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    Rivera: “A 80 anni voglio salvare il calcio dai soldi. E mi candido per fare il ct”

    L’ex Golden Boy si confessa alla Gazzetta “Ho fatto della mia passione un lavoro, il Milan per me è stato vita. Mancini? Non mi sono piaciuti i modi, doveva lasciare prima”

    Mamma mia, come passa il tempo: Gianni Rivera domani compie 80 anni. No, scusate, sono due volte quaranta, o quattro volte venti. Alcuni giorni fa gli hanno chiesto: ma Gianni Rivera oggi quanti anni ha? E lui con il suo eterno e imperioso sorriso ironico: “Gianni Rivera non ha età”. Forse è vero.  LEGGI TUTTO

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    Milan, ecco la terza maglia: nel segno dell’inclusività

    L’obiettivo è “unire la generazione unica e diversificata di tifosi milanisti in tutto il mondo”. Il debutto a San Siro, contro il Verona, nel weekend del 24 settembre

    La cultura dell’inclusività. È attraverso questa linea guida che è stata concepita e realizzata da Puma la terza maglia del Milan 2023-24. “La combinazione dei colori del kit celebra la cultura dell’inclusività e della diversity, obiettivo che è da sempre stato primario per il club”, riporta il lancio di via Aldo Rossi per una divisa decisamente diversa rispetto alla tradizione del passato (quando spesso ha prevalso il nero). L’obiettivo è unire la generazione unica e diversificata di tifosi milanisti in tutto il mondo. In altre parole: uguaglianza e lotta contro “ogni forma di pregiudizio e discriminazione”.

    in vendita dal 17 agosto—  I colori sono eleganti, tenui e, appunto, portatori di un messaggio sociale importante. Il debutto è previsto nel weekend del 24 settembre a San Siro, in occasione di Milan-Verona, la seconda partita casalinga della stagione. La maglia è in vendita da oggi, 17 agosto. LEGGI TUTTO

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    La Juve che Allegri ha in mente con Berardi

    Con Domenico in rosa Max avrebbe diverse possibilità per combinare la potenza di fuoco in rosa senza rinunciare all’equilibrio

    Max Allegri ha lavorato nel pre campionato per dare continuità al 3-5-2, cioè il sistema di gioco che nella passata stagione gli ha consentito di ridare equilibrio alla squadra. Le caratteristiche di Bremer indirizzano la scelta sul trio difensivo, scenario che tra l’altro ha rimesso in gioco anche Alex Sandro: da fuori progetto a giocatore di riferimento, considerato che è l’unico centrale mancino in rosa. LEGGI TUTTO

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    Gagliardini: “Io, l’Inter, le vittorie, le critiche e quella telefonata di Galliani”

    Il centrocampista tornerà da ex a San Siro alla prima giornata: “Arrivare con un altro pullman, entrare in un altro spogliatoio… piccole cose che si faranno sentire ma in campo penserò solo al Monza. Venire qui è stata la scelta giusta”

    Dal nostro inviato Matteo Brega
    17 agosto

    – monza

    Riparte senza essersi mai fermato. Dalla finale di Champions con l’Inter alla ricerca di una nuova felicità con il Monza. Roberto Gagliardini è sereno e pronto. “Fa piacere che passi questo messaggio, perché sto bene e ho trovato un ambiente in cui poter esprimermi al meglio”.  LEGGI TUTTO

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    Arnautovic all’Inter ufficiale: addio Bologna, ecco la punta per Inzaghi

    Per il centravanti austriaco si tratta di un ritorno: ha già vestito il nerazzurro nella stagione 2009/10, quella del Triplete con José Mourinho in panchina. Quell’anno per lui soltanto 3 presenze (tutte in Serie A) e nessun gol messo a segno. È lui l’attaccante fisico approdato alla corte di Simone Inzaghi, l’alternativa a Romelu Lukaku. 

    Arnautovic all’Inter è ufficiale: il comunicato

    Questo il comunicato con cui l’Inter ha annunciato l’acquisto di Arnautovic: “Quante avventure si possono vivere nell’arco di tredici anni? Quanti luoghi e quanti volti si possono incrociare? La risposta è difficile da scoprire, ma ognuno di essi ha contribuito alla crescita di Marko Arnautovic, tornato all’Inter dopo un lungo giro del mondo.

    Nato il 19 aprile 1989 a Vienna, figlio di padre serbo e madre austriaca, Marko ha mosso i suoi primi passi nel quartiere periferico di Floridsdorf. Papà Tomislav, un passato da attaccante in un paese vicino a Belgrado, aiutava nel ristorante del Floridsdorfer, piccolo club locale nel quale giocava nel tempo libero. Qui, in un panorama costellato di ciminiere e fabbriche, Marko viene portato da suo papà al campo di allenamento, dove rimane a giocare finché la luce glielo consente. Inizia così l’avventura con il pallone di Arnautovic.

    Marko stupisce e si mette in mostra fin da subito nel Floridsdorfer: gioca con i settori giovanili di Austria Vienna, First Vienna e Rapid Vienna, ma torna sempre a quel suo primo campo d’allenamento. Fino a quando nel 2006, a 17 anni, vola in Olanda al Twente: a Enschede assaggia per la prima volta il calcio professionistico, esordisce nel 2007 in Prima Squadra e a ottobre debutta in Europa contro il Getafe.

    La stagione 2008/09 è quella dell’esplosione: segna 12 gol e attira l’interesse di grandi squadre, ma Marko sceglie l’Inter. A Milano l’austriaco trascorre un anno trionfale per la storia nerazzurra, scendendo però in campo in sole tre partite.

    Passato al Werder Brema l’anno successivo, Arnautovic inizia il suo giro del mondo, che lo porta poi in Inghilterra, destinazione Stoke City, nel 2013. Quattro stagioni, quattro salvezze e l’amore incodizionato dei tifosi dei Potters: Marko si trasferisce poi al West Ham, dove rimane per due anni segnando 21 gol in totale.

    Nel 2019 arriva il tempo di una nuova avventura: l’austriaco vola in Cina, allo Shanghai SIPG. Un mondo nuovo, un calcio diverso: un’esperienza complicata dallo scoppio della pandemia, che porta Marko alla decisione di tornare in Europa, in Italia, a Bologna. In rossoblu Arnautovic diventa un simbolo, e nel 2021/22 vive anche la sua miglior stagione a livello realizzativo in tutta la carriera.

    Forte fisicamente, dotato di grande tecnica e praticamente ambidestro, Marko è un attaccante completo, diventato icona della Nazionale austriaca, della quale detiene il record di presenze a quota 108.

    Ora torna in nerazzurro con la stessa voglia di stupire che l’aveva portato a Milano nel 2009.

    #WelcomeMarko”.

    Arnautovic all’Inter, le prime parole

    “Sono contento e felicissimo: per me è un grande onore giocare ancora per l’Inter. Quando ero qui tredici anni fa sono stato più tifoso che giocatore, però adesso sono qui per aiutare la squadra e vincere” ha detto l’ormai ex bolognese a Inter TV. “Sono cresciuto tanto in questi anni, perché quel ragazzo era una testa calda e non pensava tanto al calcio. Adesso è tutto diverso, ho una famiglia e sono più calmo. Sono cresciuto nell’età e nel carattere: spero che vada tutto nel migliore dei modi. Sono venuto qui per vincere: all’Inter si deve vincere. Voglio portare un trofeo: sono contentissimo di essere tornato”.

    Per un Arnautovic che arriva, un Samardzic che salta: proprio dopo la cena con il neo attaccante nerazzurro, il diesse Ausilio aveva già fatto intendere come la trattativa con il centrocampista dell’Udinese fosse sul punto di saltare. E ora sul classe 2002 dei friuliani potrebbe fiondarsi la Juventus. LEGGI TUTTO

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    Garcia e gli obiettivi del Napoli: “Per la Champions serve una rosa forte”

    Rudi Garcia ha definito gli obiettivi del suo Napoli. Il nuovo tecnico dei partenopei, in un’intervista esclusiva per “DAZN Heroes”, ha dichiarato: “Per la Champions serve una rosa forte. Quando giochi l’Europa League ti puoi concentrare al 100% sul campionato perché il girone normalmente lo superi e quando arrivano gli ottavi e i quarti di finali che comincia a diventare serio. Dobbiamo essere bravi a giocare le due competizioni, per questo ti serve una rosa adatta”.
    Garcia: “Di Lorenzo capitano? Mai avuto dubbi”
    Garcia ha provato anche a delineare le caratteristiche del gioco che vuole per la sua squadra: “I miei giocatori hanno spirito collettivo e sono bravi sul gioco di prima. Stiamo coltivando queste caratteristiche. La fascia di capitano? Di Lorenzo è un uomo di grande qualità perché pensa agli altri. Non ho avuto nessun dubbio sul fatto che il mio capitano sarebbe stato Giovanni di Lorenzo”. Nell’intervista a Dazn, che uscirà domani in versione integrale, il nuovo tecnico del Napoli parla anche del rapporto con il presidente De Laurentiis, la stima per i colleghi Spalletti e Mourinho, il ricordo di Cristiano Ronaldo e Totti che sono passati sotto la sua guida nei lunghi anni di carriera, ma anche dei campioni che ha in squadra: Raspadori, Osimhen, Kvaratskhelia e non solo. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, ecco CDK: “Bergamo ambiente giusto, il futuro sarà bello”

    Le prime parole di Charles De Ketelaere da giocatore della Dea: il belga è entusiasta e pronto a mettersi agli ordini di Gasperini

    “Ho scelto l’Atalanta perché è l’opportunità giusta al momento giusto, anche per il modo di giocare”. Charles De Ketelaere s’è presentato così all’inizio della sua avventura bergamasca: “L’ambiente è perfetto per me e penso che il futuro sarà bello”, ha detto CDK ai canali ufficiali del club. Reduce da una stagione non all’altezza delle aspettative, il trequartista 22enne ha scelto la Dea per rilanciarsi e mettersi alle spalle i mesi negativi vissuti al Milan, dove ha collezionato 40 partite senza mai incidere e tantomeno segnare. “L’Atalanta, che mi seguiva già dai tempi del Belgio, è una squadra molto forte, con tante energie e qualità – ha spiegato il nuovo numero 17 nerazzurro -. Ho parlato anche con Gasperini, che s’è detto contento del mio arrivo e lo stesso sono io”.

    in cerca di riscatto—  Arrivato al Milan un anno fa dal Club Brugge, il classe 2001 non è riuscito a sfondare nel calcio italiano. Ma ora punta a rilanciarsi nell’Atalanta di Gasperini, dove arriva in prestito con diritto di riscatto. E domani sera, durante l’allenamento al Gewiss Stadium, incontrerà i suoi nuovi tifosi per il primo bagno di folla. “Mi piace molto lavorare ma anche passare il tempo con famiglia, amici e compagni – ha concluso De Ketelaere -. Sono contento di cominciare a giocare. E felice anche per i tifosi che mi hanno aspettato. Ci vediamo presto, forza Atalanta”. LEGGI TUTTO

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    Alle radici di Chukwueze: “Il mio Sammy, timido e riservato. Con lui bastone e carota”

    Il racconto di Victor Apugo, l’ex d.g. dell’academy nigeriana dove è sbocciato il neo rossonero: “All’inizio il mister non lo faceva giocare perché era troppo piccolo. Insieme, trasferte da 12 ore. Ci sentiamo ancora tutti i giorni”. 

    La parola che gira la chiave del suo mondo è “spontaneità”: “Nel 2015, ai Mondiali Under 17 in Cile, vinse la Scarpa di bronzo e una serie di premi in denaro. Tornato in Nigeria, voleva consegnarmeli per mostrarmi riconoscenza. Gli dissi che non potevo, li aveva meritati col talento”. I ricordi di Victor Apugo si imbattono in un momento nitido. Ex d.g. della Diamond Football Academy – scuola calcio in cui è cresciuto Chukwueze – e oggi presidente della Superstars Football Academy (di cui Samuel è vicepresidente onorario), è stato il primo a credere nelle capacità del nuovo attaccante del Milan: “Gli consigliai di investire e usò quei soldi per comprare un terreno, ma lo acquistò anche per me. Voleva sdebitarsi, dimostrarmi affetto con un gesto che dice tutto di lui e della sua bontà”. LEGGI TUTTO