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    Garcia: “Lione in forma grazie al preparatore italiano. Bayern? Non c'è due senza tre”

    Altra impresa per l’allenatore francese, che elimina il City e vola in semifinale: “Provo una gioia immensa. Ho un preparatore italiano (Paolo Rongoni), per questo non avevo dubbi sulla condizione atletica della squadra”. Adesso il Bayern: “Non c’è due senza tre…”

    Sorride Rudi Garcia, perché sa di averla fatta grossa. Dopo aver eliminato la Juventus, il suo Lione fa un’altra impresa piegando il Manchester City per 3-1 e volando così in semifinale. Una Champions magica quella dei francesi, che adesso non si vogliono più fermare: “Io unico allenatore non tedesco fra le prime quattro? Mio padre mi ha dato questo nome perché lui seguiva il ciclismo e c’era un grande campione tedesco che si chiamava Rudi Altig. Per questo è normale che abbia vinto stasera, era scritto nelle stelle (ride ndr)”. Rudi Garcia resta dunque a Lisbona, dove potrà continuare ad inseguire il suo sogno: “Sono fiero dei miei ragazzi, provo un sentimento di gioia intensa. Quando vedo i calciatori così contenti nello spogliatoio dopo la partita, sono felice”.

    “Bayern? Non c’è due senza tre”

    Guardiola: “Siamo delusi. Ci sentivamo pronti”

    E pensare che il Lione si è presentato alla ripresa della Champions con una sola partita sulle gambe (la finale di Coppa di Lega) dopo il lungo lockdown: “Il mio prepartore fisico è italiano (si chiama Paolo Rongoni), per questo non avevo dubbi sulla tenuta fisica della squadra. Abbiamo fatto 8 settimane di preparazione, consapevoli che senza giocare nessuna partita questo per noi sarebbe stato uno svantaggio. Adesso vediamo se possiamo ritrovare il Psg un po’ più avanti…”. Prima di una eventuale finale ci sarà il Bayern Monaco: “Come la Juve e il City è una squadra costruita per vincere la Champions. Ma noi abbiamo fatto due imprese, non dobbiamo porci limiti. Come si dice in Italia? Non c’è due senza tre”.
    Dembelé: “Adesso crediamoci”
    Il protagonista dell’impresa è sicuramente Moussa Dembelé che, entrato dalla panchina, ha mandato ko il City con una doppietta nel giro di otto minuti: “Adesso dobbiamo crederci, perché siamo passati e siamo felici di essere andati avanti – ha spiegato l’attaccante classe 1996 nel post gara – loro sono grande squadra, lo sapevamo. Ma noi abbiamo alzato il nostro livello di gioco e abbiamo vinto la partita”. Poi spazio ad un aneddoto sulle parole di Rudi Garcia prima del match: “Mi ha detto che avrei iniziato in panchina e che poi sarei entrato. Questo è successo e mi ha motivato, perché volevo dimostrargli di poter fare grandi cose ugualmente. Volevo dare una mano alla squadra”. LEGGI TUTTO

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    Crisi Barcellona, le ragioni e i numeri del flop

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    A ciò si aggiunge un settore giovanile che non contribuisce più come un tempo. Era il 25 novembre 2012 quando il Barcellona stendeva il Levante (0-4) con un 11 di giocatori provenienti tutti dalla Masia. Unico “intruso” tra i titolari Dani Alves, che però si infortunò dopo pochi minuti lasciando il posto a Montoya, dando vita a una formazione di soli canterani. Otto anni dopo, contro il Bayern, di quella magnifica sfornata sono rimasti in 3 (Piqué, Busquets, Messi) ai quali si è unito il solo Sergi Roberto, a testimonianza dello scarso ricambio LEGGI TUTTO

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    Tuchel, Nagelsmann e Flick: tre allenatori tedeschi in semifinale, è record in Champions

    Per la prima volta nella storia della Champions League tre allenatori della stessa nazionalità hanno guidato le rispettive squadre in semifinale: Tuchel (Psg), Nagelsmann (Lipsia) e Flick (Bayern Monaco) fanno la storia della competizione e del calcio tedesco. In Europa League era già accaduto con tre portoghesi nel 2010-2011

    Nel 2019 fu una finale tutta inglese tra Liverpool e Tottenham. Vinsero i Reds, ma esultò anche un pizzico di Germania. Perché a guidare Salah e compagni c’era Jurgen Klopp, l’allenatore di punta del calcio tedesco. Un anno dopo la Germania è ancora protagonista della Champions League, in campo e in panchina. Thomas Tuchel, Julian Nagelsmann e Hans-Dieter Flick. Tre allenatori tedeschi in semifinale: non era mai successo nella storia della Coppa più importante a livello continentale. L’unico precedente nell’Europa League 2010-2011 in salsa portoghese: vinse il Porto di Villas Boas sul Braga di Domingo Paciencia. E nelle magnifiche quattro c’era anche il Benfica di Jorge Jesus.

    Tuchel è “emigrato” in Francia per provare a portare la coppa dalle grandi orecchie nella bacheca di Nasser Al-Khelaifi. E con il suo PSG ha appena dato un grosso dispiacere all’Atalanta di Gasperini. Nagelsmann è appena diventato il più giovane allenatore semifinalista (33 anni) nella competizione, vincendo la partita a scacchi con il Cholo sulla panchina del Lipsia dei miracoli. E infine c’è Flick, che è subentrato a Kovac a stagione in corso trasformando il Bayern in una corrazzata in grado di prendere a schiaffi il Barcellona di Leo Messi. Tre allenatori, tre filosofie diverse: ecco le loro storie.

    La storia di Thomas Tuchel

    Il Psg elimina l’Atalanta con 2 gol nel recupero

    Gamba ingessata e stampelle. L’immagine di Tuchel sofferente in panchina durante il match con l’Atalanta è l’emblema della sua carriera. Infortunato da giocatore e infortunato anche da allenatore. La sua vita da calciatore dura solo sei anni: nel 1998, a soli 25 anni, si ritira per cronici problemi alle cartilagini del ginocchio. Inizia ad allenare nelle giovanili dello Stoccarda. La svolta nel 2009 con il Mainz, guidato al nono posto in Bundesliga da neopromosso e poi fino alla qualificazione in Europa League nel 2010. È lui a prendere il posto di Klopp al Borussia Dortmund nel 2015: nei due anni con i gialloneri vince una Coppa di Germania ma non riesce a spezzare il monopolio del Bayern. Nel 2018 arriva la chiamata del PSG. In Francia ha vinto tutto, ora il suo futuro dipende dalla Champions. L’anno scorso uscì agli ottavi subendo una rimonta clamorosa dal Manchester United di Romelu Lukaku. Quest’anno, nella Final 8 di Lisbona, la rimonta l’ha inflitta all’Atalanta. Un uno-due micidiale nel recupero per ribaltare la rete iniziale di Pasalic. Tuchel ha saputo creare una squadra intorno ai suoi fenomeni, Neymar e Mbappé. E in semifinale parte da favorito contro il Lipsia di Nagelsmann.

    La storia di Julian Nagelsmann

    Lipsia-show: batte l’Atletico 2-1, è in semifinale

    Anche Nagelsmann, come Tuchel, è stato frenato dagli infortuni in gioventù. Una carriera nelle giovanili dell’Augusta e poi del Monaco 1860, interrotta anzitempo. Non si spiegherebbe, altrimenti, che sia arrivato in una semifinale di Champions League a 33 anni. Un’età, di solito, in cui si è ancora giocatori nel pieno delle proprie forze In panchina inizia a fare sul serio nel 2016, quando l’Hoffenheim gli affida il ruolo di primo allenatore. Conduce la formazione del Baden Wurttemberg fino alla qualificazione in Champions League. E così la Red Bull lo sceglie per il progetto Lipsia, portato fino alla semifinale nella Final 8 di Lisbona. Risultato ottenuto con il record di allenatore più giovane a entrare tra i top 4. E dopo aver eliminato il Tottenham di Mourinho, lui che veniva chiamato “mini-Mourinho”, e l’Atletico di Simeone. Nagelsmann ha creato un’alchimia perfetta con i suoi giocatori, tanto da sopperire all’assenza dell’attaccante più importante, Timo Werner, volato al Chelsea in anticipo. Con l’entusiasmo della gioventù è pronto a sfidare Tuchel.

    La storia di Hans-Dieter Flick

    Bayern da favola, è semifinale: Barça travolto 8-2

    Cinque anni da giocatore al Bayern Monaco (1985-1990) e quattro campionati vinti per Flick, che ha avuto una buona carriera da centrocampista. Adesso vuole fare la storia da allenatore dei bavaresi. E pensare che dopo i cinque anni in panchina all’Hoffenheim tra il 2000 e il 2005 era un po’ finito nel dimenticatoio. Dal 2006 al 2014 è stato assistente di Loew nella nazionale tedesca. C’era a Belo Horizonte, in quell’incredibile 7-1 della Mannschaft nella semifinale mondiale contro i padroni di casa del Brasile. Una goleada molto simile per numeri e proporzioni a quella rifilata dal suo Bayern Monaco al Barcellona. Aveva iniziato il 2020 come assistente di Niko Kovac. Poi l’esonero del croato e la nomina ad interim. Da allora ha rigenerato Thomas Muller, che sembrava in calo, si è inventato Alphonso Davies terzino sinistro e ha trasformato i campioni di Germania in un’armata pressoché invincibile. Dopo aver vinto tutto in casa, ora vuole alzare la Coppa dei Campioni. Una rivincita personale, per un ex secondo tornato a prendersi il ruolo di prim’attore.

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    Champions League, gli allenatori più giovani a raggiungere la semifinale

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    METODOLOGIA – Con la vittoria sull’Atletico nei quarti della Final Eight il Lipsia si è guadagnato l’accesso alla semifinale, e col Lipsia il suo allenatore in panchina: Julian Nagelsmann, ormai da anni ribattezzato “baby (o mini) Mourinho”. Quattro stagioni nell’Hoffenheim tra una salvezza clamorosa e piazzamenti da big, poi l’avventura col Lipsia. Ora è il più giovane semifinalista della competizione: ecco la classifica completa, a partire dalla prima edizione della Champions 1992-93 e che tiene conto dell’età alla data del ritorno dei quarti.
    NAGELSMANN: “VOGLIAMO LA FINALE” LEGGI TUTTO

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    Lipsia-Atletico Madrid, Nagelsmann: “Psg? Vogliamo la finale”

    A 33 anni e 26 giorni l’allenatore del Lipsia diventa il più giovane a raggiungere una semifinale di Champions League. “Quando arrivi in semifinale, poi vuoi anche la finale. Psg pieno di stelle, sarà dura”
    LIPSIA-ATLETICO 2-1: GOL E HIGHLIGHTS

    Prosegue la favola del Lipsia di Julian Nagelsmann in Champions Legue. L’allenatore tedesco, a 33 anni e 26 giorni, è entrato nella storia della competizione, diventando il più giovane a raggiungere la semifinale. Battuto un record che durava dall’edizione 2003-2004, quando Didier Deshamps guidò il suo Monaco alla semifinale (e poi alla finale persa con il Porto di Mourinho) a 35 anni e 187 giorni. A fine partita Nagelsmann è raggiante. “Abbiamo battuto uno dei migliori allenatori al mondo. Siamo felici di essere in semifinale – ha esordito  -. Avevamo le idee chiare: abbiamo giocato bene nel primo tempo, meno nel secondo. Però abbiamo difeso bene e davanti il nostro calcio offensivo ha fatto la differenza”.

    Sulla sfida al PSG in semifinale
    Ora c’è il Psg di Tuchel, fresco di vittoria in rimonta sull’Atalanta di Gasperini. “Finale? Se arrivi in semifinale, vuoi anche la finale. Ora pensiamo al Paris, non sarà facile contro una squadra con tante star”. LEGGI TUTTO

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    Atletico Madrid, negativi tutti i test per il coronavirus

    Dopo aver riscontrato le positività al Covid-19 di Vrsaljko e Correa, tutti i tesserati dell’Atletico Madrid sono stati sottoposti nella giornata di mercoledì a controlli rigorosissimi da parte dell’Uefa. Secondo quanto riportato da Marca, l’intera spedizione a Lisbona è risultata negativa. Dunque non c’è alcun impedimento a giocare il quarto di finale di stasera col Lipsia (diretta Sky Sport Uno dalle 20)

    La spedizione dell’Atletico Madrid a Lisbona può definitivamente mettere da parte le preoccupazioni per il Covid e concentrarsi sulla sfida contro il Lipsia, valida per i quarti di finale di Champions League. Secondo quanto riportato da Marca, infatti, tutti i tesserati del club spagnolo sono risultati negativi ai test a cui sono stati sottoposti alla vigilia della gara che segna l’esordio della squadra di Simeone nella Final Eight. Nei giorni precedenti alla partenza per Lisbona, erano state riscontrate le positività di due giocatori colchoneros (Vrsaljko e Correa). Gli altri tesserati, già lunedì mattina, si erano sottoposti ai test risultando tutti negativi. Ora ‘ulteriore conferma dopo gli esami dell’Uefa.  

    Correa sogna la semifinale

    Simeone: “Vincere è l’unica cosa che conta”

    La squadra di Simeone può quindi pensare definitivamente alla partita contro il Lipsia, con l’obiettivo di ottenere la qualificazione per la semifinale contro il PSG. Una partita che spera di giocare anche Angel Correa, uno dei due positivi dei giorni scorsi. Se Vrsaljko è comunque fermo ai box a causa di un infortunio, l’argentino è convinto di superare nei prossimi giorni i problemi legati al coronavirus per tornare in campo prima della fine di questa Champions League. Ovviamente Correa è in isolamento e vi resterà fino a quando non avrà l’ok dello staff medico, ma non presenta sintomi ed è ormai alla fine della malattia. Non appena il tampone darà esito negativo, il protocollo dell’UEFA prevede che il calciatore possa unirsi al resto della squadra.  

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    Luca Percassi dopo Atalanta-Psg: “Ora vogliamo giocare la Champions a Bergamo”

    L’amministratore delegato del club nerazzurro ha parlato della stagione dei suoi ragazzi: “Questa competizione ci permette di crescere tantissimo e giocarla per un altro anno è un motivo di enorme soddisfazione”. Poi spiega: “Stiamo lavorando per giocare la prossima Champions a Bergamo. Il 7-8 settembre un sopralluogo dell’Uefa valuterà lo stato dei lavori”
    ATALANTA-PSG: GOL E HIGHLIGHTS

    Una stagione da sogno. Finita a un passo da una semifinale di Champions. L’amministratore delegato dell’Atalanta Luca Percassi ha espresso tutta la sua soddisfazione nel post-partita negli studi di Sky Sport: “Siamo orgogliosi di questi ragazzi, di quello che hanno dimostrato lungo tutta questa stagione, veramente particolare”. Una sconfitta così, poi, lascia “molto rammarico” anche se, l’Atalanta ha fatto davvero una grande stagione: “Dobbiamo essere felici perché è successo contro una squadra straordinaria con dei campioni probabilmente tra i migliori talenti in assoluto nel panorama mondiale del calcio, abbiamo fatto una grande partita e poi abbiamo visto che gli episodi in questa competizione ancora più determinano i risultati”. Il saluto alla città di Bergamo: “C’è un’enorme soddisfazione per aver rappresentato al meglio la nostra città. I ragazzi hanno dimostrato una dedizione totale, torniamo a casa con rammarico ma con la consapevolezza di aver fatto felice tutto un intero popolo che ci ha seguito che non ha potuto vivere fino in fondo. La nostra gente ci manca moltissimo”.
    “Lavoriamo per giocare la Champions a Bergamo”
    Grandi elogi per il lavoro di Gian Piero Gasperini: “Parliamo di una Atalanta che per la seconda volta nella sua storia è consecutivamente in Champions League. Sappiamo da dove veniamo e cosa vuol dire. Tutto quello che conquistiamo lo conquistiamo con il lavoro, ci mancherebbe che non ci si rendesse conto di tutto quello che si sta facendo”. Giocare la Champions, poi, fa credere tutti: “Ti confronti con i migliori al mondo  e, il fatto di poterla giocare anche l’anno prossimo è un altro motivo di orgoglio e soddisfazione. Stiamo lavorando perché lo stadio sia utilizzabile a Bergamo, sperando in una prossima apertura, anche parziale degli stadi. Noi ci impegneremo al massimo affinché questa Atalanta continui a crescere ma mai perdendo di vista quella che è la nostra realtà”. Ma la prossima Champions sarà giocata a Bergamo? “Stiamo lavorando perché questo accada – ha aggiunto Percassi -. La città lo merita, la nostra tifoseria lo merita. Abbiamo girovagato in questi anni con una grande disponibilità di Sassuolo, Inter, Milan che ringraziamo veramente. Adesso abbiamo voglia di disputare una competizione europea a casa nostra, 7 e 8 settembre ci sarà un sopralluogo della UEFA che verificherà lo stato dei lavori, siamo fiduciosi perché questo possa avvenire”.
    La realtà Atalanta e il tifo degli italiani
    “Non dobbiamo mai perdere di vista la realtà. Ovvio che quello che si sta facendo è figlio di un percorso di crescita costante, ci teniamo a fare tutto il possibile per migliorarci. Il campo a volte non ti gratifica rispetto all’impegno che hai fatto, ma l’ambizione e dedizione che abbiamo è proprio quella di cercare di continuare questa crescita della nostra società. Papà è nato lì, sui campi di Zingonia, c’è molto valore in questo. Il papà rappresenta al meglio il tifoso atalantino, vive di Atalanta dalla mattina alla sera. Quello che cerchiamo di fare, nel rispetto della nostra dimensione, una dedizione totale ma perché la nostra città lo merita”. E poi ha aggiunto: “E’ una bella storia quella della Atalanta, che ovviamente compete come stasera con una realtà completamente diversa, con risorse completamente diverse. Io mi auguro che tante società, medio-piccole come la nostra, tante società in Italia che lavorano bene, io auguro a tutte queste realtà di poter vivere le esperienze che stiamo vivendo noi”. Poi agita la maglia di Neymar: “Sono un grande appassionato di maglie, prima della partita l’ho chiesta a un ragazzo che avevamo cercato di comprare la non ce l’abbiamo fatta (ride). E’ la maglia di Neymar”.
    L’esordio del classe ’00 Da Riva in Champions
    La partita della beffa ha visto anche in campo il giovanissimo Jacopo Da Riva, centrocampista classe 2000, stella del vivaio bergamasco: “Avete colto un aspetto importante – ha aggiunto l’amministratore delegato dell’Atalanta -. Il fatto di aver fatto esordire nella partita più importante della storia della Atalanta, un ragazzo del nostro settore giovanile che secondo me avrà un grande futuro è rappresentativo di quello che cerchiamo di fare, ovvio che noi siamo contenti. Pensiamo di avere 6, 7 ragazzi dal potenziale importante che prima matureranno prima riusciranno a dare una mano a un gruppo che in questi anni si è confermato, cresciuto che cercheremo sempre di migliorare cercando di sbagliare il meno possibile. La filosofia Atalanta è questa e siamo orgogliosi di questo”. LEGGI TUTTO

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    Barcellona, un calciatore positivo al coronavirus: “Nessun contatto con la prima squadra”

    Il club blaugrana ha comunicato la positività al coronavirus di uno dei giocatori che inizieranno oggi la pre-season: “È asintomatico e non è stato a contatto con nessuno di coloro che si recheranno a Lisbona”. Nessun problema, dunque, per la Champions 

    L’indice dei contagi da coronavirus continua ad aumentare in Spagna e, inevitabilmente, finisce per colpire anche alcuni calciatori. Dopo la positività riscontrata in due elementi del Valencia, infatti, anche un giocatore del Barcellona è risultato positivo al test. Nessun problema, tuttavia, per la Champions: il ragazzo coinvolto, infatti, non fa parte di coloro che andranno a Lisbona per la Final Eight della competizione e dunque non ci saranno conseguenze per la sfida contro il Bayern Monaco. Questo il comunicato della società blaugrana:”A seguito dei test effettuati martedì pomeriggio sul gruppo di nove giocatori che dovrebbero iniziare la preseason oggi (mercoledì ndr), è stata riscontrata la positività di uno di loro al Covid-19. Il giocatore non ha sintomi, è in buona salute ed è stato messo in quarantena a casa sua. Il club ha segnalato la questione alle autorità sportive e sanitarie competenti. Tutte le persone che sono state in contatto con lui sono state monitorate e si sono sottoposte ai test. Il giocatore non è stato in contatto con nessuno dei ragazzi della prima squadra che si recheranno a Lisbona giovedì per giocare in Champions League”. LEGGI TUTTO