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    È il testacoda che non ti aspetti: Sarri, primo bivio della stagione

    I biancocelesti espugnarono il Maradona nello scorso campionato, ma dopo due sconfitte in due partite non possono sbagliare. Gli azzurri per continuare a punteggio pieno

    La sfida tra le prime due dello scorso campionato si è trasformata in un inatteso testacoda. Demerito soprattutto della Lazio che, a differenza del Napoli – partito con i successi contro Frosinone e Sassuolo – è caduta due volte contro Lecce e Genoa, avversari sulla carta non impossibili. Il pronostico dice Napoli, ma per Sarri è già il primo bivio stagionale: il tecnico biancoceleste deve evitare la sconfitta per non precipitare a -9 dalla vetta della classifica dopo sole tre giornate di campionato. LEGGI TUTTO

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    Torino, serve un altro Radonjic per meritare quel 10

    I numeri di maglia danno prestigio ma impongono responsabilità. E, in campo, il peso che si porta sulle spalle è direttamente proporzionale a quello delle aspettative. È sicuramente il caso di Nemanja Radonjic, funambolico trequartista del Torino che deve dimostrare di meritare il numero di maglia che ha scelto all’alba di questa stagione.
    Dal 49 indossato nella prima stagione in granata al 10 che, oltre ai rimandi al passato glorioso granata e dei giocatori che lo han- no indossato con fierezza (su tutti, va da sé, Valentino Mazzola, capitano del Grande Torino), sa di autoconvincimento nel considerarsi un punto di riferimento. Le idee, e le certezze interiori, adesso però hanno bisogno di diventare fatti concreti in campo, per dimostrare di meritare il numero di maglia e la titolarità nel 3-4-2- 1 granata.
    Il difficile inizio di stagione
    In questo inizio di stagione Radonjic è andato a sprazzi, un po’ come ha fatto nel corso della sua carriera, alternando colpi di genio a pause preoccupanti dal gioco. In Coppa Italia, contro la FeralpiSalò, il serbo ha cominciato molto bene, sfiorando il gol in apertura di partita e fornendo – con una giravolta e un colpo di tacco di alto livello – l’assist a Vojvoda per il gol dell’1-1.Timida la prova nei quarantacinque minuti giocati contro il Cagliari, quando è partito dalla pan- china perché nei giorni precedenti non aveva convinto Juric durante gli allenamenti al Filadelfia, mentre contro il Milan è tornato dall’inizio senza però riuscire a incidere. Invero, nessuno dei trequartisti schierati da Juric ha avuto vita facile tra le linee, però l’ottimo atteggiamento difensivo dei rossoneri non può essere considerato un alibi se fai dell’imprevedibilità la tua arma migliore in campo. Considerato che un anno fa, a questo punto della stagione (cioè a fine agosto), Radonjic aveva già segnato 2 gol – in Coppa Italia contro il Palermo, in cui aveva fornito anche un assist, e in campio- nato contro la Cremonese – è lecito attendersi molto di più dal serbo già dalla prossima sfida, domenica alle 18.30 all’Olimpico Grande Torino contro il Genoa.
    Il rapporto con Juric
    Il suo rapporto con Juric, nonostante non sia nato sotto una buona stella lo scorso anno, adesso è buono. Nella passata stagione Ivan ha lavorato molto su Radonjic, riabilitandolo dal punto di vista calcistico dopo la stagione 2021-22 molto negativa (solo 12 spezzoni di gara, per un totale di 342 minuti) tra Marsiglia e Benfica. Ma il tecnico, come i tifosi, non si accontenta delle prestazioni alterne del suo nuovo numero 10 e continua a pungolarlo negli allenamenti al Filadelfia e in partita, in attesa di vedere la giusta continuità. «È stato un mese e mezzo di livello assoluto, un giocatore fantastico che fa la differenza, ma è durato cinque o sei partite», ha detto l’allenatore dopo il pareggio contro il Cagliari, rincarando la dose poco dopo: «È un artista…».
    Nella testa del tecnico, viste le qualità nel palleggio di Radonjic e la capacità di duetta- re con i compagni, è lui il titolare sul versante sinistro della trequarti, con Karamoh riserva. Indipendentemente da quello che succederà in questi giorni, e dagli eventuali innesti sul mercato, Juric attende risposte concrete da Radonjic: l’appuntamento più importante sarà domenica contro il Genoa. Una partita da vivere e giocare da 10. LEGGI TUTTO

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    Un anno di Gerry Cardinale: così ha cambiato il Milan

    Il 31 agosto cade il primo anniversario del closing con Elliott. Dal bilancio al progetto stadio, in dodici mesi il numero uno di RedBird ha trasformato profondamente il club. Ecco come

    Sorride, annuisce compiaciuto e – chissà – magari si sta già organizzando per non mancare alla prossima esibizione del suo Milan. Per il momento, Gerry Cardinale non se n’è persa una. E, con lo scorrere dei mesi, dà una sensazione sempre più netta: gli piace quel che vede e gli piace (sempre di più) quel che fa, anche se potremmo definirlo ancora una sorta di warm up. In fondo si è spalancato un mondo nuovo anche per lui, che aveva già maneggiato il mondo dello sport ma non quello del calcio italiano. Cardinale sorride, annuisce e spegne la prima candelina: il 31 agosto del 2022 RedBird Capital Partners annunciava “di aver completato l’acquisizione dell’Associazione Calcio Milan per 1,2 miliardi di euro” da Elliott dopo i quattro anni di gestione da parte del Fondo guidato dalla famiglia Singer. Un passaggio di consegne per certi versi sorprendente, specialmente nelle tempistiche, che agli occhi di parecchi tifosi è suonato imprevisto considerato il freschissimo scudetto e l’ottimo lavoro di Elliott, che ha portato il club in rampa di lancio. Consegnandolo nelle mani di un fondo specializzato che avrebbe potuto migliorare ulteriormente il lavoro svolto fino a quel momento. LEGGI TUTTO

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    Ranieri: “Allenare una nazionale? Sì, ma non per soldi. Mi piace avere stimoli diversi”

    Il tecnico del Cagliari ha parlato ai microfoni di Dazn dopo la sconfitta con l’Inter, valutando la possibilità di tornare a vestire, in futuro, i panni di commissario tecnico

    Claudio Ranieri, come al solito, non si fa problemi a dire quello che pensa. L’allenatore romano, dopo la sconfitta interna contro l’Inter, si è presentato ai microfoni di Dazn per commentare la partita dei suoi. Prossimo ai 72 anni, Ranieri ha ben chiare le idee per il proprio futuro: “Il Cagliari sarà il mio ultimo club, è bello aver iniziato e finire qui”. Sull’eventualità di allenare una nazionale, poi, ha lanciato una frecciatina a Roberto Mancini: “Dovesse arrivare una proposta che mi piace, ci andrò. L’Arabia? Non ci sarei andato, mi piace avere degli stimoli diversi dai soldi”. LEGGI TUTTO