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    Natan: “Mi ispiro a Thiago Silva”

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    Berardi, il signor no. E quell’appuntamento con la Juve rimandato per 15 anni…

    La Juve lo trattò quando aveva 14 anni: la famiglia acconsentì, ma lui non se la sentì. E ancora rifiutò il trasferimento quando già era in comproprietà col Sassuolo. Ma anche all’Inter disse no… 

    Ora che Domenico Berardi ha scelto il progetto della Juve tutti si chiedono come mai in passato, invece, ha preferito restare al Sassuolo piuttosto che fidanzarsi con un grande club. Secondo alcune voci maliziose il suo primo “no” alla Juve era legato alla sua fede giovanile per l’Inter. Ma i fatti dicono che nel 2016 l’attaccante calabrese ha respinto anche la corte dei nerazzurri. Insomma, una par condicio che zittisce le interpretazioni di questi giorni. Questi precedenti in apparenza contraddittori consigliano di rileggere i passati contatti con la maglia bianconera.  LEGGI TUTTO

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    Il talento, le sbandate e gli infortuni: ora Sensi vuole riprendersi l’Inter

    Saltato l’affare Samardzic, Stefano potrebbe rimanere a Milano. Quando era al Cesena lo volevano tutti, anche Mourinho (era al Chelsea) mandò uomini di fiducia al Manuzzi. In nerazzurro sembrava finita, ora può riscrivere la sua storia

    Cesena-Bari in Serie B, 15 novembre 2015. Al Manuzzi ci sono Roberto Mancini – allenatore dell’Inter – e Piero Ausilio: si sono mossi in due – e che due – da Milano per guardare da vicino un piccoletto che inizia a farsi conoscere. È Stefano Sensi, il “nuovo Verratti” che amava alla follia il Barcellona di Guardiola e ha Xavi come idolo. Pure José Mourinho, tecnico del Chelsea, manda uomini di fiducia in Romagna. C’è la fila: anche Milan, Juve, Roma. Come Verratti, appunto, si ipotizza un salto triplo, dalla B a una big. La storia andrà diversamente, tra talento e stop, con il nerazzurro sempre sullo sfondo o attorno a Stefano, il piccolo satellite nell’orbita del pianeta Inter che ora potrebbe avere l’ennesima, insperata chance a Milano.  LEGGI TUTTO

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    Uefa, allenatore dell’anno 2022-23: sfida tra Guardiola, Inzaghi e Spalletti

    Anche Simone Inzaghi e Spalletti nei pensieri “nobili” del governo del calcio europeo. La Uefa ha infatti reso noti i nomi dei tre allenatori che hanno preso più voti e sono al momento in lizza per il premio Men’s Coach of the Year 2022-2023. Si tratta di Pep Guardiola (Manchester City), Simone Inzaghi (Inter) e Luciano Spalletti (Napoli). Il vincitore del premio sarà annunciato durante la cerimonia del sorteggio della fase a gironi della Champions 2023-24, in programma giovedì 31 agosto al Grimaldi Forum di Monaco.

    Contestualmente sono stati resi noti i nomi dei tre calciatori in lizza per il titolo di “Calciatore maschile dell’anno”. Se la giocano Kevin De Bruyne (Belgio-Manchester City), Erling Haaland (Norvegia-Manchester City), Lionel Messi (Argentina-Psg e adesso Inter Miami). Anche questo premio sarà annunciato il 31 agosto. LEGGI TUTTO

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    5 attaccanti low-cost per il Fantacalcio scelti dall’Intelligenza Artificiale

    Acquistare attaccanti a prezzo basso e scovare talenti da doppia cifra. Un sogno? No, una possibilità concreta. Studiare il listone non basta, però. Bisogna andare più a fondo e scoprire nel dettaglio le caratteristiche e le statistiche dei singoli profili per capire chi potrà essere decisivo al fantacalcio. Vediamo 5 occasioni dal listone di FantaCampionato con un FantaIndex elevato (indice di convenienza scientifica di FantaGOAT). LEGGI TUTTO

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    Szczesny senza filtri: “Arabia? Preferisco le sfide. Resto alla Juve finché mi vorranno”

    Wojciech Szczesny ha rilasciato una lunga intervista ai polacchi di TVP SPORT, parlando in più punti anche della Juve tra passato, presente e futuro.NIENTE COPPE – “Siamo stati espulsi dalle coppe europee e non ho intenzione di fare nulla al riguardo. È quello che è e ora ci sarà più tempo per allenarsi adeguatamente e un po’ più di riposo, per la prima volta nella mia carriera. Non è la fine del mondo per me, siamo stati trattati come siamo stati trattati”. SCUDETTO – “Avremo sicuramente tutto il tempo per lavorare durante la settimana. Quando giochi partite ogni due giorni, il programma della settimana prevede che giochi una partita, poi ti alleni per il recupero, poi ti prepari per la partita successiva e giochi una partita. Non c’è tempo per costruire durante la stagione. Ora tutto sembrerà un po’ diverso. Dobbiamo abituarci e lavorare il più possibile per raggiungere il successo in quelle competizioni in cui possiamo giocare”. VOCI DI MERCATO – “Che maglietta indosso davanti a te? Sì, quella della Juve. Ho detto più volte che finché la Juventus mi vorrà, resterò lì. Non tengo conto delle voci. So che sono e sarò un giocatore della Juventus. A meno che non mi vogliano. Sono legato a questo club, rispetto le loro decisioni. Mi vogliono qui per difendere la porta della Juventus”.SE CHIAMA L’ARABIA – “Ho un sacco di soldi nella mia vita. Preferisco le sfide divertenti e difendere la porta della Juventus è la sfida più bella che posso darmi”.VOGLIA DI SCUDETTO – “Questo club è così abituato a vincere che il giorno dopo aver vinto un campionato avevi voglia di vincerne un altro. C’è frustrazione per il fatto che non abbiamo avuto successo ultimamente. C’è la motivazione per tornare a lottare per gli obiettivi più alti”.EMOZIONE – “Sta diventando sempre più grande perché so di avere sempre meno stagioni davanti a me. Cerco di godermi il momento perché non so per quanto tempo potrò giocare ai massimi livelli. Per ora mi sento bene, ma non mi sento pronto per giocare fino ai 40 anni. Come Buffon? No no. Penso di non avere molto tempo a disposizione. Cerco di godermi il momento e il fatto di trovarmi in un posto del genere, mi sento una figura importante nel club. Farò del mio meglio per riportare questo club al top”.RITIRO – “Ho sempre pensato di concludere la mia carriera mentre ero ancora al top. Non vorrei continuare la mia carriera dopo, solo per scoprire che non ho idea di cosa fare della vita. Non sono triste, sono motivato a fare il più possibile per il club e per me stesso negli ultimi anni”. FUORI DAL CAMPO – “Credo che, prima di tutto, devo molto tempo alla mia famiglia. Ho molto da recuperare negli ultimi 17 anni. Oltre ai miei piani professionali, vorrei restituire loro ciò che hanno perso a causa delle mie scelte professionali”.FINE CARRIERA – “A 20 anni sapevo già che non avrei giocato fino a quarant’anni. Non so quanto la mia situazione di vita cambi la decisione, ma è sicuramente uno dei motivi che mi aiuterà, spero, ad accettare più facilmente che debba finire”.IL FIGLIO LIAM – “Gli piace molto giocare a calcio, conosce molto bene tutti i giocatori, colleziona carte. È bello condividere la mia passione con la persona a me più vicina, spiegargli certe cose, parlare di giocatori diversi, giocare a calcio con lui. Devo ammettere che i miei allenamenti sono duri, ma quelli che faccio il pomeriggio a casa con mio figlio sono molto più impegnativi. Per fortuna indossa la maglia “Szczesny”, perché abbiamo lo stesso cognome. Non nascondo che gli piace indossare una maglietta bianca (del Real Madrid, ndr.) più di una maglietta in bianco e nero. Tuttavia, devo accettare la sua scelta”.AL REAL AL POSTO DI COURTOIS? – “Non mi interessano storie del genere”. Carica altri LEGGI TUTTO