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    Juve, corsa a 3 a centrocampo: ecco chi sarà il colpo di gennaio

    Con le squalifiche di Fagioli e Pogba, in quella zona del campo serve un rinforzo capace di tenere alto il livello della squadra. Ecco chi sono i candidati

    Potrebbe essere una corsa a tre per occupare la casella vuota nel centrocampo della Juventus. Alla Continassa proseguono le valutazioni, rimanendo centrati sulle esigenze tecnico-tattiche ma senza perdere di vista le disponibilità economiche. Il club mette in conto di fare un investimento in mezzo al campo già nella sessione di gennaio: con le squalifiche di Fagioli e Pogba, in quella zona del campo serve un rinforzo capace di tenere alto il livello della squadra con qualità ed esperienza. I tre candidati forti per gennaio sono De Paul, Hojbjerg e Samardzic: per ognuno di loro c’è però una situazione che va contestualizzata e sovrapposta alle possibilità della Juventus, che dovrebbe strappare le condizioni migliori tra pagamento e formula con un investimento calibrato tra i 25 e i 35 milioni al massimo.  LEGGI TUTTO

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    Tre colpi di pistola: così morì il dietologo della Grande Inter

    È il 1992, chi spara lo fa con estrema freddezza. Conosce le abitudini del professore, lo aspetta e lo uccide a bruciapelo, senza esitazione. Un caso mai risolto

    Milano, 18 febbraio 1992, un martedì. Angolo tra via Muratori e via Friuli, lungo un reticolo di strade che in quella Milano dei primi anni 90 conduce da Porta Romana alle campagne di Boffalora, Castagnedo e Monserchio. Un quartiere tranquillo, abitato da gente perbene. Sono da poco passate le sette di mattina, fa freddo, pochi i milanesi già per strada. Come tutte le mattine il professor Roberto Klinger – con un pesante cappotto di pelliccia e un colbacco un po’ fuori moda – esce dalla sua abitazione al 29 di via Muratori e porta a passeggio il cane. Il professore è un abitudinario, per fare il giro dell’isolato e rientrare a casa ci impiega quindici minuti, non uno di più, non uno di meno. LEGGI TUTTO

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    Karaoke Atalanta: De Ketelaere canta Rihanna, per Scamacca omaggio a Roma

    “Ognuno di noi ha un accompagnamento musicale interiore. E se gli altri l’ascoltano bene, si chiama personalità”. Dalla musica al campo in casa Atalanta di personalità ne hanno da vendere. Un connubio non casuale visto le performance canore dei tre tenori offensivi della Dea. De Ketelaere, El Bilal Touré e Scamacca, autore di una doppietta nel match contro l’Empoli,  hanno dato prova delle loro doti nel canto. E no, non hanno partecipato alle selezioni di X Factor, ma hanno cantato nella cena organizzata dalla squadra per fare gruppo in vista della partita contro l’Inter. 
    CDK, Scamacca e Touré, l’X Factor dell’Atalanta
    Clima disteso, sereno e non potrebbe essere altrimenti visto il momento che sta vivendo l’Atalanta tra campionato ed Europa League. La squadra, allenata da Gasperini, con la vittoria in casa dell’Empoli ha agganciato il quarto posto e ora sta preparando la gara contro i nerazzurri per provare a fare lo sgambetto alla sua ex squadra. Nel frattempo la squadra si è ritrovata a cena in un ristorante a Bergamo e tra sorrisi, cibo e chiacchiere, c’è stato il tempo anche di un karaoke. Al microfono si sono distinti De Ketelaere, sempre più a suo agio nell’orchestra della Dea, con ‘Umbrella’ di Rihanna. A ruota è toccato all’infortunato El Bilal Touré cantare ‘All of me? di John Legend e, infine, a Gianluca Scamacca con ‘La società dei magnaccioni’ di Lando Fiorini. Il tutto è stato ripreso dai compagni di squadra che hanno poi postato sui social le rispettive interpretazioni. LEGGI TUTTO

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    Questa Juve è da scudetto? Il confronto con quelle della serie dei 9 consecutivi

    Juve, può essere l’anno buono per un ritorno allo scudetto? Dopo 10 giornate giocate, e quindi con quasi un terzo del campionato alle spalle, è difficile fare una previsione tecnica, per le tante incognite e le troppe combinazioni possibili che investono non solo la Signora ma anche le dirette rivali. Ed allora guardiamo al passato per cercare di “leggere” il futuro, sulla base dei numeri. Nella consapevolezza che cifre e statistiche indicano una direzione e non forniscono certezze. Perché – per fortuna – è poi il capitale umano a fare la differenza e a decidere le sorti di una corsa ancora molto lunga. LEGGI TUTTO

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    Boninsegna: “Duello Inter-Juve per lo scudetto. Lautaro da Pallone d’Oro”

    L’ex attaccante compie gli anni e giudica il calcio di oggi: “Occhio a Vlahovic, è forte e coraggioso. Ero al Cagliari, mi dovevano vendere e chiesi di tornare nel club del mio cuore…”

    Roberto Boninsegna, detto Bobo e soprattutto Bonimba, vive a Mantova ed è vicinissimo agli ottanta. Serio, preciso, massiccio come quando faceva il centravanti. Non gioca più a tennis, problema alla caviglia, il calcio lo guarda in tv. “Adesso faccio il nonno. Tempo pieno. Ho quattro nipoti, due maschi, due femmine. Due li porto alla scuola calcio, una bimba fa nuoto”. LEGGI TUTTO

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    Orgoglio ferito e gioco di qualità. Perché ad Allegri la Fiorentina fa paura

    La Viola ama sentirsi forte sfruttando il possesso palla, arriva in porta con facilità e Italiano concede poco ai bianconeri

    Nella mistica allegriana della vittoria che esige sofferenza, non ci può essere trasferta più gradita di quella di Firenze, nella tana storicamente più ostile alla Signora. Elmetto in testa, tutti compatti dietro, lotta dura che poi magari si finisce per vincere. L’ultima volta a San Siro, contro il Milan, più o meno, è andata così. La partita di Coppa Italia del marzo 2022, vinta al 92′ grazie a un autogol di Venuti, dopo aver subìto tanto, compreso un palo, resta un caposaldo dela filosofia di casa. Anche tatticamente, la trasferta si addice a questa Juve che ama essere aggredita più che aggredire e ripartire più che imporre il gioco. Non a caso, a parte la giornata balorda di Reggio Emilia (Sassuolo), Allegri ha vinto 3 partite fuori casa e ne ha pareggiata una, a Bergamo, senza subire un solo gol. Ma, detto questo, la partita di domenica al Franchi nasconde più di un’insidia per la Juve e Allegri è il primo a saperlo, perché, al di là di filosofie e strategie, il calcio insegna che affrontare una squadra che gioca meglio è sempre un pericolo. 

    Qualità viola—  La Fiorentina ha sconfitto il Napoli campione a casa sua. Il miglior biglietto da visita stagionale di Vincenzo Italiano. Paradossalmente, per la Juve, sarebbe stato meglio affrontarla dopo un’impresa del genere. Affrontarla ora, dopo due brutti scivoloni in campionato (Empoli, Lazio), non meritati, può essere pericoloso, perché Allegri si troverà davanti una Viola ferita, consapevole di essersi fatta male da sola e convinta di poter compensare la delusione dei tifosi con una grande prestazione nella sfida più sentita in città. Questa è la prima insidia per la Juve: l’orgoglio ferito della Fiorentina, con annessa fame di rivincita. La ciurma di Max dovrà pareggiare la carica agonistica dei toscani, ma, questo, è il suo campo. Più difficile pareggiare la qualità di gioco. La Fiorentina è seconda solo al Napoli per possesso palla (la Juve è 10 a ), ama sentirsi forte con la palla tra i piedi e, anche se non ha ancora trovato un attaccante iconico, come nei giorni belli, in porta ci arriva, se è vero che, dopo Inter, Napoli e Roma, nessuno ha segnato più gol di Italiano. Nico Gonzalez e Bonaventura, che ha ritrovato l’azzurro, stanno vivendo una stagione di grazia e imporranno lavoro duro in mediana. Lucas Beltran, dopo il battesimo con la doppietta di coppa e il delizioso pallonetto, ha fatto una buona comparsata contro la Lazio. Sta entrando nel cuore del gioco e in quello della città. Il giovane argentino è il primo a sapere che un gol alla Juve sarebbe una scorciatoia privilegiata in questo viaggio sentimentale. Riassumendo: carica ambientale, voglia di rivincita, qualità di gioco e Beltran sono le molle della trappola viola, nascosta tra l’erba del Franchi. Allegri, per piazzare il colpaccio e tenersi in altissima quota, confida molto nella difesa: la sua e quella degli altri. Il fortino di Bremer, Sassuolo a parte, non ha subito un solo gol in trasferta, dicevamo, e in tutto il campionato ne ha presi 6, uno solo più dell’Inter capolista. La Fiorentina invece ne ha già incassati 14: nessuna delle prime 11 squadre in classifica ha fatto peggio. In queste ore, Italiano sta valutando se confermare Milenkovic che viene da un mese di Halloween tutto suo, zeppo di orrori. E’ il caso di riproporlo davanti a Vlahovic e Chiesa che arriveranno caricati a mille? 

    Max ci conta—  Ma Allegri può contare sulla fragilità della retroguardia viola fino a un certo punto. Nell’ultimo precedente al Franchi (1-1), la Juve passò in vantaggio con Milik, ma nel secondo tempo non fece un solo tiro, come le era successo solo 3 volte dal 2004-05, e anche negli altri incroci, Italiano ha sempre concesso pochissimo ad Allegri. Sa come nascondergli la porta. Max conta sull’orgoglio di Chiesa e Vlahovic, gli ex; sul buon momento di Kean; sulla forza delle sue rotazioni che possono schiodare la partita; sull’empatia di un gruppo solido che sente di essere sull’onda buona. L’Inter è all’orizzonte (26 novembre). Vincere a Firenze sarebbe il modo migliore per avvicinarsi LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Frosinone ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    TORINO – Tornato al successo (1-0 al Lecce) dopo cinque gare a secco, il Torino sfida il Frosinone alle 21 nei sedicesimi di finale di Coppa Italia. I ciociari sono reduci dall’incredibile sconfitta di Cagliari: avanti per 3-0, si sono fatti rimontare nel giro di 20 minuti subendo due reti nel recupero. Restando alla coppa nazionale, la formazione di Ivan Juric nel turno precedente ha ribaltato la FeralpiSaló mentre quella di Di Francesco ha battuto il Pisa grazie all’ autogol in apertura di Camestrelli. La vincente sfiderà agli ottavi di finale i campioni d’Italia del Napoli.
    Le probabili formazioni di Torino-Frosinone
    TORINO (3-4-1-2): Gemello; Tameze, Buongiorno, Rodriguez; Bellanova, Ricci, Gineitis, Vojvoda; Vlasic; Pellegri, Sanabria. Allenatore: Juric.
    A disposizione: Milinkovic-Savic, Popa, Zima, N’Guessan, Sazonov, Lazaro, Antolini, Linetty, Ilic, Seck, Radonjic, Karamoh, Zapata. 
    FROSINONE (4-3-3): Cerofolini; Oyono, Okoli, Monterisi, Lirola; Mazzitelli, Brescianini, Bourabia; Baez, Cheddira, Kvernadze. Allenatore: Di Francesco.
    A disposizione: Turati, Frattali, Lusuardi, Romagnoli, Marchizza, Barrenechea, Lulic, Soulé, Ibrahimovic, Garritano, Cuni, Reinier, Kaio Jorga.
    ARBITRO: Fourneau di Roma 1.
    ASSISTENTI: Rocca-Garzelli.
    IV UFFICIALE: Gualtieri.
    VAR: Abbattista. 
    ASS. VAR: Di Vuolo.
    Torino-Frosinone: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO