consigliato per te

  • in

    Chukwueze, caccia al sorriso (e al gol) perduto. Il piano di Pioli per Samu

    Colloqui individuali e momenti tattici dedicati, in attesa del primo gol. Il Milan ha bisogno che quello tra il nigeriano e Pulisic diventi il ballottaggio più lussuoso della stagione

    A Milanello raccontano che no, non sarebbe corretto dire che ha perso il buonumore. Il sorriso di Samuel Chukwueze però è un tantino più stiracchiato. Meno esuberante dei primi giorni, ecco. Comprensibile: i suoi primi due mesi al Milan non sono andati come voleva lui, né come immaginavano club, allenatore e tifosi. LEGGI TUTTO

  • in

    Maignan e Zangrillo: furioso botta e risposta dopo Genoa-Milan

    “Sono qui per invocare rispetto per i 35.000 che erano presenti allo stadio. Si sta rovinando il calcio. Quando non c’è la ragionevole certezza noi soccombiamo sempre. Ormai è così da tempo. Mi hanno spiegato che quando non c’è certezza è sovrana la prima decisione dell’arbitro, quindi io mi inchino. Ma chissà come mai siamo sempre in questa situazione. L’entrata di Maignan? Da medico la definisco assassina, ma fa niente. Va bene così. Il mondo del calcio è sempre più iniquo: la fanno da padrone sempre gli stessi. Vediamo quante giornate danno a Maignan. Quando c’è Davide contro Golia, in questo mondo vince sempre Golia… Basta fare gli ipocriti, lo sappiamo tutti. Quello che abbiamo visto stasera è chiaro”. Al termine di Genoa-Milan, match vinto dai rossoneri in extremis e tra le polemiche, il presidente dei rossoblù Alberto Zangrillo si era lasciato andare ad un durissimo sfogo, tanto contro l’arbitraggio quanto con il portiere francese, reo di un’entrata pericolosa costatagli il cartellino rosso. La risposta, però, non si è fatta attendere…
    La replica di Maignan
    “Zangrillo! Le parole hanno un significato – esordisce Mike Maignan in una storia Instagram -. Quello che è successo ieri è stato un atto d’azzardo, forse un atto d’azzardo deplorevole, ma in nessun caso un ‘assassinio’. Ti auguro il meglio per il futuro e spero che tu non debba mai sperimentare ciò di cui mi hai accusato”. Parole fortissime, che hanno trovato il sostegno del club di appartenenza, il Milan, che sul medesimo social network aggiunge: “Mike Maignan, chi ti conosce sa bene quanto tu sia un esempio di sportività e serietà dentro e fuori dal campo. Siamo tutti al tuo fianco”. LEGGI TUTTO

  • in

    Mourinho, la Roma, il romanismo, le vittorie e tanto altro

    TORINO – Appuntamento con la seconda parte della terza puntata di Federico Buffa Talks, la produzione originale targata Sky Sport, dedicata a José Mourinho. Federico Buffa e Federico Ferri, direttore responsabile Sky Sport, proseguono l’intervista con l’allenatore portoghese sulla Terrazza del Cinema Barberini. La seconda parte è in onda da domani, alle 19.30 su Sky Sport Uno e in streaming su NOW (disponibile on demand e in 4k).
    Tra episodi, volti e luoghi che hanno segnato il percorso di vita e sportivo di Mourinho, il viaggio tocca, in questa parte, una delle sue tappe più appassionanti: il Triplete, conquistato con l’Inter nel 2010. Un gruppo, un’impresa, di cui Mourinho sottolinea un aspetto fondamentale, l’altruismo: «Questi ragazzi – ricorda Mourinho – erano straordinari, un gruppo di altissimo livello. Ovviamente, quando vinci un triplete è una cosa storica, fantastica, possibile solo grazie a questo senso di gruppo. Io dico sempre che non ho mai visto una panchina così dal punto di vista umano. Un gigante, gigante nel senso della sua carriera, come Toldo, stava in panchina. Ivan Cordoba stava in panchina, il campione del mondo Materazzi stava in panchina. Dejan Stankovic tante volte stava in panchina. Questa gente, bisogna essere veramente gente di squadra per avere questa empatia collettiva». La narrazione del personaggio Mourinho prosegue non senza toccare la scelta di lasciare Milano, nonostante il rapporto con la famiglia Moratti, per andare al Real Madrid, con cui in tre anni vincerà una Liga, una Coppa del Re e una Supercoppa spagnola. In questo percorso, assume un ruolo centrale il suo modo di gestire i giocatori e lo spogliatoio e di vivere le piazze allenate, fino ad arrivare a Roma.«Io personalmente – spiega Federico Buffa – non credevo potesse tornare in Italia. Però questa città deve avere qualcosa di speciale… ricordo che Liedholm vinse lo scudetto col Milan della stella e disse: “Non mi interessa più, io vado a Roma”. Ed era una grande Roma, quella con Bruno Conti, Paolo Roberto Falcao. Questo posto è abbastanza magnetico, non tanto per la storia della città, ma proprio per il club. Lo stadio adesso è sempre pieno. La gente, dopo che tu la porti di nuovo in Europa a giocare per alzare una coppa, cambia la percezione che ha di sé stessa e dell’ambiente».
    Mourinho e il ritorno in Italia
    «La Roma – racconta Mourinho – è arrivata con un discorso che mi è piaciuto, ed è stata la proprietà che mi ha fatto venire. Dopo, quando sono arrivato e ho imparato a conoscere il romanismo, ho imparato a conoscere tutti i loro dubbi, ho imparato a conoscere tutte le loro frustrazioni e ho cercato di entrarci dentro. Mi piace il romanismo. Mi piace il romanista puro, mi piace il romanista della strada. Quando sono in panchina e guardo alla destra all’Olimpico mi emoziono ancora». Eppure, nonostante questo seguito appassionato, viene il dubbio che l’allenatore, come dice Federico Ferri, in fondo sia un uomo solo. «Calcisticamente parlando – spiega il portoghese – quando vinci hai difficoltà a camminare, perché c’è una quantità enorme di gente. Quando perdi sei un uomo solo. Questa è la mia esperienza di più di vent’anni, che mi fa pensare e mi fa sentire così».  A metà tra storie di calcio e filosofia di vita, questo viaggio in compagnia di José Mourinho porterà a disegnarne un ritratto intimo e anticonvenzionale, rivelando curiosità divertenti e aspetti inconsueti. La seconda parte della terza puntata di “Federico Buffa Talks” sarà disponibile da domani, martedì 10 ottobre, su Sky Sport Uno e in streaming su NOW, per la prima volta anche in 4k, introdotto da Massimo Oldani, splendida voce storica di Radio Capital. La prima parte è disponibile on demand. LEGGI TUTTO

  • in

    Cairo e il ko nel derby con la Juve: “Molto deluso. Juric? Fiducia totale”

    È ancora tanta la delusione in casa Torino dopo la sconfitta patita nel derby dell’Allianz Stadium contro la Juventus. I granata sono usciti sconfitti per 2-0, ma a lasciare l’amaro in bocca è stata soprattutto la prestazione dei ragazzi di Ivan Juric. Un malcontento che non ha nascosto Urbaino Cairo, presidente del Torino, due giorni dopo il ko, ribadendo comunque la fiducia nei confronti del proprio tecnico.
    Cairo: “Deluso, ma ho fiducia in Juric”
    Così il presidente granata a margine della presentazione della partenza del Giro d’Italia: “La partita non ci è piaciuta, è stato brutto perdere così: era una sfida alla portata, sono stato molto molto dispiaciuto e deluso. Il primo tempo è stato di studio, senza grandi occasioni, ma si poteva fare qualcosa in più. Tante sconfitte con la Juve? Non è che gli ultimi 30 anni si siano vinte tante partite, i successi sono più precedenti…”. Fiducia in Juric? Cairo chiarisce: “È totale”. Ma il patron del Toro, seppur sorridendo, chiosa così: “Quello che non riesco a fare con Juric è che non ascolta la mia formazione, l’ho fatto con il Giro che passa vicino a casa mia, a Masio”. LEGGI TUTTO

  • in

    Niente Serbia per Vlahovic. Curerà la lombalgia con vista Milan

    Salterà le prossime sfide con Ungheria e Montenegro puntando a risolvere il problema fisico prima possibile

    Dusan Vlahovic salta la nazionale: trascorrerà la pausa alla Continassa, con l’obiettivo di smaltire la lombalgia e rimettersi a disposizione di Allegri alla ripresa nel big match contro il Milan. La Serbia dovrà dunque fare a meno del centravanti nelle prossime sfide in programma con Ungheria e Montenegro: la speranza del calciatore è di risolvere il problema fisico prima possibile, così da poter ritrovare continuità da qui a fine anno. E non ripetere un’altra stagione a mezzo servizio dopo i tanti forfait dell’anno scorso a causa della pubalgia. 

    VERSO IL MILAN—  Il bianconero aveva cominciato la stagione con 4 reti nelle prime quattro gare di campionato. Alla vigilia della partita con l’Atalanta, al termine della rifinitura, il giocatore ha però riferito ad Allegri del mal di schiena che aveva già dovuto gestire nella settimana precedente. Dopo il forfait nella trasferta di Bergamo ha saltato anche il derby contro il Torino: sta meglio, ma è ancora in carico ai preparatori che lo seguono in un programma personalizzato. Vlahovic a San Siro vuole esserci, da protagonista: ecco perché non ha risposto alla convocazione della Serbia, in cui spera di tornare molto presto. LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli, De Laurentiis e Garcia si sono incontrati: il futuro del tecnico resta incerto

    Dopo il pesante k.o. di domenica al Maradona contro la Fiorentina il presidente valuta la sostituzione

    Ore di riflessione in casa Napoli e la posizione di Rudi Garcia non appare più così solida dopo solo 10 partite, 8 di campionato e 2 di Champions e 3 sconfitte – tutte al Maradona – che hanno lasciato il segno. Fra stanotte e in mattinata il presidente Aurelio De Laurentiis ha sentito sia il tecnico che i suoi più stretti collaboratori. Il produttore è parecchio arrabbiato e anche preoccupato per quello che sta succedendo alla squadra campione d’Italia e ovviamente non vuole mettere a rischio né il cammino in Champions né quello in campionato dove però il Napoli deve rimanere saldo nelle prime quattro posizioni e attualmente ne è fuori.

    volontà—  Dall’interno emerge la volontà di cercare correttivi ma mantenere ancora l’attuale gestione tecnica. Questo non significa che intanto il numero 1 del Napoli non si guardi attorno e rimbalza ripetutamente su radio mercato il nome di Igor Tudor, il croato che ha allenato il Marsiglia nell’ultima stagione. Insomma ci potrebbero essere novità a breve, perché se De Laurentiis decidesse di cambiare lo farebbe in maniera netta e rapida senza perdere troppo tempo. Anche perché così darebbe modo al nuovo tecnico di preparare un po’ la squadra (anche se la maggior parte sono nazionali) durante questa sosta. LEGGI TUTTO