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    Lautaro ko, Inter col fiato sospeso: medicato a bordocampo

    Lautaro Martinez fa preoccupare l’Inter. I nerazzurri sono scesi in campo negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Bologna sbloccando la sfida nei tempi supplementari grazie alla rete di Carlos Augusto su assist di Dimarco. La squadra di Inzaghi avrebbe potuto aprire le danze al 65′ su calcio di rigore, ma l’attaccante argentino si è fatto ipnotizzare da Ravaglia.

    Inter, allarme Lautaro: cosa è successo

    Al termine dei tempi regolamentari Lautaro è stato poi inquadrato dalle telecamere mentre si toccava l’inguine e la coscia sinistra a bordocampo. Successivamente il bomber nerazzurro è stato sostituito al 98′ da Mkhitaryan: una volta in panchina, Lautaro è tornato a toccarsi l’interno coscia per poi essere subito fasciato e medicato. Sicuramente verranno effettuati degli esami strumentali per capire l’entità del problema fisico del giocatore in vista dei prossimi impegni della squadra di Inzaghi. “Ha avuto un affaticamento, sarà da valutare – le parole del tecnico dopo la partita – Speriamo che non sia successo nulla, i medici sono abbastanza tranquilli ma giocando tra 72 ore dobbiamo valutarlo”. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi impietrito, Lautaro infuriato, Arnautovic a terra: l’episodio Inter

    Sul risultato di 0-0, con ancora tutto in palio, l’episodio che ha pietrificato Inzaghi. È il 53’ dell’ottavo di Coppa Italia Inter-Bologna e Marko Arnautovic, servito da Asllani dopo l’erroraccio di Aebischer sulla pressione di Frattesi, si divora il gol del vantaggio mandando il pallone a lato. L’ex attaccante rossoblù, probabilmente un po’ troppo lezioso nell’occasione che avrebbe potuto dare una sterzata alla serata, si lascia andare a un tocco di troppo perdendo l’attimo giusto.

    Inzaghi di pietra

    Al suo fianco c’è Lautaro, completamente libero di andare a rete, che non viene servito e che subito dopo la conclusione dell’austriaco va su tutte le furie. Una scena non particolarmente gradita da Inzaghi, rimasto incredulo nell’area tecnica per circa dieci secondi. Nuovo esame fallito da Arnautovic, sostenuto dal tifo del Meazza nonostante i tanti errori e rimpiazzato al 74’ da Thuram: i 10 milioni (8 più 2 di bonus) spesi dalla società per strapparlo al Bologna non sono ancora stati ripagati. LEGGI TUTTO

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    Samardzic, la Juve come…l’Inter: le possibili contropartite per l’Udinese

    Gennaio è alle porte e i mal di pancia di mercato vanno tenuti d’occhio. Soprattutto quelli dei talenti più corteggiati e desiderosi di fare il grande salto in una big. Occhio quindi al futuro di Lazar Samardzic. Il gioiello dell’Udinese – non è un mistero – piace e fa gola alle big di Serie A. In particolare Juventus e Napoli, che lo tengono d’occhio da tempo. I bianconeri sono alla ricerca di un innesto di qualità per la mediana e hanno allacciato i contatti con l’entourage del giocatore nato in Germania ma naturalizzato serbo. Un gradimento ricambiato, col club friulano unico grande ostacolo verso il possibile matrimonio.

    Udinese nei guai, e Samardzic…

    L’Udinese, infatti, sta vivendo un’annata decisamente complicata ed è al momento invischiata nella lotta per non retrocedere. Scenario nel quale oggi non è contemplata la possibile partenza di uno dei principali talenti della squadra. Il classe 2002, però, non si sente particolarmente valorizzato, tanto da essere rimasto in panchina per 90 minuti nell’ultima gara di campionato contro il Sassuolo. Un vero e proprio scontro diretto nel quale Samardzic non è sceso in campo per scelta tecnica. Un’esclusione dal sapore di bocciatura. Secondo l’allenatore fiorentino il numero 24, Lovric e Pereyra faticano a coesistere. Tanto che uno dei 3 puntualmente resta fuori dall’undici titolare. LEGGI TUTTO

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    Barrenechea dopo Higuain: stessa storia, stesso posto, stesso bar

    TORINO – Il Frosinone compie un’impresa eliminando il Napoli agli ottavi della Coppa Italia, cala il poker sul campo dei campioni d’Italia e raggiunge per la prima volta nella storia i quarti della competizione. Una notte magica per i gialloblù, da incubo invece il momento degli azzurri di Mazzarri. Dopo l’euforia della passata stagione con la vittoria del terzo storico Scudetto, la squadra che aveva impressionato sotto la guida Spalletti sembra essersi smarrita, e nella serata del tonfo davanti al pubblico del Maradona sono anche le storie che solo il calcio sa raccontare a far riemergere vecchi fantasmi. Barrenechea, Higuain e la Juventus: stessa storia, stesso posto, stesso bar.

    Barrenechea come Hiugain: l’esultanza dopo il gol al Napoli

    A portare in vantaggio il Frosinone nella sfida di Coppa Italia ci ha pensato Enzo Barrenechea, talento della Juventus passato in estate in presito ai ciociari. Il regista argentino, lanciato in Serie A da Allegri, ha sbloccato con una girata di testa sul secondo palo la sfida del Maradona e la sua esultanza ha ricordato in tutto e per tutto un precedente molto particolare. Primo dicembre 2017, nell’allora San Paolo la Juventus si impone sul Napoli per 1-0 in uno scontro diretto che risulterà decisivo nella corsa al titolo tra Allegri e Sarri con il primo a spuntarla sul secondo per 95 punti a 91. A decidere quel big match ci pensò Gonzalo Higuain, il grande ex, che nell’esultanza si portò la mano all’orecchio agitandola alla Luca Toni. Stesso gesto, stessa storia, stesso stadio: 6 anni dopo è Barrenechea a ripetere il gesto e per il Napoli tornano a galla brutti ricordi. LEGGI TUTTO

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    Elogio di Sartori, l’Invisibile che ha costruito il Bologna delle meraviglie

    Giovanni Sartori possiede la capacità di rendersi invisibile. Fenomenale scopritore di talenti, rifugge le luci della ribalta, fedele a uno stile di vita e di lavoro che non l’ha mai visto deflettere. Nell’era dell’apparire, il capo dell’area tecnica rossoblù preferisce essere: nel ramo, uno dei migliori in circolazione. Il Bologna delle meraviglie reca in calce anche la sua firma. In inchiostro simpatico, s’intende. Dopo avere portato a suo tempo il Chievo in Champions League, l’ex riserva di Chiodi nel Milan della stella lasciò Verona per andare a Bergamo a ricoprirsi di gloria, risultando fra i principali artefici del boom dell’Atalanta di Antonio e Luca Percassi che avevano visto lungo.
    Bologna sogna il colpo in Coppa Italia
    L’avventura con l’Atalanta
    Durante i suoi otto anni nerazzurri, la squadra di Gasperini ha centrato tre terzi posti, due qualificazioni all’Europa League, tre qualificazioni e un quarto di finale Champions League, due finali di Coppa Italia. Chi prende Giovanni sa che non fa inganni, ma centra colpi a ripetizione: la sua è la risposta più efficace al mercato fatto con l’algoritmo e a quelli con il portafoglio gonfio e il fiasco assicurato.  Sartori non sta a tavolino né trascorre molto tempo davanti al computer. I giocatori prima li va a vedere poi, se è il caso, li prende e, sempre quando è il caso, li rivende a peso d’oro: Kulusevski, pagato 200 mila euro e ceduto alla Juve per quasi 40 milioni; Kessie, preso dalla Stella Adjamé di Abidjan in cambio di 1,5 milioni di euro e passato al Milan per 32 milioni; Mancini, pagato 1,8 milioni e venduto alla Roma per 23 milioni; Gosens, costato 1 milione 200 mila euro e acquistato dall’Inter per 25 milioni. Potremmo continuare a lungo. Senza dimenticare, fra gli altri, Gomez, Ilicic, Djimsiti, Malinovskyi, de Roon, Zapata, Hateboer, Petagna, Castagne.
    I gioielli del Bologna
    A Bologna, Sartori ha seguito il copione che l’ha reso grande: nessuna proclama roboante, nessuna sortita mediatica a effetto, ma lavoro, viaggi, lavoro e ancora lavoro, viaggi, lavoro. Zirkzee è il luminoso fiore all’occhiello: costato 8,5 milioni, ora il suo cartellino è schizzato alle stelle. E poi Ferguson, Calafiori, Ndoye, Fabbian, Beukema, Karlsson, Moro, Posch, Aebischer, Lucumì. In una delle sue rare interviste, Sartori ha raccontato: “Come scelgo i giocatori? Mi fido il giusto della tecnologia, non ho neppure whatsapp. Per età e convinzione vado sui campi. Ai tempi dell’Atalanta vedevo 200 partite live all’anno, ora la metà. Motta? Ha idee, coraggio e li trasmette alla squadra. Ha tutto per fare l’allenatore in una grande. Zirkzee? Mi convinse quando era all’Anderlecht e segnò 16 gol in una stagione». Naturalmente, Joshua non poteva vedere Sartori sugli spalti. Era invisibile. LEGGI TUTTO

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    “Raspadori non passa la palla ai compagni”: Mauro fa scoppiare il caso Napoli

    Il caso Raspadori
    Osimhen e Kvaratskhelia sono entrati nel secondo tempo, sul punteggio ancora di 0-0, per dare la spinta alla squadra ma il risultato non c’è stato. Negli studi di Sport Mediaset Mauro ha sottolineato che: “I giocatori che finora hanno avuto poco spazio non passavano la palla ai compagni. Ho avuto l’impressione che cercassero la giocata importante per mettersi in mostra. E faccio anche i nomi: Raspadori. Se hai davanti a te quattro giocatori e non servi la palla è brutto – aggiunge – è come se ci fosse l’ansia di mettersi in evidenza agli occhi dell’allenatore consapevoli che lì davanti c’è Osimhen. Non m’è piaciuto come si sono mossi in attacco. La cosa peggiore che può capitare in una squadra è vedere un compagno in attacco e non dargli la palla. Ed è capitato per tre, quattro volte”. LEGGI TUTTO

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    Allegri e i campioni Juve dai bimbi del Regina Margherita: emozioni forti

    La Juventus ha strappato un sorriso ai meno fortunati. Nel pomeriggio di martedì 19 dicembre 2023 una delegazione composta da Allegri, Alex Sandro, Chiesa, Fagioli, Gatti, McKennie e Perin – assieme al presidente bianconero Gianluca Ferrero – si è recata presso l’ospedale “Regina Margherita” di Torino per portare gli auguri di Natale da parte del Club e per consegnare i regali ai pazienti del reparto di oncoematologia pediatrica e di Casa UGI.
    Juventus, un pomeriggio con i pazienti del Regina Margherita
    I tesserati bianconeri, accompagnati dalla professoressa Franca Fagioli, hanno dedicato qualche ora ai bambini ricoverati all’Ospedale di Torino. Una visita che ha portato entusiasmo, festa e tanti sorrisi verso chi non sta attraversando un bel periodo. La delegazione ha fatto visita ai reparti di Oncoematologia pediatrica, Centro Trapianti e Hospice Isola di Margherita. Un bel gesto da parte della Juventus, che ha voluto far sentire la propria vicinanza alle famiglie e ha voluto dedicare un pomeriggio di spensieratezza a tutti i pazienti. LEGGI TUTTO

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    Phillips-Juve, vicini per un motivo: cosa ne pensano Giuntoli, Manna e Allegri

    La fredda serata di venerdì a Genova non è stata solo quella del rigore ceduto da Vlahovic a Chiesa, né solo quella del fallaccio da rosso di Malinovskyi a Yildiz e nemmeno solo quella del fallo di mano di Bani non rilevato dal Var. Per la Juventus è stata soprattutto la partita in cui è emersa in maniera chiara l’importanza capitale di Rabiot negli equilibri tecnico-tattici della squadra di Allegri. Non ce ne era bisogno, nel senso che già da prima si sapeva quanto fosse corta la coperta in caso di assenza del francese, perché un altro con quelle caratteristiche in rosa non c’è: la partita con il Genoa ha certificato la partita con il Genoa ha certificato ciò che era già ovvio in partenza. Il problema è che una alternativa a Rabiot è difficile da pescare sul mercato in estate, figuriamoci a gennaio. E chi ha quelle caratteristiche, costa tanto.
    Serve un colpo a centrocampo
    Un esempio? Khephren Thuram, il fratello di Marcus e figlio di Lilian: resta il preferito di Giuntoli e Manna, ma è un’operazione costosa e a gennaio non fattibile. Si può provare ad anticipare un affare estivo (come Colpani) ma serve almeno una cessione. Altrimenti bisogna valutare l’opportunità. E alla voce opportunità di mercato è ascrivibile la pista che porta a Phillips: se ne parla da un po’, ma finora la Juventus non ha affondato il colpo. LEGGI TUTTO