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    Manchester City-Inter, Haaland: “Un momento che ricorderò per sempre”

    È rimasto a secco nella finale, ma il capocannoniere della competizione resta lui. Erling Haaland festeggia un anno da sogno con il City: “Abbiamo vinto il Treble, è incredibile – ha detto nel post partita -. Ho così tante emozioni dentro, è davvero speciale alzare questa coppa. Un momento che ricorderò per tutta la vita”. Poi il siparietto con l’italiano Mario Pafundi, terapista dei Citizens: “È il migliore al mondo – ha sorriso il norvegese -, ha rimesso in forma il mio corpo ogni giorno. Grazie per aver reso tutto questo possibile”.

    Gundogan: “La mia ultima al City? Vedremo”

    “Ho già perso due finali di Champions, quindi so cosa significa perdere – sono state le parole, invece, di Gundogan -. Ho voluto congratularmi con i giocatori dell’Inter per la loro finale, non arrivi qui per caso. Hanno giocato un’ottima stagione. Onestamente non riesco ancora a rendermene conto, è una coppa che inseguo da 10 anni, da quella sconfitta a Wembley contro il Bayern. Oggi non sarebbe potuta andare meglio, sono la persona più felice del mondo. Onestamente non so se sarà la mia ultima partita al City, vedremo” LEGGI TUTTO

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    Inter-Manchester City, Inzaghi: “Complimenti ai ragazzi, non li cambierei con nessuno”

    Parole di delusione ma anche di grande orgoglio da parte di Simone Inzaghi al termine della finale di Champions League persa contro il Manchester City: “Ho fatto i complimenti ai ragazzi, sono stati grandiosi, hanno fatto una grandissima partita. Abbiamo perso una finale che volevamo a tutti i costi ma devono essere orgogliosi. Non cambierei questi giocatori con nessuno e oggi tutto il mondo ha visto perché. Abbiamo concesso poco contro una squadra fortissima. Ci sono tantissimi rimpianti ma dobbiamo essere orgogliosi. Gli ho dato un abbraccio enorme, come ai nostri tifosi. Tutto il mondo ha visto che l’Inter ha messo in campo una partita di orgoglio. I giocatori sono abbattuti e tristi ma così è il calcio. Dobbiamo essere orgogliosi del percorso che abbiamo fatto, con 5 finali in 20 mesi”. E Inzaghi pensa anche al futuro esprimendo un desiderio che è anche un auspicio: “Abbiamo fatto un grandissimo percorso ma lo abbiamo visto stasera in campo. Il City lo conosciamo tutti. Fa male, il percorso in Champions è stato eccezionale e avendo giocato così una finale vogliamo tornarci, perché abbiamo le possibilità per farlo. Abbiamo giocato 57 partite, il percorso è straordinario”. LEGGI TUTTO

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    Manchester City-Inter, Rodri: “Primo tempo male, ma le finali sono cosi”

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    Inter, le pagelle di Stefano De Grandis

    Due coppe, una finale di Champions giocata alla pari col Manchester City e persa con orgolgio: la stagione dell’Inter, nonostante il ko di Istanbul, è da applausi. Come quelli che ha regalato alla squadra di Inzaghi il popolo nerazzurro. Questi voti e giudizi da parte di Stefano De Grandis
    LO SPECIALE SULLA FINALE DI CHAMPIONS

    INZAGHI  7,5 – TRA IL SOGNO E DUE REALTA’

    Il neo del campionato perso male, con 12 sconfitte inaspettate, e punteggio da quarto posto, alla fine è stato coperto bene. Due coppe vinte e lo straordinario cammino in Champions League hanno fatto da fondo tinta. E il trucco ha restituito a Sim One l’immagine migliore. Le partite secche le prepara a meraviglia. E tiene sulla corda fino alla fine anche il City del treble

    ONANA  8 – LA TIMIDEZZA E’ ALTROVE

    All’inizio soprattutto fisico ed esuberanza. Con cui ha scavalcato Handanovic e ha rovesciato una serie di  iniziative su una difesa ancora conservativa. Subito bene con i piedi, come punto di riferimento per l’avvio di azione, poi sempre più sicuro anche tra i pali. Non solo nelle chiusure disperate, ma anche nella gestione ordinaria 

    DARMIAN  7,5 – COME IL PREZZEMOLO, NON GUASTA MAI

    Parte come alternativa per spingere sulla fascia, a destra ma pure a sinistra, generoso e tenace e con qualche gol nelle scarpe. Ma quando si fa male Skriniar, autore di un avvio deludente e col contratto in scadenza, si ritaglia un nuovo ruolo da titolare. E non sfIgura nemmeno come braccetto dei tre. Puntuale in marcatura, bravissimo ad allargarsi quando bisogna far ripartire il gioco LEGGI TUTTO

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    Inter, Lautaro finisce in lacrime: avrebbe potuto cambiare la finale

    L’occasione che poteva cambiare il destino della finale di Istanbul è capitata dopo 58 minuti di gioco sui piedi di Lautaro. Un errore della difesa del City, e in particolare di Akanji, che si è lasciato sfilare un pallone alle proprie spalle pensando, o forse sperando, che Ederson fosse fuori dallo specchio della porta pronto a intervenire, e l’argentino si è ritrovato praticamente da solo a tu per tu col portiere brasiliano di Guardiola, anche se in posizione defilata. Troppo defilata, probabilmente, per cercare una conclusione diretta in porta, che il Toro ha voluto invece provare. Risultato: parata di Ederson e pericolo scampato per il City. Peccato, però, che nel frattempo, al centro dell’area, Lukaku si era riuscito a smarcare dalla pressione di Dias, mentre Brozovic accorreva, completamente solo, proprio al limite della linea dei 16 metri. Un peccato di egoismo, caratteristica spesso necessaria per un bomber, che praticamente nessuno dei suoi compagni nerazzurri ha fatto passare inosservato al Toro e che alla fine si è rivelato decisivo. Tantissimi i rimproveri dei giocatori dell’Inter, Barella in primis, nei confronti dell’attaccante argentino, che Lautaro non ha chiaramente gradito, già scottato dal rammarico di aver sprecato una delle occasioni più limpide di tutta la finale. Poi è arrivato il gol di Rodri, la grandissima chance per Dimarco e l’incredibile errore di Lukaku nel finale. Ma negli occhi gonfi di lacrime dell’argentino dopo il triplice fischio di Marciniak si leggeva benissimo tutta la frustrazione di un giocatore fenomenale, che ha sempre trascinato la sua squadra, ma che in quel maledetto 58esimo minuto di gioco non è riuscito a trovare la lucidità per fare la giocata giusta.  LEGGI TUTTO

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    Inter-Manchester City, infortunio per De Bruyne: costretto a uscire al 36′

    Due finali, due infortuni. L’ultimo e decisivo atto della Champions League, evidentemente, è proprio una maledizione per Kevin De Bruyne. Così come successo nella nefasta (per il City) notte di Porto del 2021, anche a Istanbul la partita del centrocampista belga è terminata infatti prima del previsto. Ancora prima, per l’esattezza, rispetto a quella persa contro il Chelsea, nella quale fu costretto a uscire dopo 60′ per un duro colpo subito da Rudiger. Questa volta nessun contrasto, ma un semplice (si fa per dire) problema muscolare ai flessori della coscia destra, accusato attorno al 30′ del primo tempo. De Bruyne ha provato a stringere i denti dopo l’intervento dei medici del City, ha retto qualche altro minuto ma al 36′ ha dovuto mollare e chiedere il cambio a Guardiola, con uno sguardo che era tutto un programma. Al suo posto l’allenatore del City ha mandato in campo Foden, spesso utilizzato nel ruolo di esterno destro offensivo, ma abile anche a giostrare in mezzo al campo. Delle due finali di Champions, dunque, De Bruyne, che non subiva un infortunio del genere dal gennaio del 2021 e che in questa stagione è sempre stato a disposizione di Guardiola, di fatto ne ha giocata una sola: 36′ oggi e 60′ due anni fa. Una vera e propria maledizione. Che i tifosi dell’Inter, ovviamente, sperano possa portare allo stesso identico risultato.  LEGGI TUTTO

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    Manchester City-Inter 1-0: gol e highlights. Rodri decisivo, la Champions va agli inglesi

    Un finale incredibile non è bastato all’Inter per prolungare la sfida ai supplementari: decide la rete al 68′ di Rodri, un destro che non lascia scampo a Onana. In casa nerazzurra, oltre alla chance avuta da Lautaro sullo 0-0, pesa l’immediata traversa presa da Dimarco e poi soprattutto le occasioni nel finale: quella per Lukaku e l’ultima per Gosens, sventate entrambe da Ederson. Il City di Guardiola vince 1-0 ed è campione per la prima volta nella sua storia! LEGGI TUTTO