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    Bet, la prima guardia del corpo del “Piscinin” Baresi

    Difensore roccioso, non superava quasi mai la metà campo, al punto di non aver segnato neppure un gol in Serie A. Da scout segnalò Koulibaly al Milan

    Con la sua posa statuaria e l’esperienza dei trent’anni, Aldo Bet fu il primo bodyguard di Franco Baresi, la sua prima chioccia. Accadeva alla fine degli anni 70, quando Baresi – non a caso soprannominato Piscinin – formava proprio con Bet la coppia libero-stopper, oggi si direbbe di centrali difensivi. Nonostante la giovanissima età – era appena diciottenne – il futuro libero della nazionale poteva perciò permettersi di abbandonare la propria area di rigore e avanzare a centrocampo, tanto c’era Bet a proteggerlo. LEGGI TUTTO

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    Napoli, le urla di ADL e cosa ha detto a Garcia. Tudor in pole: i nomi in lista

    Ora basta. Il diluvio si è scatenato sullo stadio Maradona e Kovalenko ha messo i panni di Zeus, il Dio greco che scaglia fulmini all’indirizzo di Rudi Garcia: al 91’ l’ucraino è tornato a fare gol in Serie A dopo due anni e, di fatto, ha segnato pure la fine della tormentata esperienza del coach francese sulla panchina della squadra campione d’Italia. Tormentata e turbolenta, mai come ieri, con il presidente De Laurentiis precipitatosi negli spogliatoi al termine di un primo tempo piovoso e obbrobrioso, conclusosi con uno scialbo 0-0 al cospetto della formazione penultima in classifica e capace di segnare solo 3 gol in 11 partite.

    De Laurentiis, urla contro Garcia

    “Basta” ha detto il patron con un diavolo per capello e le urla che mai così forti si erano sentite all’indirizzo di Garcia nell’ultimo mese, quello trascorso quotidianamente al fianco del coach che avrebbe esonerato dopo la sconfitta casalinga contro la Fiorentina, se solo Antonio Conte gli avesse detto sì. Lo 0-1 di ieri contro la formazione di Andreazzoli, un allenatore che la scorsa estate avrebbe potuto e (voluto) raccogliere l’eredità di Spalletti, è stato il classico punto di non ritorno. Squadra azzurra in pieno caos tattico, con un inedito 4-2-3-1 e con Zielinski e Kvaratskhelia lasciati incredibilmente in panchina. Davvero troppo per la pazienza dei 50mila spettatori al Maradona che hanno apprezzato le geometrie dell’Empoli e hanno liberato i soliti fischi quando l’arbitro Prontera ha mandato le squadre negli spogliatoi per l’intervallo. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi: “Inter favorita? Non siamo neanche i più ricchi…”

    L’Inter torna in vetta alla classifica grazie al successo interno ottenuto contro il Frosinone. I nerazzurri si sono imposti con il risultato di 2-0 grazie all’eurogol realizzato da Dimarco e al rigore guadagnato da Thuram e messo a segno da Calhanoglu. Al termine della sfida Simone Inzaghi ha dichiarato: “Dimarco ha fatto un eurogol che farà il giro del mondo. Se lo merita, avevamo creato qualcosa contro un’ottima squadra organizzata. Avevamo avuto qualche situazione sbagliando di poco la rifinitura. Questo gran gol ci ha aperto la partita, il rigore guadagnato da Thuram ci ha fatto giocare il secondo tempo più tranquilli. Federico ci ha abituato bene, ha delle qualità balistiche che lo rendono un giocatore completissimo. È un gol che si vede raramente, ho fatto i complimenti a lui e i ragazzi perchè stanno lavorando molto bene e devono continuare così”.
    Inzaghi: “Scudetto? Ci sono squadre attrezzate”
    Il tecnico nerazzurro ha proseguito: “Ogni partita in Serie A è difficile da preparare. Oggi aspettavamo un sistema e ne abbiamo trovato un altro, prima delle soste le partite sono sempre particolari. Ero fiducioso sulla squadra fin da subito. Scudetto? Non siamo ancora ad un terzo del campionato, le griglie non mi piacciono. Ci sono squadre attrezzate, ci danno per favoriti per quello che stiamo facendo ma non siamo i più ricchi in questo momento. Nel primo anno di mercato con me abbiamo fatto un utile di 120 milioni, il secondo di 30 e il terzo di 0. Nelle difficoltà abbiamo tirato fuori il meglio” per poi concludere: “Ho la fortuna di avere un gruppo con dei ragazzi di grande responsabilità che danno tutto per il pubblico che ci supporta sempre in casa e in trasferta. L'”io” deve rimanere da parte e dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme. Tutti sanno e rispettano le scelte, sono dei professionisti e sanno che l’allenatore ogni tre giorni deve fare le sue scelte”. LEGGI TUTTO

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    Milan, morto Aldo Bet: vinse lo scudetto della stella

    Stopper arcigno, cresciuto nell’Inter, ha giocato anche con Roma, Verona e Campania: se n’è andato a 74 anni

    Se n’è andato a 74 anni a Varese: il mondo del calcio piange la morte di Aldo Bet, difensore trevigiano che vinse con la maglia del Milan di Nils Liedholm lo scudetto della stella nel 1979. Classe 1949, stopper arcigno e di grandi qualità fisiche (1.85 per 83 chili), cresciuto nelle giovanili dell’Inter dove arrivò in prima squadra a 18 anni, passò alla Roma di Helenio Herrera nel 1968, dove ha giocato 5 stagioni vincendo una Coppa Italia. Dopo una parentesi al Verona, nel 1974 passa al Milan dove in sette stagioni vince uno scudetto e una Coppa Italia e conosce anche la retrocessione in B. Coi rossoneri risale subito in massima serie nel 1981, ma ormai era diventato una riserva e così preferì chiudere la carriera a 33 anni al Campania in C. Per lui 269 partite di Serie A, senza mai andare a segno. Giocò anche due partite in Nazionale nel 1971, poi ha provato anche senza successo la carriera da allenatore. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic al Pala Alpitour per la prima di Djokovic alle Nitto ATP Finals

    Sempre a Torino e sempre sugli spalti, da quelli dell’Allianz Stadium a quelli del Pala Alpitour. Ieri sera Djokovic ha fatto il tifo per Vlahovic e Kostic durante Juve-Cagliari, questa sera è Dusan a fare il tifo per Nole. Dopo la partita i due calciatori bianconeri si sono fatti immortalare insieme al connazionale, augurandogli un grande in bocca al lupo per il match d’esordio alle Nitto ATP Finals contro Rune. Le telecamere hanno pizzicato un concentratissimo Dusan in tribuna, anche se non è l’unico calciatore della Juve al Pala Alpitour. C’è sicuramente anche Danilo che ha documentato tutto sui social, postando una foto di Djokovic. LEGGI TUTTO

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    Dimarco l’ha fatto apposta: “Ho visto il portiere fuori. Meno male che ho segnato, altrimenti…”

    L’esterno dell’Inter sul gol da 56 metri che ha sbloccato il risultato contro il Frosinone: “Se avessi sbagliato mi sarei preso tanti di quegli insulti che neanche me li immagino”

    Al grande dubbio che scatenato dibattiti tra amici e tifosi sin dal 43′ del primo tempo, ha risposto direttamente l’autore del gol del vantaggio di Inter-Frosinone, Federico Dimarco: “All’inizio ho visto Denzel – ha spiegato a Dazn l’esterno -, poi ho visto il portiere fuori e ho tirato. Menomale che è entrato altrimenti mi sarei preso tanti di quegli insulti che neanche me li immagino”. Con una perla da 56 metri il 26enne milanese ha indirizzato la partita dei nerazzurri sui binari giusti, ammettendo poi a fine match: “È sicuramente uno dei gol più belli che ho fatto”

    Le parole—  Poi Dimarco continua a rispondere alle domande, partendo da un esame di coscienza: “Non ero partito benissimo, ho sbagliato cose che non sbaglio. Contavano i tre punti per rimanere in vetta e abbiamo vinto, meglio così. Volevamo arrivare primi allo scontro con la Juve ma dobbiamo pensare partita per partita. Ora pensiamo alla Nazionale e poi al big match con la Juve”. E poi ancora: “Siamo un bel gruppo, siamo forti, profondi, possiamo intercambiarci tanto ed è un bene, possiamo continuare su questa strada per cercare di raggiungere gli obiettivi. Quali sono? Decidetelo voi”. LEGGI TUTTO