Diego Abatantuono lo sapeva già nel 1982, quando Stefania Sandrelli chiedeva ad una delle sue maschere (Donato) se amasse più lei o il Milan. La bugia e quella radiolina all’orecchio mentre segnava Joe Jordan, lo squalo che sfidò Gattuso proprio di un Milan-Tottenham (di Champions, e degli ottavi) di molti anni fa
MILAN-TOTTENHAM LIVE
San Valentino. Giorno degli innamorati: sì, ma innamorati di chi? La cena romantica e la partita di pallone, come cantava Rita Pavone. Perché, recitava un vecchio adagio attribuito al calciatore col talento da drammaturgo Eric Cantona, “nella tua vita puoi cambiare tutto, moglie, idee politiche e perfino la religione, ma non cambierai mai squadra del cuore”. E che un Milan-Tottenham si giocasse a San Valentino sembravano già saperlo Diego Abatantuono (non a caso tifoso rossonero) e i fratelli Vanzina. È il 1982 quando leggono nella sfera e anticipano una fredda serata del febbraio del 2023, in quel super cult che è Eccezzziunale… veramente. Con una semplice domanda, divenuta negli anni simbolo di un grande dilemma: “Ma tu, ami più me o il Milan?”.
E quindi uscire fuori a cena o stare davanti alla tv – ovviamente Sky Sport Uno – per un ritorno agli ottavi di Champions che mancavano da tanti, troppi, anni? La battuta arrivava dall’elegante voce di Stefania Sandrelli, lei che nel microcosmo del film, aveva finalmente convertito il milanistissimo Donato (uno dei tre personaggi della pellicola con l’interista Franco e lo juventino Tirzan) al cinemino domenicale piuttosto che alla trasferta del Milan. Le partite in casa, quelle no, non si potevano perdere. Era un patto.
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Tutto il calcio minuto per minuto alla radiolina
Ma l’inganno è dietro l’angolo. Le follie di cui solo il tifoso di calcio è capace (Nick Hornby in Febbre a 90′ ne ha scritto un trattato) vanno oltre: e allora la radiolina nell’orecchio – smartphone ante litteram – i folti capelli anni Ottanta a nasconderla: “Io quanto sto cun te i’ Milan non mi passa neanche pe’ l’anticamera de cevelletto” – diceva Donato, con lo slang tipico di una delle maschere abatantuoniane, mentre Tutto il calcio minuto per minuto, piano piano, prendeva la linea dalla Sardegna: “Rigore per il Milan per l’atterramento di Jordan. Ecco Jordan che assesta il pallone sul dischetto, prende la rincorsa e…”. Sì, Joe Jordan detto lo squalo.
La partita è vera: Cagliari-Milan, domenica 2 maggio 1982. Finì 1-1, non segnò Jordan su rigore: Battistini per il vantaggio rossonero con pareggio di Quagliozzi. Ma San Valentino, il film dei Vanzina e la radiolina, ricollegano il filo rosso(nero) alla storia. Come se tutto dovesse incastrarsi nei punti giusti: perché l’ultimo Milan-Tottenham a San Siro (0-1, Crouch) si giocava quasi a San Valentino (era il 15 febbraio del 2011). Come a dire, prima le cene di coppia, poi la partita. E c’era Joe Jordan, vice allenatore degli Spurs.
Iu end mi
Più precisamente era lì, con la testa contro quella di Gennaro Gattuso. Il riassunto passato alle cronache (“Mi è scattata l’ignoranza”) arriva da una storica intervista alle Iene. Joe Jordan, innanzitutto, era un ex giocatore del Milan dei tetri anni Ottanta. Era detto lo squalo perché giocava con un sorriso senza denti; aveva perso gli incisivi in uno scontro di gioco anni prima e, da allora, toglieva quelli finti per scendere in campo. Di sorrisi, quel giorno, neanche l’ombra.
E quindi Gattuso, che ha sempre detto di ragionare in calabrese, lo raccontò nel suo dialetto locale in tv. Nell’immaginario ci sono finiti quel “mi è scattata l’ignoranza” – dopo la lite con lo squalo – e lo scontro con Bassong, ex difensore degli Spurs: “Ha cominciato a dire ‘you and me, you and me’ – spiegava Rino – e allora nel sottopassaggio abbiamo fatto iu end mi”. You and me, tu ed io, quale dedica migliore per San Valentino?
©IPA/Fotogramma
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