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    Motta, l’Inter di Inzaghi e quella del Triplete: “Unite e combattive”

    Il tecnico fa un confronto fra la squadra con cui vinse da giocatore e quella finalista l’anno scorso col City. Poi parla di Bologna e arbitri: “Penso a quello che posso controllare”

    Prima di uscire dalla sala-conferenze, Thiago viene “bloccato” da una domanda a… lunga gittata: senza entrare nel merito dei singoli, cosa aveva in comune la sua Inter del Triplete con quella che l’anno scorso ha raggiunto la finale di Champions? “La stessa voglia di combattere, la compattezza, l’idea di darsi una mano, correre. Eto’o faceva il terzino, ricordate…? Ormai guardi le squadre e tutti corrono, uniti. Si aiutano. Il risultato dello scorso anno ha dato ulteriori certezze a questa Inter, una consapevolezza maggiore del gruppo che sta crescendo: non arrivi in finale di Champions per caso” sorride Thiago Motta a due giorni dall’affrontare l’Inter, la squadra non solo prima in classifica ma anche quella davanti al Bologna in fatto di gol subìti: 3 i nerazzurri e 4 (come il Nizza) il Bologna, che è quindi la seconda migliori difesa in Europa. Bologna che ha fuori per infortunio Kristiansen dopo Posch e Lucumi: tre quarti della difesa titolare insomma. “Ma non sono preoccupato: io adoro la fase difensiva perché se fatta bene è simbolo di una squadra in cui tutti lavorano per l’altro, tutti disponibili per difendere la propria casa”. 

    e cita marco aurelio—  Altra domanda. Motta: ha mai pensato per un secondo a dove sarebbe il Bologna se non ci fossero stati errori arbitrali unanimemente riconosciuti? Pausa. Sorriso e citazione – senza entrare nel merito – dell’imperatore filosofo Marco Aurelio. “I pensieri di Marco Aurelio…” sorride il tecnico del Bologna. E nella sua testa probabilmente il ragionamento è inerente al non dover perdere troppo tempo sulle cose che non contribuiscono a farci crescere, concentrandosi invece su tutto ciò che è sotto il nostro controllo. “Ci sono episodi che determinano le gare ma io penso a quello che posso controllare: giocare contro l’Inter dev’essere visto come un privilegio e i ragazzi devono essere pronti a capire ogni momento della gara, a portarla dalla nostra parte. Gli errori arbitrali? Come ha detto Fenucci anche loro sono dispiaciuti e l’ho detto anche al direttore di gara di Monza in cui mi sono arrabbiato. Bisogna continuare a lavorare per pensare cosa migliorare. Certo, avendo la tecnologia a disposizione sarebbe meglio non commettere più certi errori…” LEGGI TUTTO

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    Rapuano infortunato, derby di Torino assegnato a Massa

    Modificata la designazione arbitrale di Juventus-Torino: scelto Massa dopo che Rapuano ha avuto un problema alla schiena

    Cambia l’arbitro del derby della Mole. Attraverso un comunicato ufficiale, l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) ha informato del cambio del fischietto. Antonio Rapuano, arbitro inizialmente designato per il derby, è infortunato e non potrà prendere parte al grande appuntamento. Al suo posto ci sarà Davide Massa.

    il comunicato—  “L’Associazione Italiana Arbitri comunica che l’arbitro Antonio Rapuano, inizialmente designato per la direzione della gara Juventus-Torino (in programma sabato 7 ottobre alle ore 18), sarà sostituito da Davide Massa. La modifica si è resa necessaria in seguito ad un infortunio muscolare alla schiena”. LEGGI TUTTO

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    Fermi tutti, questa è una rapina. Nella sede dell’Inter

    Campagna abbonamenti 1984-85, tanta gente in fila, l’entusiasmo per lo squadrone allestito da Pellegrini. Ma all’improvviso…

    All’improvviso, un urlo. “Fermi tutti: questa è una rapina”. L’accento è milanese, il tono della voce non ammette repliche. Il passamontagna calato sul viso è un segnale, la pistola una certificazione. Èddavvero una rapina. L’impiegato dietro al banco – un signore di sessant’anni – si sente mancare, sbianca, annaspa, si aggrappa ad una sedia per non svenire, ma le ginocchia gli cedono, così si accascia. E mentre cade a terra pensa che tutto si sarebbe aspettato, non di venire rapinato lì, sul posto di lavoro, nella sede dell’Inter di via Foro Buonaparte al civico 70, alle sei e mezzo del pomeriggio di un qualsiasi mercoledì di luglio. Nella stanza cala il silenzio, ma è un attimo. Poi gli eventi accelerano, come se fossero stati assaliti da una frenesia che di punto in bianco ha stravolto l’ordine delle cose.  LEGGI TUTTO

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    Juve, la mappa dei prestiti: chi vola, chi stenta, chi potrebbe tornare

    La “colonia” di Frosinone, la seconda vita di Arthur, De Winter che cresce e gli altri: Giuntoli monitora tutti, per far cassa o…

    La Juve studia la squadra dei prestiti con l’obiettivo di farci cassa o attingere eventualmente per colmare un’esigenza futura. A parte Kaio Jorge, che deve ancora fare il debutto stagionale in A, il blocco del Frosinone è quello che sta dando più soddisfazioni. Di Francesco punta forte su Barrenechea e Soulé: il primo ha giocato per intero tutte le partite, il secondo ha pure trovato la sua prima rete con la maglia gialloblu ed è in continua crescita. Su entrambi il club bianconero spera di farci mercato nelle prossime sessioni: in estate le offerte ricevute non erano alla portata delle valutazioni fatte alla Continassa, per questo non si sono mossi a titolo definitivo.  LEGGI TUTTO

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    Inter, come usare Sanchez: da esodato ad asso nella manica di Inzaghi

    Il cileno si è lasciato alle spalle i problemi di anemia di inizio stagione e sta mettendo preziosi minuti nelle gambe. Adesso è una valida alternativa per far rifiatare Thuram

    Il Nino Maravilla rialza la testa ed è pronto a fare la sua parte. Lasciatosi alle spalle i problemi di anemia che lo hanno afflitto a inizio stagione, adesso Sanchez può essere un valore aggiunto per l’Inter e per Inzaghi nella logica del turnover. Le ultime apparizioni contro Salernitana e Benfica hanno messo in evidenza una condizione fisica in crescita e quella “fame” necessaria per entrare nelle rotazioni di un reparto offensivo che fino a novembre dovrà fare a meno di Arnautovic. Al cileno manca ancora il gol, ma dal rientro in Italia dopo gli impegni con la nazionale ha iniziato a mettere preziosi minuti nelle gambe, dimostrando l’impegno e lo spirito di sacrificio che non ha lasciato indifferente il tecnico piacentino. 

    vita nuova—  Da “esodato” a “jolly”, lo status del cileno si è capovolto nel giro di un anno e poco più. Accompagnato alla porta la scorsa estate per ragioni di bilancio, a fine agosto Sanchez è tornato per dare una mano e dimostrare di poter ancora rendere ad alto livello, quello che l’Inter ha ormai raggiunto stabilmente con Inzaghi. Le premesse, a dir la verità, non erano state incoraggianti a causa della mancata preparazione estiva, di quasi tre mesi di inattività e di una fastidiosa anemia che aveva spinto lo staff medico nerazzurro a progettare uno specifico trattamento alimentare. Per non parlare delle solite polemiche generate dalla decisione di rispondere alla chiamata in nazionale nonostante le precarie condizioni di salute. Ma da metà settembre la musica è cambiata: negli ultimi sei impegni ufficiali dei nerazzurri tra campionato e Champions, il Nino ha risposto presente in cinque occasioni facendosi trovare pronto nel momento del bisogno. Dopo il debutto a San Sebastian negli ultimi 21’, il cileno ha marcato presenza anche contro Empoli, Sassuolo, Salernitana e Benfica, collezionando un totale di 124’ in campo e facendosi apprezzare anche dai tifosi, che gli hanno riservato applausi per l’impegno e l’intensità dimostrati.

    valore aggiunto—  A chi temeva fosse un giocatore ormai finito, il cileno ha risposto con i fatti. A incoraggiare tecnico e tifosi sono stati soprattutto gli ultimi 67’ giocati contro Salernitana e Benfica, con un Sanchez carico, in perenne movimento e sempre pronto anche a ripiegare in fase di recupero. Con l’uscita dal campo di Thuram contro i portoghesi, il Nino ha dato una grossa una mano a mantenere i ritmi alti senza concedere metri alla reazione avversaria. Se ci sarà ancora la necessità di far rifiatare Lautaro o Thuram, Inzaghi adesso sa di poter contare sul cileno, che nel frattempo ha voltato pagina dopo le frecciate dirette al tecnico la scorsa primavera, quando ancora vestiva la maglia del Marsiglia. L’impegno e l’intensità che ha messo in campo il Nino nelle ultime uscite sono una garanzia per chi, come Inzaghi, sarà costretto a fare di necessità virtù almeno per un mese, in attesa che rientri Arnautovic per garantire respiro alla “ThuLa”. La classe è rimasta intatta, l’impegno non discute e, a giudicare dalle prime cinque presenze stagionali, il cileno non pare intenzionato a risparmiarsi, accettando anche quel ruolo di rincalzo cucitogli addosso al momento del suo ritorno a Milano. Adesso manca solo il gol, per accrescere la fiducia e ripartire di slancio come fatto nelle ultime uscite. Di questo passo, c’è da scommetterci che non tarderà ad arrivare. LEGGI TUTTO