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    Lady Simeone lancia una sitcom: “Do voce alla parte femminile del calcio”

    Giulia Coppini, moglie del calciatore del Napoli Giovanni Simeone, è la protagonista di La Diez, una divertente social-sitcom dedicato al mondo del calcio (ma con un approccio unico e originale) e pubblicata sul suo account ufficiale Instagram, dove può contare su un folot numero di followers. 
    Lady Simeone, voce ironica della parte femminile del calcio
    In merito alla sua iniziativa, Giulia ha commentato: “Ho sempre voluto dare una voce alla parte femminile del calcio, quella che non è mai stata raccontata. L’ obiettivo della sitcom è parlare di noi, far vedere il nostro punto di vista. E di come il mondo di mio marito influenza la vita di noi mogli…”. Come svelato da lady Simeone, l’idea è nata per caso, durante una Masterclass con Gabriele Muccino, durante la quale ha scritto un progetto dedicato proprio ai social. La Diez è autoprodotta, e vengono narrate situazioni del quotidiano, vissute proprio nella realtà. L’ironia e lo sketch saranno anche alla base del prossimo progetto artistico della Coppini… LEGGI TUTTO

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    Di Maria: “Lascio l’Argentina dopo la Coppa America”. Poi il progetto mercato

    Angel Di Maria è pronto a dire addio all’Argentina. Il fuoriclasse ex Juve, che finora ha totalizzato 134 presenze, realizzato 29 gol e offerto altrettanti assist indossando la maglia dell’Albiceleste, con cui ha vinto un Mondiale e una Coppa America, ha annunciato che proprio Copa América che si giocherà il prossimo anno negli Stati Uniti sarà l’ultima grande manifestazione nel corso della quale indosserà la maglia della sua nazionale.
    Di Maria infiamma ancora il mercato: “Dopo il Benifica il Rosario Central”
    L’addio alla Seleccion è stato annunciato nel corso del programma radiofonico Todo Pasa: “La Copa América sarà l’ultima cosa, poi sarà finita. Sono venuto al Benfica, mi danno la possibilità di continuare a giocare in Nazionale e sto facendo di tutto per poterci essere. Nella mia mente c’era l’idea di tornare al Benfica e poi al Rosario Central. Ma non mi piace parlare molto dell’argomento perché poi cominciano a dire che parlo sempre e alla fine non succede”. LEGGI TUTTO

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    Giacomo Ferri: “Crisi Torino? Mi fido di Juric e della qualità della rosa”

    TORINO – Giacomo Ferri ha un legame fortissimo col Toro. Semplicemente indissolubile. Un rapporto figlio di tanti anni vissuti da giocatore sotto la Mole, ma anche da allenatore del settore giovanile e infine nei panni di team manager. Big Jim quando parla della maglia che ha amato più di se stesso si emoziona sempre. Così come quando pensa a suo fratello Riccardo, ora club manager dell’Inter. Per la famiglia Ferri il duello Torino-Inter non sarà mai banale.Giacomo Ferri, per lei la sfida di sabato avrà sempre un sapore particolare. Quando pensa a Torino-Inter, cosa le viene in mente? «Li ricordo tutti, soprattutto quelli in cui io e mio fratello Riccardo abbiamo giocato uno contro l’altro. Quando ci affrontavamo era un’emozione particolare, difficile da spiegare. Ma c’è una partita che mi è rimasta nel cuore: l’1-1 del 1987, quando per il Toro segnai io. Poi i nerazzurri acciuffarono il pari con Matteoli. Ma per me fare gol era un evento raro» Dopo il derby perso contro la Juventus il suo cuore ha sanguinato. Riesce a darsi una spiegazione dopo una prestazione così? «Difficile entrare nella testa dei giocatori, hanno perso molto male, c’è poco da aggiungere. Ma il Toro ha avuto la fortuna di vivere subito la sosta, senza tornare immediatamente in campo: 15 giorni sono sufficienti per riflettere, per guardarsi dentro. Vale per tutte le squadre. Anche l’Inter sicuramente non ha avuto una pausa felice: il pari contro il Bologna ha lasciato tanta amarezza» In casa Toro, come si riparte dopo un tracollo così? «Dalla qualità della rosa. Ci sono tanti giocatori forti, tanti giovani interessanti. Penso a Zapata, Ricci e Ilic: ma quante sono le squadre ad avere così tanta qualità in Serie A? Semplicemente il gruppo ha bisogno di ritrovare la condizione fisica giusta: sta mancando anche un po’ di intensità e quando il collettivo è in difficoltà anche i singoli faticano tanto ad emergere» Il cambio di modulo, con un possibile passaggio al 3-5-2, è una chiave per ripartire alla grande? «Non credo. O meglio: sono sicuro che Juric, che è un grandissimo allenatore, saprà adattarsi a seconda degli uomini a disposizione e degli avversari. Parliamo di un tecnico importante, ha solo bisogno di ritrovare tutta la rosa. Poi io sono favorevole al 3-5-2: Zapata e Sanabria possono giocare insieme. Lo sa anche Juric» L’Inter di suo fratello Riccardo vive una stagione fondamentale per il progetto, soprattutto in chiave scudetto. «Stanno lavorando per costruire un’annata di vertice, anche loro hanno bisogno di lavorare, esattamente come il Toro. E poi hanno un giocatore come Lautaro che è formidabile, uno dei primi 3/4 al mondo nel suo ruolo. Ha raggiunto una dimensione stellare, il Toro dovrà stare veramente attento» E di Juric cosa pensa? Il progetto granata è vivo o rischia di sopirsi? «Ho grande rispetto per Juric, sa perfettamente cosa serve per fare un grande campionato. In due anni al Toro ha dimostrato di saper avere un’identità. Per me è la più grande certezza dei granata, bisogna fidarsi di uno così» Il derby perso in casa della Juventus, in maniera così arrendevole, non rischia di lasciare strascichi pesanti? «Per me no, altrimenti non puoi fare il professionista. Penso al mio Toro: Rabitti e Ussello, ma anche l’Avvocato Cozzolino, sin dalle giovanili ci dicevano che la partita finiva sotto la doccia. Finita la doccia, si doveva subito pensare a quella dopo. Così deve essere per il Toro. Juric avrà sicuramente toccato le corde giuste: ha la squadra in pugno, non è un avvio di stagione così così a mandare alle ortiche un ciclo come questo. Il derby va cancellato dalla mente, ma non ho dubbi che sia così: i granata faranno una grande partita». LEGGI TUTTO

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    Milan, da Fernandez a Ouédraogo: ecco i nuovi obiettivi

    Il centrocampista argentino seguito a Buenos Aires, il tedesco dello Schalke piace

    Geoffrey Moncada ogni anno fa il rabdomante e cerca talento giovane nel mondo. Nell’estate 2022 ha spinto tanto per Malick Thiaw, poi preso da Maldini e Massara: bell’idea. Nell’ultima estate ha preso due 2002, Musah e Pellegrino: giudizio sospeso. Per le prossime puntate, si rischia di scendere con l’età.  LEGGI TUTTO

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    Conte a Belve, l’arrivo alla Juve e il sogno inconfessabile: “Anche per tornare”

    Antonio Conte ha partecipato a Belve, programma di Raidue, nel corso del quale è stato intervistato da Francesca Fagnani. Molti gli argomenti affrontati: l’ex tecnico bianconero ha parlato anche della sua esperienza in bianconero, sia da calciatore che da allenatore.

    Conte da calciatore: il primo anno alla Juve

    “In quel momento (stagione 1991/92) mi sembrava tutto troppo più grande, davo del voi a tutti. Questo timore l’ho pagato in termini di prestazione, sai quando ti senti inadeguato in una situazione e la vedi più grande di te? Per non uscire sconfitto e rimanere alla Juve ho tirato fuori le unghie e i denti affilati. E ce l’ho fatta”.

    Conte allenatore e il lascito

    “In tutti i club in cui sono passato ho lasciato grandi fondamenta e costruito qualcosa di importante, poi proseguito negli anni. Quando decido di cambiare è perché mi rendo conto di aver dato tutto e le energie sono finite. Si deve prendere un giocatore? Voglio dire la mia e la mia parola deve contare”. LEGGI TUTTO

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    Ronaldo, Pogba, ora Fagioli: Allegri, quanti problemi dal ritorno alla Juve

    Dal suo ritorno nel 2021, l’allenatore bianconero ha fronteggiato diverse grane: dall’addio di Cr7 al caso scommesse, passando per il cambio al vertice della dirigenza

    Eh sì, dal giorno del suo ritorno alla Juve non ha avuto un attimo di tranquillità. Chissà se, alla fine del suo primo ritiro, si sarebbe mai immaginato di dover fare i conti con la cessione del suo calciatore più importante, una star, uno che ha fatto la storia del calcio.  LEGGI TUTTO