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    Barrenechea dopo Higuain: stessa storia, stesso posto, stesso bar

    TORINO – Il Frosinone compie un’impresa eliminando il Napoli agli ottavi della Coppa Italia, cala il poker sul campo dei campioni d’Italia e raggiunge per la prima volta nella storia i quarti della competizione. Una notte magica per i gialloblù, da incubo invece il momento degli azzurri di Mazzarri. Dopo l’euforia della passata stagione con la vittoria del terzo storico Scudetto, la squadra che aveva impressionato sotto la guida Spalletti sembra essersi smarrita, e nella serata del tonfo davanti al pubblico del Maradona sono anche le storie che solo il calcio sa raccontare a far riemergere vecchi fantasmi. Barrenechea, Higuain e la Juventus: stessa storia, stesso posto, stesso bar.

    Barrenechea come Hiugain: l’esultanza dopo il gol al Napoli

    A portare in vantaggio il Frosinone nella sfida di Coppa Italia ci ha pensato Enzo Barrenechea, talento della Juventus passato in estate in presito ai ciociari. Il regista argentino, lanciato in Serie A da Allegri, ha sbloccato con una girata di testa sul secondo palo la sfida del Maradona e la sua esultanza ha ricordato in tutto e per tutto un precedente molto particolare. Primo dicembre 2017, nell’allora San Paolo la Juventus si impone sul Napoli per 1-0 in uno scontro diretto che risulterà decisivo nella corsa al titolo tra Allegri e Sarri con il primo a spuntarla sul secondo per 95 punti a 91. A decidere quel big match ci pensò Gonzalo Higuain, il grande ex, che nell’esultanza si portò la mano all’orecchio agitandola alla Luca Toni. Stesso gesto, stessa storia, stesso stadio: 6 anni dopo è Barrenechea a ripetere il gesto e per il Napoli tornano a galla brutti ricordi. LEGGI TUTTO

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    Elogio di Sartori, l’Invisibile che ha costruito il Bologna delle meraviglie

    Giovanni Sartori possiede la capacità di rendersi invisibile. Fenomenale scopritore di talenti, rifugge le luci della ribalta, fedele a uno stile di vita e di lavoro che non l’ha mai visto deflettere. Nell’era dell’apparire, il capo dell’area tecnica rossoblù preferisce essere: nel ramo, uno dei migliori in circolazione. Il Bologna delle meraviglie reca in calce anche la sua firma. In inchiostro simpatico, s’intende. Dopo avere portato a suo tempo il Chievo in Champions League, l’ex riserva di Chiodi nel Milan della stella lasciò Verona per andare a Bergamo a ricoprirsi di gloria, risultando fra i principali artefici del boom dell’Atalanta di Antonio e Luca Percassi che avevano visto lungo.
    Bologna sogna il colpo in Coppa Italia
    L’avventura con l’Atalanta
    Durante i suoi otto anni nerazzurri, la squadra di Gasperini ha centrato tre terzi posti, due qualificazioni all’Europa League, tre qualificazioni e un quarto di finale Champions League, due finali di Coppa Italia. Chi prende Giovanni sa che non fa inganni, ma centra colpi a ripetizione: la sua è la risposta più efficace al mercato fatto con l’algoritmo e a quelli con il portafoglio gonfio e il fiasco assicurato.  Sartori non sta a tavolino né trascorre molto tempo davanti al computer. I giocatori prima li va a vedere poi, se è il caso, li prende e, sempre quando è il caso, li rivende a peso d’oro: Kulusevski, pagato 200 mila euro e ceduto alla Juve per quasi 40 milioni; Kessie, preso dalla Stella Adjamé di Abidjan in cambio di 1,5 milioni di euro e passato al Milan per 32 milioni; Mancini, pagato 1,8 milioni e venduto alla Roma per 23 milioni; Gosens, costato 1 milione 200 mila euro e acquistato dall’Inter per 25 milioni. Potremmo continuare a lungo. Senza dimenticare, fra gli altri, Gomez, Ilicic, Djimsiti, Malinovskyi, de Roon, Zapata, Hateboer, Petagna, Castagne.
    I gioielli del Bologna
    A Bologna, Sartori ha seguito il copione che l’ha reso grande: nessuna proclama roboante, nessuna sortita mediatica a effetto, ma lavoro, viaggi, lavoro e ancora lavoro, viaggi, lavoro. Zirkzee è il luminoso fiore all’occhiello: costato 8,5 milioni, ora il suo cartellino è schizzato alle stelle. E poi Ferguson, Calafiori, Ndoye, Fabbian, Beukema, Karlsson, Moro, Posch, Aebischer, Lucumì. In una delle sue rare interviste, Sartori ha raccontato: “Come scelgo i giocatori? Mi fido il giusto della tecnologia, non ho neppure whatsapp. Per età e convinzione vado sui campi. Ai tempi dell’Atalanta vedevo 200 partite live all’anno, ora la metà. Motta? Ha idee, coraggio e li trasmette alla squadra. Ha tutto per fare l’allenatore in una grande. Zirkzee? Mi convinse quando era all’Anderlecht e segnò 16 gol in una stagione». Naturalmente, Joshua non poteva vedere Sartori sugli spalti. Era invisibile. LEGGI TUTTO

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    “Raspadori non passa la palla ai compagni”: Mauro fa scoppiare il caso Napoli

    Il caso Raspadori
    Osimhen e Kvaratskhelia sono entrati nel secondo tempo, sul punteggio ancora di 0-0, per dare la spinta alla squadra ma il risultato non c’è stato. Negli studi di Sport Mediaset Mauro ha sottolineato che: “I giocatori che finora hanno avuto poco spazio non passavano la palla ai compagni. Ho avuto l’impressione che cercassero la giocata importante per mettersi in mostra. E faccio anche i nomi: Raspadori. Se hai davanti a te quattro giocatori e non servi la palla è brutto – aggiunge – è come se ci fosse l’ansia di mettersi in evidenza agli occhi dell’allenatore consapevoli che lì davanti c’è Osimhen. Non m’è piaciuto come si sono mossi in attacco. La cosa peggiore che può capitare in una squadra è vedere un compagno in attacco e non dargli la palla. Ed è capitato per tre, quattro volte”. LEGGI TUTTO

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    Allegri e i campioni Juve dai bimbi del Regina Margherita: emozioni forti

    La Juventus ha strappato un sorriso ai meno fortunati. Nel pomeriggio di martedì 19 dicembre 2023 una delegazione composta da Allegri, Alex Sandro, Chiesa, Fagioli, Gatti, McKennie e Perin – assieme al presidente bianconero Gianluca Ferrero – si è recata presso l’ospedale “Regina Margherita” di Torino per portare gli auguri di Natale da parte del Club e per consegnare i regali ai pazienti del reparto di oncoematologia pediatrica e di Casa UGI.
    Juventus, un pomeriggio con i pazienti del Regina Margherita
    I tesserati bianconeri, accompagnati dalla professoressa Franca Fagioli, hanno dedicato qualche ora ai bambini ricoverati all’Ospedale di Torino. Una visita che ha portato entusiasmo, festa e tanti sorrisi verso chi non sta attraversando un bel periodo. La delegazione ha fatto visita ai reparti di Oncoematologia pediatrica, Centro Trapianti e Hospice Isola di Margherita. Un bel gesto da parte della Juventus, che ha voluto far sentire la propria vicinanza alle famiglie e ha voluto dedicare un pomeriggio di spensieratezza a tutti i pazienti. LEGGI TUTTO

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    Phillips-Juve, vicini per un motivo: cosa ne pensano Giuntoli, Manna e Allegri

    La fredda serata di venerdì a Genova non è stata solo quella del rigore ceduto da Vlahovic a Chiesa, né solo quella del fallaccio da rosso di Malinovskyi a Yildiz e nemmeno solo quella del fallo di mano di Bani non rilevato dal Var. Per la Juventus è stata soprattutto la partita in cui è emersa in maniera chiara l’importanza capitale di Rabiot negli equilibri tecnico-tattici della squadra di Allegri. Non ce ne era bisogno, nel senso che già da prima si sapeva quanto fosse corta la coperta in caso di assenza del francese, perché un altro con quelle caratteristiche in rosa non c’è: la partita con il Genoa ha certificato la partita con il Genoa ha certificato ciò che era già ovvio in partenza. Il problema è che una alternativa a Rabiot è difficile da pescare sul mercato in estate, figuriamoci a gennaio. E chi ha quelle caratteristiche, costa tanto.
    Serve un colpo a centrocampo
    Un esempio? Khephren Thuram, il fratello di Marcus e figlio di Lilian: resta il preferito di Giuntoli e Manna, ma è un’operazione costosa e a gennaio non fattibile. Si può provare ad anticipare un affare estivo (come Colpani) ma serve almeno una cessione. Altrimenti bisogna valutare l’opportunità. E alla voce opportunità di mercato è ascrivibile la pista che porta a Phillips: se ne parla da un po’, ma finora la Juventus non ha affondato il colpo. LEGGI TUTTO

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    Tonfo Napoli, fuori dalla Coppa Italia: Barrenechea gol, Frosinone ai quarti

    NAPOLI – Colpaccio del Frosinone che passa al Maradona e conquista il pass per i quarti di Coppa Italia affondando il Napoli con un sonoro 4-0.. Impresa dei gialloblù di Di Francesco che grazie alle reti dell’ex Juventus Barrenechea, Caso, Cheddira e Harroui eliminano dalla competizione i campioni d’Italia. Inutile per Mazzarri il tentativo di inserire nella ripresa Kvaratskhelia e Osimhen, i ciociari vincono e ora affronteranno una tra Juventus e Salernitana per provare l’accesso in semifinale.
    Napoli-Frosinone, la partita
    Il Napoli spinge subito ed impegna Cerofolin in più occasioini, al 22′ è il palo a salvare il prtiere ciociaro sul tiro di Raspadori. Gli azzurri alla fine passano al 37′ con Simeone che approfitta di un errore della difesa avversaria, viene tutto annullato dal Var che segnala un tocco di mano ad inizio azione di Lindstrom. Nella ripresa Mazzarri prova a cambiare mandando in campo i big, colpisce un palo su punizione Mario Rui, ma al 65′ è il Frosinone a passare: angolo di Garritano per la testa di Barrenechea che gira sul secondo palo a sblocca il risultato. Accusa il colpo dell’ex Juve il Napoli che si sbilancia e al 70′ arriva il raddoppio ciociaro: Caso scappa dietro la difesa azzurra e davanti a Gollini infila sul primo palo. Nel finale il forcing del Napoli non produce risultati, anzi sono gli ospiti a trovare il tris su calcio di rigore al 90′ con Cheddira e il poker con Harroui al 95′. LEGGI TUTTO

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    Arthur: “Vivevo male, ho sbagliato tanto. Uno psicologo mi ha aiutato”

    Passato, presente e futuro: Arthur parla al portale brasiliano UOL e si racconta parlando delle sue scelte che lo hanno portato in Europa. Dal Gremio al Barcellona, poi Juventus, Liverpool per arrivare alla Fiorentina: questa la carriera del verdeoro che spiega i tanti problemi avuti prima di sbarcare a Firenze. Spiega come ha superato la fase difficile e cosa è stato necessario per tornare ad essere un giocatore. Ecco cosa ha detto.
    Le parole di Arthur
    Parla così Arthur: “Solo qualche mese fa facevo tante cose che non erano salutari e non me ne rendevo conto. Pensavo sempre in maniera negativa, poi sono andato in terapia da uno psicologo e questo mi ha aiutato. Sapevo che questa sarebbe stata una stagione importante per la mia carriera. Venivo da un anno complicato dove a causa di un infortunio non avevo praticamente mai giocato. Sapevo che avrei dovuto scegliere con attenzione ed è per questo che ho scelto la Fiorentina. Avevo bisogno di continuità anche per ritrovare la maglia della Nazionale. La Fiorentina si adatta molto al mio stile di gioco, riesco a mostrare il meglio del mio calcio”. E sul futuro aggiunge: “Non mi piace guardare troppo al futuro perché può succedere di tutto. Ne sono la prova vivente, le cose cambiano molto velocemente nel bene o nel male”. LEGGI TUTTO

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    Sabatini torna alla Salernitana, è ufficiale: il ruolo che gli ha affidato Iervolino

    Walter Sabatini è il nuovo direttore generale della Salernitana. Lo ha comunicato a sorpresa la società granata, che ha deciso di puntare sulla sua competenza per cercare di ripetere il miracolo della stagione 2021-2022. Il dirigente in quella circostanza era stato nominato direttore sportivo dei campani nella seconda parte del campionato, contribuendo alla salvezza della squadra, dopo un girone di andata molto complicato. Ora Iervolino, dopo lo sfogo dei giorni scorsi, spera nello stesso finale.
    Salernitana, torna Sabatini: il comunicato
    Questa la nota ufficiale del club: “L’U.S. Salernitana 1919 è lieta di comunicare di aver conferito l’incarico di Direttore Generale della Società al Sig. Walter Sabatini, icona del mondo del calcio, dirigente di comprovata esperienza e uomo chiave nella storica salvezza granata nella stagione 21/22. Il suo entusiasmo, la sua vitalità e voglia di vincere oltre che una competenza a tutto tondo contraddistinguerà il suo operato. Il Direttore Sabatini raggiungerà Salerno nelle prossime ore per iniziare subito il suo lavoro”. LEGGI TUTTO