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    Il Torino torna su Saldanha: idee mercato tra Sanabria, Zapata e Bonny

    Attacco granata: chi va e chi resta
    In tal senso e guardando alla prova di Udine è in questo momento Okereke la miglior spalla del sudamericano. Ma va riscattato e i 4 milioni stabiliti a gennaio con la Cremonese sono ritenuti troppi. Pellegri nel Toro non ha trovato la vena realizzativa, e a questo punto è bene vada a giocarsela altrove e possibilmente da titolare. Resta Sanabria: ha rinnovato e a inizio stagione era un inamovibile, ma ha segnato soltanto 4 gol e tatticamente non è il miglior compagno di Zapata. Tutt’altro che da escludere, quindi, la possibilità che dal Fila finiscano per andarsene ben tre attaccanti, a fine stagione. 
    Bonny e Saldanha sul taccuino di Vagnati
    Anche alla luce di questa prospettiva si legge l’attivismo di Vagnati, attento a più soluzioni per provvedere a quella che si annuncia come una probabile rivoluzione. Su Tuttosport di ieri si è dato conto dell’interesse per Bonny (21 anni da compiere), promessa del Parma con il talento per gli assist che ha una valutazione di poco inferiore ai 10 milioni. Un investimento importante, ma che il Toro potrà decidere di mettere a bilancio per dotarsi di un prospetto dal presente brillante e dal futuro potenzialmente dorato.
    Nell’immediato servirebbe però anche il giocatore più esperto: per questo il dt granata è tornato a sondare il terreno per Saldanha, centravanti brasiliano che nel Partizan sta segnando gol a raffica, ben 16 in 22 partite del campionato serbo. Costa come Bonny, qualcosa in più visto che il club di Belgrado chiede 10 milioni e non è intenzionato a effettuare sconti. Alto, ma all’interno dei parametri della società granata lo stipendio, fissato in un milione e mezzo netto l’anno. Il conto totale per i due cartellini, prevedendo cioè di prendere sia Saldanha che Bonny, fa 20 milioni.
    Sanabria e l’ipotesi cessione
    Metà dei quali potranno entrare dalla cessione di Sanabria. Elemento fin qui venuto un po’ a mancare, in quella che invece sarebbe dovuta essere l’annata della sua conferma, dopo le 12 reti della scorsa Serie A. Mentre se i granata faticano a entrare nelle prime otto posizioni della classifica, è anche e soprattutto a causa dei pochi gol messi a disposizione dal paraguaiano e da Vlasic (parzialmente riscattatosi con la rete di Udine).
    Chiaro che i gol di Saldanha – comunque realizzati in un campionato più modesto di quello italiano – ingolosiscano la dirigenza granata, alla feroce ricerca di un bomber da doppia cifra da schierare assieme a Zapata. Il Torino ha già provato a dare corpo alla coppia di attaccanti a gennaio, ma l’offerta formulata da Vagnati, e vincolata al tetto di spesa al tempo imposto da Cairo, non fu ritenuta sufficiente: 5, i milioni che erano stati messi sul piatto per arrivare a Saldanha.
    Ne servono il doppio, per accettare una ponderata scommessa: mantenendo il livello di reti attuali il brasiliano vedrebbe in breve tempo andare alle stelle la valutazione del proprio cartellino, ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal balzo tra il torneo serbo e quello italiano. Sapesse adattarsi in fretta, i 10 milioni chiesti dal Partizan andrebbero stanziati e anche in tempi brevi. Una cifra analoga serve pure per arrivare a Laurienté, attaccante esterno del Sassuolo già seguito dal Torino. LEGGI TUTTO

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    Attacco Toro, si cambia! Intriga Bonny, rivelazione del super Parma: sondaggi

    Grande e grosso: come Duvan Zapata. A essere precisi, è alto un centimetro in più, un metro e 89 contro uno e 88, la statura del colombiano. Quell’altra, di statura, è ovviamente imparagonabile: parliamo delle qualità da bomber e da trascinatore dimostrate da Zapata in due lustri, della sua carriera feconda, dei gol (136 in 11 anni d’Italia), dei successi (una Coppa Italia e una Supercoppa nostrana), dell’esperienza e della personalità da leader riconosciuto. Al confronto, Ange-Yoan Bonny, 20 compiuti a ottobre, è ancora “soltanto” un virgulto. Ma che virgulto! E con un futuro brillante davanti agli occhi.
    Mercato Torino, Bonny nel mirino
    Davide Vagnati lo ha messo nel mirino. Anche il dt del Torino: meglio precisare subito. Perché da tempo stanno ronzando attorno al centravanti rivelazione del superParma, primo in Serie B con una marcia da record (65 punti in 30 partite, +27 di differenza reti), anche il Napoli, già dall’autunno, e il Bologna di Giovanni Sartori, ds con l’occhio non lungo, ma lunghissimo. Resta il fatto che, adesso, anche Vagnati ha già ripetutamente affrontato la questione, avviando pure una serie di sondaggi con l’entourage dell’attaccante, assistito dal potente e ramificato gruppo internazionale che fa capo a Federico Pastorello. Insomma, il dt del Torino è chiaramente uscito allo scoperto: anche lui all’inseguimento di questo centravantone francese di origine ivoriana.
    La carriera di Bonny
    Bonny è cresciuto in Francia nel Châteauroux, sino a esordire da minorenne nella Serie B transalpina, la Ligue 2 (5 presenze e una rete nella stagione 2020-’21). Il grande salto 3 anni or sono, quando (una volta liberatosi dal suo club da svincolato, col cartellino in mano) venne arpionato con grande lungimiranza dal Parma, capace così di prenderlo gratis. E oggi il ragazzone nato a Aubervilliers, alla periferia della grande Parigi, vale già tra 9 e 10 milioni, realisticamente. Ex nazionale francese under 19 e poi 20 (complessivamente, 9 gettoni e 5 gol), Bonny ha man mano scalato le gerarchie nel Parma. Classe 2003, approdato in Emilia quando ancora era 17enne, ha vissuto le sue prime due stagioni da riserva, conquistando comunque 13 presenze nel suo primo anno e 28 nel secondo, tra il campionato (sempre in B, con un gol) e la Coppa Italia. In questa stagione, invece, l’esplosione vera e propria, fulgida: 28 presenze in B di cui 22 da titolare (e 3 partite in Coppa Italia con altrettanti gol), soffiando letteralmente il posto (e pure in fretta) a sua maestà (al confronto) Antonio ?olak, 30enne tedesco ma ex nazionale croato, giramondo e con un pedigree da esperto goleador.
    Bonny, ‘pivot’ del Parma
    Nel 4-2-3-1 di Fabio Pecchia, Bonny è il pivot, il terminale, il punto di riferimento, il centravanti boa capace con le sue progressioni, il gran fisico, la potenza e la sua statura di spaccare le difese, a tratti facendo persino reparto da solo, segnando, ma soprattutto facendo segnare. In questo campionato l’ha buttata dentro solo 3 volte, ma il suo contributo per l’economia del gioco offensivo del Parma è eccelso: basti dire che con i suoi movimenti da ariete e le sue sponde (aeree o palla a terra) ha creato 9 assist gol per i compagni. Deve crescere tecnicamente, maturare, affinare la versatilità tattica, diventare più prolifico e in parte “sgrezzarsi”: ma ha solo 20 anni, è ovvio che sia così. D’altra parte che abbia qualità lo certifica anche il fatto che tra il 2020 e il ‘21 pure alcuni club della Premier e, in Italia, il Milan e la Juventus lo avessero seguito con interesse. Pur senza avere ancora in mano il cartellino del nuovo allenatore per il dopo-Juric, Vagnati sta già portandosi avanti in vista della scontata rivoluzione che subirà l’attacco. Di qui le mosse (anche) per Bonny, uno dei giovani attaccanti in azione sul suolo italiano che più stanno intrigando il dt nel rapporto prezzo/qualità (e potenzialità, naturalmente).
    Calciomercato Torino, le mosse in attacco
    D’altra parte, resterà Zapata (33 anni ad aprile, obbligo d’acquisto), finirà sul mercato Pellegri (Bonny sarebbe il suo sostituto diretto, in tale ottica), idem il rientrante Karamoh (ora in prestito al Montpellier) e vivrà un’estate a dir poco in bilico Sanabria. Mentre la seconda punta Okereke potrebbe venir riscattato solo se disputasse uno straordinario finale di stagione e se poi la Cremonese (dove il ragazzo non intende tornare) accettasse di ridurre grandemente il diritto di acquisto, ben sotto i 4 milioni statuiti a gennaio. LEGGI TUTTO

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    Dramma Fiorentina, Joe Barone non ce l’ha fatta: calcio italiano in lutto

    Joe Barone e il legame con Commisso
    Nato a Pozzallo, in provincia di Ragusa, il 20 marzo 1966. Dalla Sicilia, all’età di 8 anni, insieme alla famiglia si trasferisce in America. Qui, dopo aver terminato i suoi studi, prima lavora in un istituto bancario, poi l’incontro decisivo per la sua carriera, quello con Rocco Commisso. Inizialmente Barone lavora per la società di Commisso, la Mediacom, nel corso degli anni diventa sempre più il suo uomo ombra. Soprattutto quando Commisso decide di investire nel calcio. E così nel 2017, dopo l’acquisizione dei New York Cosmos da parte dell’attuale patron viola, Barone è il vicepresidente della squadra statunitense. Nel 2019 il ritorno in Italia. Sempre con Rocco Commisso, sempre nel mondo del calcio. Questa volta, però, con la Fiorentina. Commisso vuole Joe Barone come dg del club. Insieme, in questi anni, due finali perse (una di Coppa Italia contro l’Inter e una di Conference League contro il West Ham) e il sogno quarto posto Champions accarezzato, ma mai realizzato, grazie al gioco dato alla squadra dal tecnico, Vincenzo Italiano. Il suo più grande progetto è il ‘Viola Park’, nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli inaugurato lo scorso anno. La morte di Joe Barone è l’ultimo dramma vissuto in casa viola negli ultimi anni. Il 4 marzo 2018, a poche ore dalla sfida di campionato contro l’Udinese, moriva il capitano viola Davide Astori stroncato da una cardiomiopatia aritmogena. Anche lo storico presidente del club gigliato, Mario Cecchi Gori, morì nel 1993 a causa di un infarto. Stessa sorte per un altro ex presidente viola, Pier Cesare Baretti. Artefice dell’acquisto di Roberto Baggio, Baretti morì il 5 dicembre del 1987 in un incidente aereo avvenuto sulle montagne di Piossasco, in provincia di Torino. 
    Il comunicato della Fiorentina
    Questo il comunicato della Fiorentina: “Con un dolore profondo e immensa tristezza, la Fiorentina oggi perde un suo punto di riferimento, una figura che ha segnato la storia recente del Club e che non sarà mai dimenticata. Il Direttore Generale Giuseppe Barone, dopo il malore occorso domenica, è venuto a mancare oggi presso l’ospedale “San Raffaele” di Milano. Rocco Commisso e la sua famiglia, Daniele Pradè, Nicolas Burdisso, Alessandro Ferrari, Vincenzo Italiano, Cristiano Biraghi e tutta la Fiorentina sono distrutti per la terribile perdita di un uomo che ha offerto la sua grande professionalità, il suo cuore e la sua passione per questi colori, di un amico disponibile e sempre vicino in tutti i momenti, sia quelli più felici e, soprattutto, quelli più difficili. Tutto il mondo viola si stringe in un abbraccio commosso alla moglie Camilla, ai suoi figli e a tutta la famiglia Barone in questo momento di enorme sconforto”. LEGGI TUTTO

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    Bremer, compleanno con sorpresa: arriva la chiamata del Brasile

    Il Brasile ha ufficializzato i convocati per le prossime amichevoli contro Inghilterra e Spagna del prossimo 23 e 26 marzo. Il ct Dorival Junior in conferenza stampa ha annunciato anche la presenza in lista di Bremer, in precedenza escluso, al posto dell’infortunato Gabriel, difensore dell’Arsenal. Una bel regalo nel giorno del suo compleanno (27 anni), che non poteva festeggiare con una notizia migliore. Non solo l’ex Torino, ci sarà anche Danilo, come rappresentante della Juve, per i prossimi impegni della Nazionale. LEGGI TUTTO

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    Giua, il giallo a Cambiaso inspiegabile. E Spence su Chiesa?

    Inter-Napoli: La Penna da internazionale
    Continua l’ascesa di La Penna, al terzo big match stagionale. Ormai il designatore Rocchi lo impiega come se fosse un internazionale. L’arbitro assegna un rigore nel primo tempo per un intervento di Rrahmani su Thuram. Decisione corretta, annullata subito dopo per posizione di fuorigioco nel corso dell’azione. Sul gol del Napoli: i replay non chiariscono se il calcio d’angolo da cui scaturisce il colpo di testa di Juan Jesus sia giusto (da alcuni replay l’ultimo tocco sembra di Di Lorenzo e non di Darmian). Il Napoli reclama un tocco di braccio di Darmian, ma l’esterno impatta di coscia. Bravo qui il direttore di gara a sedare le proteste col dialogo.
    Barella, solo un richiamo. Lobotka ruvido
    Nel finale due episodi nell’area del Napoli che accendono gli animi. L’ultimo riguarda l’intervento di Rrahmani su Thuram, il difensore devia con la punta dello scarpino il pallone, che acquisisce tutta un’altra traiettoria. Restano dubbi invece sul precedente contatto Meret-Thuram: l’attaccante sembra arrivare prima sul pallone, ma comunque lo scontro non pare da calcio di rigore. Corrette le sanzioni disciplinari: saranno tre i gialli totali, due per l’Inter (Pavard e Barella) e uno per il Napoli (Lobotka). A inizio match l’arbitro si limita al richiamo per Barella, che interviene su Traorè. Davvero ruvido l’intervento di Lobotka su Thuram, ma non ci sono gli elementi per una sanzione più severa. LEGGI TUTTO

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    Calzona: “Concessi all’Inter solo 10 minuti. Questa squadra si è ritrovata”

    Francesco Calzona è intervenuto ai microfoni di Dazn per commentare il pari in trasferta in casa dell’Inter firmato dalla rete di Juan Jesus che ha risposto al vantaggio iniziale di Darmian. Il tecnico del Napoli ha dichiarato: “Non solo orgoglio, abbiamo messo anche qualità. Siamo stati in partita fino all’ultimo. Abbiamo concesso solo 10 minuti all’Inter. Non si poteva pensare di venire e non con cedere nulla. Sono contento perché la squadra ha fatto un’ottima gara. Ci abbiamo provato fino all’ultimo. L’ente ti mette alle corse. Forse ci è mancata un po’ di lucidità. Però sono contento perché penso che questa squadra sia sia ritrovata”. Il tecnico ha poi continuato: “Le vicissitudini di quest’anno hanno influito sulla crescita di questi ragazzi. Cambiare tre allenatori per loro che venivano da campionati stranieri non sono stati favoriti. Da quando ci sono vedo una crescita giornaliera e credo che da qui alla fine ci saranno utili”.
    Calzona e la pausa nazionali
    “Alla fine abbiamo fatto solo sette allenamenti di squadra tra recuperi e preparazione delle partite. Avremmo bisogno di allenarci di più per andare a limare quello che c’è. Forse ora avremmo qualche giorno in più. È solo una questione di tempo”. Poi sulla pausa per le nazionali ha precisato: “A Napoli resta uno staff nel quale ho piena fiducia, sono molto tranquillo. Cercheremo di tenere in forma chi resta, non sono preoccupato sotto questo aspetto. Posso seguire l’allenamento col drone. Grava? È un ragazzo fantastico ci sta dando una grossa mano, ma non avevo dubbi”. LEGGI TUTTO

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    Inter, Marotta sicuro: “Rinnovo Lautaro prima della fine del campionato”

    “Rinnovo Lautaro? Prima della fine del campionato arriveremo a una soluzione, abbiamo rallentato per impegni diversi. Il rapporto con lui e con il suo agente è splendido e non si può far altro che arrivare ad unica soluzione, quella del prolungamento”. Così l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ai microfoni di DAZN, prima della sfida di Serie A dei nerazzurri contro il Napoli.
    Marotta e la seconda stella
    “Seconda stella? Siamo primi e abbiamo un bel margine di vantaggio, ma non dobbiamo ‘sederci’, dobbiamo conquistare questo traguardo il più in fretta possibile, conquistando magari anche il record di punti” ha aggiunto Marotta. LEGGI TUTTO

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    Milan, quinta vittoria di fila: tris a Verona e +3 sulla Juventus

    Verona-Milna, la partita
    Gli ospiti fanno la partita chiudendo l’Hellas nella sua metà campo: al 19′ Montipò si supera in due tempi sul tiro al volo di Okafor e al 23′ Pulisic colpisce la traversa. Sul finire di primo sale in cattedra Theo Hernandez: al 39′ si fa tutto il campo servendo sulla sinistra Okafor che calcia alto cercando il tiro a giro e al 44′ il francese fa tutto da solo, vince due rimpalli e batte Montipò in uscita bassa. Theo poi ammonito (era diffidato) per il battibecco con Baroni. Ad inizio ripresa (50′) i ragazzi di Pioli mandano i titoli di coda: Montipò si supera ancora su Okafor, dopo che lo svizzero aveva recuperato la fera ai danni di Dawidowicz, ma il portiere del Verona nulla può sul tap-in di Pulisic (al suo 11° gol stagionale) per il 2-0. Grazie ai cambi il Verona è più aggressivo e riapre il match al 65′ con una pazzesca conclusione dal limite dell’area di Noslin! I rossoneri hanno subito (70′) l’opportunità per rimettere due mercature di distacco perché Giroud lancia perfettamente Leao che a tu per tu con Montipò calcia fuori, ma l’attesa dura poco perché all’80’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il tris lo cala il neo entrato Chukwueze con un bel tiro dal volo. LEGGI TUTTO