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    Da Zanetti a Zé Maria, da Schillaci a Ravanelli: il 16 novembre il derby d’Italia delle leggende

    Appuntamento a Roseto degli Abruzzi dieci giorni prima della partita di campionato tra le squadre di Allegri e Inzaghi, durante la prossima sosta per le nazionali

    Totò Schillaci, Fabrizio Ravanelli, Nicola Amoruso, Mark Iuliano, Antonio Chimenti e Giuliano Giannichedda da una parte; Javier Zanetti, Zé Maria e altri (ancora da svelare) nell’opposta metà campo. Sono questi alcuni nomi che il prossimo 16 novembre prenderanno parte a un antipasto di Juventus-Inter, match valido per la 13esima giornata di Serie A. Con dieci giorni di anticipo sulla sfida di campionato, infatti, a Roseto degli Abruzzi (Teramo) alcuni ex calciatori dei due club daranno vita al “Derby d’Italia Legends”, organizzato dalla Nardone Eventi.

    Lo scopo—  Al Pala Remo Maggetti, in diretta su Sportitalia, gli ex atleti si sfideranno in una partita di calcio a 5 (due tempi da 25 minuti ciascuno) per un evento che ha un fine benefico. Il precedente dello scorso anno, infatti, ricorda come con i proventi dalla manifestazione furono acquistati due ventilatori polmonari Cpap e due defibrillatori: apparecchiature che furono poi regalate rispettivamente a studi medici della città e a scuole del territorio. I biglietti per assistere dal vivo alla partita sono già disponibili da qualche giorno. LEGGI TUTTO

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    Scalata Vlahovic, Milan-Juve e il tabù da sfatare

    Dusan Vlahovic mette nel mirino il Milan per sfatare un tabù: il “Giuseppe Meazza” di Milano è, infatti, lo stadio in Italia dove l’attaccante serbo ha giocato più minuti in tutte le competizioni senza mai segnare (370). Vlahovic vede il Milan con una motivazione in più per cercare di fare la differenza, seppur prettamente statistica, come evidenziato da OPTA.
    Vlahovic, infortunio alle spalle e Milan nel mirino
    Protagonista di un avvio brillante in campionato (sei presenze, quattro gol e un assist), Vlahovic ha saltato gli impegni con la Serbia per ristabilirsi nel migliore dei modi da una lombalgia che gli ha impedito di scendere in campo a Bergamo contro l’Atalanta e all’Allianz Stadium nel derby contro il Torino. Scatta il conto alla rovescia per la sfida nella sfida di Vlahovic, pronto a tornare con l’intenzione di stoppare il cronometro di un record negativo. LEGGI TUTTO

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    Viaggio a Piacenza, dentro il mondo di Tonali e Fagioli: “Vorremmo abbracciarli”

    Stefano Rapaccioli e Roberto Franzini raccontano i due giocatori coinvolti nello scandalo scommesse. Hanno giocato nelle giovanili piacentine dal 2009 al 2012, fino al fallimento della società (non nella stessa squadra però)

    Dal nostro inviato Francesco Pietrella

    @
    frapietrella
    19 ottobre

    – Piacenza

    p iacenza ti accoglie con un cielo grigio argento e nuvoloni scuri, portatori di pioggia e dispiaceri. Il manifesto di ciò che sta vivendo uno dei suoi figli in questi giorni.  LEGGI TUTTO

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    Milan, altri guai: si ferma anche Sportiello, con la Juve in porta Mirante

    Per l’ex Atalanta una lesione del gemello mediale del polpaccio sinistro che potrebbe tenerlo fuori a lungo. Con Maignan squalificato, fra i pali il terzo portiere (ultima da titolare a maggio del 2021)

    La beffa è che Pioli osservava comprensibilmente timoroso tutti gli impegni dei suoi nelle varie nazionali, e invece il guaio più grande è arrivato in “casa”, a Milanello. Il Diavolo, costretto a rinunciare allo squalificato Maignan, per la partita contro la Juve perde anche il secondo portiere Sportiello, che “ha riportato una lesione del gemello mediale del polpaccio sinistro  – si legge nel comunicato del club rossonero -. Il portiere dovrà osservare un periodo di dieci giorni di riposo dopodiché verrà valutata l’evoluzione con una nuova risonanza magnetica”.

    assenza—  Il guaio è serio, in termini temporali: il polpaccio per un portiere è una parte delicatissima e, senza arrivare ai tempi di recupero biblici di Maignan (stesso problema, ma con recidiva) della scorsa stagione, è da attendersi verosimilmente un’assenza di almeno un mese e mezzo. Fra i pali contro la Juve andrà quindi Antonio Mirante, numero tre della gerarchia e, combinazione, proprio di scuola bianconera. Ultima presenza, ma buona solo per le statistiche, nell’ultimo minuto dell’ultima dello scorso campionato (Milan-Verona 3-1). L’ultima da titolare è invece un Roma-United di Europa League datato 6 maggio 2021. LEGGI TUTTO

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    La triste storia dell’ala che per le scommesse pagò più di tutti

    Il ciclone delle partite truccate degli anni 80, una deposizione piena di “non ricordo”, una cella a Regina Coeli, un negozio di frutta dove non si vende solo frutta, una carriera stroncata nel suo momento migliore

    La cella è la numero 25, sesto braccio del carcere di Regina Coeli. Se si guarda attorno vede tre letti a castello, un posto cottura, i servizi igienici, un televisore in bianco e nero sopra un tavolino di metallo e nel grigiore illuminato dalle luci sempre accese scorge i visi dei suoi colleghi. Sono visi segnati dall’ansia, consumati dall’attesa. Sono in sei uomini là dentro. Altri cinque stanno nella cella a fianco. Sono tutti calciatori. Ma che ci fanno lì, in galera? Perché sono lì da una settimana?  LEGGI TUTTO

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    “Crack” per Leao, Henry come mito: Roback, il Milan e un decollo rinviato

    In attesa che il centravanti svedese si rifaccia vivo col Norrköping, il club rossonero lo attende a novembre di ritorno dal prestito. Storia di un giovane (molto) promettente che va rimesso sulla strada giusta

    Il Milan aveva intravisto in lui qualcosa, oltre il solito paragone con Ibra dettato dal ruolo e dalle origini svedesi. Emil Roback era arrivato a Milano a ferragosto di tre anni fa, accompagnato in Italia dai genitori nei giorni più caldi dell’estate. Con un bagaglio pieno di sogni e prospettive. Fin qui, il campo ha detto altro: dopo il buon inizio in Primavera e l’esordio con Pioli, è finito in prestito prima al Nordsjaelland e poi al Norrköping. Ora, in patria, è diventato un caso: è letteralmente sparito e il suo club non ha notizie di lui da un paio di settimane. LEGGI TUTTO

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    Il curioso caso di Pioli, Allegri e dei maestri opposti

    Cresciuti, da giocatori, su scuole di pensiero opposte. E poi in panchina è successo che…

    Stefano Pioli in un’intervista del 1984, giovane difensore prossimo al trasferimento dal Parma alla Juventus: “Ho incontrato Trapattoni (allora allenatore della Juve, ndr) e mi ha detto di tagliarmi i capelli sulla fronte, per vedere meglio il pallone”. Massimiliano Allegri in un’intervista del novembre 1995, centrocampista fresco di passaggio al Perugia di Giovanni Galeone: “Galeone è un grande tecnico, aveva creato un Pescara veramente forte”. Stefano Pioli e Massimiliano Allegri, gli allenatori di Milan e Juve, sono stati allenati dai due Giovanni delle panchine italiche, Trapattoni e Galeone. Pioli ha lavorato con il Trap per due stagioni, tra il 1984 e il 1986. Aveva tutto per piacere a Trapattoni, era un difensore deciso e applicato, sapeva proporsi in avanti alla maniera di Gentile e Cabrini, i terzini top dell’epoca, ma gli infortuni ne condizionarono il rendimento e la Juve lo cedette al Verona. Allegri è stato la mezzala di Galeone nel Pescara e nel Perugia degli anni Novanta, un giocatore di talento, creativo e illuminato. Avrebbe potuto, anzi dovuto andare oltre il profilo del numero 10 di provincia. La sua esperienza in una grande squadra si ridusse a sette presenze nel Napoli 1997-98, retrocesso in Serie B. Uno spreco.  LEGGI TUTTO