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    Roma Primavera sconfitta 3-0 a tavolino contro l’Empoli: il motivo

    Roma Primavera, perché ha perso a tavolino contro l’Empoli
    La partita era terminata 3-5 in favore dei giallorossi. Il club toscano ha, però, presentato ricorso: accolto. Durante l’incontro la Roma aveva, infatti, sostituito il calciatore “fuori quota” Louakima (classe 2003) con Martin Vektal (classe 2004) violando la norma che, in deroga al limite di età di carattere generale stabilito per la partecipazione dei calciatori alla Competizione (nati dal primo gennaio 2005 in poi e che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età, consente alle società di impiegare sei calciatori nati nell’anno 2004, anche contemporaneamente, ed un solo ulteriore “fuori quota”, ossia nato prima del primo gennaio 2005. Oltre alla sconfitta a tavolino, il giudice sportivo ha comminato l’ammonizione al dirigente accompagnatore della Roma, Manuel Marzocca. LEGGI TUTTO

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    Michela Persico ai fan: tra progetti lavorativi e desiderio di gravidanza

    Michela Persico, compagna del calciatore della Juventus Daniele Rugani, è tornata a far parlare d sé per alcune dichiarazione rilasciate ai suoi fan sui social. In risposta ad alcune domande dei suoi followers su Instagram, la conduttrice tv e giornalista ha svelato quali sono i suoi prossimi impegni professionali e non solo.
    Lady Rugani: tra film, progetti futuri e famiglia
    A chi le ha chiesto se stesse pensando alla possibilità di lavorare in un altro film, Michela Persico ha replicato: “Si. Al Festival è stata presentata una bozza di quello che sarà il nuovo progetto: quindi se le cose non cambiano, a marzo ci sarà un nuovo film”. Ma non è tutto, poiché un altro utente ha chiesto quali fossero i progetti per il futuro. Anche in questo caso la risposta di lady Rugani è arrivata immediata: “Riprenderò molto probabilmente la conduzione di un bellissimo progetto che piacerà a tanti ometti, ma non pensate male: vediamo se va in porto”. E sull’eventualità di allargare la famiglia, la Persico ha chiarito: “Nei progetti. Ma come ogni cosa… Vedremo”. LEGGI TUTTO

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    Torino, Agroppi: “Buongiorno, la tua è una lezione al mondo”

    Del primo, ovviamente Alessandro Buongiorno, abbiamo parlato con il secondo, Aldo Agroppi, che la maglia granata l’ha indossata dal 1967 al 1975, quando venne ceduto al Perugia. E non ha nascosto l’entusiasmo per la scelta del difensore di restare al Toro: «Bisogna studiarlo perché è un caso rarissimo al mondo».
    Cosa ha pensato quando ha letto la notizia del no di Buongiorno all’Atalanta?«Non ci potevo credere, ho gridato “viva Buongiorno”. Ha fatto una pazzia, una cosa stupenda. Si dice che il buongiorno si vede dal mattino, noi invece ora Buongiorno lo vedremo la mattina, il pomeriggio e anche la sera». Quella di restare è stata anche una scelta in controtendenza con quanto avvenuto in estate, con tantissimi calciatori che hanno lasciato l’Europa per andare a guadagnare di più altrove.«È un grande: infatti, ha dato una lezione al calcio mondiale. Ha rinunciato anche a migliorare la propria posizione economica per restare al Torino. La sua è stata una scelta di grande valore morale che andrebbe premiata».
    Premiata dal Torino promuovendolo – per quanto la fascia sia meritatamente sul braccio di Rodriguez – immediatamente a capitano?«La fascia se la merita, diamogliela subito. Ma una scelta come la sua di restare nella propria squadra, in questo momento storico, andrebbe premiata ancora di più».In che modo?«I giovani devono capire che il calcio non è il gioco del denaro, è giusto guadagnare ma non speculare. Ogni anno vengono dati tanti premi, quelli per gli allenatori, quelli per i migliori calciatori, ma sarebbe giusto che la federazione desse anche significato a questi gesti che devono essere da esempio per i giovani». Possiamo già immaginare Buongiono come una bandiera del Torino anche negli anni che verranno?«Ha giurato fedeltà al Toro, ora quella scelta di fedeltà deve portarla fino in fondo. Si è impegnato non solo per il presente ma anche per il futuro al Torino, deve terminare la carriera con la maglia granata addosso, altrimenti poi anche le valutazioni cambierebbero».
    Si è stupito del fatto che la società si sia invece seduta al tavolo per trattare con l’Atalanta la cessione di Buongiorno?«No, che la società tratti per il trasferimento di un calciatore ci può stare, sono stati però bravi a non forzare a tutti i costi la cessione. Quando Buongiorno ha detto che avrebbe voluto restare non gli hanno fatto pressioni per mandarlo via ugualmente. Bisogna darne atto. Per questo onore anche alla società. Mi ha toccato la decisione di rispettare la volontà del calciatore, anche perché con me andò diversamente quando venni ceduto al Perugia». Come andò quella volta?
    «Anche se trasferendomi al Perugia potevo guadagnare di più, non volevo andare via. Avevo le idee chiarissime: io volevo restare al Torino. E invece fui ceduto senza che nessuno mi avvisasse, né un cenno, né un abbraccio, né un salto. Niente. Piansi, lo considerai un affronto. Posso capire che la società volesse cambiare mandando via la vecchia guardia: Ferrini si era ritirato, io e Cereser fummo ceduti. Sarebbe però bastato che ce lo dicessero in altro modo». Tornando a Buongiorno, c’è qualcosa che vorrebbe dirgli?«Alessandro sei un grande, ti aspetto a casa mia per un pranzo». LEGGI TUTTO

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    Bonucci all’attacco: causa alla Juventus per risarcimento danni

    La saga Bonucci-Juve si arricchisce di un nuovo capitolo: il difensore, ora all’Union Berlino, ha infatto deciso di portare avanti l’azione legale contro il suo vecchio club. Messo ai margini dalla società in estate, il centrale, dopo una riflessione durata parecchie settimane, ha deciso di cambiare aria e volare lontano dall’Italia per la prima volta in carriera.

    In Bundesliga troverà lo spazio necessario per cercare di centrare il suo ultimo obiettivo: gli Europei 2024 proprio in Germania. Bonucci ha dunque deciso di andare fino in fondo e ha dato mandato ai suoi legali, Antonio Conte e Gabriele Zuccheretti, di dar seguito all’azione giudiziaria prevista dall’accordo collettivo. LEGGI TUTTO

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    Nazionale in crisi. Ma perché in Italia non nascono più campioni?

    Non ci sono più i Totti, i Baggio e i Mancini. Poca fantasia e organizzazione esasperata sin da bambini. È ora di fare una riflessione

    Échiaro che tutte le attenzioni si siano concentrate sulla sfida con l’Ucraina. Non c’è dubbio che la partita con la Macedonia del Nord abbia finito per alimentare dibattiti e discussioni. Non c’è dubbio che la doppia eliminazione dal Mondiale abbia rappresentato una ferita che ancora fa male, perché una scuola come quella italiana non aveva mai provato delusioni così cocenti. Ci avessero raccontato anni fa che per due volte ci saremmo dovuti sistemare in poltrona per assistere alle sfide delle nostre concorrenti storiche, sicuramente non ci avremmo creduto. Avremmo pensato a uno scherzo. E invece è andata esattamente così. Ciò che però colpisce, continuando a guardare il dito e non la luna, è che in molti siano concentrati sul risultato – anzi sui risultati – non all’altezza. Ma fatichi di contro a farsi strada la vera domanda che dovrebbe invece interessarci: ma perché in Italia non nascono più talenti? Certo, abbiamo buoni giocatori, in qualche caso – e potremmo fare i nomi – anche ottimi giocatori.  LEGGI TUTTO

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    Natan studia l’italiano: “Difendere, uscire, prendere”, i vocaboli virali

    Natan e l’italiano: la storia su Instagram
    La conoscenza della lingua. Un aspetto come sempre non marginale per un calciatore professionista: indispensabile per comprendere le indicazioni dell’allenatore e dei compagni di squadra, per accelerare il processo di ambientamento nelle più banali interazioni della vita quotidiana e all’interno dello spogliatoio.
    Piccoli passi per calarsi gradualmente nel nuovo contesto professionale. In collegamento da remoto con il suo prof Natan ha svelato che sta lavorando sui verbi più utilizzati in una partita di calcio da un difensore: prendere, salire, giocare, andare, sapere, difendere, costruire, uscire. Declinazione dopo delcinazione, prima, seconda e terza persona singolare e plurale. Capire e farsi capire. Emoji del tricolore e del taccuino e avanti tutta. Natan formato studente modello. LEGGI TUTTO

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    Inter-Milan, il derby in quattro mosse

    Inzaghi vuole la superiorità numerica sulle fasce, specialmente cercando di affondare sul lato debole. Pioli da luglio ha cambiato il Milan: ha tolto il trequartista e usa almeno un terzino dentro il campo

    Luca Bianchin-Vincenzo D’Angelo
    12 settembre – MILANO

    Possibile stanare il Milan in due mosse? Probabilmente no, anche perché saranno tanti gli appunti che avranno preso Simone Inzaghi e il suo staff durante lo studio della squadra di Pioli.  LEGGI TUTTO