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    Dybala, segnali positivi verso Siviglia-Roma: le ultime news

    Cauto ottimismo sul recupero di Dybala. La speranza di Mourinho rimane quella di poterlo utilizzare per i 15-20′ finali. Titolare sarà invece Lorenzo Pellegrini, abituato a giocare sul dolore e a non tirarsi mai indietro. Partirà dalla panchina invece Spinazzola, mentre El Shaarawy, non solo per il gol a Firenze, si candida a un posto da titolare.

    7 gol in campionato e 2 in Europa per il Faraone. Una rete ogni 255′. Tra gli attaccanti solo Dybala (un gol ogni 146′) ha una media realizzativa migliore. Non a caso El Shaarawy potrebbe prendere dall’inizio proprio il posto di Dybala, accanto a Pellegrini, schierando un solo centravanti: Abraham. 3-4-2-1 il sistema di gioco, con Zalewski esterno a sinistra e Celik a destra. Il Siviglia arriva alla finale dopo aver eliminato Manchester United e Juventus.

    La Roma ci arriva con una sola vittoria nelle ultime 8 partite, quella pesantissima all’Olimpico contro il Bayer Leverkusen. Pagando in campionato turn over, stanchezza e tanti infortuni. Ma a Budapest rivedremo l’esperienza e lo spessore internazionale di alcuni leader fondamentali. Come Matic e Cristante a centrocampo, Rui Patricio in porta, Smalling e Mancini in difesa, Pellegrini alle spalle di Abraham. Giocatori determinanti, come si era già visto a Tirana, a gestire l’enorme pressione di un trofeo internazionale. LEGGI TUTTO

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    Siviglia, Monchi: “Non ho capito bene cosa fosse Roma, ho sbagliato”

    «Se mi avessero chiesto a inizio anno, con chi volessi giocare una finale, avrei detto la Roma». Parola di Ramón Rodríguez Verdejo, in arte Monchi, ds del Siviglia, nonché ex direttore sportivo della Roma. Nella Capitale, però, dopo due stagioni di cui la prima trionfale con la semifinale Champions, e l’altra da dimenticare, non è più tornato. «Anche se la città mi manca», ha detto in un incontro con la stampa italiana a pochi giorni dalla finale dell’Europa League.

    Che sensazioni ha in vista di Budapest?

    «Sono contentissimo per la squadra. Dopo una stagione difficile è arrivata fino alla finale di Europa League. Abbiamo sofferto tantissimo e nessuno avrebbe immaginato che potesse succedere». E ritroverà la Roma. «Da quattro anni ho lasciato la Roma e ho pensato tante volte a quello che è successo».

    Cosa non ha funzionato?

    «A Roma pensavano che arrivasse qualcuno che facesse gol o parasse. Le aspettative sul mio conto hanno peggiorato la delusione. Capisco che a Roma non ci fosse il tempo per aspettare. Ma Roma mi resta nel cuore».

    Pensa di aver fatto il massimo?

    «Ci ho provato, ma è vero che ho sbagliato e non ho problemi a riconoscerlo, ma sbaglio e ho sbagliato anche qui a Siviglia. Forse è mancato anche un po’ di tempo. La responsabilità al 95% è mia: non ho trovato la strada giusta per tante cose. Non ho capito bene cosa fosse Roma».

    Cambierebbe qualcosa della sua esperienza?

    «Sicuramente qualcosa, ora conosco molto meglio Roma e la Roma rispetto a quando sono arrivato. L’esperienza aiuta. La Roma è troppo grande, più grande delle persone che ci lavorano. Ho comunque lavorato con onestà, questo mi fa dormire tranquillo la notte. Nella prima stagione è andato tutto benissimo, giravo per le strade o al ristorante e mi trattavano con amore, c’erano tifosi che mi hanno aspettato sotto casa dopo la vittoria contro il Barcellona».

    E il suo rapporto con Totti com’è stato?

    «Ottimo, mi ha aiutato tanto».

    Venendo all’Europa League, un’altra finale…

    «Qui si pensava che siccome rischiavamo di retrocedere avremmo dovuto mollare l’Europa League. Ma c’è una grande sintonia anche con i tifosi e tutti andiamo avanti dalla stessa parte, c’è una certa magia in Europa League…».

    Che avversario sarà la Roma?

    «Tutti sanno come gioca. La cosa importante per noi è essere il Siviglia. Abbiamo eliminato Manchester United e Juventus mantenendo la nostra identità. Non possiamo pensare troppo all’avversario. Negli ultimi due mesi siamo stati bravi, dobbiamo continuare così».

    Che finale si aspetta?

    «Il Siviglia non fa tanto possesso, quindi magari la palla l’avrà soprattutto l’arbitro… Mendilibar ha parlato di squadra che gioca all’italiana, ma è una partita in cui gli avversari si rispetteranno tanto. Sarà importante non fare errori».

    Intanto Mourinho potrebbe non avere a disposizione Dybala.

    «Merita di giocare. Con lui la finale sarebbe più bella. Il suo 20% è il 60/70% di tanti giocatori».

    Ha visto la crescita di Pellegrini?

    «Sono contentissimo per Lorenzo, ha avuto delle difficoltà, ma è il capitano giusto».

    Pensa che Zaniolo abbia fatto bene a lasciare la Roma?

    «Nicolò è fortissimo. Non so se ha scelto bene ad andare in Turchia, ma sono sicuro che abbia ancora un grande futuro».

    Se lo aspettava Spalletti campione d’Italia con il Napoli?

    «Spalletti non mi sorprende, è l’allenatore più forte che io abbia conosciuto. Provai a trattenerlo a Roma, ma non fu possibile».

    Tre italiane in finale in altrettante competizioni europee, è rinato il calcio italiano?

    «I risultati dicono che è rinato. L’Italia deve parlare bene di se stessa». LEGGI TUTTO

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    Roma-Siviglia, Monchi: “La Roma è nel mio cuore, volevo questa finale”

    L’ex dirigente giallorosso ora tornato a Siviglia: “Se mi avessero chiesto contro chi avrei voluto giocare la finale, avrei detto la Roma. Se guardo indietro cambierei sicuramente qualcosa, dovevo capire meglio la Roma e l’ambiente. Credo sia mancata conoscenza e tempo, ma è una mia responsabilità. Mourinho? Allenatore top, come normale per una squadra top”
    LO SPECIALE SULLA FINALE ROMA-SIVIGLIA

    “Se mi avessero chiesto contro chi avrei voluto giocare la finale, avrei detto la Roma, mi ritornano in mente tanti momenti che ho vissuto lì”. Perché la finale di Budapest sarà anche la partita di Monchi. Una vita al Siviglia, il dirigente delle vittorie in Europa. E i due anni (in realtà poco meno di due) alla Roma, la semifinale di Champions dopo l’eroica rimonta col Barcellona e la separazione a marzo del 2019. Oggi Monchi è di nuovo alla guida del club della sua vita: “Sono felicissimo, dopo una stagione sofferta abbiamo raggiunto la finale”. Perché il Siviglia è passato da Lopetegui a Sampaoli, fino a Mendilibar, che aveva preso in mano la squadra a marzo in piena lotta per non retrocedere. Ora il club è a metà classifica e lui sfiderà il proprio passato nella finalissima: “Sono ormai quattro anni che sono andato via da Roma e ho avuto tempo di pensare a quello che è successo – ha detto lo spagnolo -. Sicuramente cambierei qualcosa, ho provato a fare il meglio possibile ma ho sbagliato. Dovevo capire meglio la Roma e l’ambiente”.

    “E’ mancata conoscenza e tempo”
    Monchi prosegue sulla sintonia del suo passato giallorosso: “Credo che sia mancata un po’ di conoscenza, e di tempo per essere io. Al 95% è stata una mia responsabilità. Forse oggi sarebbe più facile. Qualcosa di mio nella Roma? No, la Roma è troppo grande per dire che è qualcosa di tuo”. Diversa storia al Siviglia: “Lavoro qui da ventiquattro anni, il tempo nella vita è fondamentale, così come lo è nel calcio. Prima della sosta del mondiale eravamo in zona retrocessione e io non avevo problemi. C’era fiducia”.

    “A Roma anche momenti bellissimi”

    Eppure la sua storia nella capitale è stata anche positiva. Nel 2017-18, al primo colpo, fu storica semifinale di Champions: “Non mi piace parlare di quello che ho fatto bene o di quello che ho fatto male, per me la cosa più importante è l’aver lavorato con onestà. Se penso alla Roma penso che ci sono stati due momenti: benissimo alla prima stagione, la seconda invece è stata più brutta. Nel 2017-18 ho vissuto momenti bellissimi come la semifinale contro il Liverpool o la notte della rimonta col Barcellona. C’erano i tifosi che mi aspettavano per portarmi a casa, Roma è nel mio cuore. Portare felicità ai tifosi è la cosa che conta di più”. Poi sui singoli: “Pallotta? Quando penso a lui sono grato per avermi portato a Roma. Di Francesco? Il rapporto con la proprietà non era il migliore possibile, per questo mi sono fermato”. E su Totti: “Di lui posso solo parlare bene, mi ha aiutato tanto, lo avevo sempre al mio fianco. Francesco è Francesco, nessuno può cambiarlo”. LEGGI TUTTO

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    Finale Roma-Siviglia, tifoso giallorosso salta laurea figlia per andare a Budapest

    “Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male. Mercoledì mi laureo in biologia, ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League tra Roma e Siviglia a Budapest. Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio”. Questo è lo sfogo di una ragazza, raccolto dalla trasmissione radiofonica, “I Lunatici” in onda su Rai Radio Due. La squadra di Mourinho, il prossimo 31 maggio, si gioca la finale di Europa League contro gli andalusi, a caccia del secondo trofeo internazionale consecutivo, dopo la vittoria della Conference League a Tirana nella passata stagione.

    Il ‘precedente’ De Rossi
    La vicenda raccontata da Marta ha inevitabilmente scatenato il dibattito sui social tra chi (tanti) dà ragione alla giovane e quelli (pochi) che difendono la fede del papà. Curioso, invece, è che questa storia sia venuta fuori a poche ore di distanza da un caso simile (ma con un finale evidentemente diverso) che vede protagonista una leggenda della Roma. Daniele De Rossi, infatti, ha rivelato di aver rinunciato ad andare a vedere la finale propri a causa di un impegno familiare. Lo ha fatto con questo post sui social, in cui rispondeva anche alle tante persone che chiedevano una mano per trovare i biglietti per la finale di Budapest: “Buongiorno a tutti, non ho i biglietti per la finale di Budapest e non posso rimediarli, non posso comprarne, non ho agganci e non chiamerò i giocatori perché presumo che riceveranno mille messaggi al giorno anche loro… La Roma tramite Vito Scala mi ha gentilmente invitato e con grande dispiacere ho dovuto rifiutare ma quando un pezzo del tuo cuore si diploma tu non puoi mancare, non c’è finale che tenga. Fate i bravi ve prego”.  LEGGI TUTTO

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    Roma-Siviglia, maxi-schermi allo stadio Olimpico per la finale di Europa League

    Come accaduto un anno fa (25 maggio 2022) per la vittoria in Conference a Tirana, lo stadio Olimpico sarà aperto ai tifosi della Roma in occasione della finalissima di Europa League. L’appuntamento è mercoledì alle ore 21, quando la squadra di Mourinho affronterà il Siviglia a Budapest. È arrivato il parere favorevole della Questura che ha autorizzato l’apertura dello stadio dopo la richiesta della Roma a Sport e Salute, che gestisce l’impianto. Da Sport e Salute fanno sapere che il campo di gioco sarà coperto (come accade per i concerti) per evitare che sia danneggiato e che non possa ospitare la partita in programma domenica 4 giugno tra Roma e
    Spezia.  Restano solo da stabilire gli ultimi dettagli su prezzo e modalità di vendita dei biglietti e ulteriori informazioni di carattere logistico, che verrano comunicate nelle prossime ore. Sono state scartate le altre soluzioni alternative (San Giovanni, Piazza del Popolo, Circo Massimo).

    Biglietti per Budapest già esauriti

    Erano stati messi a disposizione dalla Roma, 15.500 tagliandi polverizzati in una manciata di ore. Finiti da tempo anche i voli diretti per raggiungere l’Ungheria e assistere alla partita alla Puskas Arena. Ciò nonostante restano migliaia i tifosi giallorossi che intendono organizzarsi ed essere presenti a Budapest, dove la squadra di Mourinho insegue il secondo trofeo internazionale consecutivo. LEGGI TUTTO

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    Roma-Siviglia, Mourinho: “Dybala e Spinazzola in dubbio, Pellegrini recuperabile”

    José Mourinho ha già giocato cinque finali europee, ma non vede l’ora della sesta: “Peccato non sia già domani…”, dice ai microfoni di Sky Sport nel Media Day della finale di Europa League contro il Siviglia. Ecco le sue parole in esclusiva per Sky Sport:

    Esattamente un anno fa, 25 maggio, alzavate il trofeo a Tirana. Un anno dopo cosa rappresenta per voi questa finale a Budapest? 
    “Tirana di un anno fa è storia, è lì. Fatto e finito, è memoria per tanti. Speriamo che tra tanti anni i bambini possano ricordarla coi figli. Questa è una gara che vogliamo giocare, ce la giocheremo mercoledì.  Siamo carichi.  Carichi perchè questa è una squadra che ha qualità”

    Come si affronta tatticamente il Siviglia?
    “Una squadra che vince sempre l’Europa League, che viene dalla Champions. Una squadra forte, però abbiamo una partita da giocare, abbiamo le nostre qualità e i nostri problemi che sempre cerchiamo di nascondere”.

    Quali sono le vostre certezze in questo momento sul piano tecnico?
    “La certezza è che saremo lì e non andremo in vacanza, anche se la città è molto bella. Vogliamo giocarla questa finale e non vediamo l’ora. Lo stadio è bello, non ci andremo in vacanza”.

    Spinazzola, Pellegrini e Dybala come prosegue la gestione degli infortuni?
    “Lorenzo è recuperabile, non ci sarà a Firenze perché ha un piccolo problema non preoccupante ma utilizzarlo sabato sarebbe un rischio. Da domenica inizierà ad allenarsi normalmente con noi. Da Paulo non mi aspetto nulla: se potrà andare in panchina e potrà darci un piccolo aiuto come col Feyenoord già sarà qualcosa di positivo. Spinazzola è in dubbio, spero di recuperarlo: non per sabato ma per la finale. Se Leo lunedì/martedì dà segnali positivi spero di averlo”.
     
    Dovesse riuscire in questa doppietta, come la collocherebbe nella sua carriera?
    “Per il momento non c’è doppietta, c’è una Conference che abbiamo vinto e una finale che dobbiamo giocare. Non mi piace parlare di doppietta perché non c’è: quello che dico è che mi piace il lavoro svolto qui dal primo giorno. Non è la rosa più forte con cui ho lavorato a livello di qualità e quantità, ma a livello umano è una squadra tra le top nella mia carriera”.

    “Non mi interessa il futuro, solo la finale”
    L’allenatore portoghese ha poi parlato anche in conferenza stampa: “La partita di sabato è più difficile, devo lasciare fuori giocatori con piccoli problemi per non rischiare. Andare con una squadra solo di “bambini” è un rischio esagerato e non sarebbe giusto metterli in questa situazione. La Fiorentina ha 25 giocatori dello stesso livello e quelli che non hanno giocato la finale di Coppa Italia saranno freschi. Da domenica invece tutti saranno concentrati e felici di preparare e giocare la finale, sarà semplice”. Sulla sua possibile permanenza a Roma: “Il mio focus è la finale. Il futuro non mi interessa, tutto diventa secondario con una finale, non c’è motivo né di essere pessimisti od ottimisti. Abbiamo fatto tanto per essere in finale che non vediamo l’ora di giocarla. Non ci interessa nemmeno il fatto di poter essere in Champions, ma solo la finale in quanto tale. Siamo andati a Ludogorets e rientrati alle 7 del mattino, a Helsinki con un freddo terribile, a Siviglia con il rischio di uscire più tutte le altre trasferte…”

    “Rispetto a 20 anni fa sono un allenatore e una persona migliore”
    Sull’affetto dei tifosi romanisti nei suoi confronti: “Ancora oggi nel mondo, ovunque sono, vengo salutato con amore dai tifosi del Porto, del Chelsea, dell’Inter, del Real, del Manchester. Solo con il Tottenham non si è sviluppato questo rapporto, forse perché si giocava a porte chiuse e il presidente Levy non mi ha dato il modo di disputare una finale che ci eravamo conquistati. Io sono tifoso di tutte le squadre che ho allenato”. Su quanto sia cambiato dalla prima finale europea con il Porto 20 anni fa: “Stesso DNA, ma sono una persona e un allenatore migliore”. Sul rapporto turbolento della sua panchina con gli arbitri in questa stagione ha preferito non rispondere. In chiusura, invece, una battuta anche sul Giro d’Italia con un giornalista: “Dybala non può allenarsi in questo momento perché non ce la fa. Tu ce la faresti a fare la maratona? Io nemmeno con la bicicletta… e comunque grande il portoghese che ha vinto la tappa al Giro (Almeida, ndr)”. 

    Gli elogi di Matic ed El Sharaawy a Mourinho
    Anche diversi giocatori hanno parlato nel corso del Media Day ai microfoni di Sky. Il primo è stato Matic, grande protagonista nella sua prima stagione italiana: “La Serie A è un campionato difficile con tante squadre di qualità, tatticamente avanzato, in Premier si attacca di più. Mourinho è sempre lo stesso, prepara bene queste partite speciali, trasforma l’energia della squadra e sa cosa può fare la differenza”. Anche El Sharaawy elogia il suo mister: “Mourinho è un vincente. Come sto? Il problema al flessore è risolto. Ora penso solo alla finale, al rinnovo dopo la partita”. Chi gioca la terza finale in altrettante stagioni è Cristante dopo quella dell’Europeo nel 2021 e la Conference nel 2022: “”Bello arrivare a giocarsi certe partite in Europa, speriamo continui a essere un’abitudine. Abbiamo grande maturità di gestione nel gruppo”. LEGGI TUTTO

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    Roma verso la finale contro il Siviglia: lavoro a parte per Pellegrini e Dybala

    Mancano sei giorni alla finale di Europa League. Mercoledì 31 maggio la Roma sfiderà il Siviglia a Budapest, José Mourinho spera di arrivare a questo importante appuntamento con più giocatori possibili a disposizione. Nella seduta di giovedì 25 maggio, proprio in occasione del Media Day, tre calciatori hanno svolto un lavoro a parte. Dybala sta portando avanti il suo percorso di recupero per essere presente a Budapest nonostante il problema alla caviglia. Anche per Pellegrini un problema alla caviglia, ha subito un colpo contro il Bayer Leverkusen: nulla di grave, salterà la Fiorentina, ma il centrocampista sarà presente per la finale di Europa League. Spinazzola ha un fastidio muscolare, sta svolgendo un allenamento differenziato per poter partire insieme alla squadra in direzione Ungheria. LEGGI TUTTO

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    Dybala è sicuro, a Budapest ci sarà. Ma Mourinho…

    Dybala, a Budapest tra 9 giorni per la finale di Europa League, ci sarà, ma non è sicuro di recuperare per la Fiorentina nel prossimo turno di campionato. L’argentino ha saltato l’ultima gara pareggiata 2-2 contro la Salernitana, non andando nemmeno in panchina. Solo precauzione, non essendo al cento per cento e proprio in vista della finalissima col Siviglia. Nel pre gara anche Tiago Pinto lo aveva confermato: “Come tutti hanno visto ha preso una botta incredibile contro l’Atalanta, sta recuperando. Oggi non si sentiva al cento per cento e abbiamo deciso di non farlo giocare. Stiamo tutti lavorando per portarlo nella miglior condizione possibile per Budapest”.

    Ma Mourinho nel post gara: “Non sono ottimista”
    Le parole dello Special One sono andate in una direzione diversa. Interrogato dopo il 2-2 con la Salernitana sullo stato di salute di Dybala ha detto: “Come sta? Male, e non so come starà tra dieci giorni. Ottimista? No”. – sono state le sue parole a DAZN.

    Come stanno gli altri?
    Nel post gara Mou ha parlato anche degli altri giocatori recentemente ai box e di nuovo in campo: “Smalling ha giocato 90 minuti, anche El Shaarawy, e pure Wijnaldum ha giocato tanti minuti. Vediamo come sta Camara, se si è fatto male o se è solo stanchezza. E vediamo anche per Spinazzola”. LEGGI TUTTO