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    Moggi: “Conte al Napoli? Da scartare. Con De Laurentiis…”

    Clima di fuoco in casa Napoli. Con il ko rimediato al Maradona contro la Fiorentina e la pausa nazionali che è arrivata, la società azzurra riflette sul futuro di Rudi Garcia. Parole, quelle rilasciate in mattinata da Aurelio De Laurentiis, che lasciano pochi dubbi sul malcontento per l’inizio di stagione dei campioni d’Italia in carica, e con il pensiero di cambiare guida tecnica che diventa concreto. A parlare della situazione dei partenopei, a Radio Crc, è stato Luciano Moggi, che ha discusso anche della possibilità (a suo avviso remota) di vedere Antonio Conte sulla panchina del Napoli.
    Moggi: “Cos’è cambiato dopo Spalletti”
    Cosa è cambiato a distanza di un anno tra gli azzurri? Questo il pensiero di Moggi: “Il buonsenso di Spalletti ha creato i presupposti per il vantaggio iniziale del Napoli. Il problema principale l’anno scorso era il campionato spaccato e Spalletti è stato bravo nella preparazione. Il Napoli è una bella squadra, ma con lui ha acquisito il vantaggio iniziale e con quello hanno vissuto di rendita e di autostima. Quest’anno ha perso allenatore e direttore sportivo e perderli dopo lo scudetto significa che nella società non c’era il feeling necessario, quello che dovrebbe esserci quando si vince. Quando si cambia allenatore questo deve avere il tempo di conoscere i giocatori, capire il modo di allenarli e questo porta ad un rendimento alterno rispetto all’anno precedente: ecco perché ho detto sin dall’inizio che il Napoli non avrebbe avuto la stessa fortuna”. Moggi ha parlato anche di come gestirebbe la situazione Garcia e degli eventuali sostituti… LEGGI TUTTO

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    Reinier, dal Real al Frosinone per ritrovare Ancelotti

    Al debutto con la squadra di Di Francesco, il brasiliano, campione olimpico, ha subito lasciato il segno. Il sogno è ritrovare Carletto, che lo ha aiutato a scegliere la Serie A, nella Seleçao

    Un gol da opportunista per rompere il ghiaccio con la Serie A. Reinier, al debutto col Frosinone, ha subito stappato il risultato contro il Verona aprendo la strada poi al raddoppio di Soulé, l’uomo copertina della brigata-gioventù ciociara che sta stupendo il campionato. Ma al fianco dell’argentino, anche il talento brasiliano ha saputo ritagliarsi uno spazio da protagonista. LEGGI TUTTO

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    Salernitana, Filippo Inzaghi oggi in città: accordo sino a giugno, obiettivo salvezza

    Il 50enne di Piacenza prende il posto del portoghese: porta con sé il suo storico staff, prevista un’opzione per la prossima stagione in caso di permanenza in A. Da valutare la posizione di Ribery, già collaboratore di Nicola e Sousa

    Pippo Inzaghi torna in serie A con una missione difficile ma non certo impossibile: conquistare la salvezza con la Salernitana. Le sue motivazioni hanno fatto la differenza e conquistato il presidente del club campano Danilo Iervolino nella cena di lunedi sera consumata in un ristorante di Milano insieme all’amministratore delegato Maurizio Milan ed al d.s. Morgan De Sanctis che, con Inzaghi, ha condiviso da calciatore esperienze con la Juventus ed in azzurro. La Salernitana ha salutato Paulo Sousa ed è pronta ad accogliere il nuovo allenatore che eredita una squadra al penultimo posto in classifica con soli tre punti, senza vittorie dopo otto giornate di campionato ed un bel po’ di problemi da risolvere anche all’interno di uno spogliatoio apparso piuttosto in fibrillazione in queste settimane. 

    storico staff—  Stamattina Superpippo arriverà in città, il tempo della presentazione alla stampa e poi subito in campo con il suo nuovo gruppo, seppur incompleto per l’assenza di molti nazionali. Per l’avventura sulla panchina granata Inzaghi ha chiesto ed ottenuto di poter avere al suo fianco lo storico staff che lo accompagna da anni, il secondo Maurizio D’Angelo, il preparatore atletico Luca Alimonta, il match analyst Simone Baggio ed il preparatore atletico Daniele Cominotti. In Campania troverà un suo vecchio compagno di squadra in bianconero, Michelangelo Rampulla, che farà parte del suo gruppo di lavoro. Da valutare la posizione di Franck Ribery, collaboratore tecnico sia di Nicola che di Sousa in questi mesi. Ad Inzaghi la Salernitana ha chiesto di dare una svolta nei risultati che passa inevitabilmente anche dalla risoluzione dei problemi tattici evidenziati dalla squadra in questa prima parte di stagione. Il nuovo allenatore, che ritrova la serie A dopo le esperienze con Milan, Bologna e Benevento, potrebbe puntare sul 4-3-3 anche per valorizzare pienamente le qualità offensive di Boulaye Dia (solo un gol fin qui) oltre a rilanciare calciatori finiti ai margini in queste settimane come Bronn e Fazio. Per Inzaghi accordo fino a giugno con opzione di rinnovo in caso di salvezza. LEGGI TUTTO

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    Maignan, niente condotta violenta: un turno di stop. Salta la Juve, ma col Napoli ci sarà

    Una giornata di squalifica anche a Hernandez e al portiere del Genoa Martinez. Fermato per una partita Sarri

    Mike Maignan paga con una giornata di squalifica la ginocchiata sul collo del genoano Ekuban. Un intervento molto discusso, quello del portiere rossonero nel finale di Genoa-Milan, che gli era costato il rosso diretto da parte di Piccinini, dopo verifica al monitor Var. In questi giorni in diversi ritenevano che Maignan meritasse più di una giornata, giudicando congrua la “condotta violenta”. Il giudice sportivo ha invece applicato il “fallo grave di gioco”, che prevede appunto un turno di stop. Una giornata di squalifica anche per Hernandez, che a Marassi aveva raggiunto la quinta ammonizione. I due rossoneri salteranno la Juve, ma torneranno col Napoli nel turno successivo.

    Sempre nell’ambito di Genoa-Milan, fermato per un turno pure il portiere rossoblù Martinez, espulso per doppia ammonizione. Allenatori: un turno e 10 mila euro di ammenda a Sarri (Lazio) “per avere, al 40′ del secondo tempo, uscendo dall’area tecnica, protestato nei confronti di una decisione arbitrale rivolgendo al Direttore di gara un’espressione irriguardosa”. Ammende ai club: 7.000 euro al Genoa, 5.000 al Torino, 3.000 alla Juventus e 1.500 al Lecce. LEGGI TUTTO

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    Ausilio: “Asllani ha bisogno di tempo, ma crediamo in lui. Brozovic ceduto per fargli spazio”

    Il direttore sportivo dell’Inter: “Inzaghi ha fiducia in Kristjan. Broja? Siamo contenti degli attaccanti che abbiamo”

    Kristjan Asllani deve avere fiducia e pazienza. Sembra questo il concetto che Piero Ausilio vuole indirettamente trasmettere al regista quando risponde alle domande dei giornalisti locali a margine della consegna dei diplomi del corso da direttore sportivo della Federcalcio albanese, nella quale era ospite. “È stato preso perché lo riteniamo importante per l’Inter – le parole del direttore sportivo nerazzurro -, anche se giovanissimo . Come tutti i giovani ha però bisogno di tempo”.

    Senza fretta—  Anche se spesso i tifosi contestano il ridotto minutaggio concesso da Simone Inzaghi, secondo il d.s. il classe 2002 non deve allarmarsi: “Crediamo in lui, anche l’allenatore. Nell’ultimo mercato abbiamo fatto uscire Brozovic per creargli più spazio, in quella posizione abbiamo Çalhanoglu. L’esperienza con la nazionale lo renderà più forte, crediamo molto in lui”. Insomma, complimenti a pioggia per Asllani che, dalle parole di Ausilio, in stagione beneficerà della cessione dell’ex compagno croato all’Al-Nassr.

    mercato—  C’è invece molta meno apertura per l’altro idolo dei tifosi albanesi, l’attaccante Armando Broja del Chelsea, che è stato accostato all’Inter come possibile occasione in prestito a gennaio. “Siamo contenti degli attaccanti che abbiamo. Conosco Broja e so che sta recuperando da un grave infortunio e che ha anche segnato un gol. Spero per voi (albanesi, ndr) che a partire da giovedì sarà importante per la Nazionale”. LEGGI TUTTO

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    Giuntoli architetto da scudetto per la Juve: domenica sarà al Festival

    Il Football director dei bianconeri interverrà alle 11.30 di domenica 15 ottobre

    Se non avesse fatto il direttore sportivo, Cristiano Giuntoli sarebbe diventato un architetto. Così avrebbe voluto mamma Cosetta, insegnante, che sognava di vederlo laureato. E lui per un po’ ci ha provato ma dopo 19 esami la passione per il pallone ha avuto il sopravvento. Così Cristiano da San Niccolò, frazione di Agliana, paese di 18 mila anime in provincia di Pistoia (dove Massimiliano Allegri ha chiuso la carriera di giocatore e iniziato quella da allenatore), un passato da difensore tra dilettanti e professionisti, invece di progettare case si è messo a costruire squadre vincenti: dalla Serie D alla A con il Carpi fino al miracoloso scudetto con il Napoli e ora la sfida con la Juventus, che in estate l’ha voluto fortemente per aprire un nuovo ciclo tricolore. 

    Spese sostenibili—  Giuntoli, che sarà al Festival dello Sport domenica 15 alle ore 11.30, è il profeta della rifondazione bianconera, l’uomo scelto dalla proprietà per coniugare competitività e sostenibilità. La Juventus è sempre stata il suo sogno, fin da quando da ragazzino si faceva 8 ore di pullman insieme a papà Tiziano, scomparso nel 2005, per andare a vederla dal vivo. I suoi idoli erano Boniek e Platini, adesso toccherà a lui scovare i campioni del futuro che sapranno far luccicare gli occhi dei piccoli tifosi bianconeri. Come ha fatto a Napoli, dove ha costruito il gioiello consegnato nelle sapienti mani di Spalletti. Il metodo Giuntoli è un mix di intuizioni e programmazione. E’ abituato a lavorare con le risorse che le società gli mettono a disposizione, il suo obiettivo è creare squadre autosufficienti: più incassi, più spendi. Giuntoli è maniacale e non lascia niente al caso: controlla tutto, dall’erba del campo all’alimentazione dei giocatori. Quando non è al campo, passa le giornate tra filmati e telefonate, la sua forza è uno scouting capillare grazie a una fitta rete di contatti e collaboratori. Così ha scovato Osimhen, Kim e Kvaratskhelia, grandi colpi con stipendi sostenibili, ma anche Lasagna ai tempi del Carpi. Chi lo conosce lo descrive come un amplificatore, capace di esaltare le qualità di chi lavora con lui o gioca nelle sue squadre. A Napoli ha lavorato con tanti allenatori, da Sarri a Spalletti, e con tutti ha instaurato un buon rapporto. A Torino ha trovato Allegri, toscano e ambizioso quanto lui. L’architetto dello scudetto è arrivato alla Juventus per rimettere i conti a posto e riportarla all’antico splendore. LEGGI TUTTO

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    Danilo scrittore! Il primo articolo del capitano Juve svela un retroscena

    Danilo, saggezza Juve e introspezione: la massima condivisa sui social. Vi avevamo raccontato così non più tardi dello scorso 28 settembre la passione per la lettura del capitano dei bianconeri, che ha iniziato una nuova esperienza fuori dal rettangolo di gioco. Danilo, oltre che un accanito lettore, ama, infatti, anche scrivere ed ha deciso di intraprendere una nuova esperienza fuori dal rettangolo di gioco: una volta al mese scriverà un articolo per la rivista brasiliana Vida Simples raccontando aneddoti della sua vita, ma tratterà anche argomenti come la salute mentale, l’alimentazione e non solo.
    Juve, Danilo scrittore: il primo articolo
    La settimana scorsa è stato pubblicato il primo pezzo scritto da Danilo. Il difensore ha raccontato un aneddoto che risale all’inizio della sua carriera in Brasile e che ha avuto una ripercussione su tutta la sua carriera: l’aver rifiutato un sostanzioso assegno per restare “fedele” a quelli che, tutt’oggi, sono i suoi procuratori, che preferisce chiamare “compagni”.
    L’articolo di Danilo: “Principi”
    “Ray Dalio, nel suo best seller Principles, racconta che anche dopo aver fondato un’azienda di successo, continuava a farsi guidare dai principi di casa. Ed è da qui che nasce la mia identificazione con il libro. Perché prima ancora di rendermene conto, sono stato guidato dai principi appresi da mia madre, Zezé, parrucchiera, e da mio padre, Baiano, camionista e atleta dilettante. Ecco un esempio dei principi che ho avuto modo di mettere in pratica solo essendo figlio dei miei genitori.
    All’età di 17 anni, mi stavo affermando nella squadra professionistica dell’América-MG, e una banca che sponsorizzava il club aveva in cambio il diritto di prendere una percentuale e di gestire la vita fuori dal campo dei giovani atleti. Io ero uno di loro. All’epoca lavoravo con i miei procuratori solo da un anno. Sono gli stessi ancora oggi, mentre festeggio il mio 32° compleanno, e per questo preferisco chiamarli compagni.
    I rappresentanti della banca mi invitarono a una riunione. Decisi di andarci da solo per intuizione. Quando entrai nella stanza, c’erano degli uomini seduti attorno ad un imponente tavolo, di fronte ad un ragazzo di Bicas, che era completamente estraneo all’ambiente che lo circondava. Indossava abiti semplici, le scarpe da ginnastica che vestiva erano le migliori che aveva. Ma con sé portava un universo di sogni e ambizioni.
    Io, che guadagnavo uno stipendio di 680 reais al mese, ricevetti un’offerta per lasciare il controllo delle mie azioni future alla banca per 500.000 reais. All’epoca mio padre viveva per strada e mia madre passava le ore in salone per aiutare a casa e crescere i miei tre fratelli. Nonostante ciò, quell’offerta non mi fece cambiare l’impegno e la fiducia già instaurati con i miei collaboratori per il modo in cui mi trattavano.
    Questo “feeling” era in realtà una lezione appresa da un’esperienza precedente, quando ci sedemmo a un tavolo improvvisato a casa mia: io, i miei amici/collaboratori e mio padre. Loro parlavano preoccupandosi di sapere da dove venivo, ma dopo un lungo discorso, mio padre rispose semplicemente: “Se Danilo ha scelto voi, è perché ha capito che siete le persone giuste per aiutarlo a perseguire il suo sogno. L’unica cosa che vi chiedo è di ricordare che è un essere umano, non una merce. Trattatelo come un essere umano”.
    Questo è uno dei tanti principi che mi hanno guidato qui. In quella riunione, ho scelto di non scambiare un sogno in cui credevo per un assegno, ho seguito i principi della mia famiglia e mi sono trattato come un essere umano. Proprio come sono io. Proprio come siamo noi!
    Sono Danilo, padre di João e Miguel, co-fondatore di VOZ Futura, calciatore della Nazionale brasiliana e capitano della Juventus”. LEGGI TUTTO

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    Lautaro, rischio Argentina: altri minuti sulle gambe. Tornerà a sole 48 ore dal Torino

    Quanto l’Inter stia prendendo il Toro per le corna è chiaro ormai a tutti. Simone Inzaghi ha poggiato un’intera squadra sulle spalle larghissime del suo capitano Lautaro e i rischi di questa dipendenza sono assai pericolosi: cosa succederebbe se per caso l’argentino dovesse fermarsi, anche per poco, visto il sovraccarico di partite? Come se non bastasse aver sommato 12 presenze su 12 tra A e Champions, è probabile, anzi scontato, che Martinez aggiungerà altre fatiche in patria. C’è una sfida doppia di qualificazioni mondiali e l’Argentina difende il titolo: nella notte (italiana) tra giovedì e venerdì al Monumental di Buenos Aires arriva il Paraguay, poi la settimana prossima tra martedì 17 e mercoledì 18 a Lima per la partita col Perù. 

    CHE FORMA—  Finora in nerazzurro Lautaro ha lasciato solo 84’, mentre nei restanti 816 non si è fatto mancare nulla: 11 reti totali già a inizio ottobre. Gli servirebbe a volte anche solo guardare i compagni dalla panchina per ricaricare le pile, ma le rotazioni di Inzaghi davanti sono ormai ridotto all’osso. Certo, non è casuale che nell’unica partita in cui è potuto entrare a gara in corso Martinez sia stato perfino più letale del solito: il poker a Salerno in 27’ resterà negli almanacchi. Nel raggiungere la Selección ha portato con sé il nuovo arrivato della famiglia: il piccolo Theo nato ad agosto ha fatto con papà e mamma Agustina il primo viaggio intercontinentale. Dentro alla squadra campione del mondo si giocherà il posto di riferimento centrale dell’attacco con Julian Alvarez: è il solito dualismo offensivo che durerà chissà quanto. Stavolta la tentazione del c.t. Scaloni è di schierarli insieme con Messi, viste le tante assenze davanti (Di Maria su tutte). Insomma, i minuti di Lautaro cresceranno parecchio, senza scordare i tempi stretti per preparare il rientro in A: arriverà ad Appiano solo giovedì 19 e 48 ore dopo ecco la scivolosa sfida in casa del Torino. Dopo il pari col Bologna, vietato sbandare ancora, sia per l’Inter che per il suo capitano che non conosce il riposo. LEGGI TUTTO