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    Ceferin: “Se l'Uefa affronta i milionari che vogliono comprare tutto, il calcio vince”

    Il presidente dell’Uefa al termine del congresso svolto a Vienna: “Quando siamo uniti, nessuno può batterci. Quando la Uefa affronta i milionari che pensano di comprare tutto, vince il calcio”. Sui problemi da risolvere: “Non è vero che non esiste il razzismo. Lavoriamo anche per la salute mentale dei calciatori” 

    “Nel 2020 il congresso di Amsterdam è stato caratterizzato dalla pandemia. Quello del 2021 a Montreaux ha visto il tentativo da parte di alcuni oligarchi di capovolgere il mondo del calcio. Quello di oggi si svolge nel mezzo di un tremendo conflitto. Le avversità mettono alla prova e sono orgoglioso di aver lavorato come abbiamo fatto. Quando siamo uniti, nessuno può batterci”. Ha esordito così Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, nella conferenza stampa dopo il 46^ congresso avvenuto a Vienna. Ieri l’Esecutivo aveva invece approvato la riforma della Champions League e delle altre competizioni europee, portandola a 36 squadre nel nuovo format. In seguito, Ceferin ha attaccato ancora il progetto della Superlega: “Quando la Uefa abbandona i suoi interessi, vince il calcio. Quando riesce a organizzare un Europeo vince il calcio – spiega il presidente – Quando la Uefa lancia una competizione come la Conference League, vince. Abbiamo aiutato federazioni e club, abbiamo speso il 97% per il calcio. Quando la Uefa concorda con l’Eca sul formato delle competizioni, il calcio vince. Quando la Uefa affronta i milionari che pensano di comprare tutto, il calcio vince”. Ceferin ha poi proseguito: “La Superlega è stato un tentativo sfacciato di pochi oligarchi e aristocratici di lanciare un progetto contro  tutti i valori del calcio e della società europea”. Infine, il presidente Uefa ha concluso: “Dobbiamo continuare a incoraggiare i pesci più piccoli a lottare per battere i giganti. La legge e la moralità sono dalla nostra parte”.

    “Bisogna affrontare i problemi con onestà”

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    Il presidente Uefa ha poi sottolineato che, oltre ai successi già elencati, ci sono altre problematiche da risolvere: “Abbiamo ancora molti problemi da risolvere per rendere il nostro sport un modello e una fonte di ispirazione quanto più rispetto a oggi – ha spiegato Ceferin – Se una famiglia va a vedere una partita, vuole solo divertirsi. La gente deve sentirsi al sicuro dentro e fuori dallo stadio, mai in pericolo”, parlando del problema della violenza negli stadi. In seguito, il numero uno Uefa ha spiegato anche che “Dire che nel calcio non c’è razzismo o discriminazione non corrisponde alla verità. Questi problemi esistono, nel calcio come nel resto della società: sta a noi affrontarli a testa alta”. Infine anche un pensiero sulla salute mentale dei calciatori: “Dobbiamo anche prenderci cura della salute fisica e mentale dei giocatori. Dobbiamo adottare misure per evitare che vengano maltrattati sui social media, offrire supporto psicologico per aiutarli ad affrontare la pressione a cui sono sottoposti”.

    46^ Congresso Uefa: i principali punti affrontati

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    Come cambia la nuova Champions League dal 2024

    Si è svolto a Vienna il 46^ Congresso Uefa, l’equivalente calcistico di una riunione del Parlamento europeo. Nel congresso vengono infatti riuniti i presidenti e i segretari generali delle 55 federazioni affiliate all’Uefa, in modo da prendere delle decisioni che contribuiranno all’evoluzione del calcio europeo. Al ‘Messe Wien Exhibition Congress Center’ è stata prima esposta una relazione del Presidente Uefa e del Comitato Esecutivo per il 2020/21, oltre a una seconda relazione dell’amministrazione Uefa. In seguito si è parlato delle questioni finanziarie e dell’approvazione del budget per l’anno finanziario 2022/23, per poi dare anche un aggiornamento sulle commissioni Uefa. Infine, anche una ratifica dei nuovi membri degli Organi Uefa per l’Amministrazione della Giustizia e la conferma delle sedi delle finali di tutte le competizioni europee nel 2022/23. Al termine del congresso, si è svolta appunto la conferenza stampa di Aleksander Ceferin.

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    Champions League, l'Uefa vara nuovo format dal 2024-2025 con 36 squadre

    Il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato a Vienna il nuovo formato e le modalità di accesso a partire dalla stagione 2024/25. La novità più importante consiste nella trasformazione dell’attuale fase a gironi a in una fase di campionato unica, alla quale prenderanno parte tutte le squadre. Aumentato il numero di partecipanti: si passerà dalle 32 squadre attuali a 36, che si qualificheranno secondi criteri specifici
    TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SULLA NUOVA CHAMPIONS

    La UEFA decide di rinnovare le sue competizioni. Aleksander Ceferin, presidente dell’organo di governo del calcio europeo, aveva annunciato che ci sarebbero state delle importanti novità, che nella giornata di martedì 10 maggio sono state messe nero su bianco. Il Comitato Esecutivo UEFA, infatti, ha approvato a Vienna il nuovo format e le nuove modalità di accesso alle competizioni europee per club a partire dalla stagione 2024/25. 

    Le principali modifiche del format

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    La modifica principale riguarda la trasformazione dell’attuale fase a gironi in una fase di campionato unica che includerà tutte le squadre partecipanti, che non saranno più 32 ma 36. Ad ogni squadra sarà garantito un minimo di 8 partite della fase di campionato contro 8 diverse avversarie (così da disputare 4 partite in casa e altrettante in trasferta) anziché le attuali 6 partite disputate contro le tre squadre del girone. Le prime otto squadre del campionato si qualificheranno alla fase a eliminazione diretta, mentre le squadre che termineranno dal nono al 24esimo posto si sfideranno in uno spareggio di due partite per assicurarsi un posto negli ottavi di finale. Cambiamenti simili verranno applicati anche all’Europa League (che avrà 8 partite nella fase di campionato) e alla Conference League (che ne avrà 6), con entrambe le competizioni includeranno 36 squadre nella fase di campionato. 

    I criteri di assegnazione dei 4 posti aggiuntivi in Champions League

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    Con l’aumento da 32 a 36 squadre nella squadre di campionato ci saranno quattro posti aggiuntivi che verranno assegnati secondo i seguenti criteri: 

    Un posto andrà al club che si classifica terzo nel campionato della quinta federazione nel ranking UEFA (ad oggi la Francia)
    Un posto sarà assegnato a una vincitrice del campionato, aumentando da quattro a cinque le squadre che si qualificano attraverso il “percorso dei campioni”
    Gli ultimi due posti andranno alle federazioni che hanno ottenuto il miglior risultato collettivo nella stagione precedente (ovvero il numero totale di punti diviso per il numero di squadre partecipanti al campionato). Le due federazioni guadagneranno un posto che spetterà al club che ottiene il miglior piazzamento in campionato subito alle spalle delle posizioni che danno la qualificazione alla Champions League. Ad esempio, se questo criterio fosse utilizzato nella stagione in corso, le due nazioni che avrebbero un posto in più in base ai risultati dei loro club sarebbero Inghilterra e Olanda.

    Ceferin: “Sono molto soddisfatto, l’equilibrio competitivo migliorerà”

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    “La UEFA ha dimostrato di impegnarsi al massimo per rispettare i valori fondamentali dello sport e di difendere il principio di apertura delle competizioni con le qualificazioni basate sul merito sportivo”, ha dichiarato Aleksander Ceferin. Il presidente della UEFA ha spiegato come si è arrivati a questo nuovo format: “C’è stato un lungo processo di consultazione, durante il quale abbiamo ascoltato le idee di tifosi, giocatori, allenatori, federazioni, club e leghe, con l’obiettivo di trovare la migliore soluzione per la crescita per per il successo del calcio europeo. Siamo convinti che l’equilibrio competitivo migliorerà e questo andrà a generare ricavi sostanziosi da distribuire alle società, alle leghe e al calcio”. In chiusura Ceferin non nasconde la sua soddisfazione: “Sono molto contento che questa nuova soluzione sia stata approvata in maniera unanime, è l’ennesima prova che il calcio europeo è più unito che mai. La qualificazione continuerà a basarsi sui risultati sportivi cosicché tutti i club potranno sognare di partecipare alle nostre competizioni”.

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    Ceferin: “Sono stanco di parlare della Superlega. Idea final four per la Champions League”

    “Sono abbastanza stanco di parlare della Superlega, non esiste più e avrebbe rovinato il calcio”. Parla senza troppi giri di parole il presidente della UEFA Aleksander Ceferin, che in un’intervista ad AS torna a parlare del progetto presentato nell’aprile 2021: “Furono 2-3 giorni molto stressanti – ricorda Ceferin – ma alla fine è stata smentita una volta per tutte la sciocchezza di chi pensa che il calcio si possa comprare o sia solo per ricchi. Non accadrà mai”. Il numero 1 della UEFA poi parla delle squadre che hanno promosso l’iniziativa: “Hanno cercato di sfidarci ovunque, se vogliono giocare la loro competizione possono farlo, ma non potrebbero giocare più le nostre. È divertente sapere che proprio questi club sono stati i primi a iscriversi alla Champions League”. La presentazione del progetto Superlega ha incrinato anche i rapporti che Ceferin aveva con Agnelli e Florentino Perez: “Non voglio parlare del presidente della Juventus, il mio rapporto con lui è stato molto aperto e onesto. Prima che accadesse tutto avevo invitato Perez a Nyon per parlare di competizioni future, ma ha cancellato l’incontro con un sms solo 24 ore prima”.

    “Lavoriamo a grandi idee per la Champions League”

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    Real-Liverpool, chi c’era nella finale del 2018

    In seguito Ceferin parla anche delle idee future per la Champions League: “La Final Four potrebbe essere un’opzione. Stiamo lavorando su una grande idea, ma è troppo presto per condividerla con il pubblico. Intanto posso dire che la Champions è il miglior modo per promuovere il calcio, la miglior competizione sportiva del mondo”. In chiusura il presidente parla anche della regola del gol in trasferta: “Sono felice che sia cambiata, mi dicevano che ci sarebbero stati più rigori ma non è stato così perché i club che giocano la Champions sono i migliori. Per loro giocare in trasferta è quasi come giocare in casa. Non vedo l’ora che arrivi la finale”.  LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Liverpool, i precedenti e chi c'era nella finale del 2018

    Real Madrid e Liverpool si sfideranno in una finale di Champions League per la terza volta nella storia: il bilancio è in perfetta parità. L’ultima volta è capitato nel 2018, quando vinsero le merengues per 3-1 una partita passata alla storia per le papere del portiere dei Reds Karius e per la rovesciata di Gareth Bale. Cosa fanno oggi i protagonisti di quella partita? Tanti si ritroveranno sul campo a Parigi, altri a Parigi già giocano e qualcuno ha trovato fortuna in Italia  LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Liverpool in finale, Salah: “Abbiamo un conto da saldare”

    Subito dopo il successo contro il Villarreal che ha spalancato al Liverpool le porte della finale di Parigi, Mohamed Salah era stato chiarissimo nelle interviste post gara: “In finale di Champions League voglio affrontare il Real Madrid”. Desiderio esaudito. Perché i Reds il prossimo 28 maggio sfideranno proprio la squadra allenata da Carlo Ancelotti, capace di eliminare il Manchester City al termine di due partite incredibili. E pochi minuti dopo il triplice fischio della gara del Bernabeu che ha sancito il trionfo del Real, Mohamed Salah non ha perso l’occasione per mandare un messaggio chiaro a Benzema e compagni: “Abbiamo un conto da saldare”, ha scritto l’egiziano su Instagram.

    Salah sogna la rivincita dopo il 2018  

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    Liverpool-Real: data, orario e stadio della finale

    Il riferimento di Salah è chiaramente alla finale di Champions League del 2018 a Kiev persa dal suo Liverpool proprio contro il Real per 3-1. Una gara passata alla storia per alcuni errori incredibili del portiere Karius, il super gol di Gareth Bale (doppietta per lui), ma anche per l’infortunio alla spalla rimediato dallo stesso Salah dopo un scontro con Sergio Ramos che costrinse l’egiziano a lasciare in lacrime il campo dopo appena 25 minuti dall’inizio del match. “Non sapremo mai cosa sarebbe successo se fosse rimasto in campo”, commentò Klopp al termine di quella finale di Champions. Ora, a distanza, di quattro anni, Salah e il Liverpool hanno la possibilità di prendersi la tanto attesa rivincita. LEGGI TUTTO