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    Romelu, il Mangiafuoco di Mou. E Roma lo aspetta come un messia

    Ci voleva una scossa selvaggia per risvegliare la passione in città. Non c’era niente di simile dai tempi di Dzeko, anzi di Batistuta…

    la treccia di Romelu Lukaku è quella cui stanno aggrappati in queste ore gli umori di José Mourinho, che sarebbe come dire gli umori dell’intera piazza romanista. Traballanti per non dire sinistri, gli umori del Grande Capo, e inclini al peggio per il resto. Anche ieri, ventidue minuti scarsi di parole e soprattutto posture che avranno piombato nello scoramento i tifosi, anche quelli che mangiano pane, amore e fantasia tutte le mattine.  LEGGI TUTTO

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    Serena: “Lukaku uomo giusto per Mou, Vlahovic diventi più leggero di testa”

    L’ex attaccante analizza il colpo fatto dalla Roma con Romelu (“una bella coppia con Dybala”) e spiega come deve crescere Dusan al fianco di Chiesa

    “Alla Juventus, visto il momento di Vlahovic e Chiesa, sarebbe servito molto meno Lukaku. La Roma, invece, insegue una certezza in attacco e Romelu può diventare l’uomo giusto per rinforzare la squadra di Mourinho”. Parola di Aldo Serena, ex centravanti di Inter, Milan, Torino e Juventus. LEGGI TUTTO

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    Lukaku-Vlahovic: il mercato della Juve tra logica, favola e costi

    È andata a finire nel modo più coerente con il progetto di rilancio della Juventus che, salvo cataclismi mercatiferi, si tiene Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, 23 e 25 anni. Romelu Lukaku finisce in modo piuttosto clamoroso alla Roma che mette a segno un grandissimo colpo, perché il valore tecnico del belga (al netto dell’incognita atletica) non si discute e sembra il centravanti ideale per il calcio di José Mourinho. In fondo lo sarebbe stato anche per la Juventus, almeno nell’immediato, ma i suoi trent’anni stonavano con il piano di una società che vuole e deve svecchiare la rosa e alleggerire i costi. Forse chi non esce bene da questa vicenda, almeno sulla carta, è l’Inter che, perso Lukaku, ha rimediato con i più modesti Arnautovic e Sanchez, ma le strade del campo sono infinite e agosto propizia spesso previsioni imprudenti. LEGGI TUTTO

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    La magia della 10, da Liedholm a Seedorf: nuova veste Leao, classe e talento per stare tra i grandi

    Tutto il fascino del numero più ambito: dal Barone passando per Schiaffino, Rivera, Gullit e Savicevic. Ora tocca a Rafa

    r afa Leao adesso ha il 10. Se lo merita? Certo. Si è preso quella maglia, quel numero, e si è messo una mano sul cuore e una sulla schiena. «È mio». Giusto, Re Leone, ma cerca di tenerlo da conto, trattalo bene, custodiscilo con cura. Non è vero che è in via d’estinzione, che con la personalizzazione delle maglie, dei nomi e dei numeri è stato retrocesso a un ruolo marginale, come un 4 qualsiasi. Se ha avuto momenti di sbandamento, la colpa non è sua, ma di chi lo ha indossato. E ogni riferimento a Honda, Calhanoglu e Diaz è puramente casuale. Il numero dieci è sempre il dieci, anche quando qualcuno dice che non è più di moda. È stato, è e resterà sempre magico. Perché è passione e poesia, Pelè e Maradona, Platini e Messi. Va molto il 7? Sì, ma se davanti ci metti un CR. Pitagora, che i suoi conti li sapeva fare, diceva che il dieci è il numero perfetto. Dante, sommo poeta, aveva un buon rapporto anche con la numerologia. Il 7 per l’autore della Divina Commedia è la perfezione umana, ma è pure il numero dei peccati capitali. Il 10 richiama i comandamenti che Dio affida a Mosè sul monte Sinai.  LEGGI TUTTO

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    Fabbro, contadino e… c.t. estremo: chi è Luciano Spalletti

    Ritratto (molto) privato del neo commissario tecnico, dalle origini rurali al cerchio magico degli amici fino alla panchina azzurra, che diventerà la più totalizzante delle sue sfide. E nella quale vorrà solo uomini che ci credono

    Gli amici storici, quelli del cerchio magico, sono stati i primi a ricevere sul cellulare nella serata di venerdì l’Habemus! dal loro amico, appena nominato nuovo papa azzurro. Messaggio criptico, in puro stile Lucio da Certaldo, uomo enigmatico come pochi: l’immagine di una penna. Senza commento. Loro, gli eletti, l’aristocrazia delle Galline del Cioni. Qualcosa tra la Tavola Rotonda di Camelot e un’élite armata, nel senso che si getterebbero nelle fiamme per il loro Artù. LEGGI TUTTO