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    Sepe alla Lazio dalla Salernitana: la formula dell’operazione

    Il direttore sportivo Angelo Fabiani, ex dei granata, ha così blindato il pacchetto degli estremi difensori dopo che Lloris aveva declinato l’offerta della Lazio.
    Sepe da vice Ochoa a vice Provedel alla Lazio
    Scalzato dal ruolo di titolare dal messicano Francisco Guillermo Ochoa, Sepe sarà il secondo di Provedel nella Capitale. Nella scorsa stagione Sepe ha giocato 17 partite in campionato e una in Coppa Italia subendo 27 gol e mantenendo per 3 volte la porta inviolata. 

    Sepe, dove ha giocato
    Sepe, che ha compiuto 32 anni lo scorso 8 maggio, in carriera ha indossato anche le maglie di Napoli, Fiorentina, Empoli, Lanciano, Pisa e Parma. Questa mattina ha svolto e superato le visite mediche di rito ed è pronto a mettersi a disposizione di Maurizio Sarri e del suo staff. LEGGI TUTTO

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    Cambiaghi e Kovalenko dall’Atalanta all’Empoli: i dettagli

    Entrambi sono a disposizione per la partita di domani, 26 agosto, a Monza: all’U-Power Stadium il calcio d’inizio è in programma alle 18:30.
    Cambiaghi torna all’Empoli: la formula dell’operazione
    Cambiaghi è stato ceduto a titolo temporaneo dall’Atalanta. Prestito oneroso da un milione di euro più altri bonus per i bergamaschi a seconda del rendimento in campo dell’attaccante, che lo scorso anno a Empoli (in prestito secco) aveva segnato sei gol. LEGGI TUTTO

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    Il mercato dell’Inter e la solita variabile Tuchel

    Da Pavard al Lukaku bis, da un po’ di tempo il tecnico tedesco mette lo zampino nel mercato nerazzurro

    In matematica, una variabile è un carattere alfabetico che rappresenta un numero arbitrario e provoca la stessa insofferenza – per dirla in maniera più gretta – di un simpaticissimo felino che vuole divertirsi si aggrappa ovunque, persino là, dove non vorremmo mai. Senza addentrarci troppo nella questione matematica – non ne siamo capaci, rischiamo l’iperventilazione – possiamo dire che quando noi studenti somari ci siamo trovati di fronte ad una variabile abbiamo cominciato a maledire il destino cinico e baro. La variabile dell’Inter ha un nome e un cognome, Thomas Tuchel. Servirebbe davvero un esperto di algoritmi e di equazioni (ovviamente senza risultato) per spiegare perché ogni qualvolta il club nerazzurro sta per chiudere una trattativa, spunta da chissà dove la “Variabile Tuchel” a complicare tutto, ingarbugliare ciò che era definito, ostacolare un tentativo dilatando i tempi e mettendo a dura prova la pazienza.  LEGGI TUTTO

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    Pioli vara la nuova difesa: Thiaw rileva Kalulu e Pellegrino può crescere

    L’obiettivo dei piani alti è far sì che l’argentino cresca tranquillo alle spalle dei titolari, come già successo con il tedesco e con il francese. Nel frattempo, Malick è ormai titolarissimo

    Da qualche mese la difesa del Milan sembra una lastra di ghiaccio a fine inverno. Basta camminarci sopra per ascoltare diversi scricchiolii, a volte impercettibili e altre ancora più rumorosi. Il bello è che un paio d’anni fa era il fiore all’occhiello del piolismo, il segreto del ritorno in Champions dopo sette anni e soprattutto dello scudetto vinto nel 2022.  LEGGI TUTTO

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    Inter, ecco quanto il mercato ha impoverito l’attacco: tutti i numeri

    Via Dzeko, Lukaku e Correa, dentro Arnautovic, Thuram e Sanchez: davanti è rivoluzione per i nerazzurri. I tre che sono andati hanno segnato e vinto di più, oltre ad avere decisamente più esperienza europea. E dal punto di vista anagrafico la differenza è minima

    Francesco Sessa
    25 agosto – MILANO

    Con Sanchez per Correa, la rivoluzione dell’attacco dell’Inter è completa. Una rivoluzione – sulla carta – che non porta freschezza (l’età media si è abbassata solamente di pochi mesi), consegna a Inzaghi meno gol e priva la rosa nerazzurra di calciatori di caratura internazionale, con conseguente meno esperienza nei palcoscenici importanti. Via i 16 titoli complessivi con i club di Dzeko e Lukaku – tutti, o quasi, ottenuti da protagonisti – e dentro la polvere delle tre coppe del Triplete vinte da Arnautovic da panchinaro e bad boy, con Thuram che si è presentato ad Appiano a mani vuote: a 26 anni, il francese non si è ancora giocato titoli importanti. Certo, Sanchez ha vinto, eccome. Decisamente più di Correa. Ma il Niño, dopo essere stato scaricato la scorsa estate e con i 35 anni in vista, può ancora essere Maravilla?  LEGGI TUTTO