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    Kaio Jorge-Soulé, stelline Juve al Frosinone per brillare: la carica social

    Kaio e Soulé, carica degli ex compagni: da Danilo a Yildiz
    La nuova sfida è stata accolta con grande entusiasmo da entrambi. Kaio ha voluto scrivere un post motivazionale su Instagram: “Ciò che non ti sfida, non ti trasforma. Nuova stagione, nuovi obiettivi, nuovi traguardi. Felice dell’opportunità e fiducioso che farò del mio meglio. Non cadrò, non mi arrenderò. Dio è dalla mia parte e sono imbattibile. È ora di lavorare e mostrare cosa posso fare”, mentre Soulé ha pubblicato una serie di foto in cui esprime tutta la sua voglia di iniziare la nuova avventura. Entrambi i post sono stati commentati da diversi ex compagni di squadra alla Juve: da Danilo a Yildiz (che proprio ieri ha rinnovato fino al 2027) passando per Arthur e Rovella, sono arrivati tanti messaggi di incoraggiamento per questa nuova tappa. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “Rinforzi e idee giuste, è un Milan da scudetto. Ma ho due raccomandazioni…”

    Ll’ex c.t.: “Pioli è partito bene, i nuovi hanno tutti il giusto atteggiamento. Ora però umiltà e squadra corta”

    In queste prime due giornate di campionato mi ha particolarmente impressionato il nuovo Milan di Pioli. Avevo detto, alla vigilia, che i rossoneri m’incuriosivano molto perché avevano cambiato tanto rispetto alla passata stagione e, in una simile situazione, non è mai facile trovare subito il bandolo della matassa. Devo fare i complimenti all’allenatore perché, sia contro il Bologna in trasferta sia a San Siro contro il Torino, il Milan ha dimostrato di avere già forti motivazioni, di avere spirito di squadra e di possedere un gioco che, com’è noto, è il miglior propellente per mettere in difficoltà l’avversario. Ci sono ancora diversi dettagli da sistemare, ma siamo soltanto al principio dell’avventura. Credo che i rossoneri, se rimarranno umili e se avranno sempre voglia di migliorarsi e quindi di andare oltre i loro stessi limiti, possano lottare per lo scudetto. Una buona partenza è sinonimo di un buon lavoro fatto nel periodo della preparazione. Pioli ha dovuto assemblare giocatori provenienti da realtà diverse, non tutti venivano da una stagione brillante, eppure si sono subito mostrati disponibili: evidentemente anche loro hanno il desiderio di riscattarsi. LEGGI TUTTO

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    È morto l’ex Cagliari Victorino. Ieri aveva tentato il suicidio

    Aveva 71 anni, negli ultimi tempi pare fosse assillato da problemi economici. Giocò in Sardegna nel 1982-1983, meteora da 0 gol in  10 presenze prima del ritorno in Sudamerica

    In patria aveva fatto molto bene, tanto da ricevere (e accettare) in carriera proposte da club argentini, colombiani ed ecuadoriani. Molto meno bene aveva fatto in Europa, a Cagliari precisamente, dove aveva giocato una sola stagione (1982-1983) senza grandi gioie. Se n’è andato questa notte Waldemar Victorino, ex calciatore uruguaiano. Aveva 71 anni e – pare alle prese con grossi problemi economici – ieri aveva tentato il suicidio. Subito soccorso e ricoverato, l’ex attaccante che vantava anche 15 gol in 33 gettoni in Nazionale, non ha però superato la notte. Questa mattina è stato comunicato il decesso. A Cagliari il Piscador arrivò a 30 anni nell’estate del 1982 ma a parte qualche buona prova in Coppa Italia, in campionato l’uruguaiano non riuscì mai a brillare e a fine stagione lasciò l’Italia per l’Argentina. Il club sardo ha pubblicato una nota di cordoglio.

    il cordoglio del cagliari —  Il Cagliari in un comunicato ha ricordato “Waldemar Victorino, talento puro del calcio uruguaiano. Giocò in rossoblù una sola stagione, quella ’82/’83, ma riuscì a conquistare in poco tempo l’affetto di tutti i tifosi. Ciao, Waldemar”. LEGGI TUTTO

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    La sfida di Lukaku a Roma: allineare il cuore con i gol

    Il mercato restituisce alla Serie A un suo grande protagonista: forza immensa, sentimenti in tempesta e un tecnico con il quale ha già avuto un trascorso importante

    La pioggia (meno violenta che altrove) si porta via l’infinita estate romana e ci restituisce Lukaku, centravanti all’eterna ricerca di qualcosa che allinei la testa con il cuore e con i gol. Questo ciondolare fra due terre, fra squadre rivali, fra due condizioni polari (esserci e non esserci) ricorda quanto sia difficile suturare quelle ferite che il tempo non cura e non dimentica: trovò a Milano una grandezza che la Serie A favoriva, ma la lasciò per rimediare la sua reputazione in Inghilterra ma spesso i conti aperti della vita tendono a rimanere tali (aperti).  LEGGI TUTTO

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    D’Aversa: “Il mio Lecce, lavoro e cattiveria. E Krstovic ha la faccia giusta”

    Il tecnico dei giallorossi, 4 punti nelle prime due gare: “Dalla mattina presto fino a sera sono al campo, siamo i più giovani e in campo diamo tutto. Rafia ha qualità e personalità, Almqvist devastante in campo aperto”

    V ive ancora in albergo. In pieno centro. Ma solo per poco. “La casa è pronta, ci andrò prestissimo. Con la famiglia, verranno tutti qui. In questa Lecce stupenda che era bella anche quando l’ho conosciuta ai tempi in cui giocavo a Casarano e Gallipoli. Ma ora la trovo ancora più bella”. L’impatto del Lecce guidato dal tecnico Roberto D‘Aversa è stato fantastico, soprattutto in termini di punti: quattro nelle prime due partite. Con vittoria all’esordio in casa contro la Lazio, seconda nello scorso torneo, e pareggio a Firenze contro la Fiorentina finalista di Conference e di Coppa Italia. “Se guardiamo al calendario iniziale e ai punti conquistati non si può non essere soddisfatti. Lavoriamo ogni giorno per cercare di ottenere il massimo. Determinazione e cattiveria non devono mancare neppure per un minuto. E adesso c’è la Salernitana, bisogna pensare sempre e soltanto alla prossima partita. Con umiltà, innanzitutto. Certo, con un pubblico meraviglioso che ci sostiene in casa e anche fuori”. LEGGI TUTTO

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    Il Pu-Gi-Le, il nuovo modulo, la mediana più dinamica: il progetto scudetto-bis di Pioli

    Tante novità e un Diavolo all’attacco per il sogno di tornare campioni d’Italia dopo il trionfo del 21-22

    Per cucirsi la seconda stella sul petto, Stefano Pioli ha preso ago e filo e ha cominciato a lavorare al vestito del Milan. Dal mercato è arrivata stoffa pregiata, selezionata insieme ai dirigenti, e dare forma alle bozze che teneva nel cassetto è diventato più facile: in due mesi è nato un Diavolo tutto nuovo ma già convincente. Più dinamico, più fisico, più fantasioso, soprattutto vincente come lo era stato quello che due anni fa iniziava la scalata verso lo scudetto più inaspettato della sua storia. Quel Milan sussurrava la parola “scudetto” nel segreto dello spogliatoio, questo non si nasconde e lo urla al mondo: “L’obiettivo è la seconda stella, siamo più forti”, dicono Leao e Giroud. Pulisic, Reijnders e gli altri nuovi arrivati ripetono di voler vincere subito. Se due giornate sono poche per pesare la forza dei nuovi diavoli, bastano e avanzano per misurarne le ambizioni: il piano di volo di Pioli convince tutto l’equipaggio. 

    Movimento al centro—  Primo passo, cambiare per ripetersi. Perché, dopo quattro anni di 4-2-3-1, il Milan rischiava di appiattirsi su sé stesso: sempre più prevedibile per gli avversari, sempre più legato agli assoli dei singoli e troppo spesso scoperto quando a ripartire erano gli altri. Con il passaggio al 4-3-3 Pioli ha rivitalizzato prima di tutto il gioco, esaltando le caratteristiche dei nuovi centrocampisti che Furlani e Moncada gli hanno messo a disposizione. A oggi, aspettando Bennacer, Krunic è l’unico superstite della mediana scudetto, ma il cuore del Milan 2023-24 batte ugualmente forte: gli innesti di Reijnders e Loftus-Cheek hanno dato slancio al reparto, aggiungendo fisicità e movimento. Le variazioni sul tema dei terzini, poi, con Calabria e Theo sempre più mezze ali aggiunte, hanno aggiunto creatività alla manovra: la loro posizione spiazza gli avversari e libera corridoi per le incursioni di Reijnders e Loftus, un assist ciascuno. L’incubo dei tifosi a inizio mercato si è trasformato in una risorsa: il nuovo Milan ha perso Tonali ma lì in mezzo si è ritrovato ricco di soluzioni. Pesi massimi Per mettere in pratica i suoi progetti di tridente, Pioli invocava da tempo un’ala destra: ora ne ha due, Pulisic e Chukwueze, che possono ruotare a seconda di impegni, condizione, tipologia di avversario. Il nigeriano è uno scattista, ma l’americano è partito forte, troppo forte anche per lui: oggi è difficile immaginare un Milan che attacca senza Pulisic. È il primo grande successo dell’ex Chelsea, 2 gol nelle prime 2 gare come solo i big alla Shevchenko o Bierhoff. L’intesa con Leao e Giroud è già più che discreta, e da qui al derby del 16 settembre, primo faccia a faccia da seconda stella, potrà solo crescere: sul ring contro l’Inter Pioli salirà con un Pu-Gi-Le assetato di vittoria, sorretto dai chili di un centrocampo più muscolare e dalle magie e la leadership di Maignan, erede di Ibra (Pioli dixit). I ko nei derby dell’anno scorso, tra Supercoppa, A e semifinale di Champions, avevano depresso l’ambiente: stavolta la sfida si annuncia equilibrata. 

    Miglioramenti—  Questo Milan è più forte di quello dello scudetto? Troppo presto per dirlo, anche perché la corsa coinvolgerà le altre potenze della A, a partire dal Napoli campione. Per cominciare, intanto, questo Milan è più efficace di quello che lo scudetto lo esibiva sulla maglia: inquadra in media lo specchio molto di più dell’anno scorso, è più preciso nei passaggi e porta più attacchi diretti. La direzione è quella giusta, a patto che la difesa torni solida come nel 2022. LEGGI TUTTO