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    Juve-Inter LIVE, formazioni e cronaca: segui il derby d’Italia in diretta

    21:52

    Parte forte la Juve

    47′ – Un velo di Koopmeiners libera il campo a Conceicao, che converge e crossa in area, ma il suo passaggio viene deviato in angolo.

    21:50

    Via al secondo tempo

    46′ – La Juve muove il primo pallone della ripresa.

    21:50

    Motta, le dichiarazioni dopo il primo tempo

    “Non possiamo essere contenti, abbiasmo perso tanti duelli e giocate. Dobbiamo fare meglio con la palla e se facciamo meglio queste cose abbiamo possibilità di vincere” – ha detto Motta a Dazn.

    21:32

    Termina il primo tempo

    45′ – Mariani fischia due volte, il primo tempo termina 0-0.

    21:30

    Palo di Dumfries!

    42′ – L’esterno olandese vince prima un duello con Savona e poi viene lanciato in porta da Taremi, ma il suo tiro si stampa sul palo.

    21:21

    Lautaro da due passi calcia alle stelle!

    35′ – Dumfries vola sulla fascia a pesca Lautaro Martinez solo in area, ma l’argentino calcia alto a pochi passi dalla porta.

    21:19

    Altra chance Juve!

    33′ – La Juve da una rimessa laterale mette Kolo Muani davanti il portiere, ma il francese di controbalzo non trova la porta a causa di una deviazione.

    21:09

    Occasione Juve, miracolo Sommer!

    22′ – La Juve esce bene dal pressing e trova Nico Gonzalez sulla sinsitra, che salta Dumfries e chiama Sommer all’intervento, poi McKennie appoggia per Conceicao che chiama il portiere svizzero al miracolo con un tiro potente sul primo palo.

    21:06

    Doppia occasione Inter!

    18′ – Barella salta un uomo e calcia male, sulla palla arriva Taremi che in rovesciata chiama Di Gregorio a un’ottima parata. Poi sullo sviluppo dell’azione, Lautaro serve Dumfries che di testa non trova la porta.

    20:59

    Barella spreca, ma è fuorigioco

    12′ – Bastoni con un lancio illuminante trova Barella, che si inserisce bene, ma calcia male, disturbato anche da Veiga. Tutto vano però, vista la bandierina alzata a fine azione per fuorigioco.

    20:56

    Fase di gioco confusa

    10′ – Le squadre non riescono a impossessarsi del gioco al momento molto spezzettato e con tanti palloni persi.

    20:49

    Scivola Calhanoglu, Nico Gonzalez spara alto

    3′ – Nel giro palla dell’Inter Calhanoglu scivola, McKennie si impossessa del pallone e serve Nico Gonzalez, che stoppa e calcia alto.

    20:45

    Fischio d’inizio: comincia Juve-Inter

    1′ – Mariani dà il via al derby d’Italia. L’Inter gioca il primo pallone del match.

    20:32

    Marotta e gli anni alla Juve

    Il presidente dell’Inter ha presentato il derby d’Italia su Dazn, ripercorrendo anche i suoi anni alla Juventus. Qui tutte le dichiarazioni.

    20:29

    Mckennie capitano in Juve-Inter

    Il capitano scelto per la sfida tra Juventus e Inter è McKennie, vista la panchina di Locatelli.

    20:23

    Conceicao verso Juve-Inter

    Conceicao ha presentato la sfida tra Juve-Inter nel pre partita a Dazn: “Stare insieme in un ambiente diverso è importante, così come abbiamo fatto a cena, è stato positivo per unire il gruppo. Ora siamo concentrati e vogliamo fare il meglio possibile. Qual è stata la richiesta di Motta sulla fascia? Sappiamo che Dumfries e Dimarco attaccano e difendono bene e abbiamo uno schema preciso, dobbiamo fare il meglio per vincere”.

    20:16

    Thiago Motta presenta Juve-Inter

    Queste le parole di Motta nel pre partita a Dazn: “Quanto è cambiata la Juve rispetto all’andata? Un po’ di cose si, la formazione ad esempio, così come il nostro momento: veniamo da 3 vittorie che danno entusiasmo e fiducia. Affrontiamo un’ottima squadra, servirà una grande prestazione per meritare la vittoria. I ragazzi si conoscono di più, anche se nel mercato invernale abbiamo cambiato qualche giocatore per necessità, per gli infortuni avuti. Si conoscono di più, sanno cosa va fatto in campo, hanno già affrontiamo l’Inter all’andata, sappiamo cosa porteremo nel campo con la fiducia di fare un’ottima prestazione per arrivare alla vittoria.

    Quale delle caratteristiche della’Inter mi preoccupa di più? Quando non abbiamo la palla dobbiamo essere generosi, sulle fasce ci troveremo 3 contro 3 con un giocatore che si butta in profondità, a centrocampo avremo parità numerica anche se Lautaro viene tra le linee. Dobbiamo essere squadra corta, solida, per non dare spazio a un giocatore che si muove molto bene in quella situazione. Sappiamo il valore dell’avversario, dovremo fare molto bene senza palla e ancora meglio con la palla, perché giochiamo in casa e dobbiamo creare. Yildiz in panchina come all’andata? Mi auguro che la squadra faccia una grande partita, serviranno 95’ di grande livello. Chi inizia sono convinto farà bene, ma avremo bisogno di chi subentrerà a gara in corso per alzare il livello ed essere più forti”.

    20:05

    Lautaro su Juve-Inter: “Non è decisiva”

    Lautaro ha presentato Juve-Inter nel pre partita su Dazn: “Dopo tanto tempo abbiamo avuto una settimana completa per preparare questa grande gara, che per noi è molto importante sia per la classifica sia perché è un derby sentito per i tifosi. Sfida decisiva per lo Scudetto? No, ancora manca tanto, e abbiamo visto che tutte le partite sono difficili. Sicuramente è molto importante per il nostro percorso, lo sappiamo. Non ho iniziato bene questo campionato, poi è proseguito e mi sono allenato di più cercando di trovare la miglior forma. Sto giocando tanto, sono contento del mio momento di forma ma devo continuare a lavorare e aiutare la squadra”.

    20:00

    Motta sulle condizioni di Cambiaso

    Cambiaso è rientrato tra i convocati, ma non scenderà in campo dal primo minuto contro l’Inter. Motta ha spiegato come sta a Dazn: “Ha perso pochissima forma fisica. È giovane, sta sempre molto bene, cura sempre i dettagli. Tecnicamente non lo scopro io, è un ragazzo che ci può dare tanto”

    19:49

    Motta, messaggio a Vlahovic: “Devono cambiare le regole”

    “Si parla di Dusan, ma si parla oggi anche di Kolo Muani, poi di Cambiaso. Si parla di tutti i giocatori, abbiamo una rosa di giocatori forti. Tutto vogliono giocare, ma non possono iniziare tutti la partita, a meno che non cambino le regole. Ma non penso sia possibile, dato che non è successo in più di 100 anni di calcio. Dunque 11 iniziano e gli altri devono essere pronti a giocare a partita in corso, cercando di alzare il livello dato che dobbiamo giocare 95 minuti, non è importante la quantità dei minuti, ma la qualità con la quale vengono giocati” – ha spiegato Thiago Motta a Dazn.

    19:46

    Yildiz e Marcus Thuram in panchina

    Thiago Motta replica la scelta del match d’andata, facendo partire Yildiz dalla panchina. Inzaghi non rischia e manda in campo Taremi, con Thuram pronto a entrare all’occorrenza.

    19:38

    Juventus-Inter, le formazioni ufficiali

    Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio, Weah, Gatti, Renato Veiga, Savona, Thuram, Koopmeiners, Conceicao, McKennie, Nico Gonzalez, Kolo Muani. Allenatore: Thiago Motta.Inter (3-5-2): Sommer, Pavard, Acerbi, Bastoni, Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco, Lautaro Martinez, Taremi. Allenatore: Inzaghi.

    Allianz Stadium (Torino) LEGGI TUTTO

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    Diretta Fiorentina-Como ore 12.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    FIRENZE – Senza Kean ma con la solita fame di vincere. Quella con il Como s’annuncia la classica partita-trappola per la Fiorentina che in questo campionato ha gettato via diversi punti con le avversarie medio-piccole, si pensi ai 4 contro il Monza. Per questo, alla vigilia di un mini ciclo senza scontri diretti (dopo oggi i viola affronteranno Verona e Lecce) e con l’opportunità di provare a consolidare la corsa Champions, Palladino predica massima lucidità, concentrazione, compattezza, ricordando come siano arrivati comunque i 3 punti pure nell’unica gara di A giocata finora senza Kean (31 ottobre, 1-0 sul campo del Genoa, a segno Gosens). Insomma, nonostante l’assenza pesantissima del proprio cannoniere, la Fiorentina dovrà confermare il trend positivo al Franchi dove ha vinto 7 degli ultimi 10 match – solo Napoli e Inter in casa hanno fatto meglio – rimettersi in marcia dopo il ko di lunedì a San Siro coi nerazzurri.

    Fiorentina-Como: quote e consigli sulle puntate

    Segui la diretta di Fiorentina-Como su Tuttosport.com

    Dove vedere Fiorentina-Como streaming e diretta tv

    Fiorentina-Como, gara valida per la 25ª giornata di campionato e in programma alle ore 12:30 allo stadio Franchi di Firenze e sarà visibile in diretta su Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito.

    Le probabili formazioni di Fiorentina-Como

    FIORENTINA (4-4-1-1): DeGea; Comuzzo, Pongracic, Ranieri, Gosens; Dodo, Fagioli, Mandragora, Folorunsho; Beltran; Zaniolo. Allenatore: Palladino.

    A disposizione: Terracciano, Martinelli, Moreno, Pablo Marì, Richardson, Parisi, Cataldi, Ndour, Colpani, Gudmundsson, Caprini. Indisponibili: Adli, Bove. Squalificati: Kean. Diffidati: Fagioli, Gosens, Madragora, Richardson, Zaniolo.

    COMO (4-2-3-1): Butez; Smolcic, Goldaniga, Kempf, Valle; Perrone, Da Cunh; Strefezza, Nico Paz, Diao; Cutrone. Allenatore: Fabregas.

    A disposizione: Vigorito, Reina, lovine, Douvikas, Dossena, Jack, Ikoné, Engelhardt, Braunoder, Caqueret, Lesjak. Indisponibili: Van der Brempt, Moreno, Vojvoda, Sergi Roberto, Alli, Gabrielloni, Azon. Squalificati: Federa. Diffidati: Fabregas, Moreno.

    Arbitro: Piccinini (Forlì). Assistenti: Zingarelli e D’Ascanio. IV uomo: Rutella. Var: Marini. Avar: Manganiello. LEGGI TUTTO

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    Conceicao non si presenta, è a lutto. C’è Ibra: “Per lui era come un papà”

    Chiudi menuTuttosport.comTuttosport.comNaviga le sezioniabbonatiLeggi il giornaleSegui le DiretteLiveI nostri socialFacebookInstagramTwitterTelegramContinua ad esplorareContattaciFaqRSSMappa del SitoLa RedazioneEdizione DigitaleAbbonamentiFaqCookie PolicyPrivacy PolicyNote legaliCondizioni generaliPubblicitàChiudi menuTuttosport.comTuttosport.comLoginregistratiabbonatiLeggi il giornaleTuttosport.comTuttosport.comTuttosport.comTuttosport.com LEGGI TUTTO

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    Diretta Milan-Verona ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Il Milan torna in campo a San Siro nell’incontro con il Verona valido per la 25ª giornata di campionato. I rossoneri sono chiamati a dare continuità al successo conquistato sul campo dell’Empoli (2-0), a cui è seguita l’amara sconfitta contro il Feyenoord nell’andata dei playoff di Champions League. Una sconfitta che ha riproposto le ben note lacune caratteriali che hanno compromesso la stagione fin dall’inizio. Lo stesso Conceicao si è detto deluso dall’atteggiamento di Leao e compagni, che martedì 18 ospiteranno gli olandesi nella gara che deciderà la qualificazione agli ottavi di finale. Dall’altra parte del campo c’è ora la formazione di Zanetti, che si presenta all’appuntamento con 23 punti e un bilancio di 1 pareggio, 1 vittoria e 3 ko: l’ultimo contro l’Atalanta al Bentegodi. Il terzultimo posto dista inoltre sole 3 lunghezze. La prossima giornata, gli Scaligeri affronteranno in casa la Fiorentina. 

    Diretta Milan-Verona: streaming e diretta tv

    L’incontro tra le formazioni di Conceicao e Zanetti è in programma sabato 15 febbraio alle ore 20.45 a San Siro. Sarà possibile assistere all’evento in diretta tv sui canali Sky Sport Uno (201), Sky Sport Calcio (202) e Sky Sport (251), e in streaming sulle piattaforme Now e Dazn.

    Segui la diretta di Milan-Verona su Tuttosport.com

    Le probabili formazioni di Milan-Verona

    MILAN (4-2-3-1): Maignan; Theo Hernandez, Pavlovic, Thiaw, Walker; Fofana, Musah; Leao, Reijnders, Jimenez; Gimenez. Allenatore: Conceicao.

    A disposizione: Sportiello, Torriani, Bartesaghi, Gabbia, Terracciano, Bondo, Pulisic, Joao Felix, Abraham, Chukwueze, Camarda, Sottil.

    VERONA (3-2-4-1): Montipò; Dawidowicz, Coppola, Daniliuc; Niasse, Duda; Tchatchoua, Suslov, Sarr, Bradaric. Mosquera. Allenatore: Zanetti.

    A disposizione: Berardi, Perilli, Faraoni, Valentini, Bernede, Lazovic, Livramento, Kastanos, Lambourde, Okou, Oyekoge, Cisse. 

    Arbitro: Fourneau (Roma). Assistenti: Bindoni-Tegoni. IV Uomo: Massimi. Var: Meraviglia. Ass. Var: Aureliano. LEGGI TUTTO

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    Torino, Schuurs valuta la 3ª operazione. Altri 4-6 mesi out: ed è ko da 16!

    TORINO – Rischia di essere ancora molto lungo il calvario di Perr Schuurs, di protrarsi per almeno altri 4, 6 mesi. E finora il difensore olandese è già andato oltre qualsiasi inopinata previsione negativa, giacché a oggi siamo arrivati a quasi un anno e mezzo di stop, 16 mesi per la precisione. Con lo staff medico del Torino e il dottor Bertrand Sonnery-Cottet di Lione (chirurgo di fama internazionale, che nei mesi scorsi aveva operato sia lo juventino Gleison Bremer sia il granata Duvan Zapata sempre per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio), Schuurs sta infatti valutando concretamente la possibilità di sottoporsi a breve a una terza operazione (stavolta nel capoluogo francese) nella speranza di risolvere una volta per tutte le sue problematiche e di poter poi mettere finalmente in preventivo il ritorno all’attività agonistica. In ballo un nuovo intervento chirurgico di una certa complessità, la ritensione del punto angolo postero-esterno. L’obiettivo? Ridurre (o meglio: risolvere) l’instabilità residua del ginocchio che il difensore lamenta ormai da parecchi mesi e che gli sta inevitabilmente creando anche un mare di ansie, di preoccupazioni, di umanissime paure e freni psicologici. Ancora nella scorsa settimana veniva chiesto a Paolo Vanoli, in conferenza, i motivi per cui Schuurs era stato appena levato dalla lista (pur ancora modificabile) dei giocatori impiegabili in campionato, post mercato di gennaio. «È stata soltanto una casualità», replicava d’acchito il tecnico. Ma evidentemente non era così.  

    L’infortunio di Schuurs

    L’infortunio risale al 21 ottobre del 2023, 479 giorni fa, Torino-Inter: torsione innaturale del ginocchio sinistro cadendo a terra dopo uno sfortunato stacco aereo contrastato in volo da Hakan Calhanoglu. Dinamica sfortunata, sfortunatissima. E dolore subito fortissimo. Giocatore in lacrime, uscita in barella e, due giorni dopo, la diagnosi: lesione del legamento crociato anteriore. Sei giorni dopo l’infortunio, il 27 ottobre, nuovo report ufficiale del Torino per comunicare l’avvenuta operazione a Bologna: «L’intervento è consistito nella ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro». Si leggeva: «Alla seduta operatoria, eseguita dal professor Stefano Zaffagnini, ha partecipato il dottor Corrado Bertolo, medico sociale del Torino». Tempi previsti per il ritorno di Schuurs alla normale attività agonistica: circa 6, 7 mesi in base all’evoluzione del caso, in ogni caso rispettando le medie per un infortunio di questo tipo.  

    Il calvario di Schuurs

    Una pia illusione, purtroppo. Giacché dopo alcuni mesi vissuti tra progressi continui, Schuurs esprimeva il desiderio di continuare la fisioterapia nel proprio Paese, in Olanda. Successivamente, il ritorno a Torino con un susseguirsi di nuove problematiche fisiche, tra dolori e infiammazioni. Poi, man mano, un nuovo, graduale recupero di una sempre migliore funzionalità del ginocchio attraverso un lungo iter in un centro specializzato per il recupero degli atleti. Un miraggio anche in questo caso, tuttavia, passando anche tra nuove diagnosi non esattamente favorevoli (pure la presenza di un edema osseo alla parte alta della tibia, vicino al ginocchio). E così ricominciavano i consulti in serie da più specialisti. E veniva coinvolto una prima volta anche il dottor Bertrand Sonnery-Cottet di Lione. Quindi il giocatore finiva nelle mani di un terzo luminare molto noto in Europa, come da comunicato del Torino datato 1 agosto 2024, 9 mesi dopo l’infortunio: «Schuurs è stato sottoposto a intervento artroscopico a livello del ginocchio sinistro a Londra dal dottor Andy Williams, alla presenza del responsabile sanitario del club dottor Daniele Mozzone. L’intervento ha avuto esito positivo e il calciatore rientrerà immediatamente a Torino per proseguire il percorso riabilitativo». Ma poi, in autunno, Schuurs veniva rimandato a sorpresa in Inghilterra per continuare la fisioterapia e il lavoro di riatletizzazione sotto la supervisione del dottor Williams. «Se tornerà a giocare prima della fine del campionato? Glielo auguriamo e ce lo auguriamo tutti», diceva diverse settimane fa Vanoli. E adesso? Adesso Schuurs continua a non essere sereno, a dibattersi tra problematiche fisiche e psicologiche: comprensibili, umanissimi tormenti di chi si chiede da oltre un anno quando tornerà in campo, e in che condizione, e a quali livelli. L’affetto dei tifosi granata lo ha costantemente accompagnato durante il calvario, con Schuurs che intanto pubblicava ciclicamente sui social fotografie in palestra e frasi motivazionali («mai mollare, sempre crederci», «la chiave è la pazienza» e via postando).  

    L’ultima operazione

    E così si arriva all’attualità. Nuovi consulti a Lione dal dottor Sonnery-Cottet, in questo ultimo periodo. E ora si va verso un terzo intervento chirurgico da svolgersi adesso, a febbraio (più che probabile, in assenza di un colpo di scena e di un nuovo cambio di programma), per la ritensione del punto angolo postero-esterno. Il difensore, infatti, continua ad avvertire la sensazione di una parziale instabilità del ginocchio, come se l’articolazione tendesse a piegarsi troppo all’indietro, lateralmente, in modo esagerato, quasi innaturale, durante gli esercizi fisici, la corsa, i salti. Una condizione oltremodo preoccupante per Schuurs, quasi annichilente sotto il profilo sportivo, agonistico. Se così sarà, se effettivamente il difensore finirà sotto i ferri per la terza volta, la bibliografia medica parla di un ulteriore stop dai 4 ai 6 mesi per tornare all’attività piena, alla pari dei compagni. In un senso o nell’altro, attendiamo abbastanza a breve novità, dunque. E, si spera, anche spiegazioni acconce, oltre la cortina di silenzi e misteri alzata negli ultimi 12 mesi. LEGGI TUTTO

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    Milan, il Feyenoord è indecifrabile senza Slot e Gimenez: la scheda

    Una stagione fin qui vissuta pericolosamente, tra picchi di entusiasmo e momenti di depressione che stanno tuttora mettendo in discussione la bontà del progetto. Per il Feyenoord, da sempre la più discontinua e umorale delle tre grandi storiche olandesi, non era facile ripartire dopo il ciclo di Arne Slot e tante difficoltà erano state messe in conto. Partito direzione Liverpool con l’obiettivo di dare alla sua carriera la spinta definitiva, Slot aveva chiuso a Rotterdam un triennio caratterizzato da una vittoria in Coppa d’Olanda, una finale persa di Conference League contro la Roma e soprattutto la vittoria della Eredivisie 2022-23, merce sempre più rara per una squadra che nel XXI secolo l’ha vinta solo in un’altra occasione.

    L’allenatore Priske

    La scelta del successore ha ricalcato in un certo senso quella fatta dai rivali storici dell’Ajax con Farioli: un allenatore straniero, senza alcuna esperienza precedente in Olanda, ma che aveva dato prova di personalità e risultati in contesti diversi. Brian Priske in questo senso sembrava il profilo migliore: 47 anni, una carriera da giocatore senza squilli tra Danimarca e Belgio, una da allenatore molto più interessante, iniziata con il titolo danese 2020 vinto dal Midtjylland, noto per essere stato uno dei primi, se non il primo club di alto livello a usare sistematicamente l’algoritmo nella scelta e nella valutazione dei giocatori. Anche senza l’algoritmo però Priske ha saputo fare bene, vincendo in due anni allo Sparta Praga altrettanti campionati cechi e una Coppa nazionale, ben figurando lo scorso anno anche in Europa League.

    I momenti della stagione 

    L’avvio di stagione è stato scoppiettante, con l’incredibile 4-4 contro il Psv nella Supercoppa olandese, intitolata a Johan Cruijff e vinta ai rigori; tuttavia, quel titolo vinto all’esordio non è stato beneaugurante, perché la squadra almeno fino all’inizio di ottobre ha faticato moltissimo, nel gioco e nei risultati, maturando proprio in quelle prime 6 giornate uno svantaggio che tuttora sta penalizzando gli obiettivi di squadra. La svolta in positivo è arrivata in Champions, con la rocambolesca vittoria di Girona che ha permesso al gruppo di ripartire nella testa e nei risultati dopo settimane di impasse. Va detto che il Feyenoord di quest’anno è abbastanza indecifrabile, capace di partite sontuose anche contro pronostico, vedi il 3-0 al Bayern in Champions League, così come di sprofondare in una spirale di negatività. È un po’ quello che sta succedendo in questi giorni: la squadra di Priske ha infatti infilato tre sconfitte consecutive, tutte molto pesanti per motivi diversi. L’1-6 di Lilla in Champions League, benché innocuo ai fini della qualificazione, non ha fatto piacere a nessuno anche per le proporzioni della disfatta, mentre l’1-2 dello scorso 2 febbraio in casa dell’Ajax si abbina allo 0-2 interno della gara d’andata contro i rivali storici, con cui condividono un percorso di rinascita che però non sta andando alla stessa velocità. Il carico definitivo lo ha messo lo 0-2 infrasettimanale contro il Psv nei quarti di Coppa d’Olanda, una sconfitta vissuta male anche perché il tabellone, con l’eliminazione precoce dell’Ajax, avrebbe permesso vincendo questa sfida di presentarsi alle semifinali da chiara favorita.

    Le mosse della dirigenza e il mercato

    Non hanno particolarmente aiutato nemmeno le mosse della dirigenza: nella conferenza stampa natalizia, il dg del Feyenoord Dennis Te Kloese aveva infatti detto che «il Feyenoord dovrebbe chiudere al 2° posto il campionato. È vero che anche con il terzo posto si va ai preliminari di Champions, ma per il nostro metro non può essere una stagione pienamente di successo». Dichiarazioni che, unite ai rapporti non idilliaci di Priske con il vice De Wolf, storica presenza del club, hanno reso la sua panchina molto instabile. Il secondo posto dell’Ajax dista 12 punti, di fatto irraggiungibile, e il mercato invernale ha chiaramente indebolito la squadra, con la cessione di Gimenez al Milan non adeguatamente surrogata dal punto di vista tecnico. Un’operazione inevitabile per un club come il Feyenoord, che sembra essersi lasciato alle spalle i gravi problemi finanziari di qualche anno fa, ma che ha lasciato un buco evidente in avanti, dove al momento né il giapponese Ueda né l’argentino Carranza sembrano avere i numeri per compensare i gol garantiti dal messicano. Così, rispetto alla Group phase, l’unico innesto nuovo nella lista è il centrocampista polacco Moder, arrivato dal Brighton, in un gruppo che, oltre allo strapubblicizzato Hancko (già allenato per poche settimane da Priske ai tempi dello Sparta e finito nelle mire della Juventus), può mettere in mostra qualche altro giovanotto interessante come il 19enne trequartista Antoni Milambo, ormai diventato titolare pressoché inamovibile nel terzetto alle spalle della punta. Sulla carta, l’operazione Gimenez ha sbilanciato irrimediabilmente il confronto diretto con il Milan, ma i rossoneri faranno bene a non sottovalutare l’imprevedibilità, anche in positivo, degli olandesi. LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Genoa ore 20:45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Tutto pronto all’Olimpico Grande di Torino dove i granata alle 20:45 ospiteranno il Genoa nel match valido per la 24ª giornata di Serie A. La squadra di Vanoli è reduce da cinque risultati utili consecutivi in cui però ha conquistato una sola vittoria, ovvero quella interna contro il Cagliari. I granata, in classifica, stazionano all’11esimo posto con un solo punto di vantaggio sul Genoa, che viene dalla sconfitta di Firenze. In conferenza stampa, Vanoli ha presentato così la gara: “Abbiamo fatto un’ottima settimana, peccato per Njie a cui faccio l’in bocca al lupo, gli siamo vicini. Ma gli faccio i complimenti perché è stato un gladiatore, perché il malleolo è doloroso ma ha finito la partita. È il segnale di uno spirito che si avvicina a quello che dico da tempo. Vieira ha avuto un impatto importante, nelle ultime 10 ha fatto 6 clean sheet. Sono ordinati, fanno cose semplici e chiare. All’andata facemmo gran prestazione in fase difensiva, meno bene invece in fase di possesso nel finale riuscimmo a fare di più. Ora i rossoblù sono cresciuti molto, sarà una partita che vale doppio”.

    Segui la diretta di Torino-Genoa su Tuttosport.com

    Dove vedere Torino-Genoa: streaming e diretta tv

    Il match tra le formazioni di Vanoli e Vieira è in programma sabato 8 febbraio alle ore 20.45 all’Olimpico Grande di Torino. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulle piattaforme DAZN, SkyGo e Now e in diretta tv sui canali Sky Sport 1 (201), Sky Sport Calcio (202) e Sky Sport (251).

    Torino-Genoa, le probabili formazioni

    TORINO (4-2-3-1): Milinkovic-Savic; Pedersen, Maripan, Coco, Sosa; Ricci, Tameze; Lazaro, Vlasic, Karamoh; Adams. Allenatore: Vanoli. A disposizione: Paleari, Donnarumma, Walukiewicz, Masina, Dembelè, Biraghi, Casadei, Gineitis, Linetty, Elmas, Salama, Sanabria. Indisponibili: Ilkhan, Ilic, Njie, Savva, Schuurs, Zapata. Squalificati: /.

    GENOA (4-3-3): Leali; Sabelli, Bani, Vasquez, Martin; Frendrup, Badelj, Thorsby; Messias, Pinamonti, Miretti. Allenatore: Vieira. A disposizione: Sommariva, Siegrest, Norton-Cuffy, Zanoli, Matturro, Ekhator, Ekuban, Kassa, Vitinha, Masini, Venturino, Onana, Otoa. Indisponibili: Malinkovskyi, Ahanor, Cornet, Cuenca. Squalificati: De Winter.

    ARBITRO: Feliciani della sezione di Teramo. ASSISTENTI: Carbone-Peretti. QUARTO UFFICIALE: Ferrieri Caputi. VAR: Di Paolo. ASS. VAR: Maggioni. LEGGI TUTTO

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    Vanoli, esame in retromarcia: dal mercato Toro al Genoa

    Vanoli commenta il mercato

    Dal mercato chiuso senza un bomber (colui che era considerato la madre di tutte le priorità) all’incontro di stasera col Genoa, sull’onda di un filotto di 6 risultati positivi. E Vanoli cambia la comunicazione, in vista di quattro mesi da aggredire al massimo per raggiungere al più presto una posizione senza rischi e poi tentare una non meglio precisata rimonta in classifica, quanto agli obiettivi finali: si vedrà strada facendo, ha spiegato Vanoli. Resta il fatto che per quasi un centinaio di giorni, in pubblico come minimo dall’inizio di novembre, il tecnico aveva dispensato elettrostimolazioni in serie alla società, invocando l’arrivo di un sostituto di Zapata e qua e là lasciando cadere anche qualche critica: «Mi aspetto rinforzi a inizio gennaio, come tutte i grandi club ci faremo trovare pronti», «ci manca un attaccante al posto di Duvan» (sottolineatura ripetuta manco sappiamo più quante volte per tre mesi), «il club deve comprendere l’importanza di questo mercato», «ho imparato ad avere pazienza», «la società dovrebbe prendere esempio dalla squadra», «avevo solo chiesto un attaccante» e via implorando, se non punzecchiando. L’ultima preghiera appena sabato scorso, subito dopo il pari di Bergamo, quando peraltro aveva già iniziato a elogiare l’opera di Cairo e Vagnati: «Fino a che il mercato non è chiuso ci spero ancora». Poi, ieri, ciò che ai più è parsa come un’inversione a U: «Bene così, sono molto contento».

    Il sostituto di Zapata e Salama

    E il sostituto di Zapata, mai come adesso leggendario? «Fino all’ultimo sognavo l’arrivo di un attaccante importante, ma non si è potuto. E comunque io ho già due attaccanti forti: Adams e Sanabria, che non è l’ultimo arrivato. E proprio perché avevamo già due attaccanti di un certo spessore, non volevo che si sostituisse Duvan con un giocatore normale solo per fare numero. Non sono un integralista. Per sostituire Zapata sarebbe occorso un giocatore almeno del suo livello, per cui di alto livello. Vero, l’avevo chiesto, ma non era facile e il mercato di gennaio non è facile. Così una settimana fa, parlando con Vagnati, gli ho detto schiettamente: se non si può arrivare a un profilo importante come Sanabria e Adams, lavoriamo per rinforzare la rosa in base a come abbiamo cambiato sistema di gioco (dal 2-5-2 al 4-2-3-1, ndr). Abbiamo preso ragazzi che arrivavano da esperienze importanti come Elmas, che due anni fa aveva vinto lo scudetto, e Biraghi, che ho avuto all’Inter e poi ha disputato delle finali con la Fiorentina, e a sinistra può giocare sia in una difesa a 4 sia a 5. Casadei è un giovane molto maturato rispetto a quando l’avevo conosciuto nell’Inter e può fare molto bene sia in una mediana a 2 sia più avanti negli inserimenti, ha potenzialità, sa anche segnare. Quanto a Salama, è stata una bella sorpresa. Per cui non sono né deluso né arrabbiato o irritato. Tutti gli acquisti sono stati condivisi e la società ha lavorato bene perché sono arrivati giocatori molto motivati e di valore sotto l’aspetto della mentalità. Sanno come si fa a salire uno scalino in più. L’unico più indietro nella condizione è Elmas»: non gioca da inizio novembre, subito dopo una lesione muscolare l’ha bloccato per 2 mesi. «Ma è molto determinato a fare qualcosa di importante e con la sua intelligenza tattica può ricoprire diversi ruoli in attacco, ci porta tanto» «Sono sicuro che abbiamo migliorato la rosa con giocatori funzionali al nostro sistema di gioco. Tatticamente sono molto duttili, ci permetteranno anche di usare altri moduli, volendo». L’autodifesa (giusta, oggettiva, peraltro non richiesta): «Ho dimostrato di saper uscire da situazioni difficili e di saper tenere dritto il timone della nave anche nella burrasca (8 sconfitte in 10 partite Coppa Italia compresa, ndr). Ora ne siamo usciti e io voglio unire, l’ho sempre detto».  

    L’esclusione di Schuurs

    E ancora, sempre sul mancato arrivo di un centravanti di alto livello, ma parlando di Salama, preso lunedì sera dopo 6 mesi deludenti e senza gol a Reims: «Una bella sorpresa. Lo conosco poco, ma me ne ha parlato bene il direttore Vagnati. È sbagliato criticarlo perché non è sicuramente arrivato per sostituire Duvan, ma è stato preso a seguito dell’infortunio di Njie» (3 mesi out: l’allenatore lo ha rincuorato con belle parole, «a Bergamo ha dimostrato di essere un gladiatore restando in campo nonostante il malleolo rotto»). Sarà mia premura aiutare Salama a a capire il calcio italiano. È un esterno offensivo che in caso di necessità può giocare anche da prima punta». «Nei miei giocatori non voglio vedere alibi, ma determinazione. Abbiamo davanti a noi un percorso a ostacoli: ci possiamo togliere buone soddisfazioni. Tutti devono essere pronti per giocare, anche i nuovi» (in panchina, per cominciare). E il lungodegente Schuurs (dall’ottobre del ‘23), finito fuori lista perché non riesce a recuperare dopo la doppia operazione al ginocchio? «Abbiamo ancora due slot, è stata una casualità, abbiamo anche in ballo l’operazione Ilic. Schuurs sta continuando la sua rieducazione. Per aiutarlo nel calvario lo abbiamo mandato direttamente dal suo specialista. Ogni tanto lo sento, è determinato a raggiungerci prima possibile. Poi io non sono un medico, non entro nel merito. Ma averlo tenuto fuori dalla lista non preclude nulla, adesso vediamo come finisce l’operazione in uscita di Ilic» (problemi inattesi con lo Spartak, che adesso sta minacciando di tirarsi indietro. In Russia il mercato è ancora aperto).   LEGGI TUTTO