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    “Cairo, ascolta i tifosi! E il Toro non è uno step”

    Folla di tifosi al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, per Giovanni Toschi. Stracolmo il salone d’ingresso, lunga e scoppiettante la conferenza stampa prima dell’inaugurazione della mostra dedicata a “Topolino”, «un piccolo grande bomber che segnava solo i gol importanti», come recita il sottotitolo del libro a lui dedicato, scritto dal giornalista (toscano come Toschi) Paolo Bottari: un bel volume ricco di aneddoti e fotografie sulla vita del piccolo, sgusciante attaccante, in granata soltanto per due anni dal 1971 al ‘73, ma capace in quel breve lasso di tempo di entrare comunque nel cuore della tifoseria. «Il fatto che qui, per questo evento, ci siano così tanti tifosi e anche diversi ospiti illustri dimostra una volta di più, oltre mezzo secolo dopo, quanto Toschi sia ricordato con affetto da tutto il mondo granata», ha detto Domenico Beccaria, il presidente del Museo.
    La mostra
    La mostra è stata curata con la consueta passione (e sensibilità, attenzione) da Giampaolo Muliari, artista e direttore del Museo: tante fotografie dell’epoca, numerosi articoli di giornale, documenti, interviste, cimeli, ritratti. Merita una visita: tutte le informazioni utili sul sito del Museo del Grande Torino. C’erano anche Renato Zaccarelli, Alberto Carelli, Silvano Benedetti, Tonino Asta, Giuseppe Pallavicini e l’ex campione di ciclismo Franco Balmamion, due volte vincitore del Giro d’Italia, gran tifoso granata molto legato ai giocatori del Torino Anni 60 e 70: al fianco Angelo Marello, pure lui abbracciato dalla moltitudine, ancor oggi punto di riferimento sentimentale per il “vecchio” mondo della tifoseria, con la sua semina e il suo oceano di ricordi. È stato insomma un bel tuffo nel passato, nella storia, con Toschi osannato, abbracciato, quasi assalito (ma nel modo più affettuoso possibile) dai presenti. «Ho sempre dato tutto me stesso, non ho segnato solo quel gol al Napoli nel ‘72 o la tripletta in Coppa Coppe l’anno prima al Limerick» (e ancor oggi, 53 anni dopo, Topolino è il più prolifico goleador granata in una partita internazionale). Portato da Giagnoni, che l’aveva lanciato nel Mantova, nella partita in casa contro il Napoli del 9 aprile ‘72 Toschi segnò al 90’ il gol vittoria, sfruttando con il suo scatto bruciante un’incomprensione tra Zurlini e il portiere Trevisan. «Ero così felice che mi misi a correre, a correre e ancora a correre. Non volevo più fermarmi, intanto tutto il Comunale era diventato una bolgia pazzesca, sembrava una liberazione». Sì, perché per la prima volta dopo Superga, 23 anni dopo, il Torino tornava a essere primo in classifica nel girone di ritorno, appaiato alla Juventus.
    “Cairo dovrebbe ascoltare i tifosi”
    La settimana dopo la vittoria sull’Atalanta, il pareggio dei bianconeri e la vetta in solitudine, a 4 giornate dalla fine (in alto, la prima pagina di Tuttosport dell’epoca, in bella vista nella mostra così come tante altre pagine storiche del nostro giornale). Ma quello sarebbe stato un campionato segnato da scandalosi errori arbitrali, Barbaresco prima a Marassi e Toselli poi a San Siro (la sezione di Cormons…), con la Juve infine scudettata e il Toro secondo, appena un punto sotto. In panchina, Giagnoni. «E in campo, sempre pronti a difendere me che ero il più piccolino di tutti, Cereser e Ferrini». Le doti tecniche da ala erano sopraffine, ma la statura non lo aiutava: «Quante bocciature ai provini, per emergere nel calcio prof». Il discorso si è poi allargato al presente: ma se quel primo posto pur temporaneo del ‘72 era espressione di una società e di una squadra in continua ascesa, che poi avrebbe vinto anche uno scudetto 4 anni dopo, il primo posto in solitudine delle settimane scorse, per la prima volta 47 anni dopo, appare come un successo del tutto estemporaneo, all’interno di una linea di galleggiamento cairota che davvero nulla a che vedere con il ciclo, l’amore granata e i trionfi di Pianelli. «Cairo dovrebbe ascoltare i tifosi», ha sentenziato tra gli applausi Toschi. Mentre Asta, anche lui ricoperto di elogi, ha replicato con stile a Vagnati: «Sento dire da qualcuno che il Torino sarebbe solo uno step, un punto di partenza per un giocatore per poi andare altrove. Ma non scherziamo! Per me il Toro era la mia nazionale! Bisogna avere rispetto dei sentimenti dei tifosi e conoscere la storia». Merita poi una citazione Giorgio Gay, figlio del compianto Piero, tifoso conosciutissimo e collezionista granata (come da volontà del padre, ha donato al Museo 150 distintivi del Torino dagli Anni 50 in poi).
    Applausi anche per Rattalino
    Applausi anche per Gianni Rattalino, che a sua volta ha consegnato al Museo quanto gli era stato donato da un anziano tifoso (un paio di scarpe del 1928, l’anno dello scudetto, un pallone Anni 40 e fotografie del decennio precedente). In questi ultimi 15 anni, anche la generosità dei tifosi ha permesso al Museo (gestito senza fine di lucro dall’associazione Memoria Storica Granata) di raddoppiare i cimeli esposti. Presenti all’evento anche due rappresentanti del Museo del Cesena (dopo il Torino, Toschi aveva giocato in Romagna, segnando il primo gol in A nella storia del club bianconero). Domanda finale per i lettori: secondo voi era presente qualche dirigente, qualche rappresentante del Torino Fc? Ecco, bravi: risposta esatta. «Meglio… tanti che male accompagnati: noi soli non saremo mai», ha sibilato un tifoso, a sua volta osannato. LEGGI TUTTO

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    “Conte se parte non lo riprendi. Savona bellissima storia. Il Var? Ha tolto…”

    Da Koopmeiners a Vlahovic: il giudizio sui singoli
    Antonio Conte oggi è un valore aggiunto in Serie A. Thiago Motta lo può diventare? «Si ma con caratteristiche diverse, con un calcio diverso. Thiago Motta ha la sua identità di calcio. Quando entrerà a pieno nel mondo Juve migliorerà in tutto, ne sono sicuro». Da ex difensore guardare i rigori che si fischiano oggi viene un po’ da ridere? «Il Var ti ha tolto la possibilità del contatto fisico: quello naturale, quello che non per forza è un fallo da calcio di rigore. Era difficile per noi, lo è ancora di più per i difensori di oggi». Quello di Conceiçao era simulazione? «Secondo me deve essere molto chiara la simulazione prima di dare un cartellino. Ci deve essere l’idea che io ti prendo in giro. E lì non c’era. C’è la corsa di un ragazzo anche più basso rispetto al difensore che gli mette la mano sulla spalla, perché la mano sul corpo c’è. Si è lasciato andare? Può essere. Ma possiamo giudicare l’intensità da un’immagine? Io dico che non l’ha fatto per ingannare qualcuno». Nico Gonzalez e Koopmeiners sono gli uomini giusti per accendere finalmente Vlahovic? «Koopmeiners per me è un giocatore incredibile capace di vedere il gioco dieci secondi prima rispetto a tutti gli altri… Ha tutto per diventare un grandissimo. Nico invece è un giocatore più istintivo, più da uno contro uno. Ma deve avere pazienza. Non deve pretendere, come spesso fanno i giovani che arrivano alla Juve di strafare. È uno degli errori che ha fatto anche qualcuno che oggi è in rosa. È la Juve che valorizza il tuo talento, non il contrario. La Juventus ti dà possibilità di crescere ma devi farlo prima di tutto capendo dove sei». Si riferisce anche a Vlahovic? «Dusan è un attaccante completo. La Juventus deve avere un attaccante così, come lui, con la sua voglia di Juve. Ma deve entrare e mettersi a completa disposizione nel contenitore Juventus. Vuole dire che è stato un corpo estraneo alla squadra? «Oggi si sente adatto a essere leader di questa squadra, prima no, c’erano altri giocatori che non gli hanno dato la possibilità di emergere. Oggi in una squadra con più giovani può essere il leader, il trascinatore e così viene fuori il suo talento». Le manca la Sampdoria? «Mi manca il mio ruolo da direttore. Ora mi sto concentrato nella preparazione e nel trovare un progetto, un ambiente e delle persone che mi stimano e che condividano con me le mie idee». C’è chi dice che abbia pagato il fatto di essere l’uomo di Andrea Radrizzani… «Normale pensarlo. Normale anche che Matteo Manfredi scelga persone sue, persone che stima. Lo stesso ha fatto prima Andrea Radrizzani. Non dico che Manfredi non avesse stima in me ma lui ha deciso di impostare il club con un’altra struttura». Come giudica il suo lavoro? «Abbiamo raggiunto quello che ci eravamo prefissati: raggiungere il primo anno i playoff per poi c’entrare la promozione nel secondo anno di B. Questo era l’obiettivo della società. Io sono soddisfatto di aver portato a casa il risultato nel primo anno da dirigente». LEGGI TUTTO

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    Juve, la Next Gen affonda: ko e tensione a Giugliano, Montero resta penultimo

    Giugliano-Juve Next Gen, rivivi la diretta

    93′ – Termina qui la sfida!Il Giugliano vince con la rete di Baldé con la Juve in dieci per l’espulsione di Puczka. Nel finale un po’ di tensione tra le due squadre ed è Bertotto a portare via i suoi giocatori. 

    90′ – Tre minuti di recupero!

    85′  Prima sbavatura di Daffara!D’Agostino lo impegna con un tiro dalla distanza, il portiere bianconero non riesce a bloccare e la difesa mette in angolo. 

    82′ – Ultimo cambio per la Juve Next Gen!Dentro Ledonne e fuori Palumbo.

    77′ – Doppio cambio!Il Giugliano inserisce D’Agostino per Baldé. La Juve toglie Afena-Gyan e mette Mancini. 

    76′ – Occasione Giugliano!Ciuferri crossa al centro da destra, De Paoli per poco non arriva sul pallone. 

    73′ – Ammonito per proteste Afena Gyan!L’attaccante della Juve viene sgambettato in area di rigore, cade a terra ma l’arbitro lascia proseguire. L’ex Cremonese chiede il rigore e riceve il giallo dal direttore di gara. 

    71′  -Occasione Giugliano!Ciuferri ci prova dalla distanza, pallone alto sopra la traversa. 

    69′ – Acella prova a sorprendere Daffara dalla distanza, ma il portiere bianconero riesce a bloccare in tuffo.

    66′ – Un altro cambio per il Giugliano!Dentro Maselli per Celeghin.

    62′ – Oyewale crossa in area di rigore, bravo Daffara a distendersi e bloccare il pallone diretto a De Paoli. 

    59′ – Occasione Giugliano!Daffara devia un cross velenoso di Valdesi, il pallone resta disponibile per Giorgione che da pochi passi spara alto. 

    56′ – Doppio cambio per il Giugliano!De Paoli per Njambe e Acella per Romano

    55′ – Occasione per la Juve!Mulazzi serve Afena Gyan, ma Solcia si supera e chiude l’attaccante.

    51′ – Occasione Giugliano!Djambé calcia con il destro da ottima posizione, pallone altissimo sopra la traversa. 

    49′ – L’ingresso di Macca dà subito i primi frutti!Il centrocampista lavora un bel pallone e crea subito uno dei primi pericoli della ripresa con un buon cross respinto da Russo. 

    46′ – Iniziata la ripresa!Doppio cambio per la Juve Next Gen: dentro Owusu e Macca, fuori Peeters e Semedo.

    INTERVALLO

    45+2 ‘ – Finisce la prima frazione!Giugliano avanti di un gol e di un uomo sulla Juve Next Gen. 

    45+1′ – Ammonito Romano per il Giugliano!Il giocatore gialloblù punito per un’entrata a gamba tesa su Afena Gyana. 

    45′ – Due minuti di recupero.

    43′ – Occasione Giugliano!Il tiro di Romano viene deviato da Perotti poi Citi libera l’area di rigore. 

    40′ – Giorgione ci prova su calcio di punizione, pallone alto sopra la porta difesa da Daffara. 

    37′ – Ottima azione della Juve Next Gen!Afena Gyan lavora un bel pallone sulla destra e mette in mezzo, la difesa del Giugliano devia in angolo. 

    34′ – Pericoloso il Giugliano!Ancora Baldé a mettere i brividi alla Juve, il suo tiro da ottima posizione termina di poco fuori. 

    30′ – Occasione Giugliano!Celeghin ci prova con il destro da fuori area, tiro potente ma centrale e Daffara è attento a bloccare. 

    25′ – La Juve si sta difendendo in modo ordinato e attento. 

    22′ – Buona imbucata di Afena Gyan per Turco, il suo cross trova attenta la difesa del Giugliano a liberare.

    20′ – La Juve prova a tenere il possesso nella metà campo avversaria. 

    15′ – Momento durissimo per la Juventus Next Gen!Il Giugliano ora spinge forte sull’acceleratore e crea diverse occasioni per far male.

    12′ – Corre ai ripari Montero!Fuori Papadopoulos e dentro Turco. 

    11′ – GOL GIUGLIANO!Sulla punizione è la barriera a deviare la sfera, poi Daffara riesce a respingere una doppia conclusione in area, ma il pallone arriva sui piedi di Baldé che a porta vuota insacca. 

    9′ – Juve Next Gen in dieci!Puczka stende l’avversario al limite dell’area. L’arbitro non ha dubbi, fallo e rosso per il terzino bianconero per chiara occasione da gol. 

    8′ – Pericoloso Afena Gyan!L’attaccante della Juve prova la conclusione, pallone tra le braccia del portiere. 

    7′ – Si fa vedere la Juve!Bellissimo il pallone di Palumbo per Guerra, il capitano calcia col destro con il pallone che termina di poco fuori. 

    5′ – Ancora Giorgione!Il giocatore del Giugliano si invola indisturbato verso la porta e va al tiro di destro dalla distanza, pallone altissimo sopra la traversa.

    4′ – Occasione Giugliano!Giorgione si inserisce alle spalle di Citi, ma lo stesso difensore recupera prima della conclusione dell’avversario con un intervento prodigioso.

    1’ – Iniziato il match.  LEGGI TUTTO

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    Giugliano-Juve Next Gen: diretta tv Sky, formazioni, dove vederla in streaming

    Il tecnico della Vecchia Signora, in un’intervista pre-gara, predica calma e fiducia: “Siamo fiduciosi perché vediamo come lavorano i ragazzi in settimana. Adesso dobbiamo accelerare i tempi. Quando riguardo le partite e gli allenamenti noto proprio questo: i ragazzi hanno bisogno di tempo per crescere, per trovare l’equilibrio nel modo giusto”
    In particolar modo, per Montero, c’è bisogno di imparare a leggere i momenti delle partite: “Dobbiamo capire meglio come leggere i vari momenti, quando accelerare, quando rallentare, quando ‘addormentarla’”. E ha aggiunto “i ragazzi collaborano fra loro: si parlano moltissimo, alle volte discutono, e per me è positivo, perché parlano di dinamiche di gioco, perché dal campo loro vedono cose importanti, ed è bello che siano impegnati nel trovare fra di loro le soluzioni”.
    E sulla partita con i campani: “Dobbiamo mostrare i miglioramenti soprattutto nella gestione di ripartenze e transizioni degli avversari”.
    Dove vedere Giugliano-Juve Next Gen
    Il fischio d’inizio della sfida tra Giugliano e Juventus Next Gen, valida per la 9ª giornata del Girone C del Campionato Serie C-Lega Pro, è atteso allo stadio Alberto De Cristoforo di Giugliano per le ore 15.00 di sabato 12 ottobre. Il macth sarà trasmesso in diretta tv su Sky Sport e in diretta streaming su NOW e Sky Go. Qui su Tuttosport la diretta testuale della partita.
    Giugliano-Juve Next Gen, le probabili formazioni
    GIUGLIANO (4-3-3): Russo; Valdesi, Solcia, Caldore, Oyewale; Giorgione, Celeghin, Romano; Ciuferri, Padula, Balde. Allenatore: Valerio Bertotto.
    JUVENTUS NEXT GEN (3-4-1-2): Daffara; Citi, Gil, Puczka; Comenencia, Afena-Gyan , Palumbo, Fatianti;, Papadopoulos; Semedo, Guerra. Allenatore: Montero. LEGGI TUTTO

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    Ultras-Inter, la telefonata piena di minacce: “Ci prendiamo tutto con forza”

    Sala : “Eh in che senso non lo sapete io non posso mica dirvelo quando arrivano giocatori mi ha chiamato Bombolino (Andrea di Jeva) ma io mica posso dirti… a prescindere che non lo sapevo!”.

    Boiocchi : “Claudio come fate a non saperlo voi in sede che sta arrivando un calciatore dell’Inter… dai non mi dire fesserie… uno… possibile che nessuno sappia in sede che arriva un calciatore e non avvisano a noi della Curva…”.

    Sala : “Il discorso è un altro cioè io non posso avvisarti poi con la curva… io c’ho il telefono sotto… ti parlo chiaro”.

    Boiocchi : “Chiami un amico tuo e gli dici nell’orecchio “guarda che a mezzogiorno arriva un calciatore avvisa questo qua della Curva”.

    Sala : “Un amico mio… ma Vittorio siete voi che vi dovete muovere in un altro modo… io perdo il posto di lavoro per ste cose qua… ma lo capisci o no?”.

    Boiocchi : “Ascoltami Claudio, non va bene così”.

    Sala : “No ma non va bene no!”

    Boiocchi : “No non va bene no… arriva un calciatore e voi non ci fate sapere niente e non andiamo a prenderlo… allora ce la prendiamo con voi, perché non esiste! Non esiste non esiste arrivano i giocatori e noi non andiamo a prenderlo!”.

    Sala : “Eh allora prenditela con me Vittorio, prenditela con me. E cosa ti devo dire prenditela con me… io per telefono non posso dirti quando arrivano i giocatori!”.

    Boiocchi : “Glielo dici a uno che ci chiama! Non ci vuole uno studio!”.

    Sala : “Ah tu a me mi dici che non ci vuole uno studio! Tu a me dici che non ci vuole uno studio! È voi che dovete farvi lo studio Vittorio, non io che devo farmi lo studio! Io il telefono ce l’ho sotto, io il telefono ce l’ho sotto”.

    Boiocchi : “Eh spiegamelo tu come devo fare”.

    Sala : “E io te lo devo dire. E io te lo devo spiegare che lavoro all’Inter, non voi che fate gli Ultras?? Ve lo devo spiegare io??”.

    Boiocchi : “Ah io so prima di te che sta arrivando un giocatore???”.

    Sala : “Vittorio dai siamo al telefono di cosa stai parlando? Ma ragazzi se volete farmi lasciare a casa già vi siete impegnati… più di così”.

    Boiocchi : “Nooooooo non succede niente (incomprensibile) mi avete rotto i co** voi dell’Inter e tu per primo!!!”

    Sala : “Ahhhh io per primo???”.

    Boiocchi : “Adesso cambiamo tattica… Adesso le cose ce le prendiamo per forza e poi vediamo cosa succede!!”.

    Sala : “Io per primo??? Io per primo??”.

    Boiocchi : “Ti saluto”.

    Sala : “Io per primo ti ho rotto i co** Vittorio?? Io per primo??”.

    Richieste di favori

    Il 21 febbraio 2020 sempre Claudio Sala fotografa così le pressioni dei capi ultrà sulla società. Domanda: Lei ha rapporti con esponenti della Curva Nord interista in ragione del suo lavoro? Risposta : “Occupandomi della sicurezza dei calciatori e pur sapendo che il compito di relazionarsi con i tifosi spetterebbe allo Slo (Supporters Liaison Officer), tuttavia, essendo un ex appartenente alla Curva, ho spesso rapporti con loro, soprattutto con Andrea Beretta e Andrea di Jeva, i quali – ovviamente – mi fanno delle richieste per ricevere favori quali incontri con i calciatori, accesso in aree dello stadio interdette al pubblico, presenza ad allenamenti o partite a porte chiuse, alle quali ho sempre risposto di no. Malgrado ciò il Di Jeva continua a chiamarmi ed a reiterare richieste insistentemente”.

    Domanda: Lei o altri esponenti societari avete mai ricevuto minacce dagli ultras interisti? Risposta: “Io non ho mai ricevuto minacce e, che io sappia, nemmeno i miei colleghi, però percepisco che alcuni di essi, soprattutto il Bordogna, hanno una sorte di timore nei confronti dei capi ultras: timore di aggressioni fisiche piuttosto che di pressioni troppo forti”. Domanda: Lei che è a conoscenza di problematiche relative all’ingresso allo stadio di ultras sprovvisti di biglietto, ha parlato di ciò con i suoi superiori? Risposta: “Sì, con Pifarotti, Cosentino Massimo (segretario generale), e con l’Ad Marotta Giuseppe”. LEGGI TUTTO

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    “Questi ti prendono a casa”: Inter, le pressioni e il battesimo degli ultras

    Sala : “Eh in che senso non lo sapete io non posso mica dirvelo quando arrivano giocatori mi ha chiamato Bombolino (Andrea di Jeva) ma io mica posso dirti… a prescindere che non lo sapevo!”.
    Boiocchi : “Claudio come fate a non saperlo voi in sede che sta arrivando un calciatore dell’Inter… dai non mi dire fesserie… uno… possibile che nessuno sappia in sede che arriva un calciatore e non avvisano a noi della Curva…”.
    Sala : “Il discorso è un altro cioè io non posso avvisarti poi con la curva… io c’ho il telefono sotto… ti parlo chiaro”.
    Boiocchi : “Chiami un amico tuo e gli dici nell’orecchio “guarda che a mezzogiorno arriva un calciatore avvisa questo qua della Curva”.
    Sala : “Un amico mio… ma Vittorio siete voi che vi dovete muovere in un altro modo… io perdo il posto di lavoro per ste cose qua… ma lo capisci o no?”.
    Boiocchi : “Ascoltami Claudio, non va bene così”.
    Sala : “No ma non va bene no!”
    Boiocchi : “No non va bene no… arriva un calciatore e voi non ci fate sapere niente e non andiamo a prenderlo… allora ce la prendiamo con voi, perché non esiste! Non esiste non esiste arrivano i giocatori e noi non andiamo a prenderlo!”.
    Sala : “Eh allora prenditela con me Vittorio, prenditela con me. E cosa ti devo dire prenditela con me… io per telefono non posso dirti quando arrivano i giocatori!”.
    Boiocchi : “Glielo dici a uno che ci chiama! Non ci vuole uno studio!”.
    Sala : “Ah tu a me mi dici che non ci vuole uno studio! Tu a me dici che non ci vuole uno studio! È voi che dovete farvi lo studio Vittorio, non io che devo farmi lo studio! Io il telefono ce l’ho sotto, io il telefono ce l’ho sotto”.
    Boiocchi : “Eh spiegamelo tu come devo fare”.
    Sala : “E io te lo devo dire. E io te lo devo spiegare che lavoro all’Inter, non voi che fate gli Ultras?? Ve lo devo spiegare io??”.
    Boiocchi : “Ah io so prima di te che sta arrivando un giocatore???”.
    Sala : “Vittorio dai siamo al telefono di cosa stai parlando? Ma ragazzi se volete farmi lasciare a casa già vi siete impegnati… più di così”.
    Boiocchi : “Nooooooo non succede niente (incomprensibile) mi avete rotto i co** voi dell’Inter e tu per primo!!!”
    Sala : “Ahhhh io per primo???”.
    Boiocchi : “Adesso cambiamo tattica… Adesso le cose ce le prendiamo per forza e poi vediamo cosa succede!!”.
    Sala : “Io per primo??? Io per primo??”.
    Boiocchi : “Ti saluto”.
    Sala : “Io per primo ti ho rotto i co** Vittorio?? Io per primo??”.
    Richieste di favori
    Il 21 febbraio 2020 sempre Claudio Sala fotografa così le pressioni dei capi ultrà sulla società. Domanda: Lei ha rapporti con esponenti della Curva Nord interista in ragione del suo lavoro? Risposta : “Occupandomi della sicurezza dei calciatori e pur sapendo che il compito di relazionarsi con i tifosi spetterebbe allo Slo (Supporters Liaison Officer), tuttavia, essendo un ex appartenente alla Curva, ho spesso rapporti con loro, soprattutto con Andrea Beretta e Andrea di Jeva, i quali – ovviamente – mi fanno delle richieste per ricevere favori quali incontri con i calciatori, accesso in aree dello stadio interdette al pubblico, presenza ad allenamenti o partite a porte chiuse, alle quali ho sempre risposto di no. Malgrado ciò il Di Jeva continua a chiamarmi ed a reiterare richieste insistentemente”.
    Domanda: Lei o altri esponenti societari avete mai ricevuto minacce dagli ultras interisti? Risposta: “Io non ho mai ricevuto minacce e, che io sappia, nemmeno i miei colleghi, però percepisco che alcuni di essi, soprattutto il Bordogna, hanno una sorte di timore nei confronti dei capi ultras: timore di aggressioni fisiche piuttosto che di pressioni troppo forti”. Domanda: Lei che è a conoscenza di problematiche relative all’ingresso allo stadio di ultras sprovvisti di biglietto, ha parlato di ciò con i suoi superiori? Risposta: “Sì, con Pifarotti, Cosentino Massimo (segretario generale), e con l’Ad Marotta Giuseppe”. LEGGI TUTTO

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    Koopmeiners infortunato, cosa si è fatto e i tempi di recupero: la nota Juve

    Infortunio Teun Koopmeiners, arriva il responso. L’olandese della Juventus nelle scorse ore si è sottoposto agli esami del caso dopo il problema rimediato in Champions con il Lipsia, con un doloroso colpo al costato, ed esploso durante l’ultima sfida di campionato con il Cagliari, al punto da costringerlo alla sostituzione dopo soli 45′.  LEGGI TUTTO

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    “Sanabria-Adams, adesso tocca a voi. Il Toro si compatti”

    Bonesso su Zapata
    Bonesso, lei è stato un attaccante indimenticabile per il popolo granata. Il ruolo la accomuna a Duvan Zapata. Come riparte un giocatore di 33 anni dopo un guaio del genere? «Non credo esistano tanti metodi, per cui mi viene da dire una sola cosa: lavorando, lavorando e lavorando. Questa è stata una mazzata immensa, persino i tifosi di altre squadre hanno mostrato solidarietà, per cui questo dettaglio fa capire quanto sia grande il dispiacere per questo infortunio. Da quando è arrivato a Torino ha fatto la differenza esaltando gli animi della tifoseria, facendo vedere di essere un giocatore di un altro spessore tecnico e caratteriale. Mancherà tantissimo Zapata, inutile minimizzare. Forse farà più fatica a ripartire il Toro rispetto al giocatore stesso, che già tra qualche giorno, smaltita la delusione, avrà una voglia matta di tornare».
    L’infortunio di Zapata priva il Toro di due componenti: un attaccante potenzialmente da doppia cifra, ma anche un grande trascinatore all’interno dello spogliatoio. Cosa pesa di più? «Il peso del giocatore è importante, ma non penso possano esserci ripercussioni negative nello spogliatoio, anzi. Mancheranno i gol e le capacità di questo giocatore, ma sono certo che il gruppo si compatterà. Adams e Sanabria si devono responsabilizzare: sono ottimi giocatori, per cui il loro momento è adesso. In cuor mio, poi, spero che possa emergere qualche giovane dalla Primavera: nel calcio dei miei tempi, d’altronde, si faceva così. Le rose erano più corte, per cui si doveva subito pescare dal vivaio».
    Il mercato del Toro
    C’è anche il mercato svincolati dal quale attingere. «Dico subito una cosa: Balotelli non lo prenderei. Ci sono Destro e Caputo: è gente che in Serie A ha fatto tanti gol, un pensierino lo farei. Ma io ragionerei già in funzione del mercato di gennaio. Io ho un debole per i fratelli Shpendi. Li ho allenati a San Marino e per me sono giocatori sui quali scommetterei senza dubbi. Sarebbe bello persino rivederli insieme: ora è uno è al Cesena, l’altro è alla Carrarese, ma al Toro li vedrei benissimo. Hanno qualità importanti e fra i giovani attaccanti che ci sono in giro sono quelli che mi stuzzicano di più».
    Per il presente, però, Vanoli ha un compito importante: rendere una coppia gol due elementi come Adams e Sanabria, che insieme hanno giocato pochissimo. «Sanabria mi pare un giocatore intelligente, deve capire il momento e tirare fuori qualcosa in più. Non è più un attaccante di primo pelo, mi auguro che possa fare molto bene. Ora o mai più: sostituire Zapata è un’occasione che non deve perdere. Anche Adams mi sembra uno con lo spirito giusto: si è esaltato con Duvan, ma ha qualità importanti che ha fatto subito vedere in Italia e non era scontato».
    Quale altra opzione può sfoderare Vanoli? «Penso che il rientro di Vlasic possa essere la chiave per vedere un Toro diverso: si può trovare una quadra anche con una mezza punta e un attaccante di ruolo. Secondo me il mister ha l’intelligenza per sistemare il Toro, certo la missione per lui si complica. Non credo abbia mai immaginato una squadra senza Zapata».
    Che ne sarà delle ambizioni del Toro adesso? «Un infortunio così può ridimensionare le prospettive. I tifosi spesso si sono aggrappati a Zapata, un combattente che sapeva indossare come pochi la maglia del Toro. Il gruppo ora ha il compito di sopperire a questa lacuna e penso che la gente, in un momento delicato come questo, starà ancora più vicino ai granata. C’è davvero bisogno dell’aiuto di tutti per superare questo shock». LEGGI TUTTO