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    Due partite in una e riprese super, la formula di Inzaghi funziona

    Tredici gol dopo l’intervallo e 45 cambi fatti su 45 disponibili: così i rivali si arrendono

    Torino dopo Salerno, dopo l’Empoli e pure dopo il Benfica: prima ti faccio giocare, poi mi prendo i tre punti. Non è più un caso. È una strategia, figlia dell’Inter “più completa” che c’è, per dirla alla Beppe Marotta. Eccole qui, le «due partite in una» di cui ha parlato Simone Inzaghi nel post Torino. Lautaro e compagni vincono per sfinimento altrui. Vincono perché quando gli altri calano d’intensità, il tecnico nerazzurro può inserire dentro riserve che non sono riserve, perché non abbassano – anzi, in alcuni momenti lo alzano – il livello dei titolari. “Appena gli altri hanno mollato, è venuta fuori la nostra forza”, ha raccontato Frattesi due giorni fa. 45 su 45 Proprio Frattesi è il giocatore, insieme con Carlos Augusto, che meglio rappresenta questa strategia di Inzaghi. L’Inter, tra le grandi di questo campionato, è l’unica ad aver effettuato tutti i cambi a disposizione nelle prime giornate: 45 su 45, nei 9 turni di Serie A disputati. Così si spiega la frase del tecnico, quando ha parlato di sostituzioni decise prima della partita a Torino. L’evoluzione del match lo ha poi portato a togliere dal campo Barella piuttosto che Mkhitaryan. Molto infatti può dipendere anche da un cartellino giallo preso o no, è risaputo quanto Inzaghi sia attento alla gestione degli ammoniti lungo i 90 minuti. Ma che Carlos Augusto e Frattesi sarebbero entrati, non c’erano dubbi. Del resto, l’esterno brasiliano ha sempre visto il campo fin qui, non c’è stata partita senza di lui: due volte da titolare, nelle altre nove è sempre stato chiamato in cauda dall’allenatore. Dietro di lui, in questa speciale classifica dei giocatori più impiegati da Inzaghi partendo dalla panchina, c’è appunto Frattesi. 

    Strategia—  La “doppia partita” che gioca Inzaghi permette all’Inter di ragionare senza farsi prendere dall’ansia del risultato. La prova è anche in un altro numero: nessuno ha segnato come i nerazzurri nei secondi tempi, 13 gol. La gestione delle energie è decisiva, Inzaghi ha intenzione di proseguire su questa strada per tutta la stagione. Che poi è la via abbracciata sul finire della scorsa annata: così nacque la rimonta in campionato e la volata fino alla fine di Champions di Istanbul. “Le rotazioni devono essere sempre un valore aggiunto per noi”, ha spiegato l’allenatore. È una strategia applicabile in ogni reparto. Tranne uno, almeno oggi, ovvero l’attacco, considerato l’infortunio di Arnautovic e un Sanchez non ancora entrato a pieno regime. In quel caso Inzaghi è costretto a non pianificare nulla. Capendo poi durante il match, se il risultato lo permette, se è possibile risparmiare qualche minuto ad almeno uno tra Lautaro e Thuram. 

    Scelte—  La ThuLa sarà ovviamente titolare anche domani in Champions contro il Salisburgo. Sul resto, Inzaghi deve ancora prendere le sue decisioni. Ma i subentranti per definizione, ovvero Carlos Augusto e Frattesi, domani potrebbe invece partire dall’inizio. Dimarco e Barella sono stati tra i meno incisivi a Torino, la stanchezza (e il successivo impegno di campionato con la Roma) potrebbero spingere Inzaghi al cambio. Scontato il rientro dal primo minuto di Bastoni e Dumfries. Tanto anche in Champions vale la regola del…secondo tempo. A San Sebastian l’Inter si aggrappò al pareggio nel finale, dopo aver sofferto per quasi tutta la partita, con il Benfica nella ripresa s’è vista una delle migliori espressioni in assoluto dell’era Inzaghi. Per sintetizzarla con un detto famoso, i cavalli vincenti si vedono alla fine. E questa Inter sembra averlo capito in tutto e per tutto. LEGGI TUTTO

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    Kvara come Robin Hood: così Kvicha si è ripreso il Napoli

    Il 77 georgiano è finalmente tornato: con il Verona si è rivisto il Kvaratskhelia dell’anno scorso. E adesso non si deve fermare

    La fede al dito dopo il recente matrimonio e tante frecce ancora da scoccare che restano custodite nelle sua faretra per i prossimi impegni, a partire da quello di domani in Champions: Kvicha Kvaratskhelia si sta prendendo il Napoli sulle spalle e lo sta facendo con la maturità che gli viene richiesta in questa che deve essere l’annata della sua consacrazione.

    IL NUOVO… CALAIÒ—  La doppietta di Verona è servita al Napoli per ridestarsi e anche a Kvara per tornare a sentirsi leader tecnico della squadra nel momento più importante – fin qui – della stagione. Il feeling con il gol che sembrava essere svanito all’improvviso non è invece mutato anche se non si può chiedere a un esterno d’attacco di essere sempre costante in fase realizzativa. Però Kvara ha ritrovato la via della rete anche con la sua nazionale e non ha intenzione di fermarsi. Anzi, la nuova esultanza – che ha creato non poche polemiche al Bentegodi – ha intenzione di mostrarla molto spesso al pubblico di fede azzurra che in quel gesto alla Robin Hood rivede il modo in cui manifestava la sua gioia dopo il gol l’arciere Emanuele Calaiò.

    senza osi—  Epoche diverse, stessa maglia azzurra che “pesa” specie sulle spalle di un ragazzo giovane come il georgiano, al quale però le responsabilità sembrano addirittura giovare. Già perché anche nella passata stagione quando si è infortunato Osimhen il rendimento di Kvara è stato eccellente, come se volesse in qualche modo far pesare meno l’assenza del nigeriano. Kvara a Berlino potrebbe trovare Simeone come riferimento offensivo ma anche l’intesa con l’argentino – come quella con Raspadori – è già collaudata. Del resto, chi non vorrebbe Kvara al proprio fianco? LEGGI TUTTO

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    “Fagioli? Ha gomme sgonfie, non bucate”: parla il medico che lo ha in cura

    Il dottor Jarre: “Gli ho raccontato di Rossi, che aveva scommesso commettendo in più un illecito sportivo. Eppure, dopo la squalifica, ha fatto in tempo a vincere un Mondiale da assoluto protagonista”

    Da quarantacinque giorni – e per almeno il prossimo anno – l’allenatore di Nicolò Fagioli non sarà solo Massimiliano Allegri, ma anche Paolo Jarre. Nessun master a Coverciano, ma 40 anni di esperienza nel campo delle patologie delle dipendenze. Alcol, psicofarmaci, tabacco, gioco d’azzardo. “Da quando sono in pensione – racconta il 69enne psicoterapeuta piemontese, fino a due anni e mezzo fa direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl To 3 dalla periferia ovest di Torino fino al confine con la Francia – mi occupo principalmente di supervisione dei progetti e, formazione in giro per l’Italia. Per Fagioli, ho fatto uno strappo alla regola. Seguo Nicolò da un mese e mezzo: ci vediamo due volte a settimana”.  LEGGI TUTTO

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    Weah: “Cosa ho imparato alla Juve. Locatelli? Sono orgoglioso”

    Timothy Weah ha commentato ai microfoni di Dazn la bella vittoria della Juventus a San Siro sul campo del Milan, decisa dalla botta da fuori di Locatelli. L’esterno bianconero ha dichiarato: “Queste sono sempre partite affascinanti quelle contro il Milan, ma c’era anche la consapevolezza, soprattutto dopo il cartellino rosso, che la partita dovesse girare a nostro favore. Sappiamo che squadra sia il Milan e quanto sia difficile giocare a San Siro. Sappiamo di dover dare il massimo, poi quando Thiaw è stato espulso abbiamo spinto e sono orgoglioso di Locatelli. Ha fatto un gran gol oggi”.
    Weah e i primi mesi alla Juve
    Sui suoi primi mesi in maglia bianconera Weah ha affermato: “In queste partite ho imparato tanto: la pazienza è fondamentale. Devo credere in me e nel sistema che adottiamo. Ogni volta che posso giocare è una cosa fantastica e provo a dare il massimo per aiutare la squadra a vincere”. Infine sul suo nuovo ruolo in campo ha aggiunto: “Sì, amo questo ruolo. Io cerco di aiutare sempre la mia squadra e penso che sia una grande occasione per poter ampliare la mia conoscenza del calcio. In nazionale gioco in un ruolo diverso, ma qui do tutto quello che posso in questo ruolo”. LEGGI TUTTO

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    Adani, Panatta e la gag prima della diretta

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