Dopo le polemiche per la sua partecipazione in Polonia a un evento organizzato dal leader di estrema destra Mentzen e il messaggio di chiarimento sui social (“Non ho mai supportato partiti politici”), la Uefa ha confermato Szymon Marciniak: sarà dunque il 42enne direttore di gara polacco ad arbitrare la finale di Champions League tra Manchester City e Inter del prossimo 10 giugno
Szymon Marciniak è stato confermato dalla UEFA come arbitro della finale di Champions League tra Manchester CIty e Inter del prossimo 10 giugno. Dopo le polemiche delle scorse ore per via della partecipazione del 42enne fischietto polacco a un evento in Patria organizzato dal leader di estrema destra Mentzen, Marciniak si è scusato chiarendo i motivi della sua presenza all’evento “Everest”, andato in scena a Katowice lo scorso 29 maggio. Scuse che sono state accettate dalla UEFA.
Marciniak si scusa: “All’oscuro della reale natura di quell’evento”
La UEFA, nel suo comunicato, riporta integralmente il messaggio di chiarimento di Marciniak in riferimento alla partecipazione all’evento in questione: “Desidero esprimere le mie più sincere scuse per il mio coinvolgimento e per ogni disagio o danno che possa aver causato – scrive il direttore di gara polacco -. Ero completamente all’oscuro della reale natura dell’evento e delle sue affiliazioni. Non sapevo che fosse associato a un movimento di estrema destra polacco. Se fossi stato a conoscenza di questo fatto, avrei rifiutato categoricamente l’invito. È importante capire che i valori promossi da questo movimento sono del tutto contrari alle mie convinzioni personali e ai principi che mi sforzo di sostenere nella mia vita”.
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Marciniak: “Da parte mia fermo sostegno a valori UEFA”
Poi ancora: “Ci tengo a sottolineare il mio fermo sostegno ai valori sostenuti dalla UEFA, in particolare l’inclusività e il rispetto per tutti gli individui. Questi principi sono al centro dello spirito del calcio e si allineano perfettamente con le mie convinzioni personali. Inoltre, condanno con tutto il cuore ogni forma di odio, discriminazione o intolleranza, poiché non hanno posto nello sport o nella società nel suo insieme – prosegue -. E poi voglio sottolineare il mio impegno nella lotta alla discriminazione nel calcio. Sono stato tra i primi arbitri al mondo, e certamente il primo nel mio Paese, ad applicare la “procedura in tre fasi” in risposta a un grave incidente discriminatorio durante una partita in Polonia”.
Marciniak: “D’ora in avanti starò più attento”
Marciniak conclude così il suo messaggio di scuse: “Mi impegno a essere più attento d’ora in avanti nell’esaminare gli eventi e le organizzazioni con cui mi associo. Mi impegno a imparare da questa esperienza, garantendo che tali errori di giudizio non si verifichino in futuro. Porgo le mie sincere scuse ai club, ai giocatori, ai tifosi, ai colleghi e a chi ripone la propria fiducia in me. Sono pienamente preparato ad accettare qualsiasi conseguenza derivante dalla mia sconsiderata partecipazione. Grazie per la vostra comprensione e chiedo un’opportunità per fare ammenda e riconquistare la vostra fiducia attraverso le mie azioni future”.
Il comunicato della UEFA
Marciniak ha recapitato questo messaggio di scuse alla UEFA, che ha poi esaminato a fondo la questione e alla fine ha accettato il chiarimento del direttore di gara designato, confermandolo per la finale di Istanbul. “A seguito della dichiarazione di Marciniak, la UEFA accetta le sue profonde scuse e chiarimenti – si legge nel comunicato diffuso da Nyon -. La UEFA ha anche contattato “NEVERAGAIN”, una Ong affiliata al network ‘FARE’, che ha sollevato le preoccupazioni iniziali sul sul coinvolgimento di Marciniak nell’evento. Hanno chiesto che il signor Marciniak rimanga nel suo ruolo di arbitro per l’imminente finale di UEFA Champions League, affermando fermamente che la sua rimozione minerebbe la promozione dell’antidiscriminazione. Sulla base delle informazioni fornite, la UEFA conferma che Marciniak arbitrerà la finale di Champions League”.
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