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    Tonfo Napoli, fuori dalla Coppa Italia: Barrenechea gol, Frosinone ai quarti

    NAPOLI – Colpaccio del Frosinone che passa al Maradona e conquista il pass per i quarti di Coppa Italia affondando il Napoli con un sonoro 4-0.. Impresa dei gialloblù di Di Francesco che grazie alle reti dell’ex Juventus Barrenechea, Caso, Cheddira e Harroui eliminano dalla competizione i campioni d’Italia. Inutile per Mazzarri il tentativo di inserire nella ripresa Kvaratskhelia e Osimhen, i ciociari vincono e ora affronteranno una tra Juventus e Salernitana per provare l’accesso in semifinale.
    Napoli-Frosinone, la partita
    Il Napoli spinge subito ed impegna Cerofolin in più occasioini, al 22′ è il palo a salvare il prtiere ciociaro sul tiro di Raspadori. Gli azzurri alla fine passano al 37′ con Simeone che approfitta di un errore della difesa avversaria, viene tutto annullato dal Var che segnala un tocco di mano ad inizio azione di Lindstrom. Nella ripresa Mazzarri prova a cambiare mandando in campo i big, colpisce un palo su punizione Mario Rui, ma al 65′ è il Frosinone a passare: angolo di Garritano per la testa di Barrenechea che gira sul secondo palo a sblocca il risultato. Accusa il colpo dell’ex Juve il Napoli che si sbilancia e al 70′ arriva il raddoppio ciociaro: Caso scappa dietro la difesa azzurra e davanti a Gollini infila sul primo palo. Nel finale il forcing del Napoli non produce risultati, anzi sono gli ospiti a trovare il tris su calcio di rigore al 90′ con Cheddira e il poker con Harroui al 95′. LEGGI TUTTO

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    Arthur: “Vivevo male, ho sbagliato tanto. Uno psicologo mi ha aiutato”

    Passato, presente e futuro: Arthur parla al portale brasiliano UOL e si racconta parlando delle sue scelte che lo hanno portato in Europa. Dal Gremio al Barcellona, poi Juventus, Liverpool per arrivare alla Fiorentina: questa la carriera del verdeoro che spiega i tanti problemi avuti prima di sbarcare a Firenze. Spiega come ha superato la fase difficile e cosa è stato necessario per tornare ad essere un giocatore. Ecco cosa ha detto.
    Le parole di Arthur
    Parla così Arthur: “Solo qualche mese fa facevo tante cose che non erano salutari e non me ne rendevo conto. Pensavo sempre in maniera negativa, poi sono andato in terapia da uno psicologo e questo mi ha aiutato. Sapevo che questa sarebbe stata una stagione importante per la mia carriera. Venivo da un anno complicato dove a causa di un infortunio non avevo praticamente mai giocato. Sapevo che avrei dovuto scegliere con attenzione ed è per questo che ho scelto la Fiorentina. Avevo bisogno di continuità anche per ritrovare la maglia della Nazionale. La Fiorentina si adatta molto al mio stile di gioco, riesco a mostrare il meglio del mio calcio”. E sul futuro aggiunge: “Non mi piace guardare troppo al futuro perché può succedere di tutto. Ne sono la prova vivente, le cose cambiano molto velocemente nel bene o nel male”. LEGGI TUTTO

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    Sabatini torna alla Salernitana, è ufficiale: il ruolo che gli ha affidato Iervolino

    Walter Sabatini è il nuovo direttore generale della Salernitana. Lo ha comunicato a sorpresa la società granata, che ha deciso di puntare sulla sua competenza per cercare di ripetere il miracolo della stagione 2021-2022. Il dirigente in quella circostanza era stato nominato direttore sportivo dei campani nella seconda parte del campionato, contribuendo alla salvezza della squadra, dopo un girone di andata molto complicato. Ora Iervolino, dopo lo sfogo dei giorni scorsi, spera nello stesso finale.
    Salernitana, torna Sabatini: il comunicato
    Questa la nota ufficiale del club: “L’U.S. Salernitana 1919 è lieta di comunicare di aver conferito l’incarico di Direttore Generale della Società al Sig. Walter Sabatini, icona del mondo del calcio, dirigente di comprovata esperienza e uomo chiave nella storica salvezza granata nella stagione 21/22. Il suo entusiasmo, la sua vitalità e voglia di vincere oltre che una competenza a tutto tondo contraddistinguerà il suo operato. Il Direttore Sabatini raggiungerà Salerno nelle prossime ore per iniziare subito il suo lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Juve Next Gen, allarme rosso: i motivi della crisi e la riunione con Allegri

    TORINO – L’ allarme rosso è suonato da tempo e solo una certa superficialità verso un progetto moderno e lungimirante (tecnicamente ed economicamente) fa sì che la vicenda venga poco considerata. È la vicenda che riguarda la Next Gen, fino a poco tempo fa più prosaicamente “seconda squadra”, della Juventus che è penultima nel Girone B di Lega Pro, a soli tre punti dall’ultimo posto occupato dalla Fermana e che dunque rischia seriamente di retrocedere.
    Juve Next Gen, tra progettualità e rischio fallimento
    Un’eventualità che potrebbe concretamente decretare il fallimento (parole del ds bianconero Giovanni Manna) di un progetto che ha segnato una strada edificante nella perdurante palude progettuale del calcio italiano. Progetto non a caso quest’anno ha seguito dall’Atalanta, un club sempre all’avanguardia nello sviluppo del calcio giovanile e, come vedremo, sempre attento ad anticiparne le dinamiche. Così, considerate le premesse, le potenzialità e i conti economici, i risvolti tecnici e le conseguenze di un fallimento, vale assolutamente la pena entrare nei meandri della crisi di un progetto che, per intuizione di Andrea Agnelli e progettualità di Federico Cherubini, va avanti dal 2018 con sviluppi decisamente positivi.ù LEGGI TUTTO

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    Yildiz col tic e Allegri con la mano in testa a Huijsen: “Più di mille parole”

    Kenan Yildiz e Dean Huijsen sono il fiore all’occhiello della Juventus. La rappresentazione della bontà del progetto Next Gen creato nel 2018. Sono arrivati in bianconero e in poco tempo si sono guadagnati la stima di Allegri e l’esordio con la prima squadra. Il difensore contro il Milan a San Siro e per il turco a Udine, nella prima giornata. Per entrambi un momento indescrivibile. “Si è avverato un sogno” hanno detto in coro nel documentario ideato su di loro: ‘The Best is Yet to Come’ di Juventus Creator Lab. Uno speciale che ha ripercorso le tappe dei due ragazzi dall’arrivo in bianconero, le partite con la Primavera, la Next Gen fino al loro arrivo in prima squadra. In estate è arrivato anche il rinnovo: Kenan fino al 2027 e lo stesso per Dean. Tappe importanti raccontate anche con le parole di chi li ha visti e li sta vedendo da vicino giorno dopo giorno come Manna, Brambilla e lo stesso Allegri che insieme hanno ribadito: “Sono due giocatori con qualità importanti”. 

    Yildiz: “La Juve mi ha dato le opzioni migliori”

    Il classe 2005 turco è arrivato in bianconero dal Bayern Monaco: “Ero in scadenza e la Juventus è stata la società a darmi le opzioni migliori a livello calcistico, per questo ho scelto di venire qui”. Il calcio come passione e sin da subito punto di riferimento: “Ho iniziato a giocare a 3 anni e a 6 ero già al Bayern”. Un percorso importante che lo ha portato a Torino fino alle porte della prima squadra: “La tournée è stata qualcosa di surreale perché mi sono allenato con i giocatori che prima vedevo in tv”. Dagli USA all’esordio in A: “Mi porto dentro ancora emozioni incredibili. Quando mi riscaldavo ero nervoso e poi quando il mister mi ha chiamato per entrare ho subito detto ‘Wow’. Si è avverato un sogno e voglio continuare così”. Da qui l’aneddoto sui capelli: “Quello di toccarli spesso penso sia un tic. Dopo che li ho tagliati e sono arrivato alla Continassa il mister mi ha detto ‘Sei intelligente'”. Aneddoti e curiosità raccontati anche dallo stesso Huijsen… LEGGI TUTTO

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    Wags Juve, che festa per lady Chiesa e lady Rugani: altro che Vecchia Signora!

    Donne Juve
    Nei giorni scorsi anche un altro giocatore bianconero ha fatto la fatidica proposta alla sua compagna. Stiamo parlando di Federico Chiesa che sui social ha condiviso uno scatto di coppia con la compagna Lucia Bramani intenta a mostrare l’anello di fidanzamento appena ricevuto, accompagnato dall’inequivocabile commento: “Ha detto si”. A distanza di qualche giorno da questi romantici avvenimenti, alcune wags Juve si sono ritrovate a cena, per “iniziare i festeggiamenti” così come scritto da Michela Persico, autrice dello scatto postato su Instagram. Le donne bianconere, Thessa Lacovich (Manuel Locatelli), Giulia Bernacci (compagna di Fagioli), India Simoni (Fabio Miretti), Greta Bardelli (Federico Gatti), oltre all’altra futura sposa Lucia Bramani (Federico Chiesa), si sono ritrovate in un lussuoso e raffinato ristorante in centro a Torino. Sui social non sono mancati i commenti e c’è anche qualcuno che ha chiesto: ” È l’addio al nubilato?” LEGGI TUTTO

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    Huijsen parcheggiato. Alex Sandro, idee chiare: l’ultimo regalo alla Juve

    Alzare ancora una volta un trofeo prima di dirsi addio. Alex Sandro conosce bene il suo futuro e ha le idee chiare per chiudere nel migliore dei modi il proprio ciclo juventino dopo 9 anni. Conquistare lo scudetto o al limite la Coppa Italia. L’ideale per cancellare gli ultimi 2 anni, che hanno un po’ offuscato le stagioni ruggenti vissute dal brasiliano in bianconero. Alex Sandro arriva, infatti, a Torino nell’estate 2015 dal Porto per 26 milioni di euro. Un colpo che nei primi 6-7 anni regala grosse soddisfazioni. Alex, infatti, diventa un pilastro della squadra, vincendo da protagonista la bellezza di 5 scudetti, 4 Supercoppe Italiane e 2 Coppe Italia. L’unico rammarico resta la notte di Cardiff, dove il 3 giugno 2017 la Juve crolla sotto i colpi del Real Madrid in finale di Champions League.

    Rendimento in calo

    Nell’ultimo biennio – complice anche l’avanzare dell’età – il rendimento è notevolmente calato. Così come il suo impatto offensivo, tanto da essere arretrato a braccetto nel trio difensivo. Ecco perché l’addio a giugno appare inevitabile. Una separazione sfiorata già l’anno scorso prima che Alex Sandro raggiugnesse la soglia delle 36 presenze stagionali che fecero scattare il rinnovo automatico per un altro anno. Un salasso per il bilancio alla luce dello stipendio da top player: 6 milioni a stagione più premi. Tanti, troppi. LEGGI TUTTO

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    È stata la mano di Bani: perché l’episodio di Genoa-Juve andava rivisto al Var

    La sedicesima giornata di Serie A si conclude con un bilancio tutto sommato positivo per la classe arbitrale. L’unica eccezione è ovviamente il Ferraris, dove Davide Massa commette due errori in Genoa-Juventus: la mancata assegnazione di un calcio di rigore in favore dei bianconeri per il tocco di braccio di Bani a inizio secondo tempo e la mancata espulsione di Malinovskyi per un intervento pericoloso ai danni di Yildiz nel finale di partita. Il designatore Gianluca Rocchi ha fatto sapere ai media che non ha intenzione di “fermare” l’arbitro di Imperia, ed è sceso anche nel dettaglio delle questioni tecniche attinenti ai due episodi incriminati.

    Al di là delle dinamiche che ogni designatore fa proprie a seconda della sua sensibilità, e che devono servire sicuramente ad avere equità nella gestione del gruppo, non c’è nulla di strano nel fatto che dopo un errore un arbitro non venga fermato. Un po’ come accade ai calciatori: non è detto che chi sbaglia un calcio di rigore debba andare in panchina alla partita successiva, anzi. Detto ciò, bisogna essere sinceri e riconoscere che in Serie A non conta solo la gestione della gara, ma anche la correttezza delle decisioni sui singoli episodi, insomma la precisione tecnica e disciplinare. E più aumenta la difficoltà dei match, più queste decisioni diventano importanti. L’obiettivo del designatore è sempre mandare gli arbitri più in forma a dirigere le partite più importanti.

    Genoa-Juve, fischia CalVARese: “Mano di Bani, era rigore! E Malinovskyi…” LEGGI TUTTO