnley. LEGGI TUTTO