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    Numeri, gol, equilibri: la migliore Juve dell’Allegri-bis

    Milan e Inter hanno fatto meglio in questo avvio di campioanto. Ma a differenza del passato recente, i bianconeri non si sono eliminati da sola dalla corsa scudetto con l’inizio sbagliato. E le cifre dicono che…

    Per far deragliare basta non solo un girone, ma anche un mese sbagliato, una settimana storta e possono essere perfino sufficienti gli ultimi 90 minuti maledetti, come insegna ampiamente la storia. Per ribadire la banalità che i conti si possono fare solo alla fine. Ma di contro, se lo scopo non è fare un bilancio ma capire se può nascere un fiore da questa Juve, essere arrivati quasi a un quarto di campionato, già alla seconda sosta per le nazionali e con un paio di big match già in archivio è già un campione sufficiente per tirare una riga. E constatare quello che i numeri dicono ancora: cioè che quella vista finora è la Juventus migliore dall’ultima volta che ha vinto lo scudetto, la migliore dal ritorno di Allegri sulla panchina bianconera.  LEGGI TUTTO

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    Frosinone al lavoro verso il Bologna, Soulé si allena a parte: il motivo

    Weekend senza Serie A, con la pausa per le Nazionali a farla da protagonista. Nonostante ciò, chi non è partito continua a lavorare con i propri club in vista del ritorno del campionato previsto la prossima settimana. Si allena il Frosinone agli ordini di Eusebio Di Francesco, con il tecnico gialloblù che deve fare a meno dei nazionali Oyono, Kvernadze e Cuni. Tre gli assenti, diversi gli acciaccati che non si sono allenati col resto del gruppo.
    Frosinone al lavoro, Soulé a parte
    A svolgere allenamento differenzato, infatti, Kalaj, Kaio Jorge e Soulé. Per quest’ultimo lavoro a parte soltanto a scopo precauzionale. A loro si aggiungono Caso e Gelli (personalizzato) e Harroui (terapie). Dunque per Soulé, tra i protagonisti del soprendente inizio di campionato del Frosinone e con lo sguardo vigile di Massimiliano Allegri su di lui, nessuna particolare problematica fisica segnalata dal club: gestione dei carichi di lavoro in vista del rientro in campo previsto domenica 22 ottobre al Dall’Ara contro il Bologna di Thiago Motta. L’argentino ha realizzato fino ad ora due reti in campionato (l’ultima decisiva contro il Verona) e rappresenta una delle note più positive dell’inizio di stagione dei ciociari. I gialloblù, dopo 8 giornate, hanno collezionato ben 12 punti, e sono la squadra con più legni colpiti fino ad ora (ben 8). LEGGI TUTTO

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    Mencucci: “Vi spiego come si gestisce il Lecce dei miracoli”

    L’amministratore delegato del club rivelazione della Serie A racconta il piano di rilancio avviato nel 2022, tra valorizzazione dei talenti, bilanci di nuovo in utile e autosufficienza dagli azionisti

    Il Lecce rivelazione di questo primo scorcio di campionato non è soltanto la favola della squadra con il monte-ingaggi più basso della Serie A (17 milioni). È una case history di ristrutturazione aziendale. Sì perché i conti dei giallorossi, invidiati da tutti, fino a poco tempo fa non erano affatto buoni.  LEGGI TUTTO

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    Pavard entusiasta: “All’Inter tutti credono in me. Un sogno essere in un club così leggendario”

    Il difensore a Canal+ ha spiegato: “Tutti credono in me: la società, i compagni e l’allenatore. Questo si riflette sulle mie prestazioni e all’Inter sto davvero bene. San Siro eccezionale”

    Benjamin Pavard non è assolutamente pentito di aver lasciato il Bayern Monaco per “sposare” l’Inter. Lo ha ammesso durante un’intervista a Canal+. “Sono stato sette anni in Germania tra Stoccarda e Bayern Monaco, il club dove ho vinto tutto e giocato con grandi campioni. Sono cresciuto come calciatore, ma soprattutto come uomo. Era però arrivato il momento di cambiare, di scoprire un nuovo Paese e una nuova cultura. E l’Inter è stata la soluzione ideale per me: è un club leggendario che ha giocato l’ultima finale di Champions”.

    AMORE INTER—  Accolto con affetto dai tifosi, ha ricambiato sui social e in campo: “L’Italia è il Paese dei difensori e qui imparerò molto. Io volevo giocare nella difesa a tre, per poter essere il primo a impostare l’azione. L’Inter nella sua storia ha avuto grandi difensori, gente come Walter Samuel e Javier Zanetti, una leggenda del club che lavora ancora lì. Tutti credono in me: la società, i compagni e l’allenatore. Questo si riflette sulle mie prestazioni e all’Inter sto davvero bene. San Siro è uno stadio eccezionale e mi esalta scendere in campo lì. Il numero 28? É il giorno del mio compleanno, il 28 marzo, e ho iniziato con questo numero al Lilla. Spero di fare ottime cose anche all’Inter con il 28”. LEGGI TUTTO

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    Juve, senti Arthur: “Fiorentina da Champions, rivoglio il Brasile”

    FIRENZE – La Fiorentina è tra le protagoniste di questo avvio di stagione, dopo il successo a casa dei campioni d’Italia del Napoli i Vola si sono portati al 3° posto in classifica a pari punti con la Juventus (17). Proprio l’ex bianconero Arthur ha esaltato il potenziale della squadra di Vincenzo Italiano senza porre limiti: “Abbiamo l’ambizione di raggiungere la Champions League. L’importante è la continuità in campionato e dobbiamo affrontare tutte le partite con una mentalità vincente, poi vedremo dove arriveremo. Siamo partiti molto bene, manca però ancora tanta strada da fare – aggiunge – Non c’è un obiettivo preciso che ci siamo dati all’inizio della stagione, dobbiamo tuttavia giocare al meglio in ogni partita perché sono tutte sfide decisive” sono state le sue parole al portale brasiliano EFE Brasil.
    Obiettivi personali: la Nazionale
    “Vorrei tornare nel Brasile e so che per farlo devo prima fare bene qui a Firenze, ma ovviamente è uno dei miei obiettivi. Alla Fiorentina ho avuto un adattamento molto rapido perché conoscevo già la Serie A, ma soprattutto grazie ai miei compagni che mi hanno aiutato fin dal primo giorno. E poi ho un ottimo rapporto con l’allenatore e questo è un fattore importantissimo. La scorsa stagione al Liverpool è stata molto dura, l’infortunio non mi ha permesso di giocare per molto tempo. Ora mi sento bene fisicamente, mi trovo bene con i compagni e mi piace la nostra idea di gioco”. LEGGI TUTTO

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    Ronaldo e Dybala, l’addio di Bonucci e la positività di Pogba: quanti casi, Juve senza pace

    Andando oltre il caso plusvalenze, che insieme alle manovre stipendi ha spinto la società bianconera verso un patteggiamento e i 10 punti di penalizzazione sulla classifica dello scorso campionato, la Juve negli ultimi mesi si è ritrovata coinvolta in una serie di controversie con i propri calciatori o ex. Vicende singolari, che hanno spremuto ulteriormente le energie lontano dal campo in un momento storico delicato per il club torinese. Mai come negli ultimi anni ci si è ritrovati contro i singoli per vicende più o meno anomale, concentrate in davvero poco tempo. Vediamo meglio nello specifico. LEGGI TUTTO

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    Chiesa, l’infortunio e Milan-Juventus: l’esito degli esami

    BARI – Niente da fare: Federico Chiesa ha alzato bandiera bianca e ha lasciato il ritiro di Coverciano per tornare a Torino. Il fastidio alla coscia non è passato e il “percorso” studiato con lo staff azzurro si è rivelato inefficace per provare a giocare martedì contro l’Inghilterra. Lo ha spiegato Luciano Spalletti: «Oggi (ieri, ndr) Chiesa ha provato ed era soltanto al 30 per cento. Sentiva dolore e dunque il tempo verso martedì (quando si giocherà a Wembley; ndr) era ormai ristretto: avrebbe dovuto essere al 70, domani andar forte, doman l’altro fortissimo. Non ce la fa e così lo si manda via, inutile tenerlo per nulla. Lui era dispiaciuto. Anzi, dispiaciutissimo perché è la seconda volta di fila che non gli riesce di giocare…».
    La volta scorsa, nel raduno di settmbre che ha portato alle gare contro Macedonia e Ucraina, Chiesa lasciò il ritiro praticamente subito, anche allora alle prese con fastidi muscolari, ma il tempo gli permise di recuperare per la gara contro la Lazio, durante la quale segnò anche. Stavolta, invece, è arrivato a Coverciano dopo aver saltato il derby e ha messo in pista una anomalia rara: quella di un giocatore che risponde alla convocazione della Nazionale dopo aver saltato la gara con il proprio club. LEGGI TUTTO

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    Lungimiranza, necessità o voglia di progettare: questa è la via virtuosa

    Qualcosa si sta muovendo anche in Italia: gli altri Paesi in Europa sono più avanti, ma la strada seguita dai nostri dirigenti sembra essere quella giusta

    Certo, non siamo ancora al livello, o non abbiamo il coraggio, dell’Ajax, che ha impiegato oltre il cinquanta per cento di calciatori Under 21. Dobbiamo ancora imparare anche da campionati, come la Premier, in cui se un diciottenne è di valore non si aspetta un minuto a metterlo in campo. Ma qualcosa, ed è un segnale importante, si sta muovendo anche in Italia. Sarà la lungimiranza di alcuni dirigenti, sarà la necessità di dover far quadrare i conti, sarà una nuova – e lodevole – voglia di progettualità, ma anche il nostro campionato si sta adeguando a una tendenza virtuosa.  LEGGI TUTTO